Libri

Per me è stato estremamente pesante all'inizio, poi vola.

 

Dan Simmons per me è un grandissimo scrittore. Ho letto molti suoi libri un po' tra tutti i generi, dagli horror degli inizi, tipo Il Canto di Kalì o Danza Macabra, la fantascienza dei Canti di Hyperion o del ciclo di Ilium, i romanzi di fiction tipo Drood o The Terror, e non ne ho trovato uno brutto. Uno dei meno citati è proprio Drood, che è oltretutto un enorme mattone di mille pagine, ma è assolutamente avvincente, pur trattando di una specie di faida tra scrittori nell'Inghilterra vittoriana, condita con un (bel) po' di mistero.

 

Io sto puntando bancarelle per trovare i suoi gialli

 

Drood ha un solo, colossale difetto: una parte finale tirata veramente troppo per le lunghe. Secondo me, tutto quello che accade dalla "rivelazione" (per evitare spoiler) in poi poteva essere ridotto a un quarto di quel che è senza che ne venisse a detrimento della storia.

 

Finito Opinioni di un clown di Boll (grandioso) e Lo straniero di Camus (sicuramente inferiore a La peste, ma anch'esso validissimo).

 

Ah la letteratura tedesca.
Mi hai ricordato che a parte Kafka (che scriveva in tedesco, ma non lo era) e i romanzi brevi di Thomas Mann non ho letto praticamente un cazzo. Ma non sono qui per parlare della mia ignoranza, ma, dato il mio interesse per la letteratura mattonazza, per introdurvi:

ello--> tale Arno Schmidt

Ora, tale Arno Schimdt, sperimentatore folle fulminato sulla via dopo aver letto Joyce, ha dato alle stampe forse il romanzo (singolo) più mattonazzo mai fatto (non so se cmq dopo il Finnegans Wake): Zettel's Traum (1970). Ovviamente, mai giunto in Italia.

Perché ne parlo? Perché merita di essere visto

È sta roba qui:





Non è tanto il numero di pagine (1400 suppergiù) quanto, non so se si riesca a capire, la grandezza unita ad una complessità stilistica e contenutistica da far spavento

 

Non so se sei più malato tu o quello che l'ha scritto. Mi sembra più interessante consultare un manuale di c++

 

Ma io mica l'ho letto
E, anche se mai dire mai nella vita, francamente per ora non ci penso proprio (tra l'altro, dovrei leggermi la traduzione in inglese).
Ammetti però che è bellissimo da far vedere Cioè ci sono video su YouTube dove lo mettono accanto a mattonazzi per confrontarlo, sembrano bignami
Una volta che lo vedi non può non restare impresso

 

Pensa poi ai poveri studiosi e ricercatori di letteratura tedesca specializzati in quel periodo che, volenti o nolenti, se lo devono puppare per forza

 

Era stato un libro "consigliato" per le vacanze estive fra terzo e quarto anno di liceo (eoni fa), insieme a "Foto di gruppo con signora"; li ho letti entrambi e non me li ricordo molto, se li ritrovo a casa dei miei quasi quasi ci riprovo

 

Ho cominciato (e ben presto abbandonato) La ragazza di Bube di Carlo Cassola.

Anticipazione (Spoiler)

Perdonate la franchezza, ma è praticamente un romanzo Harmony ambientato all'epoca della Resistenza: no, grazie

Che mi dite del Pasolini prosatore? Ragazzi di vita, Una vita violenta...?

 

Ho letto Una vita violenta,diretto,sporco,vita di strada come immagino poteva essere all'epoca raccontata in maniera significativa.
Tanto dialetto romanesco,forse poteva essere più breve..comunque da leggere

 

Mia lettura recente che consiglio decisamente è:

Book of Numbers (Il Libro dei Numeri) di Joshua Cohen portato direi coraggiosamente in Italia dalla Codice Edizioni. Esaltato dal critico Harold Bloom (quello che, per far felice @sebek, non sopporta DFWallace e lo reputa solo un patetico scopiazzatore), addirittura pubblicizzato come "L'Ulisse dell'era digitale".

Ora, lasciando perdere queste cose: Book of Numbers è sicuramente uno dei romanzi più interessanti del decennio passato e che meglio riguardano la mia generazione, così come Joshua Cohen, scrittore proprio della mia generazione - i millennials (che sono i nati negli '80, attenzione non quelli dei '90 2000), è sicuramente uno dei candidati a nuovo grande scrittore americano.
A me interessava sia per il tema sia proprio per il fatto che fosse uno scrittore legato alla mia generazione quindi più vicino a me.

Il romanzo in breve: lo scrittore fallito newyorchese di radici ebraiche Joshua Cohen, viene contattato dal magnate della Tetration.com (nella sostanza Google) Joshua Cohen (esatto, stesso nome) per scrivere come ghostwriter la sua autobiografia.

E vabbè dato che sono pigro vi link l'ottima presentazione fatta dalla casa editrice Il libro dei numeri - Codice Edizioni
Diviso in tre parti, in quella di mezzo in cui si mostra l'autobiografia sostanzialmente si ripercorre la storia della rivoluzione digitale fino ad arrivare al mondo "incorporeo", virtuale, social che stiamo vivendo.
La questione fondamentale per Cohen, oltre al concetto di identità nel virtuale in cui siamo immersi, è il ruolo dell'arte, della letteratura, del romanzo nella nostra contemporaneità: nel mondo massmediale e virtuale ha ancora senso il "grande romanzo"? Cosa ci può ancora dire? Un'opera dunque contro il mondo digitale, contro la virtualità di cui ormai siamo fatti: non si può uscire dal meccanismo, ma la sola cosa che ci resta da fare è indagarlo a fondo per rilevarne le storture, farne emergere le idiosincrasie, porci interrogativi e spingerci a pensare.

Forse una cosa negativa del romanzo è che è troppo solipsistico, il punto di vista - tutto in prima persona - è proprio quello di Joshua Cohen: scrittore ebreo newyorchese; ma va detto che non solo è una cosa voluta (nel mondo di internet, dei social tutti ci raccontiamo, tutti siamo il protagonista della nostra storia personale), ma in questo è anche onesto con se stesso e noi lettori: non si può che partire da se stessi e dal proprio mondo per spingersi più in là ed abbracciare poi interrogativi che riguardano tutti (ma non si può fare finta di essere "tutti").

P.S. C'è un altro grande romanzo uscito due anni prima che, in modo del tutto diverso, tratta della nascita della nostra contemporaneità internet tecnologico virtuale ed è Bleeding Edge (La Cresta dell'Onda), l'ultima opera del (vecchio) Pynchon; consigliato anche questo.

 

Nel giro di pochissimo ho finito Saggio sulla lucidità di Saramago, ottimo sequel di Cecità, non al livello di quest'ultimo ma comunque siamo lì (consiglio di leggerli uno dopo l'altro a brevissima distanza) e Bartleby lo scrivano di Melville (letto in un'ora, mo' mi restano da leggere le varie teorie sul significato del libro...), davvero toccante.