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Arlecchino origini vikinghe.....uao

Discussione in 'Nordheim' iniziata da Jarl, 18 Ottobre 2008.

  1. Jarl

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    18 Ottobre 2008

    Salve gente,oggi a un convegno sul folklore ecc ho sentito che arlecchino derivava da un immagine del diavolo chiamata arlequin o elechin,l'errore che molti fanno però è che è associato alla francia,in francia fu preso questo personaggio da un mito vichingo in cui un giorno all'anno le anime dei morti volteggiano in aria e a capo di questi è stato messo da Odino,Ellekken(nn so come si scrive,lo metto come si pronuncia) e sarebbe l re dei morti,ha detto questa persona che sarebbe una specie di caronte nordico anche se la similia è minima.In Francia Ellekin venne associato al demonio cristiano e poi divenne appunto una maschera diabolica a cui rimaneva solo un bozzo rosso sulla fronte che era il corno tagliato(infatti era usato negli spettacoli per satana o comunque per un demone) e poi Goldoni ha preso questo nome però eliminando tutto il folklore dietro lasciandolo un semplice servus currens uomo (termine della commedia latina).
    Avete la fonte del mito?Mi ha detto che questo mito era svedese(in particolare).
     
    #1
  2. vischious

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    18 Ottobre 2008

    #2
    Ultima modifica: 18 Ottobre 2008
  3. Jarl

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    19 Ottobre 2008

    Infatti..herla king(io avevo sentito elleking ma era questo) guidava una masnada infernale (che appunto era formata dai morti) e volteggiava per il mondo dei vivi.Magari l'ho spiegato male ma era ciò(Re Herla quindi re lo è,e guida le anime).
    Ps la persona che l'ha detto è un attore e anche studioso,infatti ha ricreato varie maschere e ne ha spiegatol'origine o comunque le leggende attorno assieme a un antropologa,infatti questa spiegava la storia della maschera e come si evolvette e lui le rappresentò e alla fine le ha spiegate da cosa derivano e cosa interpretavano(quindi non son cose campate per aria...).
     
    #3
    Ultima modifica: 19 Ottobre 2008
  4. Doom_Sword

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    19 Ottobre 2008

    Fermo li, puoi scrivere che convegno era, e dove?
    Allora, tu ti stai riferendo ad uno dei mitologemi folclorici EUROPEI più celebri e, diciamolo, studiati. E' quello della Caccia Selvaggia, o Mesnie Ferale, o Caza Salvadega, o Familia Herlechini, o Masnada Infernale; insomma è conosciuta con decine di nomi e questi sono solo alcuni. Ma, eheh, la questione è MOLTO complessa. Questo mitologema tocca, spesso si sovrappone, con altre importanti questioni. Controversa per esempio è la relazione tra questo nucleo mitico e le mascherate rituali (per esempio, lo Charivari). Spesso dai documenti, scritti ed orali, alla testa di questo esercito dannato compare un personaggio specifico, che però è fluttuante e gode di ben poca univocità. Molti sono infatti gli avatarche si alternano alla testa della schiera, tra questi appunto un nome etimologicamente connesso con Arlecchino compare in molte attestazioni.
    Si, è opinione accettata da decenni che la maschera della commedia dell'arte Arlecchino sia stata ab origine una maschera-demone infernale. Ricordo che lo stesso Dante, nell'Inferno, nomina tre diavoli di cui uno ha nome, guarda un pò, Alichino. Ad ogni modo, l'intera saga pare si di origine nordica, non specificatamente vichinga. Per esempio, nel veneto la schiera furiosa è spesso guidata dal Beatrico/Beatrich (tra l'altro, è nome di una band black-metal nostrana) che si pensa discendere da Teodorico re dei Goti. Come si vede, l'ambito pare sempre germanico. Nota di nuovo la complessita, in quando in questo caso il mito si fonde con la storia.
    Ti lascio una piccola bibliografia in lingua italiana che ho composto per la mia tesi, utile per sapere molte cose sull'argomento. Tieni conto però che Arlecchino non era l'oggetto specifico del mio interesse, anche se lo troverai molto nominato. Il tutto non ha ovviamente pretese di completezza, per esempio altri titoli li puoi trovare qui: http://www.villaggiomedievale.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=565.

    Meisen K. 2001, La leggenda del cacciatore furioso e della caccia selvaggia, Edizioni dell’Orso, Torino, pp. 432.

    Lecco M. 2001, Il motivo della «Mesnie Hellequin» nella letteratura medievale, Edizioni dell’Orso, pp. 194.

    Lecco M. 2002, “Le dame che cavalcano al trotto. La tradizione della Mesnie Hellequin e l’amor cortese, in “Il racconto nel Medioevo Romanzo, a cura di L. Formisano e A. Fassò, Atti del Seminario di Filologia Romanza dell'Università di Bologna, (23-24 ottobre 2000), Bologna”, Pàtron Editore, Bologna, pp. 117-145.

    Schmitt J. C. 1995, Spiriti e fantasmi nella società medioevale, Laterza Editore, Bari, pp. 324.

    Ginzburg C. 1998, Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Biblioteca Einaudi, Torino, pp. 319.

    Ginzburg C. 2002², I benandanti, Piccola Biblioteca Einaudi, Piacenza, pp. 250.

    Toschi P. 1999³, Le origini del teatro italiano, Universale Bollati Boringhieri, Torino, pp. 771.

    Chiavarelli E. 2006, “L’esercito delle anime purganti: origini precristiane del fenomeno della Mesnie ferale”, in “Studi sull’Oriente Cristiano”, 10, pp. 23-43.

    Chiavarelli E. 2007, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo sciamanesimo alla “caccia selvaggia”, Bulzoni Editore, Roma, pp. 260. (questi due scritti della Chiavarelli li consiglio solo per completezza, personalmente li ritengo di scarsissimo livello scientifico)

    Ginzburg C. 1982, “Charivari, associazioni giovanili, caccia selvaggia”, in “Quaderni storici. Boschi: storia e archeologia”, 49, Ancona-Roma, pp.164-177.

    Fiore A. 2004, “Caccia selvaggia e schiera furiosa nel Medioevo: una discussione e qualche prospettiva”, in “Quaderni storici”, 116, n.2, pp. 559-575.

    Bevilacqua T. 1992, “Cacce e cacciatori selvaggi nel Trentino. Figure di terrore sullo sfondo dell’immaginario popolare”, in “Annali di San Michele”, a cura del Museo degli Usi e Costumi della gente trentina, 5, pp. 58-90.

    Centini M. 1996, “La caccia selvaggia”, in “Minas Tirith”, n. 2, a. 1, Società Tolkeniana Italiana, Udine, pp. 108-123.
    masnada
     
    #4
  5. Mantis

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    19 Ottobre 2008

    Nel nord la masnada infernale agiva nei sacri giorni di Jol che coincidevano col solstizio d'inverno, il lasciare qualcosa all'infuori o dentro le case in queste notti (cfr. Salmonses konversationleksicon) assicurava benevolenza anche per il raccolto (questa credenza è molti vicina anche alla questione dello Jultomte/Julnisse spiritello benevolo/malevolo a seconda di come lo si trattasse sopratutto nel periodo di Jol ma anche agli spiriti degli antenati, i Landvaettir), quindi se il mito d'Arlecchino è legato a pratiche rurali come leggo nell'articolo di wiki, potrebbero esserci contatti. L'unica cosa che non mi convince è che nelle lingue scandinave questa turba è detta Asgaardrei oppure Oskorei, e la prima accezione dovrebbe significare più o meno "gruppo di persone a cavallo di Asgaard" la qual cosa cozza con l'appelativo di masnada infernale dato che i morti di Asgaard sono tutt'altro che esseri infernali, tuttavia nel folclore posteriore alla conversione sappiamo che queste anime prendevano e portavano con sé chiunque incontrassero per strada durante le loro cavalcate notturne.
     
    #5
  6. Doom_Sword

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    19 Ottobre 2008

    Premesso che della bibliografia che ho citato ho letto ben poco, anchio sapevo che si ritiene il mitologema come legato ad uno sfondo agrario, è comune in una vasta aria che le epifanie avvengano in particolare nel momento di importanti scadenze calendariali agrarie (i dodici giorni di natale). Credo sia questo il motivo. Mantis, dando per scontato che ti riferisci alle credenze folcloriche moderne, lì all'estremo Nord il dono che il corteo selvaggio porta è sempre benevolo? Nell'italia settentrionale il dono, parlo dei motivi narrativi, è invece terrifico: torsi umani sanguinolenti e braccia mozzate sono i motivi tipici. E guai a chi incontra il corteo.
    Sul discorso di Asgaard, potrebbe essere una "semplice" inversione di polo dovuta al Cristianesimo? Nel medioevo i morti che tornano sono visti in modo ambivalente, esseri da temere e nel contempo propiziare. Nella cultura cristiana colta invece i morti sono esseri diabolici senza possibilità di redenzione, in quanto per esempio contraddicevano il principio naturale della decomposizione del corpo, anche se a poco a poco c'è un tentativo di mediazione tramite le anime purganti. Insomma, nella schiera di spiriti si descrivevano anime purganti/peccatori di varia estrazione, proprio perchè la cultura ecclesiatica stava gradualmente modificando il modo di percepire il regno dei morti distorcendolo in senso etico e moralistico. Come è noto, è il caso della prima attestazione in assoluto sulla Caccia Selvaggia -siamo a fine XI secolo e scrive Ordorico Vitale- che vede tra le file personaggi storicizzati come donne lussuriose e chierici che si macchiarono di peccati.
    Non saprei direi invece se è nato prima il mito od il rito mascherato prescristiano a monte. Se la questione ha una qualche importanza per noi.
     
    #6
  7. Mantis

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    21 Ottobre 2008

    In realtà, come ho detto, il dono era semplicemente prosperità della casa\fattoria ma di sicuro è un aspetto più moderno e confuso con il Jultomte e gli spiriti degli antenati, e non ha fondamento storico, la schiera dei non-morti ammazzava chiunque incontasse per strada, la cosa che mi dà confusione è proprio la dicotomia Asgaard-regno degli dèi superni=cavalieri di Asgaard-branco d'assassini, mi sarei aspettato più che Asgaardarei, un Helrei o Nifelheimrei...
     
    #7
  8. Doom_Sword

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    21 Ottobre 2008

    invece a me -come ho scritto- non stupisce di nulla. Il folklore è pieno di queste inversioni-sovrapposizioni-deteriorazioni-sostituzioni-contaminazioni o mille altri termini simili che ci fanno capire quanto le credenze si siano adattate, plasmate, influenzate fin a partire dalla loro genesi storica. Poi insomma, l'aerale della diffusione "schiera di Asgaard" cosa copre? E' l'unica attestazione del tipo caccia selvaggia nell'estremo nord?
    E comunque di nuovo non mi sorprenderei. Per esempio Arlecchino stesso, che abbiamo visto comparire a capo della masnada intorno a fine anno, in certe aree demologiche si "trasferisce" in cerimonie di Calendimaggio o in altre feste di eguale significato, ovvero compare o è protagonista di antichi riti primaverili propiziatori. Il solito discorso sull'ambiguità di moltissimi tipi simbolici folklorici, banalizzando possiamo dire dispensatrici di vita e di morte. Per forza di cose si nota benissimo la stessa cosa nelle religioni antiche, chessò a caso Demetra e Persefone, dee degli inferi ed insieme della fertilità. Ma gli esempi davvero non si contano.
     
    #8
    Ultima modifica: 21 Ottobre 2008
  9. Mantis

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    22 Ottobre 2008

    Se però penso a una possibile influenza Cristiana anch'io non mi stupisco come te, essendo nel medioevo nordico Odino paragonato al diavolo che guida una turba di diavolacci (come vedi anche nel mo scritto in Bifrost)
     
    #9

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