Coronavirus

Noto che c'è ancora molta confusione su quello che sta succedendo, sui motivi dei lockdown e su come la Ricerca stia facendo il suo corso: ormai salgono alla ribalta, anzi, sono sempre saliti alla ribalta titoli di ricerca che facevano subito clamore, sono passati molti mesi e le produzioni scientifiche sono migliaia e si è capito quanto poco si sapeva del Covid nel corso delle prime settimane e quanto ne sappiamo ora.

Si chiude perché il SSN non riuscirebbe altrimenti a curare tutti, ma non solo a curare, ma proporio a dare un minimo di assistenza. A marzo scorso e poi ai primi di novembre, ribadisco, non riuscivi a visitare e a valutare tutti i pazienti che necessitano di una consulenza rianimatoria che i primi che avevi visitato erano già morti. E poi anche se dicevi: sì, occorre un trattamento intensivo facevi un giro di telefonate e il primo posto libero era a 200km. Non c'era tempo. E li lasciavi lì. Magari un'ora dopo si liberava un posto in Terapia intensiva e a quel punto ripeschi dal mazzo chi ha più chance di farcela.
La situazione nel corso dell'arrivo delle ondate è questa. O chiudi tutto, barricando tutti in casa o devi accettare di veder morire come mosche decine e decine di persone, non avendo neanche il tempo per sedarli regalando una morte dignitosa.
La scena che più volte ho ricordato: uno stanzone enorme pieno di sacchi con vestiti, indumenti, scarpe, oggetti di valore di pazienti morti nel giro poche ore in attesa di decontaminarli per poi consegnarli ai parenti. Scene da film, da campi di concentramento, da Uganda, da quello che volete voi.

Quello che ha messo in ginocchio il SSN non è l'influenza, gravissima o leggera che sia, è la polmonite bilaterale. Se vi faccio vedere un torace di un covid19, messo accanto a una polmonite da H1N1 o a una polmonite virale stagionale potreste notare subito la differenza: nel primo caso i polmoni sono completamente bianchi, segno che non c'è scambio a livello alveolare. Come voler respirare sott'acqua. Inutile che riempio il palloncino di aria, quella resta lì, non passa attraverso i capillari.
O muori nel giro di pochi giorni, o muori dopo 40-50 giorni, passi alle cure sub intensive dopo 20-30-50 giorni. Noi attulamente abbiamo 16 posti covid. A settimana dimettiamo circa 4-5 persone, 2-3 muoiono. Avremmo 8 posti che si liberano a settimana, ma se i pazienti che necessitano di cure intensive sono di più? Aspetti, li tratti in medicina, li fa sfiancare, punti sulla loro forza. Molte volte vinci, altre perdi.
Poi abbiamo 10 posti no covid. Per cui in totale abbiamo 26 posti di terapia intensiva. A cose normali abbiamo 14 posti intensivi. Il personale formato è lo stesso, in aggiunta ci sono colleghi neo laureati o neo specializzati, per il resto facciamo turni senza sosta. Eh, ma poi ci sono le sale, le reperibilità. Non è frustrante il ritmo di lavoro, è che non vedi la fine. Specie lavorare sempre in condizioni precarie, in ambienti non creati per cure intensive, con scatoloni, accrocchi, spazi creati con inventiva.

Gli ospedali si possono anche costruire, si possono anche montare tutti i ventilatori che volete, ma se non ci sono rianimatori formati ci si fa ben poco. E' ben diverso dover gestire 10 pazienti a testa rispetto a 6. Broncoscopie, tracheostomie, pronazioni, terapie, contatto telefonico con i parenti. Se ne hai 6 è un conto, se ne hai 10 o 12 ben diverso. Poi magari l'altro collega che segue i rimanenti è alle prime armi o, peggio, non è nemmeno specializzato. Nella stessa situazione ci sono gli infermieri: oltre a gestire i propri pazienti devono formare, gestire e controllare i colleghi neo assunti, magari appena laureati.

Il succo è questo: se tutte le risorse sono occupate per il covid e queste risorse sono al limite, anzi, non tutti quelli che necessitano di cure intensive riescono ad accedervi, ecco che ne risentono tutti gli altri tipi di pazienti. Per cui molti interventi programmati non li puoi fare, specie quelli che prevedono un risveglio in terapia intensiva perché instabili. Se non c'è posto nella terapia intensiva pulita certi interventi non si fanno, perché magari hai solo 2 posti liberi e li devi tenere tali per le urgenze. Un paziente no covid ha un degenza media ridottissima rispetto al covid per cui il turn over dei letti è molto più alto e alla fine procastini l'intervento magari anche solo di poche ore. Ma le urgenze sono sempre dietro l'angolo: se hai 4 colleghi fissi nelle sale e solo 2 per le urgenze nel momento in cui c'è una terza urgenza si deve staccare il collega della terapia intensiva, sguarnendo quella.
Francamente andare avanti così ancora per delle settimane non ce la facciamo più.

Ma c'è chi sta molto molto peggio e sappiamo quale categoria. Se tutti avessimo la certezza e la fortuna di stare sempre attenti sarebbe veramente una gran cosa. Ma si sa che è una utopia, come è una utopia continuare con i colori e con questi tira e molla. Va bene qualche mese, ma ora la situazione è fuori controllo, si vede la luce della fine del tunnel, ma non sappiamo ancora cosa ci riserva l'ultimo tratto. Un liberi tutti è più un fatto psicologico che altro: chi sta attento lo starà sempre, chi ha sempre fatto ciò che vuole continuerà a farlo, magari con la convizione di aver vinto.

Io non ho mai preso il covid, la fortuna di non avere nè parenti nè figli è sostanziale. Al lavoro si è protetti, con i colleghi si è protetti, per il resto vita mondana non ne faccio, se non con persone che so che si comportano in maniera corretta. Molti conoscenti hanno preso il covid sul luogo di lavoro (specie ristorazione), molti dai figli in età scolare, molti l'hanno passato ai propri genitori.

I punti di debolezza del covid in una società come la nostra sono diventati i suoi punti di forza: la sua asintomaticità e la comparsa dei sintomi sfalsata parecchi giorni dal contagio crea una diffusione incontrollata e impossibile da seguire. Se fosse un "chi tocca muore" ci sarebbero stati magari più morti nel corso delle prime settimane, ma ne giro di poco la diffusione sarebbe terminata.
Anche questa tipica pomonite bilaterale, che lede anche i tessuti delle vie aeree provocando una diffusa malacia e un conseguente danno vascolare con aumenti di DDimero ecc, permette comunque di poter giocare le proprie carte, come detto, anche per 30-40-50 giorni in terapia intensiva. Bloccando il turn over dei letti, come detto. Se fosse una polmonite fulminante che in 3-5 giorni non ti da più scampo ci sarebbe molto più riciclo di posti letto, aprendo la possibilità al ricovero immediato di più pazienti.

 

A me due cose lasciano veramente sbigottito.

La prima. Non sono un complottista, né lo sarò mai. Credo nell'esistenza di questo virus, lo temo e non mi piacciono i complotti...Ma ironia della sorte questo è il virus perfetto nella sua malvagità. Anche volendo non saremmo riusciti a creare in laboratorio un virus più terribile.

La seconda . Volutamente o no stanno riproponendo in questi giorni tantissimi film horror di serie B che parlano di pandemie molto simili a questa.

Ma io dico...Eravamo riusciti a prevedere uno scenario quasi identico già anni fa...Ma non potevamo fare le brave formichine e crearci una scorta decente di mascherine almeno?

Un anno fa sembravano degli oggetti fantascientifici, le mascherine.

Eravamo arrivati al punto che le producevano le suore nei conventi perché non bastavano...Na neanche nel Terzo Mondo con tutto il rispetto...

 

... mi sono perso qualcosa? No perché che io sappia NESSUNO aveva previsto uno scenario simile. Se non appunto (come hai fatto notare) in certi film “fanta/horror/catastrofici” di serie B...
Nella vita reale fino a un anno fa lo spauracchio era il “terrorismo islamico”, il quale stranamente e proprio da un anno e poco più è completamente sparito dalle cronache quotidiane...

 

Il terrorismo islamico ERA sparito

 

Spero che tornino ad essere oggetti fantascientifici il prima possibile.

 

Mia mamma fa la prima dose di vaccino martedì

Papà invece dovrà aspettare vista la sua recente seconda negativizzazione

 

infatti io la penso alla stessa maniera finita la favoletta del terrorismo islamico è arrivata la favoletta del virus che poi numeri alla mano

 

Almeno questa settimana ho avuto 2 cose positive, la prima dose di vaccino ce l'ho il 18 di maggio a mezzogiorno, io, mio figlio e mio marito, ci hanno dirottati verso erba, la seconda e' che il primo di maggio ha aperto PIZZAUT
la prima pizzeria gestita da ragazzi autistici, il posto dove lavorerà mio figlio Lorenzo, minchia dovrà fare 1 ora e 40 tra treno e metrò per andare al lavoro solo all'andata, perchè al ritorno ci saremo o io o mio marito a prenderlo, sono andata fuori topic scusate, ma è bello poter condividere questo, la fatica estenuante, alle volte che ho fatto per tirarlo fuori e renderlo più autonomo possibile, ma questo giorno mi ha ripagata di tutto.

 

fatta seconda dose

 

Eh è vero

 

E meno male, direi pure.

 

Milioni di morti per una malattia che si può curare senza medicine o cure particolari mi pare più che altro una bufalazza.

 

Lo dico da "" "" aperturista""" "", quello che sta succedendo a Milano è indecente. Non ho parole