I nostri ascolti

Virgin Steele, “The house of Atreus – Act II” (epic metal, 2000)



Di base l'epic barocco e tastieroso dei VS non è mai stato in cima alle mie preferenze. Il secondo “Atreus”, poi, ha questa deliziosa caratteristica di durare quanto un incontro di calcio e lo so che il concept necessitava di spazio, ma resto dell'idea che DeFeis abbia proprio dei limiti a livello di sintesi.

Sia quel che sia, negli ultimi anni la qualità generale dei lavori targati Virgin Steele è calata parecchio e oggi è impossibile non rimpiangere tutto quello che hanno realizzato fino al 2006, quando erano ancora una band vera.

Certo, con questo secondo “Atreus” bisogna portare pazienza. La musica viene spalmata su 2 CD e richiede ascolti numerosi, attenti. Io per fortuna l'ho già ascoltato in passato, quindi mi è bastato un ripasso, e che dire? Grande album, con un sacco di melodie vincenti; a rendermi meno accattivante l'ascolto è solo qualche intermezzo di troppo (specie nel secondo CD... “The judgment of the son” però compensa) e qualche pezzo eccessivamente power e/o leggerino (“Wings of vengeance” piace un po' a tutti, per esempio, invece a me sembra fin troppo orecchiabile).

E a proposito di rimpianti: come fa a non scenderti una lacrimuccia, ascoltando DeFeis ruggire all'inizio di “Fire of ecstasy”, “By the gods” o in una “The wine of violence”?

Il tempo passa e l'ispirazione si attenua, ok, ma certe cose realizzate dopo il 2006 non si spiegano, a meno di postulare una caduta di David dal possente destriero che cavalca nel booklet di “Visions of Eden”.

Qui la recensione di TM (voto 85 su 100):
Recensione The House Of Atreus - Act II - truemetal.it

 

Fires in the Distance - Air Not Meant for Us (Death-Doom, 2023)



"Istigato" da @Vittorio, voglio tornare su questo album di fine aprile, che proprio in questi giorni ho ricevuto in formato fisico.

Premessa: è l’album che ho ascoltato di più in questo 2023, anche grazie alla pubblicazione di una versione strumentale, che ho trovato perfetta per accompagnare le mie letture high-fantasy.

I Fires in the Distance suonano un genere abbastanza canonico: un death-doom molto melodico, vicino a quello dei Saturnus (lo stesso pianoforte liquido ed un growl accostabile), primissimi Swallow the Sun, ma anche i mitici Officium Triste.

La novità sta nell’approccio più dinamico, in termini ritmici soprattutto, ma anche una certa aggressività ed un uso articolato di riff (e soli) di chitarra (palesemente di scuola heavy metal), che personalmente mi rimanda dritto ad una band che ho amato alla follia (fino al 2008): gli Amon Amarth. Se il paragone vi sembra assurdo provate ad ascoltare “Wisdom of Falling Leaves”. L’incedere pesante ed epico è esattamente lo stesso degli svedesi (periodo centrale della carriera).

Infine, un aspetto prettamente soggettivo: questo è un disco che fa viaggiare, che disegna scenari ampi e cangianti, che io associo a band come Summoning e Caladan Brood, e se siete fan di queste due leggende non fatevi spaventare dalla definizione del genere, questi inglesi, pur con un approccio completamente diverso, vi regaleranno le stesse sensazioni (soprattutto nei frequenti stacchi di pianoforte/tastiera). “Adrift, Beneath the Listless Waves” in questo senso è un gioiello.

Non conosco il precedente, primo full. Ora di approfondire.

 

Conosci gli Hooded menace?

 

Poco.

L'album linkato lo avevo ascoltato, lo ricordo con forti rimandi ai primi Paradise Lost, ma più pesante e "death", oltre che parecchio oscuro (anche dei riff alla Candlemass).

 

Kyuss - ...And The Circus Leaves Town (1995)
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L'ultimo di questa fantastica band, tra i pionieri dello Stoner, che ha sfornato tre dischi consecutivi (dal '92 al '95) uno più bello dell'altro.

Ascoltarlo in auto mentre si percorre un lungo tragitto (come capita a me cinque giorni su sette) è qualcosa di unico. Si viene letteralmente cullati, avvolti e trascinati al tempo stesso.

Hurricane, One Inch Man, Gloria Lewis, El Rodeo, Size Queen: non c'è un attimo di respiro.

Album pazzesco.

 

L'immagine di copertina è tratta da un quadro?

 

No.

É il lavoro di un graphic designer, almeno così dice google.

Buon artwork, ma non memorabile. A mio avviso non rappresenta a pieno il disco.

 

WASP, “The headless children” (heavy metal, 1989)



Al tempo dei primi amori musicali gli WASP li ho proprio snobbati, forse perché li ho sempre considerati una versione meno ironica degli adorati Twisted Sister.
Tutt'oggi non rientrano nei miei ascolti abituali, però li ho rivalutati.

“The headless children” è un ottimo album, segnato da una musicalità che impone un cambio di paradigma: all'epoca molte band hard rock venivano inserite grossolanamente nel calderone metal, bastava qualche assolo di chitarra veloce o qualche riff più sostenuto. Qui è il contrario: base 100% heavy, solo ogni tanto viene concesso maggiore spazio alle melodie catchy (ma senza esagerare) degli anni '80. Forma e sostanza.

Impossibile resistere alla doppia cassa di Banali e ai riff/assoli di Holmes, che non sarà un chitarrista tecnico (chissene) ma furoreggia per l'intero CD. Il tocco di Ken Hensley nella title track, poi, lo riconosci dopo un secondo. Non mi esalta il timbro vocale di Lawless ma in quanto a grinta, per anni, ha surclassato un bel po' di gente.

I miei pezzi preferiti, curiosamente, sono però quelli meno heavy, cioè “Mean man” (trascinante, mi ricorda i coevi Skid Row) e la grande cover di “Real me”.

L'unico problema di quest'album è che mi sazia subito, nel senso che non mi fa venire tutta 'sta voglia di rimetterlo sul piatto, come si diceva una volta. Non saprei dire il perché.

Qui la rece di TM (voto 86 su 100):
Recensione The Headless Children - truemetal.it

P.S.
Leggo sul wikipedia inglese che nella copertina dell'album le edizioni successive hanno sostituito, tra gli altri, l'Ayatollah Khomeini con altri membri del KKK.
Nella mia versione, invece, al posto dell'invasato iraniano c'è un invasato russo, Rasputin.

 

Disco capolavoro

 

The Headless Children, che ve lo dico a fare...

 

Diciamo che non è proprio nello stile classico del W.A.S.P. e forse è proprio per questo che mi piace.

 

Fino a The Crimson Idol solo disconi (probabilmente Inside The Electric Circus è un gradino sotto).

Personalmente il mio preferito è The Last Command.

 

The Headless Children bellissimo, ma The Crimson Idol è ancora meglio, soprattutto a livello di intensità concettuale.
Diciamo che The Crimson Idol sta a The Headless Children come Streets sta a Gutter Ballet (Savatage).

 

AA.VV., “The Crow – Music from the original motion picture” (rock, 1994)



Stasera danno il film in TV, e così...
Film che la mia generazione ha eletto a portabandiera, tra l'altro, e che io non ho mai riguardato perché temo che con gli occhi di oggi mi parrebbe una cazzata.

La colonna sonora è all'insegna di un rock alternativo e oscuro dal quale, di norma, mi tengo a debita distanza. Qui però c'è qualità e poco spazio per tastierine, effettacci e sintetizzatori, tant'è che mi piace perfino il pezzo dei Nine Inch Nails, impegnati in una cover dei Joy Division.
Tra i primi 10 brani, l'unico che salto è quello dei mai troppo insultati [cit.] Rage against the Machine, e saltuariamente quello di tali Machines of loving Grace, che non so chi siano ma il loro sound industrialoide non fa per me.
Tutto il resto, sorprendentemente (non apprezzo quasi tutti i gruppi in elenco) mi tiene buona compagnia; tra l'altro c'è la canzone con cui ho conosciuto i Pantera, l'ottima “The badge”.

Il CD per me finisce col decimo brano, pure questo di un gruppo che non conosco affatto (For love not Lisa); seguono infatti due canzoni pop con voce femminile (anche no), un odioso pezzo alla Prodigy (bleah) e la canzone dei Jesus and Mary Chain, migliore delle altre tre ma nulla di eccezionale.

Pagato in CD la miseria di tre euro, dopo un paio di ascolti supplementari posso dire che è ancora una gran bella colonna sonora, adattissima al film.