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I nostri ascolti

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da Zerotolerance70, 26 Ottobre 2014.

  1. Hornsintheair

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    Alberth Doom Occulta

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    8 Maggio 2025

    Mi è successo ieri sera al Legend, di essere lì davanti, in trance. Devastanti, una potenza smisurata, e atmosfere toccanti come pochi.
    Dopo decenni di concerti è sempre più difficile per me avere ancora emozioni molto forti e quindi mi muovo anche molto meno, problemi di tempo a parte, ma ne è valsa totalmente la pena.
    Loro li vidi al MiOdii del 2009 credo, senza sapere neanche chi fossero, e rimasi folgorato, a parte un iniziale parziale rigetto per la voce così urlata. Lì seguii per qualche anno poi li ho persi. Settimane fa un amico del Forum con cui sono in costante contatto (e tiene sempre lo sguardo basso) me li ha fatti risentire e così ieri sono stato al concerto.
    Memorabile.
     
  2. Carnival900

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    A New Level

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    12 Maggio 2025

    VULCAIN (1981-2000, 2009-2021)

    Il 15 settembre 1984, ovvero una settimana dopo l’uscita di “No Remorse” dei Motörhead e un anno esatto dopo il debutto ufficiale dei connazionali Sortilège, un altro gruppo francese, che canta in francese, irrompe nel mondo musicale con “Rock ‘n’ roll secours”:


    Formatosi appena dopo le pubblicazioni di “Ace of Spades” e “No Sleep ‘til Hammersmith” e ingannando il tempo e gli anni con vari demo, arrivano al debutto ufficiale belli rodati. Tra l’altro nello stesso anno uscirà anche il primo vero full lenght dei sopracitati Sortilège con il leggendario “Métamorphose”.
    Ma, se i riferimenti a quest’ultimi sono facilmente plausibili vista la nazionalità, perché quelli al gruppo di Lemmy? Beh perché questi Vulcain suonano dannatamente Motörhead! E vista la loro data di nascita si possono tranquillamente citare come loro prima band clone di sempre.

    Hanno praticamente tutto quello che un fan dei tre amigos originali può volere, inclusi gli inconfondibili colpi al charleston di Philty Animal
 Taylor o le rullate alla "Locomotive" di Pete Gill. Ma occhio a “racchiuderli” qui, i Vulcain sono infatti allo stesso tempo molto originali inserendo qua e là delle grosse differenziazioni e personalizzazioni praticamente uniche, già a partire dal secondo album "Desperados" e sempre di più negli album successivi, andando via via a suonare un hard rock simile ai Thunder per intenderci.

    I fratelli Puzio, basso voce e chitarra, sono praticamente il cuore della band, assieme al batterista di lungo corso Marc Varez. Dopo il terzo album infatti l'asso della chitarra e membro originale Didier Lohezic lasciato facendo della postazione praticamente ‘un porto di mare’.

    Oltre i primi due sopraciati album consigliati anche l'omonimo e "Stoppe la machine" (curiosamente gli ultimi due) così come gli altri due avvenuti dopo la reunion del 2009.
    Band che da ormai 4 anni ha comunque chiuso baracca per motivi di salute del cantante Daniel Puzio (vertigini e co, tra l'altro). La loro ultima canzone del loro ultimo album ha però un titolo che è tutto un programma:
    Già che ci sono lascio anche un videoclip vero:


    La cosa buffa di tutto ciò (sottolineata anche dalla band stessa su Facebook) e che i Vulcain si sono sciolti esattamente quando i Sortilège si sono riformati :fesso:
     
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  3. angus81

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    fight fire with spitfire

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    17 Maggio 2025

    E questo andrà direttamente in top ten di fine anno, disco completamente folle, fuori dagli schemi, schizofrenico

    the callous daoboys

     
  4. Dwight Fry

    Dwight Fry
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    Cialtrone

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    21 Maggio 2025

    David Bowie, “The man who sold the world” (rock/hard rock, 1970)

    [​IMG]

    Bellissimo album, terribilmente innovativo nel percorso di Bowie (e non solo), specie se si considera da dove era partito il duca bianco: canzoni da cabaret prima e folk dopo.

    Qui la chitarra elettrica gioca finalmente un ruolo di primo piano, anche nei pezzi più tradizionali. “The width of a circle” ha dei riff che avrebbero potuto permetterle di partecipare al contest sulla migliore canzone hard rock (la versione dal vivo è ancora più dura), così come “Black country rock”. “She shook me cold”, per essere un pezzo del 1970, è decisamente massiccia, sembra uscita da una jam coi Black Sabbath del tempo, o da un album del primissimo Alice Cooper.

    In generale sorprende l'atmosfera elettrica e talvolta oscura (“After all”), con qualche spunto vagamente progressivo in “Saviour machine” (sì, il gruppo di Clayton prende il suo nome da questo brano).

    Il mio pezzo preferito è “All the madman” che ha un crescendo, all'altezza del ritornello, che trovo assolutamente fantastico, e degli intrecci di chitarra e voce che a tratti mi ricordano addirittura gli Uriah Heep, ovviamente con una voce molto diversa.
    La title track, invece, la preferisco nella splendida versione acustica dei Nirvana.

    Il Bowie rockstar nasce qui, e direi sotto i migliori auspici: tra gli album del periodo rock-glam lo piazzo decisamente sul podio.

    Media voti attuale su RYM: 3,53/5 su oltre diciottomila votazioni.
    Per iniziare a conoscere l'album:
    Per ascoltare l'intero album:
    The Man Who Sold the World
     
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  5. Dwight Fry

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    21 Maggio 2025

    Ci stavo riflettendo su e mi è venuto in mente che in effetti "Sick thing" di Alice ricorda un po' "She shook me cold" di Bowie.
    Mi fa strano averlo notato solo adesso.
     
  6. Dwight Fry

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    3 Giugno 2025 alle 12:01

  7. Dwight Fry

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    3 Giugno 2025 alle 12:10

    Loudness, “Sunburst” (heavy metal, 2021)

    [​IMG]

    Ne avevo un buon ricordo e i numerosi ascolti del (doppio) CD hanno confermato tutto.

    “Sunburst” è proprio un bell'album, molto vario. Ripercorre un po' tutta la carriera dei nostri e quindi ci trovate pezzi heavy e veloci, ballate, brani più moderni, spunti power e thrash, tempi dispari in “Yamato damashii”, del sano class metal (“Heaven's door” avrebbe fatto sfracelli, negli anni 80) e canzoni più oscure (la semiballad “Wonderland”, posta strategicamente in chiusura).

    Non emerge la sensazione dell'album-minestrone, però. La band suona da dio (anzi, da dei) e non annoia mai. Certo, 16 brani spalmati su 85 minuti non sono facili da digerire, infatti ho consumato per benino prima un CD e poi l'altro, con una pausa salutare nel mezzo.
    Fruito in questo modo, l'album guadagna punti in più; non che ne abbia molto bisogno, però, visto che le canzoni parlano da sé.

    Brani preferiti? Direi “Stand or fall” tra quelli veloci (all'inizio sembra un plagio di “Paint in black”, alla quale ruba i noti accordi, ma diventa presto un bel pezzo heavy-power con uno di quei ritornelli che fomentano i defender) e la citata “Wonderland” tra quelli lenti.
    Poi globalmente preferisco il primo CD al secondo, ma parliamo di poca differenza.

    Band in formissima da anni, dopo tanti brutti lavori all'insegna di un metallo derivativo e fastidiosamente modern/nu. Da “Eve to Dawn” del 2011 hanno cominciato a risalire la china, e forse con questo "Sunburst" hanno raggiunto la cima della loro seconda parte di carriera.
    Decisamente apprezzabile il ciccioso digipack a tre ante, con libretto altrettanto corposo (testi riportati sia in giapponese che in inglese).
    Pagato appena 5 euro sull'Amazon tedesco, a suo tempo.

    Nessuna recensione su TM, purtroppo.
    Media voti attuale su RYM: 3,69/5 su appena 52 votazioni (va beh, sappiamo da cosa è distratto oggi il popolo del metallo...)

    Per iniziare a conoscere l'album:
    Per ascoltare l'intero album:
    Sunburst~我武者羅
     
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  8. Vic Rattlehead

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    Bulletto da tastiera!

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    3 Giugno 2025 alle 18:02

    Letto qualche recensione su siti concorrenti, valutazione tra il 7,5 e l'8.
    Aggiungo alla l'idea ascolti anche se 85 minuti sono impegnativi e il giapponese non aiuta.
     
  9. Dwight Fry

    Dwight Fry
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    3 Giugno 2025 alle 18:15

    Fai come me, nel caso: assimili il primo CD e poi passi al secondo.
    Otto canzoni prima e otto canzoni dopo.

    Io certe volte neppure me ne accorgo, la pronuncia di Niihara è sempre stata molto particolare.
    "Stand or fall" è tutta in inglese, comunque:

    E anche "The Nakigara", che però mi piace meno:

     
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