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Femminicidio, stupro, mascolinità tossica

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da alexmai, 11 Luglio 2023.

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  1. sciacallo010

    sciacallo010
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    MungoPolipiPerSoldi
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    12 Luglio 2023

    In linea di massima sono d'accordo, lasciamo aperto ancora un attimo per vedere ci sono sviluppi civili ma sono pronto a chiudere altrimenti.
     
    #16
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  2. the Fierce

    the Fierce
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    14 Luglio 2023

    la fattispecie penale dell’omicidio non fa distinzioni tra maschi e femmine: se ammazzi qualcuno ti prendi almeno 21 anni di galera. ammazzare una donna non è meno grave di ammazzare un uomo
    In secondo luogo, non avrebbe senso creare una distinta fattispecie penale solo per il genere della vittima, specie se bisogna basarsi sulla motivazione. La legge penale prevede infatti ciò che è reato basandosi su un fatto oggettivo, e per la determinazione della pena questo fissa una cornice edittale (in pratica, quando leggi una cosa tipo “il fatto è punito con un minimo di X o di Y anni di reclusione”).
    Quelle che sono le motivazione che portano il soggetto a commettere il reato, non possono andare a determinare i suoi elementi costitutivi (cioè quegli elementi che la legge ritiene debbano esistere per l’esistenza di quel reato). Al limite, potrebbero influire per l’applicazione di una aggravante o un’attenuante, ma non per la definizione di un fatto.
    Quindi, dal punto di vista legale, non vedo la necessità di creare il reato di femminicidio, perchè non è considerato un evento di secondaria importanza, nè le donne hanno meno tutele da questo punto di vista. Sul femminicidio invece c’è parecchio allarme sociale, anche giustificatamente, ma è un altro paio di maniche.

    Di norma, le donne vengono uccise per gelosia, possesso eccessivo e via discorrendo…tutt’altro che motivazioni inedite, purtroppo.

    ovvio che lo stupro sia grave…il considerare la pena grave o meno però è abbastanza soggettivo: non è un reato sul quale, in teoria, si passa sopra.
    Poi, quando ci sono i casi concreti, ci sono vari elementi che determinano la pena, ma messa così è un po’ pour parler

    nì…trovo le questioni su mascolinità tossica e patriarcato estremamente retoriche e spesso foriere di polemiche basate su fantomatici privilegi maschili e altre quesitoni che poi, all’atto pratico, nella realtà non trovano riscontro…tipo il cosiddetto gender pay gap che, almeno nel nostro paese, non esiste, avendo una contrattazione collettiva. Altrimenti si parla di professionisti, ed è tutto un altro mondo.
    Trovo che ci sia un problema di educazione, perchè puoi benissimo crescere coglione, ma non sono assolutamente d’accordo con l’idea di una società che crea privilegli di cui poi usufruirà solo la casta eletta degli uomini o che ci sia una specie di “colpa” nell’essere uomo (o donna, a seconda dei punti di vista)
     
    #17
    Ultima modifica: 14 Luglio 2023
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  3. The Dweller

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    14 Luglio 2023

    Veramente i dati ci dicono che il divario di salari tra uomini e donne esiste anche in Italia, nonostante la contrattazione collettiva
     
    #18
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  4. Quintus Horatius

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    14 Luglio 2023

    Sull'onda dell'entusiasmo, perché proprio oggi sono riuscito a "espropriare" -o per meglio dire a riappropriarmi di- un'oretta e mezza pagata e sono bellamente tornato a casa prima (una volta al millennio, si erode una briciola di processo di valorizzazione...) , ti rispondo rapidamente prima di uscire: la contrattazione collettiva, in particolare in certi settori, non offre più molte garanzie. Per esempio, nella logistica e nelle cosiddette aziende di multiservizi, segmenti del mondo del lavoro già funestati dai CCNL più infami della Penisola (indovinate a chi, ancora una volta, è toccato in sorte in questo periodo un contratto di quel ramo produttivo per uno dei suoi due impieghi?), le già vergognose coordinate contrattuali vengono ignorate. Ricordo quando andai a lavorare per una cooperativa di servizi vincitrice di una gara d'appalto indetta da una importante catena di supermercati discount e, nonostante il contratto firmato dai miei colleghi e da me formalmente afferisse a un -ignobile- CCNL e fossimo assunti per svolgere la nostra mansione durante un determinato orario, di fatto venivamo pagati a cottimo e cronometrati. Parlo di una manciata di anni fa, non del 1911. Del resto, non ci si stupisce: i sindacati confederali provocano urti di vomito da almeno sessant'anni. Resta, invece, una minoranza combattiva, schiacciata da mille pressioni e ignorata da media e da pressoché la totalità delle persone: il SI Cobas, da tempo alle prese con provvedimenti disciplinari, tentativi di screditamento tramite magistratura che poi si rivelano castelli in aria, violenze varie (recentissime quelle dei magazzini di Mondo Convenienza).
    Scusa la digressione: mi sono fatto prendere dal tema e la risposta ha perso ogni ambizione di rapidità.
    Tornando al nostro argomento, ossia le donne, le differenze salariali esistono eccome e la disparità non si riduce a quello, ma permea in modo subdolo molti equilibri nell'ambito lavorativo. Fino a non moltissimo tempo fa, in parecchie aziende il padrone presentava le dimissioni in bianco e chiedeva alle ragazze di firmarle, in modo tale da disporre di una spada di Damocle per scongiurare il "pericolo" maternità.
     
    #19
  5. the Fierce

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    14 Luglio 2023

    la contrattazione collettiva, virtualmente, la rende impossibile, però se si verificano delle situazioni di divario salariale nonostante quello che un ccnl può stabilire, siamo in una situazione di illecito.
    Per quanto certe situazioni debbano essere sanate, è molto diverso se una cosa è lecita o meno.
    Poi, all'infuori della contrattazione collettiva mi rendo conto che il discorso sia complesso e influenzato da tante variabili.

    Capisco quello che scrivi e ti dico che ovviamente la contrattazione collettiva non basta di per sè, se il sistema non offre anche gli strumenti per fare sì che venga rispettata: in genere non sono d'accordo con un certo tipo di critiche, non perchè siano infondate, ma perchè, come in questo caso, gli strumenti ci sarebbero, ma non si vigila ovunque allo stesso modo per garantirne l'efficacia
     
    #20
  6. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    15 Luglio 2023

    Io a Bologna, con i comitati di collettivi studenteschi sotto casa, ho una visione molto negativa delle iniziative per la parità di genere, non ci posso fare niente. E sono assolutamente a favore della parità, nulla in contrario in linea di principio, ma la maniera in cui si porta avanti...
    Altro esempio, qui stanno facendo un gran casino per il "congedo mestruale" nelle scuole. Cioè ma voi avete idea di cosa significa questo? Secondo me le implicazioni che questo porta sono assurde, considerato poi quanto è variabile tra una ragazza e l'altra l'effetto debilitante del ciclo, la durata ecc... e invece si vuole regolare in maniera omogenea un fenomeno che omogeneo non è, dandogli status di malattia di per sé, che a rigor di logica porterebbe alla donna anche delle limitazioni obbligatorie, non per forza a suo vantaggio. E poi è inutile, una dismenorrea particolarmente grave può passare tranquillamente come giorno di malattia, certificato dal medico, e questo permette anche di applicarlo a quei giorni in cui davvero serve, alle ragazze a cui serve, e senza dover arrivare per forza a non coprire le presenze minime per passare un anno scolastico. Beh per questi attivisti a quanto pare una donna, in quanto affetta da mestruazioni, deve avere anche un requisito di presenze minimo più basso. A voi sembra sensato porre in questi termini la questione?
     
    #21
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  7. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    15 Luglio 2023

    No
     
    #22
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  8. SporcoRozzo&Primitivo

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    4 Agosto 2023

    Ciao a tutti, torno a scrivere dopo tanto tempo perché oggi ho poco da fare ed ancora meno voglia di farlo.
    Sciacallo tranquillo che non mi farò bandire di nuovo.
    Il congedo mestruale potrebbe essere l'evoluzione dell'indisposizione che avevamo noi al lavoro negli anni '90.
    Un giorno al mese in cui potevi stare assente senza presentare giustificazione. Andava bene per un doposbornia colossale, per una notte passata in bianco, per qualsiasi motivo.
    Abolirono l'indisposizione perché da alcuni veniva puntualmente sfruttata per saltare i turni di domenica o di notte o quando in generale c'era più da lavorare.
    Come impostare il congedo mestruale? Se non si impone un periodo fisso scelto dalla persona il rischio è che si trasformi in una via di fuga per saltare interrogazioni o compiti in classe.
    Per quel che riguarda la disoccupazione femminile, visto che la sola differenza fra i generi è un 10 - 15 percento di forza fisica, ormai azzerata da tutti gli ausili tecnologici, bisogna educare a mio avviso sia lavoratori che datori di lavoro che potenziali clienti che non esistono lavori per maschi e lavori per femmine. Per cui il mondo dell'artigianato non deve essere precluso alle donne. A me per esempio che l'impianto elettrico di casa venga a farmelo una elettricista non mi cambia assolutamente nulla. Solo che di elettriciste donne praticamente non ce ne sono.
    Femminicidio: a mio avviso non ci dovrebbero essere differenze. Chiamiamolo "personicidio" e chiudiamola lì perché altrimenti sembra di fare un gioco a punti con la pena. Genere biologico, genere percepito, abitudini sessuali, etnia, credo religioso, età, reddito o differenza di reddito, fra vittima ed assassino... non devono esistere queste differenze alla base, ma solo come eventuali aggravanti nella motivazione per cui è stato commesso il reato.
     
    #23
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  9. alexmai

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  10. the Fierce

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    21 Agosto 2023

    Per quanto riguarda il primo articolo, non è strano: nel nostro ordinamento non esistono anticipazioni della pena prima della sentenza e si applicano delle misure cautelari solo se c'è il rischio che l'imputato possa darsi alla macchia, che inquini le prove o che commetta altri reati. Il fatto che al momento il minorenne in questione sia in una comunità e non in prigione non deve far pensare che ci possa essere uno sconto di pena futuro o che si applichi un trattamento di favore: semplicemente, non è ancora ora di fargli fare della galera.

    Per quanto riguarda il secondo, bisognerebbe aver letto la sentenza, ma così a occhio pare una motivazione altamente teorica che si concentra sulla soggettività (ammesso che il giudice abbia valutato bene) trascurando quasi completamente il fatto che si è compiuto
     
    #25
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  11. Araya88

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    22 Agosto 2023

    Almeno a voi nessuno chiederà mai se avete in programma di fare figli durante un colloquio di lavoro!
     
    #26
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  12. the Fierce

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    23 Agosto 2023

    vero, ma è una diversa declinazione del problema
     
    #27
  13. Araya88

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    La Mastra

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    23 Agosto 2023

    Non sono d'accordo.

    Sfortunatamente per noi sia la disparità salariale, sia domande del genere sono solo piccoli granelli della valanga di situazioni di merda che ogni giorno ci si presentano davanti.
     
    #28
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  14. the Fierce

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    24 Agosto 2023

    ho scritto che è una diversa declinazione del problema perchè il topic parte da femminicidio, stupri e mascolinità tossica e i problemi che una donna può riscontrare nel mondo del lavoro hanno un'origine diversa e se la disparità salariale può essere risolta attraverso l'applicazione effettiva della contrattazione collettiva, le richieste su eventuali gravidanze future restano purtroppo incontrastabili perchè il datore di lavoro, in sede di colloquio, potrà sempre rifugiarsi nella sua discrezionalità per scegliere un futuro dipendente
     
    #29
    Ultima modifica: 24 Agosto 2023
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  15. Vic Rattlehead

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    24 Agosto 2023

    Che poi trovo curioso che lo stato si lamenti della denatalitá ma poi sti datori di lavoro si preoccupano di una eventuale gravidanza.
    Vogliono una donna che faccia figli come se non lavorasse e che lavori come se non avesse figli, c'è qualcosa che non va!
     
    #30
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