Libri

Ebbene, non pensavo a 45 anni di poter ancora trovare un libro che mi facesse correre il disagio e la paura lungo la schiena. Sto leggendo l'opera omnia di Landolfi, e nei racconti più orientati al "folk horror" (come lo chiameremmo oggi) decisamente dà il meglio di sè.
Non scrivo nulla perchè non sarebbe possibile non spoilerare, ma dopo molta suspance il racconto esplode letteralmente nel finale. La malinconia e il disturbo mi hanno accompagnato per giorni.

Se vi piace uno stile di scrittura "antico", lo dovete assolutamente leggere, si trova anche in volume singolo adelphi

Tommaso Landolfi - Racconto d'autunno (1946)
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È scritto benissimo, è evocativo a dir poco, fa ghiacciare il sangue nelle vene, è ambientato in italia. Mi immagino cosa ne avrebbe tirato fuori un avati nei tempi d'oro.

Si può proseguire poi con "la pietra lunare", se soddisfatti da questo.

In questo autore sto amando l'aspetto dello scrivere per esigenza viscerale di esprimersi per lo più a sè stesso, senza dovere e volere compiacere per stile e argomenti un qualche pubblico. Quasi che lo scrivere fosse un effetto collaterale del suo vivere.


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Per ora ho ricevuto Dalia Nera di Ellroy... mi arriveranno alla spicciolata.

L'altra sera sono stato ospite di un canale youtube letterario (https://www.youtube.com/live/BCuo3gRxA2w) che mi ha invitato a una delle loro rubriche in cui se ho capito bene due scrittori si sfidano tipo processo... potrebbe essere interessante, vi saprò dire!

 

@Aslan interessantissimo quello che dici su Landolfi,sinceramente non lo conoscevo ma sembra proprio faccia al caso mio,prendo appunti.

 

Ho iniziato a ri-leggere Le creature del buio, il mio primo romanzo di King... acquistato nel 1988 e ma più ritrovato, chissà che fine ha fatto.
L'ho preso in una bancarella di bookcrossing, stessa edizione, tecnicamente potrebbe essere il mio che è tornato

 

Finito di leggere “Cecità” di Saramago.

Mi ha preso molto dall'inizio alla fine? Sì.
Mi è piaciuto? Sì.
Mi è piaciuto tutto? No, alcune cose mi hanno fatto storcere il naso. Senza scendere nel tecnico:

Anticipazione (Spoiler)

ho trovato i ciechi “cattivi” un po'... macchiettistici, diciamo;
il ragazzino è un ectoplasma, mi chiedo che senso abbia avuto inserirlo nella storia, è letteralmente inutile;
lasciare che i protagonisti ritrovino degli oggetti essenziali per lo sviluppo della storia, ricordandosene così, all'improvviso, mi ha lasciato assai perplesso: di solito queste sono forzature da giallista;
nelle ultime 40-50 pagine, tutti i personaggi (uomini e donne normalissimi, con una vita normalissima) si trasformano in “filosofi” e i dialoghi perdono parecchio in verosimiglianza.

In particolare, però, mi hanno colpito due cose:

Anticipazione (Spoiler)

1) nessuno si chiede mai per quale motivo la moglie del medico ci veda. Voglio dire, in una situazione del genere io cercherei di capire il motivo, trovare la risposta a quella domanda diventerebbe pressante, angosciante, soprattutto se fossi un medico degli occhi, invece nessuno chiede nulla;
2) l'assenza di mosche. I protagonisti si ritrovano a vivere in una discarica (a cielo chiuso prima, a cielo aperto dopo) ricolma di cadaveri, merda e piscio. Ma neppure una mosca. L'ho notato a un certo punto del libro, più o meno dopo averne letto un terzo; la cosa mi ha incuriosito e nel prosieguo mi sono messo di buzzo buono per vedere se Saramago e il suo editor avessero preso qualche accortezza al riguardo, invece nulla. Saramago s'è ricordato dei topi ma s'è scordato degli insetti, una cosa abbastanza... particolare, ecco.

Ora sotto con “L'inquilino del terzo piano”, il romanzo dal quale Polanski ha tratto il suo bellissimo film.

 

Arrivato qualche nuovo titolo:

Edgar Lee Masters, “Antologia di Spoon River”: classico col quale prima o poi, da lettore, dovevo misurarmi.

M. P. Shiel, “La nube purpurea”: fantascienza apocalittica consigliata da Stephen King nel suo saggio “Danse macabre”, spero non mi deluda.

Algernon Blackwood, “I salici”: romanzo che ha influenzato Lovecraft, finalmente è tra le mie mani, spero non mi deluda [cit.]

Agata Christie, “Un delitto avrà luogo”: il primo libro della Christie che ho letto, prestato da un'amica: ci tenevo a possedere la mia copia personale.

 

Ricevuto per regalo (insieme a Dalia Nera, come detto ho fatto la lista da qui).
Vi saprò dire, quando finirò Tommyknockers di King...

 

Finito.
Bel romanzo, molto straniante e coinvolgente.

Topor non era uno scrittore e lo si capisce già dalle prime pagine: non c'è uno stile, la scrittura è al servizio della storia. Topor era un disegnatore (e attore, qualcuno di voi lo avrà visto nel ruolo di Renfield nel “Nosferatu” di Herzog) e in certi passaggi del romanzo sembra che stia descrivendo un suo disegno, più che raccontare un evento. Compensa però col gusto per l'assurdo e il perturbante, talvolta a un passo dallo “spaventoso”.

Rispetto al bellissimo film di Polanski, il romanzo presenta una componente sessuale più marcata e non fa cenno a quegli strani riferimenti al paganesimo egizio che ricordo nel film, si parla soltanto di una generica passione per la Storia dell'ex inquilina.
Proprio la componente sessuale offre la chiave interpretativa migliore, assieme al concetto di perdita dell'identità e a quello di disgregazione dell'Io (tre facce di una stessa, impossibile medaglia), per spiegare ciò che accade nel romanzo. Sempre che uno abbia voglia di farlo.

Ora sotto col criticatissimo Paul Auster e la sua “Trilogia di New York”.

 

Finito di leggere Patria di Aramburu,romanzo che avevo puntato da tempo e per il quale avevo alte aspettative.
Vincitore di diversi premi,tra cui il premio Strega europeo,narra fondamentalmente la storia di due famiglie basche coinvolte,chi da un lato chi dall'altro,nelle vicende,nella lotta,negli attentati e tragedie causate dall'ETA.
Aspettative ampiamente ripagate,gran romanzo,non ha una scrittura particolare o ricercata,si lascia ben seguire e lascia il segno.
Leggerò sicuramente altro.
Ora sotto con Il Pendolo di Focault di Umberto Eco,secondo suo libro che leggo dopo il meraviglioso Il nome della rosa.

 

Dopo due settimane esatte ho finito di leggere “Trilogia di New York” di Auster.

A me è piaciuto, in buona parte. Più che un bel libro, però, lo definirei un libro interessante, nel senso letterale: suscita interesse. Poi ok, sul finale le storie si sgonfiano e a stringere non è che rimanga molto, tuttavia restano impressi i personaggi e le atmosfere.

Ai sottotesti e alle allegorie ho concesso poca attenzione, non ho avvertito la necessità di chiarirmi le idee. Sarà il periodo.
Mi capita raramente di tollerare l'assenza di colpi di scena o di chiusure risolutive, quand'anche ambigue: Auster è uno dei pochi autori a non avermi fatto pesare la loro assenza.

Dell'intreccio mi è importato il giusto, insomma; ho preferito perdermi dietro ai personaggi, alle vicende. È stato piacevole.
L'unico difetto (non da poco) che ho trovato è stato proprio quel tentativo, parecchio tardivo, di unire le tre storie: non ce n'era affatto bisogno, un vero peccato che Auster abbia ceduto alla tentazione.

Ora passo alla fantascienza post-apocalittica di “La nube purpurea”.

 

Finito di leggere “La nube purpurea” di M. P. Shiel, che la critica considera “il primo grande romanzo di fantascienza del secolo della fantascienza”.

Trama:
Una nube purpurea, dal profumo di fiori di pesco, spazza il mondo e annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, reduce da una missione esplorativa nell’Artico. Come un Robinson Crusoe apocalittico, egli inizia la sua epopea per la sopravvivenza ma, a differenza di Robinson, non è relegato su un’isola: a sua disposizione ha l’intero pianeta, un mondo silenzioso e devastato.
Sembra interessante, eh? E infatti lo è, nelle prime 100 pagine (comunque coi loro difetti, è la parte del romanzo invecchiata peggio), così come le ultime 50.

Peccato che nel mezzo ce ne siano più del doppio, di pagine, e quello che poteva essere un ottimo romanzo breve o racconto lungo diventa un romanzo con molte immagini straordinarie per impatto e forza evocativa, nonché con un paio di dilemmi filosofici mica male, ma anche statico e ripetitivo. Insomma, per dozzine e dozzine di pagine solo descrizioni, non accade assolutamente nulla (se non cose improbabili, per vari motivi).

Ho letto in giro che la prima versione del romanzo, rispetto alle due successive, era molto più breve, poiché pubblicata a puntate su una rivista: forse era meglio fermarsi lì.
Personalmente lo consiglierei solo per l'importanza storica.

 

La nube purpurea mi ha sempre incuriosito ma ancora mi manca. Considerato che adoro La terra dell'eterna notte di Hodgson, dove pure non accade per lo più una mazza, siamo da quelle parti?

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Ho appena preso Cecità di Saramago, da come ne parlavate qualche pagina fa mi aveva incuriosito parecchio L'unico problema è che ho un paio di libri in coda e, in generale, per me è un periodo di "blocco del lettore" quindi chissà quando riuscirò ad affrontarlo

 

Mai letto, non saprei.

Un libro in più sul comodino non fa mai male.

 

Ultime letture:

Il soccombente di Thomas Bernhard
Piaciuto meno di altri suoi lavori,non tanto per il nichilismo e la negatività della storia,dato che sono caratteristiche che appartengono ai suoi scritti e quindi sapevo cosa aspettarmi,ma per il fatto che e' davvero troppo ripetitivo e non aiuta nemmeno il fatto che e' scritto a mo di flusso di coscienza..per fortuna e' molto breve.

Sotto il Vulcano di Malcolm Lowry
Romanzo autobiografico,da quel che ho capito ebbe subito un gran successo.
Racconta la giornata di un uomo,in questo caso un console britannico stabilito in Messico,tra riflessioni appannate e autodistruzione.
La prima parte mi stava dicendo poco,una specie di Bukowski dei poveri,confusionario e senza ispirazione..poi e' cresciuto tantissimo.

Atti Umani di Han Kang
Ho approfittato di un'offerta super e non ci ho pensato due volte a compare questo romanzo di 200 pagine,tra i più importanti del premio nobel per la letteratura 2024.
Racconta del colpo di stato,rivolta cittadina e massacro avvenuto in Corea del Sud nel 1980.
Disconoscevo completamente questa pagina nera di storia e avevo sempre pensato alla Corea del Sud come un paese evoluto e tranquillo.
Devastante.