Capodanno con i Queen

La musica popolare ha cambiato molte volte pelle e, almeno a partire dagli anni ottanta, una sua consistente fetta si è concentrata sulla parola. Da quarant'anni, oramai, il testo e il modo in cui è declamato rivestono primaria importanza.
In verità, e avvenuto anche in precedenza, ad esempio durante la fase d'oro del cantautorato.

A parte il fatto che a me concetti metafisici come "arte" o "essere umano" quasi strappano un sorriso e che la qualità media di molti testi pop e rock si attesta su livelli similari e spesso inferiori rispetto a quelli trap, il lato interessante risiede proprio -anche questo un tema già più volte toccato- nel loro esprimersi attraverso il lessico del capitalismo, mettendone a nudo le contraddizioni.
Lungi dall'essere dei "ratti" (tra l'altro, quanto livore riservato a giovani senza particolari colpe), gli esponenti più autentici della scena trap condividono esperienze reali attraverso l'unico linguaggio a cui hanno accesso, assorbendone le parole d'ordine e al contempo manifestando un disagio implicito per le stesse o denunciandone tra le righe gli aspetti più brutali e parossistici. Un soggetto marginale non può che cercare a tentoni una maniera di inquadrare quanto gli accade mediante gli strumenti di cui dispone. In un deserto come quello attuale, sarebbe assurdo attendersi la rottura degli schemi e l'acutezza che caratterizzò, ad esempio, il proletariato e il sottoproletariato urbano degli anni settanta.
Mi viene anche da domandarmi quanti trapper tu abbia ascoltato al di fuori dell'ambito più commerciale e radiofonico.
Infine: hai la certezza che il rock e il metal si salvino dal veicolare il verbo capitalista? Credi, inoltre, di poter determinare in modo cristallino la genesi di un filone e il suo rapporto con il mercato?

 

Io adoro Lauro e Fasma. Però non saprei se fanno trap, forse rap moderno.

 

No piano, hai ribaltato la frittata. La trap è un "prodotto" del capitalismo, usa e getta. Questo ho sostenuto. Spazzatura funzionale. E non è vero che ognuno si esprime coi mezzi che ha, questo non giustifica nulla. Noi di mezzi ne avevamo infinitamente di meno, meno tecnologia, prezzi della strumentazione proibitivi, niente internet, niente tutorial per i brani, ma la passione e la creatività ci spingeva a farci il culo senza cercare vie facili. L'obiettivo di questi non è l'arte, ma trovare la via facile per spremere i babbi e fare soldi. Il nostro era divertirci con gli amici cavalcando le nostre passioni. Potrà anche farti sorridere, ma in quelle passioni c'era sostanza. Questi si fanno un vanto del nulla che esprimono, altro che mettere a nudo i difetti del sistema (gli piacerebbe esserne in grado....). Se invece vuoi interpretare tutto in base ad un pv puramente materialistico, la trap è il linguaggio adeguato ai tempi, ma non credo che troviamo tra noi un canale per discutere. Mi sta bene anche così. Non credo che la soluzione sia che io ascolti ancora più trap di quella che già sono obbligato a sorbirmi a dose giornaliera. La lascio volentieri agli altri.
Ora pare che il posto alternativo in cui "suonerà" il sorcio con altri suoi amichetti della cricca fosse stato prenotato già prima del polverone, dall'etichetta, senza indicarne il motivo. Sto a guardare (anzi, anche no), ma la direbbe lunga sul senso di questa ennesima operazione studiata a tavolino, sempre per spremere appunto i soliti babbi disposti pure a pagare ben 10 euro per 'sta roba. Tutto quadra e funziona alla perfezione. Così i bambini possono farsi il "capodanno alternativo"

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Tra l'altro faccio notare che 3 o 4 anni fa un po' tutti ridevamo di young signorino, ora siamo qui a parlare di dignità sociale e artistica di 'sta roba. Per far capire che lavata di cervello è stata fatta in così poco tempo. Ci hanno abituati allo schifo.

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La trap nasce circa tre decadi fa negli U.S.A. e, dopo uno sviluppo durato suppergiù un decennio, si afferma prima nelle classifiche statunitensi e poi a livello planetario. Quando sbarca in Italia, non è di certo degnamente rappresentata da Young Signorino, mentre altri nomi della prima ondata hanno fornito contributi ben più rilevanti. Al pari del rap e di gran parte delle derivazioni hip-hop, la trap delle origini non può essere ridotta a a mero prodotto capitalista di consumo nella tua accezione (in generale, ogni nostra attività e ogni nostro prodotto, finanche ogni nostro pensiero, diventa merce nel sistema capitalista), in quanto nasce ai margini e non scaturisce da un disegno commerciale partorito in qualche grosso studio, semmai, come tutto, metal compreso, viene inglobata e sfruttata poi ad ampio raggio dal mercato musicale.
A me non ha fatto il lavaggio del cervello nessuno: da sempre osservo i fenomeni, anche musicali, e cerco di inquadrarli nel contesto, apprezzandone alcuni lati e criticandone altri.
Quando parli di linguaggio adeguato ai tempi, centri il punto, perché proprio in quell'aspetto è racchiuso l'elemento che rende interessante il genere. I suoi protagonisti utilizzano la lingua del mondo e, tra le righe, ne mettono a nudo la brutalità in modo soprattutto inconsapevole. Talvolta si compiacciono di adoprare quell'alfabeto, che per altro è lo stesso imposto a noi, ne onorano il diktat e modellano con la sua foggia i desideri; poi affiora il disagio di trovarsi intrappolati tra le sue spire. Un ragazzo cresciuto in mezzo al niente vive la stessa lacerazione, la ritrova in molti testi trap e vi si riconosce. Può sembrarti poco, ma per me vale più di tutti i passaggi articolati di batteria e gli assoli neoclassici.
Poiché per esperienze di vita e formazione rifuggo da ogni assurda -per me- forma di volontarismo, non riconosco validità a nessun discorso del tipo "noi, però, facevamo, dicevamo...". Voi magari non potevate scaricare gratis Ableton da un sito russo, però potevate contare su una rete sociale, ultima scia di un'epoca già tramontata allora, e su condizioni, magari parche ma presenti, di stabilità che parecchi giovani dei miei quartieri oggi si sognano.
Voglio aggiungere una cosa: al di là di ogni riflessione e degli approcci teorici differenti, dove sta scritto che tu e i tuoi soci (o i gruppi metal di oggi) vi impegnavate con passione e i ragazzi che cominciano a scrivere i testi o a produrre basi non lo facciano per un'esigenza reale o un desiderio di comunicare? Conosci le biografie dei trapper? Perché traspare dai tuoi discorsi un punto di vista bizzarro in base al quale si sarebbero formati eserciti di automi, senza storia né trascorsi, impegnati a macinare strofe per fatturare. Non ti sorge il dubbio che, non dico tutti, ma almeno alcuni abbiano iniziato spinti da un'urgenza e poi si siano inseriti nell'industria musicale, come capita in quasi tutti gli altri generi? Per questo insistevo affinché tu approfondissi l'argomento, giacché molti giudizi appaiono più che altro pregiudizi formulati da un prevenuto entrato in contatto in modo superficiale con il genere.
Lo stesso vale per il tuo lapidario giudizio: per definire "merda" un intero genere in ogni sua articolazione bisogna quanto meno averne una discreta conoscenza.
Come ho ribadito numerose volte, tolto il black e pochissimo altro, a me il metal non piace; ebbene, prima di stabilirlo con certezza, nel timore di perdermi qualcosa di prezioso, sai quanti cantati da testicoli schiacciati tra i battenti di una porta, quante progressioni bachiane fatte con il distorsore (che, in sfregio alla bellezza delle originali, diventano pacchiane), quanti obbligati in MI, quante ridicole -per me- invocazioni a vichinghi, guerrieri e draghi, quante linee vocali e strutture armoniche sostanzialmente pop, ma esaltate perché sorrette da muri di distorsioni o intervallate da arditezze strumentali? Migliaia.

 

Ok

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L'ho pensato anch'io

 

Giuro che non voglio essere provocatorio ma @Quintus Horatius parli anche così dal vivo? Penso che rimarrei annichilito da cotanta ricchezza verbale.
Comunque @Aslan non si dice "fa schifo" o "che merda" ma "non mi piace"

 

Ma davvero c'è chi giustifica la trap come un movimento di denuncia sociale o di protesta? Ahahah, rido. Seriamente, se guardiamo al mainstream degli anni '90 o ai primi del 2000, c'era un rap con un minimo di spessore, con messaggi tutto sommato positivi, musicalmente ascoltabili e artisti abili con la lingua italiana. A miei figli, per esempio, posso ancora citare gli Articolo 31 senza sentirmi in imbarazzo. Ma le nuove generazioni? 'Eh, figlio mio, purtroppo noi avevamo Tony Effe..."

 

Io vorrei veramente ascoltare dal vivo @Quintus Horatius , anche per ore: capirei la metà di cosa dice ma ne sarei incredibilmente affascinato

 

Ma vuoi mettere Ice-T o Ice-Cube con Tony Effe?

 

Ero rimasto a capodanno con le drag queen...

 

Capodanno a Roma, ipotesi vintage a piazza del Popolo - Notizie - Ansa.it

 

Il comune si che è giovane, la qualità è indiscutibile eh (a sto punto chiamerei pure i Nomadi), solo che vedo delle difficoltà ad arrivare alla mezzanotte svegli!

 

Largo ai giovani