Libri

Jack London - Martin Eden

Lo definirei un romanzo di formazione estremo nelle tematiche e nello sviluppo della trama e della personalità del protagonista. Zeppo delle idee (socialiste?) dello scrittore e il modo in cui le ha portate nella storia, soprattutto l critica all'alta borghesia pregna di pregiudizi e contraddizioni. Un po' meno la spirale contorta dell'abbruttimento del protagonista nella sua lotta per raggiungere una cultura e una posizione "rispettabile" lavorando duro ma a modo suo.
Troppo smaccata (e disperata) la disillusione finale pur trovando geniale il modo di presentare, far crescere e infine mostrare effettivamente come spesso certi amori sono solamente l'idealizzazione che ci si fa di una persona. Tanta carne al fuoco.

 

Il volto verde mi manca, ma ho letto Il Golem. Sicuramente qualcosa di non ben definito durante la lettura mi è sfuggito, ma l'atmosfera di quel romanzo la ricordo ancora con piacere.

 

Ho acquistato in blocco tutti i 5 libri del ciclo del Nuovo Sole di Gene Wolfe, ma fino a due ore fa non avevo mai sentito parlare né dei libri né dell’autore.

 

Boh mai sentito nemmeno io. Poi facci sapere.

 

Sono stato convinto dal bassissimo prezzo dei libri e delle parole d’elogio che questo autore ha ricevuto da parte di un sacco di colleghi, tra cui Gaiman, Le Guin (lei addirittura lo ha definito “il nostro Melville”) e anche Harlan Ellison.

 

Tutti i nomi, Josè Saramago
Sarò sintetico al massimo: ma questo quando lo sbaglia un libro?
5/5

 

Ho appena finito di leggere “L’enigma della camera 622” di Joël Dicker” dopo più di 300 pagine inutili, si fa interessanti. Tanti (troppi) salti nel tempo anche di 20 anni per giungere ad una conclusione inaspettata.

 

Sì, aspè "Il Melville della sci-fi" è la citazione, mica il nuovo Melville in generale.
Detto questo, con questa serie (mai sentita ovviamente fino ad ora) mi sa che hai beccato un gioiellino della sci-fi e pare fantasy americana (a quanto ho capito dovrebbe fondere i due generi), per dire spulciando in internette vedo che il critico Larry McCaffery - studioso di Robert Coover e William T. Vollmann (Coover è uno grandi scrittori del postmoderno americano "classico", Vollmann uno dei big post-postmoderni) lo scrivo per dire che non è il primo degli stronzi, nonché grande appassionato di sci-fi - l'ha messa nella lista dei migliori 100 romanzi americani del Novecento (ad essere precisi, di lingua inglese quindi anche inglesi-irlandesi) e scomoda nel commento reminiscenze di Calvino e Borges. Mica cazzi.
Ora, le liste "best-of" lasciano il tempo che trovano tuttavia sono come i premi, servono a "segnalare", a dare un orientamento; insomma questa saga mi pare si prospetti interessante.

 

Di Dicker ho letto Gli ultimi giorni dei nostri padri..piaciuto con qualche riserva,sempliciotto,diciamo che strizza l'occhio al grande pubblico ma rimane comunque un buon libro(anche questo migliora dopo una prima parte piuttosto scarsa..).
Prima ho poi voglio leggere il suo più famoso,La verità sul caso Harry Quebert.

 

Io quello l’ho saltato perché ahimè ho guardato la serie ti, anche se 99/100 il libro è SEMPRE superiore.

Di lui ti consiglio “la scomparsa di Stephanie Mailer” e sibilato dopo “il libro dei Baltimore” bellissimi entrambi.

 

Ieri sera ho iniziato “lo stato dell’unione“ di Nick Hornby, sono già a metà, stasera mi sa che lo finisco

 

La Verità sul caso Harry Quebert lo lessi anni fa, quando era appena uscito. Un buon romanzo secondo me, ma uno di quei libri che ti frega una volta sola, per così dire. Diciamo che se gli dai un certo valore mentre lo leggi, una volta scoperto il trucco gliene dai molto meno, ma è riuscito comunque a tenerti lì e ti resta un buon ricordo.

 

Finito! Bello e divertente, tra l’altro ho scoperto che ci hanno fatto anche una serie Tv, ma non riesco a trovarla, pazienza.

 

Si inizia “il palazzo delle ombre” di Mexence Fermine

Il palazzo delle ombre - Maxence Fermine - Recensioni di QLibri

 

Finito di leggere Satantango di Krasznahorkai,puntato da tempo ma mi ha ispirato solo adesso.
Che dire,filthy and more filthy..vuole essere anche goliardico ma secondo me trasmette più che altro malinconia,desolazione di un gruppo di persone che non reagisce più di tanto per risollevarsi,anzi.
Mi fa pensare a qualcosa dei film di Kusturica(magari ha ancora più rimandi a Bela Tarr,di cui ho visto davvero pochissimo e che ne ha girato anche il film).
Nemmeno a dirlo,gran lavoro.