I nostri ascolti

Jewel, “Revolution in heaven” (heavy-speed, 1991)



Prendete i Raven, mischiateli coi Wolfsbane di Blaze Bayley, aggiungeteci un pizzico di techno-thrash alla Annihilator, traslate tutto in Olanda e otterrete i Jewel.

Il brano che li rappresenta di più? Forse la schizzatissima “Dirty bitch”:

Anticipazione (Spoiler)

Una roba che dura meno di tre minuti e ha dentro non so quanti riff, si ringrazia in proposito un ottimo chitarrista come Henky Backer (e non Henk Bakker, come riportato su Metal Archives), stilisticamente l'anello di congiunzione tra Mark Gallagher e Wolf Hoffmann.

Ma all'occorrenza i Jewel sapevano rallentare, l'album è vario il giusto (nella parte lenta di “High speed pursuit” mi è parso di riconoscere addirittura uno shanai, cioè l'oboe indiano) e credo che su quel fronte i pezzi migliori siano “Road to Katmandu” e “Circle of despair”, graziate da un ottimo ritornello.
Note di merito, infine, per la cover di “These boots are made for walkin'” di Nancy Sinatra e per il tour de force (quasi dieci minuti) di “The Vietnam requiem”, altro pezzo in cui è possibile trovare davvero di tutto. Il resto oscilla tra il buono e l'ottimo, e quell'ottimo raggiunge vette notevoli (la veloce “Blasting glory” mi fa venire il torcicollo).

Produzione secca ma potente, con le chitarre e la voce del folle Rick Ambrose in primo piano.

Gli unici eredi credibili dei Raven che mi sia mai capitato di ascoltare in tutti questi anni di militanza: pazzesco che siano spariti nel nulla dopo questo gran debutto, per me la migliore sorpresa dell'anno assieme all'omonimo degli Iron Cross.

Preso in CD, ristampa Alone Records del 2020 a tiratura limitata numerata (a mano... anche questo è molto old school). Niente bonus track, per fortuna.

Nessuna testata italiana lo ha mai recensito, credo di essere il primo a parlarne.

Consigliati all'amico @Vic Rattlehead

 

Ci dó una ascoltata volentieri, vediamo se risultano essere di mio gradimento.

 

Overkill, “The years of decay” (thrash metal, 1989)



Tra quelli storicizzati è l'album degli Overkill che ricordavo un po' meglio, ma l'ho preso solo quest'anno in CD e quindi vai di ascolti.

Non sono mai stato un thrasher, genere che anzi mi ha impedito per un po' di avvicinarmi al metal, ma per gli Overkill ho avuto un debole fin dal giorno in cui, all'interno di “Superock”, iniziarono a mandare il video di “Long Time Dyin'”. Quella di Bobby, peraltro, è la tipica voce che all'epoca avrei dovuto tenere a chilometri di distanza, invece nessun problema. Acida e cattiva com'è, l'ho sempre reputata un valore aggiunto (poi che a qualcuno faccia cagare posso pure capirlo, è una voce particolare).

Sull'album c'è poco da dire, parliamo di un classico. Rilevo solo come gli Overkill di una volta fossero più vari, non affastellavano una mazzata sui denti dietro l'altra, che è poi la ricetta che stanno proponendo da “Ironbound”. Trovavi pezzi durissimi e veloci così come pezzi d'atmosfera (la title track è bellissima, in particolare la coda finale), pezzi palesemente doom, pezzi costruiti per diventare un anthem (“Elimination”, ovviamente). Solo “Who tends the fire” mi prende poco.

Album fantastico, nell'insieme, ma dubito che servisse la mia conferma.
Qui la recensione di TM (voto 95/100):
Recensione The Years of Decay - truemetal.it

 

Nel periodo in cui stavo scoprendo il thrash, questo è stato il primo classico che non mi entusiasmò. Bello eh, però non sono mai riuscito a metterlo allo stesso livello di altri lavori dello stesso periodo. Ho sempre adorato solo Elimination e I Hate

 

Ho sempre avuto un brutto rapporto con gli overkill. Un paio di dischi li ho pure rivenduti, eppure incuriosito dai vs interventi ho assaggiato questo e devo dire che mi garba parecchio. Approfondirò nei prossimi giorni e lo metto nel carrello

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Per via della puzza?

 

In certi concerti thrash in effetti l'odore ha rischiato di allontanare anche me dal genere.

 

Ti dovresti frustare da solo, miscredente

 

Pare di sì, ho ascoltato i dischi sbagliati.I hear black mi diede la mazzata finale

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Eh, ognuno ha le sue "affinità elettive".
Io ho avuto problemi con un sacco di classici del thrash, mentre con certi album "minori" è scoccata subito la scintilla (tipo "Game over" dei Nuclear Assault), vai a sapere il perché.
Poi ribadisco, non è proprio il mio [sotto]genere prediletto.

Quello che dice Bobby nell'intervista è condivisibile ma in linea generale diffido delle definizioni che i musicisti attribuiscono alla musica che suonano: spesso la percepiscono in modo diverso rispetto all'ascoltatore.
Ciò detto, a metà anni '80 il metal ribolliva in tutte le sue forme, è stato necessario attendere che la sabbia si posasse per avere un'immagine più chiara. La prospettiva storica ci ha permesso di distinguere il thrash dal power dallo speed, anche se mi rendo conto che occorre un orecchio "metallico" per distinguerli (ma si potrebbe fare lo stesso discorso per le diramazioni del punk, del jazz o della classica).

In un certo senso.

Anch'io: "From the underground and below" (che presi solo per "Long time dying") e "Necroshine". Troppo groove per i miei gusti. Ma i primi Overkill erano di un'altra pasta e vale la pena esplorarli.
Io quest'anno ho preso "The years of decay" e "Horrorscope", i dischi restanti sgomiteranno per farsi acquistare nel 2024.

 

La voce non mi convince, magari necessito di più ascolti per assimilarla, per il momento è un no.
Seguendo i tuoi post sugli ascolti ho messo il lista The Years of Decay,magari aggiungo altri dischi alla mia scarna collezione degli Overkill.
Discorso Pretty Maids, assodato che Red Hot and Heavy prima o poi sarà mio, ho ridotto i pezzi fastidiosi su Future World a 1, cioè Rodeo l'unico che si stacca nettamente dal resto dell'album, sembra un pezzo di Jump The Gun.

 

Dimmi quali sono quelli più influenzati dall'us metal, meno quadrati insomma, che parto da quelli, oltre quello già consigliato (che mi piace)

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“Feel the fire” e “Taking over”, cioè i primi due.
A scanso di equivoci: voglio recuperare certi CD degli Overkill proprio per ripassare album che non conosco così bene, ma credo che anche il più esperto @Vittorio sarebbe d'accordo nell'indicare quei due lavori lì.

 

A me ricorda tanto il Blaze dei primi Wolfsbane, solo più schizzato, e con qualcosina di David Lee Roth. In "God's heart attack", poi, è palese l'influenza di Randy Rampage e degli Annihilator in generale.

A me piace. Non è un virtuoso ma in quei pezzi la sua voce ci sta bene, al di là del fatto che siano proprio le canzoni in sé ad avermi colpito.

D'accordissimo, anche per me è il pezzo più debole. Intrappolata tra due pezzi veloci e riffati come "Loud and proud" e "Needle's in the dark", poi, sembra proprio fuori contesto.

"The years of decay" è ufficialmente l'album natalizio del forum.
Un album per grandi e piccini.