Libri

È semplicemente una questione di stile di scrittura, i russi sono molto prolissi e questo mi ha sempre bloccato nella lettura. Però ci tengo a rimediare alla lacuna perciò intendo fare lo sforzo di andare oltre la cosa.

 

Allora,
finalmente finito il Mattone, il romanzo singolo più lungo della storia della letteratura americana, cioè Women and Men (Donne e Uomini) di Joseph McElroy; è stato un vero e proprio viaggio e il mio giudizio si può riassumere in una semplice parola: eccezionale.

In tutti i sensi.

Questo romanzo merita di stare lì, nell’Olimpo dei capolavori assoluti delle Opere-Mondo del Novecento (postmoderne e non) e dei Grandi Romanzi Americani; come merita di essere ri-scoperto e letto.

Se:
-amate la letteratura americana, in particolare la postmoderna
-amate le Opere-Mondo
è un’esperienza che dovete fare e/o decisamente consigliata, perché è uno di quei romanzi che, se fatto proprio, vi cambierà completamente il modo di considerare la letteratura.

Però, è anche importante sapere che è (sarà) una lettura tosta (come lo sono pochi romanzi). L’opera, oltre alla mole considerevole, è davvero complessa sia nella struttura e nella sua architettura sia nello stile, davvero unico, di McElroy che, a parte avere al proprio interno una molteplicità di stili, differenti a seconda dei personaggi, delle vicende e del capitolo o di parti dei capitoli, si potrebbe descrivere come una specie di flusso di coscienza “multipla”/”collettiva” - nel romanzo, ad esempio, figurano “gli angeli”, una specie di entità metanarrative e simboliche, che sono come le voci delle storie e del flusso della Storia che si “verbalizzano”, delle “virtualità che si attualizzano” (per dirla alla Deleuze), che sono nei personaggi e fuori dei personaggi, che li attraversano e ne prendono la/le forme.

La struttura del romanzo è descritta bene da una delle frasi che più ritornano nel testo, che McElroy mi pare abbia preso da un saggio di economia: una struttura articolata che accoglie una molteplicità di unità piccole. E questo è il romanzo, ma è anche la società, il condominio dove si trovano a vivere i due protagonisti Jim Mayn e Grace Kimball, la città di New York, il paese che sono gli Stati Uniti.

Storia e Mito, reale e fantastico, realtà e fantascienza, passato e futuro (il “presente” sarebbe il 1976-77), generale e particolare si fondono e rifrangono costantemente nell’esplorazione dei rapporti che intercorrono tra Donne e Uomini (Uno in quanto esseri umani, Due in quanto esseri divisi che si incontrano/scontrano: il tema due-che-diventa(no)-uno, nel sogno/visione del futuro, è ricorrente), americani newyorchesi del Novecento (o meglio dalla modernità di fine Ottocento) nel particolare, ma in generale in quanto ricerca di identità, essere o posto nel mondo attraverso il flusso del Tempo e della vita che costantemente li/ci ri-definisce (e ci separa e ri-unisce); ma anche alla ricerca di un modo per superare e riempire il Vuoto della mancanza che ci affligge (di un genitore, di un dei figlio, del compagno/a, ma anche del senso della - propria - vita), del Tempo che ci fa s-fuggire l’esistenza e di accogliere il Cambiamento di cui è costantemente costituita la vita e i rapporti con gli altri e con la Storia. E ancora, un racconto sulla ricerca della libertà contro le gabbie sociali, che inscatolano l’identità, e dal rapporto con l’Altro, per ritrovare il Potere di autodeterminarsi e/o di guarire/superare il Vuoto.

L’ho buttata lì su temi ed interpretazione (si potrebbe aggiungere altro), fare una sintesi di cosa ci si possa trovare ed interpretare nel romanzo, che è ovviamente aperto e richiama interpretazioni non univoche - nonché anche figlio dell’epoca in cui è stato scritto ed è uscito, quindi sullo sfondo c’è ancora la guerra fredda sul piano storico/politico - non è semplice e basterebbero i singoli episodi/vicende da “soli”, come ad esempio quello meraviglioso del sogno finale di Jim o le vicende della nonna Margaret nel West e il suo ritorno e le storie mitiche sul guaritore anasazi, l’Eremita Inventore di New York, la Principessa D’Oriente Lontano Oriente, il racconto di Gordon o quello del carcerato Foley, la cantante d’opera Luisa e il suo amante dei servizi segreti cileni, la vicenda dei messi, Larry il ragazzo che studia economia, i simposi di Grace, l’economista esule cileno e sua moglie Clara, le “visioni” del futuro di Jim (la stazione toroidale Terra-Luna), la visita a Ship Rock, l’evento sulla spiaggia di Mantoloking, gli angeli, la Coscienza Colloidale, la Reincarnazione Simultanea ecc., nel senso che ognuno restituisce tanto (e potrebbero essere letti anche singolarmente: appunto l’unità piccola nella macrostruttura complessa) e ci sarebbe da dire molto su ogni capitolo o episodio o argomento.

Qualora decideste di buttarvi a capofitto con Donne e Uomini, per la lettura vi consiglio questo: taccuino per appunti, leggete con concentrazione ma allo stesso tempo lasciandovi andare al flusso della scrittura, che ha anche un andamento poetico; (quasi) tutte le cose, vicende, personaggi torneranno e si delineeranno bene a mano a mano; soprattutto non vi bloccate se non “afferrate” cosa stia succedendo nell'immediato e chi sono i personaggi o che altro, concentratevi su cosa è scritto (se serve, rileggete il passaggio) e proseguite con calma.

 

@The Transgressor quando scrive un post su questo topic, e gli altri utenti che lo leggono:

 

Cerco di trasmettere quanto mi sia piaciuto un romanzo e in questo particolare caso, dato che volevo invogliare alla lettura, so che non sarebbe bastato minimamente dire: stupendo, bellissimo, meraviglioso leggetelo.
La mole, 1979 pagine (aggiungo, fitte fitte), spaventerebbe pure fosse Via col Vento, cioè un semplice melodrammone storico e se aggiungiamo il resto (compreso l'investimento: son cmq quasi 40 bombe, insomma non economico), il rischio che uno o non ci pensi minimamente o, se è così matto da aver detto ok va proviamo e ci investe i soldi, che lo butti via dopo 20 pagine (o dopo tot pagine portate avanti a fatica) maledicendo l'autore è alto.

Poi il rischio che non piaccia comunque per gusti personali c'è, ma questo vale per ogni cosa.

 

Tra l’altro ho iniziato Infinite Jest, ho letto una 60 di pagine e posso dire ancora poco, ma la scrittura stupenda lo fa scorrere bene.

 

Ottimo.
Vedrai che sarà uno dei romanzi che ti "segneranno", semplicemente bellissimo.
E tra l'altro, dovresti essere proprio nell'età giusta, qui Wallace aveva tutta l'irruenza dello scrittore giovane.

P.S. poi, quando sarà, se non l'hai ancora mai letto passa a Pynchon (sono un pynchoniano di ferro, devo per forza promuoverlo anche quando non c'entra - quasi - un cazzo)

 

Io e Infinite Jest siamo coetanei. Ma lui sembra invecchiato meglio.

Pynchon (e questo librone di McElroy) sono in lista, ma ancora non ho niente.
Come si chiamava poi l’autore di “JD”? Pensavo di averlo segnato ma pare di no, e scrivere “jd book” su Internet non funziona

 

Per Pynchon basta che chiedi e proverò a darti indicazioni su cosa leggere come primo libro.
JD...sono stato un po' a pensare cosa fosse e scartando J.D. Salinger che sono sicuro non c'entri un cazzo, ho capito che ti riferivi probabilmente a JR di William Gaddis.
Allora, purtroppo la Alet che lo ha portato qui è fallita, copie esaurite ed introvabili (chi ce l'ha se le tiene strette); dunque l'unico modo per leggerlo è tramite biblioteca o con ebook (per trovarlo...non preoccuparti, quando vorrai provare a leggerlo diciamo che ti farò sapere il modo ).
Su McElroy che dire, sono felice che qualcuno legga i miei deliri e che questi li spingano a voler leggere certi romanzi

Ma con calma, tutta sta roba non si legge in 10 giorni, ora concentrati su IJ

 

Ecco perché Internet non mi aiutava.

In realtà, contavo di leggere JR in inglese, ho abbastanza esperienza da farcela.

 

Sull'inglese non posso dirti, nel senso lo puoi sapere solo tu qual è la tua conoscenza e se puoi affrontarlo.

Posso dirti però che in originale lo trovi, parlando di libri fisici (sembra un'ovvietà...ma ad esempio Women and Men per ora non è ristampato e lì o cacci dai 200-300 bombe per l'usato o ti attacchi) dato che da poco l'ha ristampato la nyrb (il carattere non è il massimo in quanto a grandezza, ma negli USA spesso sono così anche prime edizioni, ma la carta è di qualità alta acid free).

 

Sarei curioso di sapere la sua su un altro "mattone" d'altri tempi, ovvero l'opera magna di Cervantes.

Sempre se l'hai letto Transgressor.

 

Cioè, dovrei fare una recensione pure di questo?

Magari avessi letto tutto quello che vorrei leggere però...sì, il Don Chisciotte l'ho letto (il titolo originale è un po' lunghetto).
Non è un semplice romanzo comico, è alla base praticamente di tutto il romanzo come lo intendiamo noi e non solo, anche del romanzo moderno inteso proprio della modernità e pure della postmodernità: enciclopedismo (cioè fusione e compresenza di più generi narrativi), ironia e satira, nascita del personaggio moderno inteso come individuo che si contrappone alla società così come è costituita ed ai suoi valori, metanarrativa cioè riflessione stessa sul romanzo e sulla letteratura e su cosa voglia dire narrare, denuncia e rivendicazione della realtà illusoria del romanzo e del potere dell'illusione cioè del falso, del fantastico, della fantasia sulla realtà e su qualunque "ricerca di una qualche verità", esaltazione della realtà fittizia del mondo della narrazione (storie su storie su storie) ecc.

È molto lungo, ma divertentissimo e ti affezionerai a quel matto di Don Chisciotte e il suo fido "scudiero" Sancho Panza; è il culmine del romanzo picaresco quindi viaggio attraverso la Spagna dei due "antieroi" attraverso una marea di avventure (tutte ridicole e grottesche), vicende e personaggi. In teoria puoi prenderti anche una pausa con la fine del primo libro, per poi riprendere il secondo dopo qualche tempo se si ha voglia di staccare un po'.

 

Una signora vicina di casa della madre della mia ragazza, ha cambiato casa e conoscendomi appassionato di fantascienza, mi ha regalato uno scatolone pieno di Urania anni 70 e 80 che appartenevano al fu marito. Devo trovargli posto in libreria e vedere cosa c'è di bello

 

Bellissime parole e, anche se sono solamente a circa il 70% del primo, non posso che confermarle. Riguardo alla pausa penso che tirerò a dritto, vorrei aver finito entrambi "i tomi" per Natale (ho un paio di biografie che non vedo l'ora di iniziare). E poi alla fine si tratta di una lettura anche abbastanza scorrevole, a patto che uno non sia stanco o assonnato.

 

Sto seriamente pensando di prendere tutti i libri di Barbascura X