Iron Maiden

Sta cosa rimarrà una delle più grandi barzellette del metal, è il riff più banale dell'universo e potrebbe scriverlo un bambino, senza contare che la somiglianza - nemmeno l'uguaglianza - dura 2 battute contate, poi il riff evolve in maniera completamente diversa.

Se il riff di The Wicker Man è plagiato allora TUTTA la musica pop, e con pop intendo (anche) rock e derivati, è un immenso plagio.

 

Li seguo da Fear of the Dark e nonostante ora si dipinga Fear come un disco di merda sostanzialmente per i ragazzini che li conobbero all'epoca, me compreso Fear era poco meno che un capolavoro assoluto.
Poi certo, allarghi gli ascolti ti fai una cultura musicale e ricontestualizzi tutto.
In sostanza come ha fatto ogni generazione nuova di ascoltatori dei Maiden che accoglie come capolavoro un album, che non lo è manco lontanamente, solo perché è il suo primo approccio in generale e questo vale per tutti quelli venuti dopo.

Come fu accolto Brave? Benissimo. Per me era un disco stupendo, meraviglioso.
Col tempo direi molto buono, ma abbastanza stereotipato anche se la sensazione è più "intellettuale" che dovuta ad un effettivo riascolto (che non viene fatto, perché mi ha stufato).
Il migliore perché il più interessante per me è A Matter of Life and Death, il disco dove i Maiden pur restando nel loro stile, hanno osato di più, un po' come fu X Factor; questo è un po' X Factor spinto ancora più in là: non tutto funziona alla perfezione ma qui se avessero tagliato qualcosina, qualche ripetizione di troppo, Bruce aggiustato certe strofe (cmq in generale ce ne sono di molto belle), messo un po' più di verve si stava davvero a livelli alti; un bel disco comunque con parti e momenti davvero ottimi.

 

Spero che intendevi Blaze!!!

 

No, perché il soggetto è A matter of life and death.

 

A matter of life è molto sottovalutato

 

Esistono anche le virgolette per non perdersi in discorsi con incidentali e pseudonimi personali..... pardon!

 

L'unico problema di Brave New World è che i soli di Adrian sono davvero pochi (a memoria 3 o 4, Wicker Man, The Mercenary, Fallen Angel e Nomad o Thin Line).

 

A livello di critica non credo, non pochi lo piazzano tra i migliori post reunion se non il migliore e a volte anche più in alto.

Per il resto, penso sia dovuto al fatto che è lento e quasi tutte le canzoni iniziano e si chiudono con l'arpeggino lento stracciapalle, questo all'inizio può scoraggiare e annoiare. Ma se si ha più pazienza e si ascolta bene, si scopre che è un disco ispiratissimo, passaggi musicali notevoli, non una canzone brutta, tranne la prima che è banale e nulla di che e con un grande crescendo finale costituito da Benjamin Breeg e il trittico For the greater good of god/Lord of light/the legacy che sono forse la vetta più alta dei Maiden post-2000.

 

Intanto ho ascoltato molte volte anche il secondo disco di Senjutsu.
Non mi va di fare un track by track, dico solo che rispetto al primo disco è molto, ma molto, migliore.
Quattro canzoni davvero BELLE.

È vero, non ci sono accelerazioni particolari (se non negli ultimi due minuti di The Parchment). E’ vero, i ritmi sono abbastanza compassati. E’ vero, sono tutte canzoni lunghe e non prive di difetti (i soliti da un po’ di dischi a questa parte).

Però... c’è ottima MUSICA. Non Metal, non Rock, “semplicemente” MUSICA, nel senso più puro del termine. Atmosfere, melodie, arrangiamenti, assoli (e che assoli!) e, più in generale, un senso di teatralità spiccato ed evidente.

Sembra quasi di essere in un teatro dell’opera.

In sostanza, il secondo disco è super promosso.

Non mi sbilancio con un voto, ma gli Iron Maiden formato 2021 mi hanno reso felice, ancora una volta.

 

Oggi magari si, ma all'uscita fu accolto malissimo (vedere ad ex. rece su questo portale), e ricordo che anche dopo la data a Milano del tour (in cui se non sbaglio lo suonarono per intero) moltissimi conoscenti andavano maledicendo Harris e la sua mania di tirare per le lunghe brani noiosi e senza idee.

Io stesso ci ho messo molto tempo ad apprezzarlo, ma al momento è quello post-reunion che ascolto più spesso, per distacco, è indubbiamente un disco longevo e ben costruito, e Senjutsu in questo lo ricorda, pur pagando il fatto che sono trascorsi 15 anni, che pesano parecchio, soprattutto su Bruce.

 

Nel 2006 avevo un po' accantonato i Maiden, sia per altri interessi sia perché Dance of death per me fu una delusione tale che mi fece semplicemente smettere di voler ascoltare roba nuova (ancora adesso non capisco come faccia a piacere tanto, 'na versione annacquata e banale di Brave con in più una produzione oscena e copertina ancora più merdosa). All'epoca diedi un ascolto a A matter ma abbastanza distratto, piano piano poi l'ho recuperato di volta in volta ed ora per me è decisamente il migliore.

 

A matter of Life and Death lo apprezzai subito. Ma tanto tanto.
E posso testimoniare (non che serva) che fu snobbato dai più, quando non preso a calci in bocca.
Neanche la critica lo prese troppo bene.

É questo il disco in cui la band credeva così tanto che in quel tour si impuntarono di suonarlo tutto o in maggior parte , a discapito dei classici.
Lo ricordo come fosse ieri.

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parlando di ricordi, ieri ho avuto l'audacia di riascoltare X Factor.

Non so come la gente abbia potuto difendere un cantante che non prende (e anche quando le prende, non mantiene) le note neanche in studio. Il timbro era ok, forse un po' anonimo, ma il ragazzo non sapeva cantare.

 

Sì ma l'incazzatura in concerto penso sia abbastanza normale pure se fosse stato Seventh son (di un Seventh son che duri 78 minuti) o se il disco fosse piaciuto quanto Brave.

A Matter dura 78 minuti, non 40. Le setlist dei concerti avevano al massimo 5-6 canzoni classiche e la maggior parte della gente che va ai concerti dei Maiden vuole i classici, c'è poco da fare contando che di volta in volta si trovano ragazzi che non li hanno mai visti ed è normale vogliano sentire certe canzoni.

 

Bellissimo anche quel tour, prima di quello del '18 sicuramente il concerto migliore dei Maiden che avessi visto. A Matter of Life and Death è un grande album e dal vivo funziona benissimo, proprio al concerto riscoprii anche Benjamin Breeg che fino ad allora mi sembrava una delle più deboli del disco (non ho mai rivalutato invece Brighter Than a 1000 Suns).
Poi dopo tutto il disco, i 5 classici alla fine me li sono goduti ancora di più, forse anche perché in tanti aspettavano solo quelli e quindi li accolsero con un entusiasmo più grande del solito.

 

A Matter ...ci ho messo anni per apprezzarlo, ma è un grande album, è la nemesi dell'immediato ed ottimo Brave new world