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Metallica

Discussione in 'Thrash Metal' iniziata da Daniele "dani66" D'Adamo, 22 Settembre 2011.

  1. Vittorio

    Vittorio
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    Poi vediamo.
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    26 Aprile 2023

    Ma non mi pare nasca come ritmico.
     
  2. Idol

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    26 Aprile 2023

    L'unica cosa da dieci è l'avatar :sisi:

    La recensione è lunga quanto il disco :ops:
     
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  3. dreamer15

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    26 Aprile 2023

    Diciamo che bene o male ogni chitarrista nasce prima ritmico, no? :fesso:
     
  4. Dwight Fry

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    26 Aprile 2023

    Così poi ti arrestano e il giudice ti mette ai servizi sociali con Schaffer.

    Tu non ce la racconti giusta...

    Dopo 1 ascolto è colpo di fulmine, dopo 2 ascolti un mezzo colpo di fulmine.
    Sarò tardo io, ma al di là di queste rare eventualità, per capire se un album mi piace o meno necessito di ben più di due ascolti. E parliamo di semplice gusto. Se poi volessi pure parlarne con cognizione di causa, come ha fatto la nostra maggioratissima dea, per un album di 80 minuti mi occorrerebbero almeno 6-7 ascolti.
    Ma se n'è parlato di recente:

     
    A The Dweller e LucaGiulio piace questo messaggio.
  5. Metal Goddess

    Metal Goddess
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    26 Aprile 2023

    Eh, mettila così allora, mi sono cresciuti i coglioni. :lol:
     
  6. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    26 Aprile 2023

    Questo non depone a favore di "72 Seasons".
     
    A Vic Rattlehead, Eclipsed, LucaGiulio e ad altre 2 persone piace questo elemento.
  7. WinterLord

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    27 Aprile 2023

    no l’avatar è da 18+
     
  8. Vittorio

    Vittorio
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    Poi vediamo.
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    28 Aprile 2023

    Prima pagina di Repubblica di oggi.

    Quando dico che non si possono paragonare i Metallica agli altri gruppi thrash, ma anche agli altri gruppi metal, in quanto a impatto e popolarità.

    L'audience è proprio un'altra.

    upload_2023-4-28_11-37-30.png


    Il fondatore e batterista della metal band californiana si racconta alla partenza live da Amsterdam sulla scia del successo del nuovo album






    "Amsterdam è piena di bella gente e buone vibrazioni. In questi giorni abbiamo provato, messo insieme ogni parte dello show, controllato che tutto funzioni. Siamo emozionati, è tempo di partire". Lars Ulrich, fondatore e batterista dei californiani Metallica, è felice. Il nuovo album 72 seasons è entrato di prepotenza nelle classifiche mondiali ritrovando il primo posto nell'Inghilterra dei suoi amori musicali. Dopo decenni di debutti al numero uno è "solo" secondo negli Usa. In compenso primeggia anche in Olanda, dove la band dà il via al M72 world tour: due anni di concerti, due date per città, ognuna con una scaletta diversa. Ma l'Italia non c'è, vero Lars? "Non lo escluderei, c'è sempre una possibilità. Torneremo, noi andiamo ovunque". E sfodera la risata rivelatrice di una incontenibile gioia interiore. La stessa che l'album comunica al di là della materia oscura di cui si nutre, le esperienze di quelle 72 stagioni - che sommate fanno i primi 18 anni di vita di un essere umano - e il riverbero delle loro cicatrici sull'età adulta.

    "È un senso di gratitudine - spiega Lars - abbiamo cominciato il disco durante la pandemia ben prima di poterci ritrovare nello stesso spazio, il solo fatto di poter tornare a essere i Metallica e di andare in tour è qualcosa che ci dà gioia. Nel disco c’è oscurità, ma fuori di essa c’è la luce e con essa un nuovo senso di possibilità. Si riflette sulle precedenti esperienze per trovare nuove opportunità, rimbalzando tra passato e presente. Il senso dell’album è anche quello, rientrare nei lati oscuri delle 72 stagioni, il tempo dei nostri 18 anni, per arrivare all’oggi e comprendere di avere molto più tempo alle spalle di quanto ne resti da vivere. Si apprezzano le cose con più consapevolezza. Quando invecchi capisci che nulla è garantito".

    Potenza e velocità, il riff come architrave, intro cariche di tensione, 72 seasons è sostenuto da un sound maestoso. La chitarra di James Hetfield, il basso di Robert Trujillo e il batteria di Lars Ulrich scolpiscono groove inestricabili, Kirk Hammett sparge i suoi assoli nelle 12 tracce impreziosendole di non casuali riferimenti stilistici al metal degli anni Ottanta. I Metallica danno ai fan quello che volevano. A renderlo un gran disco sono i testi di Hetfield, risorto da un nuovo 'rehab' e dal lockdown. Il passato che ritorna (Shadows follow), il cadere nelle tentazioni (If darkness had a son), il sentirsi uno sbaglio (Chasing light) o messi all'indice dai "perfetti" (You must burn!), l'autocommiserazione (Crown of barbed wire), lo sguardo degli altri (Room of mirrors), le relazioni tossiche, qualunque esse siano (Inamorata), questi alcuni dei temi cantati da "Het". Incorniciati in apertura di album dalla canzone che gli dà il titolo, 72 seasons, così potente da sembrare autenticamente nutrita della "rabbia dell'uomo".

    Lars, ma è giusto riportare tutto alle vicende di James Hetfield?
    "No, perché se c'è una cosa che apprezzo nella sua scrittura è proprio la libertà lasciata all'interpretazione. Non esiste una versione giusta e quelle sbagliate. Altri artisti spiegano a priori il significato delle loro canzoni. Per me il miglior pezzo rock è quello che ti lascia libero di vederci ciò che vuoi, soprattutto rispetto alla tua individualità. E James in questo è bravissimo, pensare a lui ascoltando le canzoni vuol dire perdersi un'esperienza ben più interessante".


    Ecco, James. Solo un anno fa il frontman confessava quasi in lacrime le sue fragilità sul palco brasiliano di Belo Horizonte, davanti a 60mila persone. Ha mai temuto che potesse perdersi per sempre?
    "Certo, ero preoccupato. James sparì per giocare secondo le sue regole. La cosa migliore che noi potessimo fare era di non stargli tra i piedi, dargli tempo e non mettergli pressione. Con James alle prese con i suoi problemi personali e la pandemia è stato il tempo dell'incertezza. D'altronde, bisognava arrendersi anche alle circostanze. Per cui come musicisti ci siamo focalizzati su cosa potessimo fare per sollevare lo spirito della gente (la session acustica Blackened 2020, registrata durante la quarantena e diventata un singolo, ndi). Perché i Metallica cercano di fare la differenza a ogni livello. Alla fine ci siamo ritrovati ed è stato come rinascere".


    Il primo singolo, Lux aeterna, sembra raccontare proprio di quel ritorno alla luce. "L'amplificazione illumina la nazione.../ scaccia i demoni che strangolano la tua vita... / mai sentito vivo come questa notte...".
    "Parlavo della libera interpretazione, ma in questo caso sì, Lux aeterna è il ritrovarsi insieme a condividere l'esperienza, come un concerto, quando la musica è al suo massimo. Finita la pandemia, l'anno scorso siamo tornati in Europa per i festival: l'energia che ho visto, la gente ebbra di vita per l'essere finalmente fuori, celebrare il momento e l'opportunità di condividerlo dopo aver vissuto due o tre anni di vita solitaria, separati l'uno dall'altro".


    Un furioso inno alla vita che suona tanto Motörhead, quasi un tributo. Tutti i fan sanno quanto lei fosse legato a Lemmy. Ha provato a immaginare la faccia che avrebbe fatto se fosse ancora vivo?
    (altra grande risata di Lars Ulrich) "Lemmy probabilmente ne sarebbe orgoglioso. Il suo spirito è sempre con noi, lo era quando cominciammo. Se ripenso a quello che Lemmy e i Motörhead hanno fatto per me... Prima che dessi inizio ai Metallica gli stavo sempre intorno. Orbitavo intorno ai loro concerti e alla loro energia. Poi mi portarono con loro in tour, mi trovai nel loro in studio, a Londra, mentre componevano, provavano per un nuovo album. Vederli così da vicino mi fece venire la voglia di mettere su la mia band. Anche con i Metallica, ogni volta che c'era Lemmy era un momento speciale, per noi fu una grande possibilità poter andare sul palco con lui qualche volta. E quando poi i Motörhead fecero la cover di una delle nostre canzoni (Whiplash, ndi), fu un altro momento speciale".

    Torniamo a 72 seasons. Screaming Suicide parla ancora una volta di depressione, ma rispetto alla mortale ineluttabilità di un vostro capolavoro del passato come Fade to black, James qui reagisce. Anzi, urla.
    "È l'invito alle persone a esporsi, a parlare del loro disagio senza paura di essere giudicate, non devono sentirsi sole. Tirare tutto fuori. Può fare la differenza. E credo che oggi nella cultura, nella musica, nel cinema, sui social media, in ogni forma d'arte con cui la gente possa comunicare, il tema della salute mentale non sia più nascosto come in passato".



    Lars, se James è un uomo tormentato, lei è la sua nemesi, la convinzione fatta persona. Come raccontava, al termine delle sue personali 72 stagioni ne maturò soprattutto una: avere una sua band e suonare il metal come gli inglesi che tanto amava: Iron Maiden, Motörhead, Diamond Head, Thin Lizzy, Black Sabbath. Oggi celebriamo anche i 40 anni del primo album dei Metallica, Kill 'em all, 1983. Avrebbe rivoluzionato la scena hard americana, poi sarebbe arrivata la conquista del mondo.
    "Non lo avrei mai immaginato, di certo non lo sognavo, perché per sognarlo devi crederlo possibile. Ci ispirava la musica degli outsider, persone come noi ai margini del mainstream e della società. Non avevamo idea di quanta gente potesse connettersi con quella musica 'altra', trash metal, heavy metal, chiamala come vuoi. Volevamo solo suonare come ci piaceva e sentirci parte di qualcosa, con gente che avesse la stessa visione. Quello che è accaduto dopo... Quella gente nel tempo è aumentata sempre di più. Davanti ai nostri occhi, in Europa, Nord America, Asia, Sud America. E continua a crescere. In quei giorni della mia gioventù non avrei mai potuto immaginarlo".


    Nel 1999 Oliver Stone utilizzò un cd di Kill 'em all in una celebre scena del film Ogni maledetta domenica: lo scontro nello spogliatoio tra giocatori di football della stessa squadra. Quelli neri ascoltano hip hop, i bianchi reagiscono infilando il vostro album nel lettore. Pensando al caso George Floyd e al movimento Black lives matter, cosa prova all'idea dei Metallica come emblema di una musica totalmente bianca?
    "Uno stereotipo, le produzioni degli Studios hollywoodiani ne avevano bisogno. Vidi quel film in sala, era davvero un'altra epoca. Oggi i giovani sulla musica sono molto più aperti. Osservo i miei figli, il più giovane ha 15 anni. Quando lo accompagno a scuola ascolta in sequenza Guns N'Roses e Kendrick Lamar, Ac/Dc e Kanye West, tanto hip hop fichissimo e persino world music, senza farsi problemi. Invece io alla sua età sul muro avevo il poster di Ritchie Blackmore e conoscevo l'aspetto di ogni membro dei Black Sabbath. A mio figlio di che faccia abbiano i suoi cantanti preferiti non importa, a lui interessa solo che sia buona musica. Ed è questo il mondo in cui io oggi voglio stare".

    Più o meno nello stesso periodo, i Metallica portarono Napster e il filesharing in tribunale. E adesso siamo qui a parlare di vinile: avete acquisito il controllo della Furnace Record Pressing, un grande impianto per la produzione di dischi ad alta qualità. Negli Usa le loro vendite hanno di recente superato quelle dei cd. Solo business o dietro c'è una visione?
    "Se me lo avessi chiesto 25 anni fa, ti avrei detto che il vinile un giorno sarebbe tornato alla grande. È successo, te lo saresti aspettato? Oggi tanta gente lo vuole, lo colleziona, lo preferisce. Ma c'è un problema: mancano le strutture a supporto della crescente domanda. Noi avevamo sviluppato una relazione speciale con quelli della Furnace negli ultimi dieci anni ed è stata un'opportunità entrare a farne parte. Volevamo che le nostre uscite in vinile avessero tempi certi, che non ritardassero tutto il resto. Volevamo un progetto che potessimo controllare. Ma c'è un altro aspetto: vogliamo condividere la nostra felicità aiutando altre band e altri artisti ad avere il proprio vinile sul mercato, in tempi certi e disponibile per tutti. Sarebbe bello essere in grado di farlo o almeno provare a dare un'opportunità anche agli altri".


    Torniamo ai Metallica di nuovo in tour. Non verranno in Italia ma si porteranno dietro, come fanno da decenni, un piccolo pezzo di noi: The ecstasy of gold di Ennio Morricone, che dalla colonna sonora di Il buono il brutto e il cattivo di Sergio Leone è diventata l'introduzione di ogni vostro concerto.
    "Tutto merito del nostro primo manager, Jonny Zazula, e di sua moglie Marsha. Davvero brava gente, se ne sono andati negli ultimi due anni. Era il 1983 e per la prima volta andavamo a suonare nella East Coast. Ci ospitarono a casa loro. E fu 'Jon' a suggerirci come 'intro tape' quella musica. Accadeva 40 anni fa e posso dire che ancora oggi rabbrividiamo nel percepire come quelle note emozionino il pubblico negli attimi che precedono la nostra entrata sul palco. Bellissimo, ma aggiungo che anche quando suoniamo in giardino o in cantina, il maestro Morricone è sempre con noi e lo sarà per sempre. Lui è parte dello spirito Metallica, esattamente come Lemmy. Grandissime icone che hanno avuto un immenso impatto nel dare forma a chi siamo oggi e alla musica del mondo".
     
  9. Aslan

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    28 Aprile 2023

    "Kirk Hammett sparge i suoi assoli nelle 12 tracce impreziosendole di non casuali riferimenti stilistici al metal degli anni Ottanta"

    <<Emoji della merda che suona la chitarra>>
     
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  10. Beller0f0nte

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    28 Aprile 2023

    :rotfl:

    Beh... La Repubblica eh
    Rolling Stone sarebbe uguale
     
  11. Pierluigi

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    28 Aprile 2023

    Rolling Stone sarebbe peggio.
     
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  12. Beller0f0nte

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    28 Aprile 2023



    Metallica si o Metallica no, mi chiedo quando mai vedrò uno stadio di San Siro con un concerto metal...
    Non parlatemi dell'Ippodromo che fa cagare.
     
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  13. Vittorio

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    Poi vediamo.
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    28 Aprile 2023

    Il "massimo" sono stati i Pearl Jam (concerto assurdo), quest'anno tocca ai Depeche Mode che nemmeno loro sono metal ma va bene lo stesso.

    Guns non visti perché non ero convinto, ma pare che sia stato uno show divertente.
     
  14. Pierluigi

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    28 Aprile 2023

    L'anno scorso ci ho visto i Guns, non proprio metal ma vabbè. È stato un bel concerto.

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  15. OnceBitten

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    29 Aprile 2023

    Non mi ha colpito particolarmente il disco nuovo. Ci sono delle cose valide ma anche tanto di prolisso.
     

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