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Pensioni

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da alexmai, 24 Ottobre 2024.

  1. the Fierce

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    23 Dicembre 2024

    uno stato di diritto, almeno in Europa, ci prova; poi al momento non si può dire che raggiunga pienamente l'obiettivo e la strada è ancora lunga, ma ci prova, conseguentemente, una Costituzione sarà necessariamente compromissoria.
    il diritto non è affatto metafisico, però c'è una forte variabile che lo influenza: il governo e il legislatore dipendono dalle scelte dei cittadini e questo porta inevitabilmente a legiferare in base alle preferenze espresse. Il che ci porta ad uno dei grossi problemi di oggi, ossia che la gente elegge gente che non fa i suoi interessi, ma la colpa è dell'elettorato, non tanto dei governi in sè.
    Con tutti i suoi limiti, non riesco a immaginare un sistema diverso e non mi pare che la storia ne abbia offerti di molto migliori: i paradisi socilisti, in teoria, dovevano essere il bengodi dei salariati, ma non è stato così.
    Per contro, se poi i salariati di oggi votano Meloni, che parliamo e memiamo a fare...
     
    #31
  2. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    23 Dicembre 2024

    Nella sostanza, al di là delle sottili differenze tra una coalizione di governo e l'altra, hai mai assistito a un tentativo da parte del corpus giuridico di superare lo status quo imboccando una strada del tutto nuova e superando tutte le contraddizioni tra i gruppi sociali?
    Ciò non si verificherà mai, perché significherebbe privare il soggetto che ha edificato il sistema economico, sociale, legislativo etc. del potere alla base del sistema stesso. Dipendendo in tutto e per tutto dalla struttura economica, la legge, a meno di non schierarsi a viso aperto contro chi le ha dato i natali (tentativo, per altro, che verrebbe soffocato sul nascere e non sortirebbe alcun effetto) deve, per forza di cose, uniformarsi agli interessi del raggruppamento sociale, altresì detto in modo più preciso classe, dominante. La natura compromissoria di cui parli, in verità fortemente al ribasso per gli strati subalterni a prescindere dal colore politico dei governi in carica, deriva proprio dall'intoccabilità di un sacro principio: la proprietà. Poiché sanare per davvero le piaghe sociali comporterebbe la ridefinizione di paradigmi fondamentali, i puntelli della struttura, il diritto, posto fin dal principio a loro tutela, non potrebbe mai neppure osare pensare di farlo, in quanto andrebbe incontro alla sua stessa dissoluzione.
    In merito al concetto di metafisica, non mi riferivo al diritto in sé, le cui ricadute concrete sono sotto gli occhi di tutti, ma della tua concezione del diritto, una sorta di regno equo dell'imparzialità, totalmente distaccato dai reali rapporti di forza dell'organismo sociale, cioè quelli economici.
    Le alternative sono da costruire, ma non facciamo noi la storia con la sola volontà. Se non altro, le coordinate e i metodi critici adeguati non mancano, sebbene vadano riscoperti.
    I "paradisi socialisti", in realtà tutt'altro che socialisti, meriterebbero una corposa trattazione a parte che ci porterebbe lontano (qualora ti interessasse, la sezione Storia accoglierebbe senza problemi il confronto). Il tentativo di Lenin, fondamentale dal punto di vista della storia della -mia- classe, glorioso per molti aspetti e problematico per altri, si scontrò con diversi fattori avversi e ne uscì sconfitto. Il resto delle cloache novecentesche (e la stessa URSS una manciata di anni dopo la sua edificazione), obbedendo di fatto alle leggi del valore, rientrano nel novero del capitalismo di Stato, un'aberrazione di cui sopravvive ancora oggi qualche esemplare. A noi, comunque, non toccherà la fortuna di vedere nessun rivolgimento e languiremo in questa landa brulla di mestizia, per cui, limitiamoci a criticarla ferocemente e amen.
    I salariati si sono beccati sonori schiaffi da tutto l'arco parlamentare. Ricordo, a titolo di esempio, il pacchetto Treu votato all'unanimità dal governo di centro-sinistra di allora, con il sostegno del PRC (altra ignobile formazione politica).
     
    #32
  3. the Fierce

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    23 Dicembre 2024

    Potrei ripetermi dicendo che quel tentativo sarebbe ben esemplificata dalla Costituzione, con tutti i limiti e la necessità di non abbassare la guardia e continuare a difendermi ma mi hai già risposto che è una propaggine della classe dirigente...
    A questo punto ti chiedo quale sarebbe uno strumento realistico, concreto e attuale per cambiare le cose, perchè mi pare evidente che le rivoluzioni del passato, in primis, non abbiano funzionato come si auspicava. In secondo luogo, sarebbe anche interessare per capire dove si può concretamente andare con dei salariati che si sono fatti abbindolare, nell'ordine, da un oligarca (Berlusconi) da un ultrà (Salvini) e da una convintissima tirapiedi dell'establishment (Meloni). Con pieno demerito di una sinistra che non è riuscita a comprendere e difendere gli interessi delle categorie più fragili, questo è indubbio.
    Però, secondo me non ha troppo senso alambiccarsi in filosofie e suggestioni varie quando alla fine gli strumenti che abbiamo a disposizione non vengono nemmeno sfruttati nel loro massimo potenziale (ma che dico? nemmeno minimo) e non è nemmeno in grado di esercitare degnamente il proprio diritto di voto.

    Il compromesso tende al ribasso per le classi più umili, come lo è per quelle più abbienti: la differenza è che queste ultime, anche al ribasso, rimangono enormemente abbienti. I diritti dei lavoratori, che pur sono in constante pericolo e ultimemente vengono rosicchiati, sono essi stessi un "costo" per "i padroni".
    Usciamo dalle fantasie socialiste: la proprietà non è un problema. Nonostante tutto, viviamo un in paese ricco le cui classi dirigenti però non sono mai riuscite a gestire razionalmente, e con profitto di tutti, le varie risorse. Se, ipoteticamente, il sistema si impossesse delle ricchezze stratosferiche della minima parte della popolazione che le detiene, con questa gestione saremmo punto e capo nel giro di poco.
     
    #33

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