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Purtroppo è quella. Edizione terribile, ignobile; il problema è che il romanzo è davvero molto lungo e l'hanno compresso in 653 pagine formato piccolo economico con font microscopico.

Riguardo Il Miglio Verde:

io lo lessi all'uscita proprio, nel formato originale, cioè sei volumetti ogni mese. Ed è in questo senso che va anche compreso, perché è stato scritto proprio per questo formato - una specie di omaggio a quando nell' Ottocento si pubblicavano romanzi a puntate su riviste, giornali - cioè King ha provato a tenere alta la tensione e l'attenzione ad ogni fine capitolo ed inizio dell'altro; un po' come i vecchissimi film a puntate (serials) antesignani delle serie TV.

Allora, molto bello ma...non il capolavoro che si dice e decisamente non tra i migliori di King. Questo mio giudizio va detto che è postumo e non è dovuto a rilettura; a prima lettura lo trovai straordinario, mi commossi ecc. Ma ero anche molto giovane, meno conoscenze e meno capacità di "raffreddare" e razionalizzare, analizzare un'opera.
È in sostanza un King dei buoni sentimenti, il gigante buono ingiustamente accusato, i cattivi che sono e fanno i cattivi (certo, c'è sempre del manicheismo sempliciotto in King ma qui è palese), i buoni che sono e fanno i buoni, la lacrimuccia che scende per.. ecc.

No, decisamente migliore il King firmato Bachman, più duro, aspro, cinico di Thinner (l'occhio del male), La lunga marcia e anche, sì anche, del bistrattato e dimenticato Roadwork (uscita per l'inferno). Molto, ma molto meglio di questa sagra dei buoni sentimenti e della lacrimuccia facile (certo, c'è una riflessione buona sul tempo che passa, sulla morte ma francamente quanti l'hanno fatta in modo molto più significativo? Non si contano).

Negli anni '90, periodo in cui inizia a "sperimentare" rispetto al suo solito per me il miglior King risiede:

-i due della Torre Nera
-Cose Preziose (King e la critica della gretta provincia americana...cioè, King al suo meglio)
- il dimenticato, poco compreso, Cuori in Atlantide: racconti e novelle interconnessi, per me quasi a livello di Stagioni Diverse. Qui è King al suo meglio.
-i racconti lunghi, cioè novelle di Quattro dopo mezzanotte, abbastanza riusciti
-Dolores Claiborne, il migliore dei suoi "women's novels" e, in parte, Il Gioco di Gerald (che è legato da un evento a questo), non pienamente risolto ma sicuramente interessante come idea e svolgimento.

Il resto tutto sempre buono, ma da leggere se si è maniaci di King.

 

1) se non erro il primo volumetto fu pubblicato quando lui finì di scrivere il quarto di sei... ovvero, si prese un rischio notevole.
2) bellissimo Cuori... però Stagioni è sempre una spanna sopra.

 

Non ricordo, ma comunque sicuramente il modo di pubblicazione, il formato ecc. è la ragione principale del perché il romanzo faccia uso di meccanismi e tipologie di personaggio rodatissimi e cliché narrativi piuttosto standard.

Su Cuori, se prendo i singoli racconti, Shawshank e il corpo li metterei sicuramente sopra ma se prendo l'opera nel suo insieme eh non lo so se ci sia così tanta differenza.

 

La brutale verità è che non ho ancora mai letto King perché ogni volta che devo decidere cosa acquistare, leggo le trame e penso:
“Ma a me di questa storia non frega un cazzo”.
Il Miglio Verde in qualche modo mi attirava un po’ più della media.
Poi alla fine ho già dei suoi in casa, Joyland, la Bambina Che Amava Tom Gordon e Doctor Sleep. Inizierò dalla Bambina, che Joyland già non mi interessa molto e mi avete anche confermato che è evitabile.
E in realtà avrei già letto qualche anno fa il primo volume della Torre Nera che però non mi invogliò a continuare, per quanto so che è giusto giusto un prologo messo insieme da due racconti (se non ricordo male).

Magari lo faccio strano e mi procuro prima qualcosa firmato Bachman

 

Beh, anzitutto devi contare che nella lettura ma in ogni cosa in generale esistono pareri personali e posizioni differenti che dipendono da tante cose; poco importa che uno ti dica "questo è un romanzo fondamentale per..." che sia fondamentale storicamente resta, bisogna vedere però se quel romanzo faccia per te e ti piaccia davvero.

Su Tom Gordon, molto carino ma ad esempio io ti direi che è da leggere solo se hai letto già altro di suo. Però non c'è davvero un qualcosa che possa valere per tutti, nel senso magari per te va bene come prima lettura di King.
C'è chi ha iniziato con Cell o Buick 8 che suppergiù sono ritenuti dalla maggior parte di appassionati due fetenzie immonde (forse L'acchiappasogni anche più di buick 8), eppure gli sono piaciuti e poi si sono letti altro (o gli hanno fatto cagare ma per qualche strana ragione, poi hanno provato con altro lo stesso).
Oppure se ti attira Il Miglio Verde allora leggilo; non ho scritto che è brutto e comunque il mio parere conta fino ad una certa; tu avrai il tuo.

 

Un ragazzo sveglio secondo me è un signor racconto...

 

Sì, indubbiamente.

 

Sono partito per il mare senza libri convinto di strafogarmi di riviste musicali ma non trovo niente di interessante. Sono entrato in una libreria Ubik e ne ho approfittato per prendere la svastica sul sole, noi marziani e appunto ubik di Dick. Era un po' che rimandavo.

 

Io il mese scorso ho letto questi ed erano perfetti sulla sdraio e con la birra ghiacciata in mano:
- La mano sinistra di Dio (Lindsay) - Wikipedia
- Il nostro caro Dexter - Wikipedia

 

Per me Cuori in Atlantide e Stagioni Diverse sono i due libri che dimostrano che Stephen King è uno scrittore fenomenale a tutto tondo, pari ai più grandi scrittori contemporanei, e non soltanto uno scrittore di genere. Sono quelle cose che se le fai leggere a un critico letterario senza dirgli che sono state scritte da Stephen King parlerebbe di capolavori imperituri.

 

Anche se ho capito cosa vuoi dire, non sono tanto d'accordo con questa visione.

Fermo restando che ci sono sfumature e le distinzioni nette tra letteratura "alta" e "di genere" sono semplicistiche: la differenza sostanziale è ...nella forma, non nei contenuti.
La letteratura "alta/di ricerca ecc. chiamala-come-ti-pare" mette primariamente lo stile, la forma e la ricerca su di esso (unita ad una profonda consapevolezza critica) davanti al contenuto, qui la forma è il contenuto e viceversa; la letteratura "di genere" "popolare- chiamala-come-ti-pare": mette avanti la trama, i personaggi "a tutto tondo" alla forma, la quale non è che debba essere per forza "sciatta" o "semplice" ma deve fare uso dei modi migliori e più diretti per "comunicare" la storia al lettore e soprattutto "occultarsi" in modo da farlo immergere del tutto nel "mondo fantastico creato"; l'altra, tende sempre a darti distanza critica perché ti immerge nel mondo creato ma facendoti sentire sempre "l'enunciazione" in primo piano.

Questa è la differenza sostanziale.

Il punto è "dare a Cesare quel che è di Cesare": non è che "l'altra letteratura", quella popolare, non abbia valore non solo sociale, ma artistico e culturale, ce l'ha eccome e proprio per "quello che è". È semplicemente un altro modo di fare letteratura e ci sono scrittori pessimi, mediocri, come grandiosi anche qui e Stephen King rientra tra i secondi. Se tutta la letteratura fosse "a la Joyce", perderebbe di senso e viceversa. Il bello è proprio che ci sono "differenti modi" di approccio, oltre a diversi autori ognuno con il suo mondo.

Stephen King è un grande della letteratura contemporanea proprio per il fantastico (declinato all'orrorifico), non "nonostante questo", lo è per It (che ormai è un classico contemporaneo), per Shining, per A Volte Ritornano, per La Torre Nera, per Salem's lot, per ecc. ecc.

 

Già comprati (e letti) i primi due, arriverà anche il momento di questo terzo libro

 

Sono pienamente d'accordo a metà. Quello che voglio dire è che Stephen King è riconosciuto da una certa parte di critica come grande scrittore soltanto nel suo genere, mai grande scrittore e basta. Secondo me ci sono opere per cui non sfigurerebbe nemmeno messo accanto ai grandi scrittori contemporanei. Per me per certi versi Stephen King vale un Philip Roth o un Ian McEwan, e decisamente più di un Murakami, per parlare di autori molto apprezzati, ma non verrà mai messo sullo stesso piano.

 

Bravo giovine

 

No, per me è solo questione di approcci, tradizione, tipologia di pubblico (come base), stile e scrittura, influenze completamente differenti.

Ad esempio, ti potrei dire che King nella letteratura americana pertiene alla tradizione che risale a Poe, ma c'è chi ti dice che Poe era un grande scrittore ed è proprio King che è uno zappatore e uno scribacchino. Quindi l'horror e il fantastico c'entrano poco, è che semplicemente ci sono quelli che lo ritengono una ciofeca a prescindere e non perché sia letteratura popolare e/o di genere.

 

IBS ha capito che se mi offre saghe intere a prezzo scontato io non capisco più niente e compro.

Così ho acquistato i quattro volumi della Terra Morente di Jack Vance.

Fantasy d’altri tempi, su una Terra del futuro in cui il Sole sta morendo (mi ricorda qualcosa). Pareri positivi qui e là, qualcuno dice che è invecchiato non benissimo. A Frank Herbert piaceva.

Sicuramente @sciacallo010 l’ha letta.