Dream Theater

E a questo giro la curiosità è doppia per riascoltare di nuovo Portnoy con i suoi compagni storici.

 

Sto riascoltando When Dream and Day Unite e lo ripeto: ma quanto cazzo è bello sto disco

 

Peccato che venga trattato con sufficienza dalla quasi totalità dei fans, colpa anche delle pietre miliari venute dopo.

 

Che Awake e I&W siano superiori ok, non ci sono dubbi. Due dischi da 100, per me. Ma When Dream... è sul 90, poco ma sicuro.

 

Giusto! Grandissimo disco

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Petrucci lo considera un disco acerbo (e ha ragione).
Certo, acerbo rispetto a quello che verrà dopo.

 

Capolavoro. Veramente un debut album coi controcazzi.

 

Per me è secondo solo a "Images & Words".

 

Credo che il primo a recensirlo in Italia fu Della Cioppa e ne parò proprio come capolavoro.
Il disco è snobbato in primis dalla band (non ultimo in un'intervista di Petrucci), che ad esempio non ne hanno dedicato il giusto risalto in occasione del trentennale. Conseguentemente anche i fans l'hanno sempre poco considerato.
Non è un disco di La Brie, anche se Dominici, che mai avrebbe potuto cantare sui dischi successivi, in questo fa una discreta figura, soffre di una registrazione da band debuttante, ma si fa preferire nel complesso a buona parte della produzione degli ultimi anni.

 

E' un grandissimo debutto. Io faccio fatica ad ascoltarlo per via della voce di Dominici. Che, beninteso, non canta male, anzi. Ma il suo timbro faccio fatica a farmelo andare giù.
In effetti ascolto molto più volentieri la "ri-registrazione" live di When Dream And Day Reunite, anche se in quell'occasione LaBrie in qualche tratto "papereggia".

 

A me la prestazione di dominici è sempre andata benone, adattissima al contesto (come collins nei demo, molto sgraziato ma anche molto emozionale). Questo nonostante una another hand cantata da labrie nel marquee sia infinitamente superiore (quella versione è il mio pezzo preferito dei dt in assoluto).
Insomma pure il primo è un grandissimo disco in tutto e per tutto, pieno di idee e soluzioni originali, con una band in pallissima. Ci sta che al perfezionista petrucci non faccia impazzire, ma dentro c'è tutta la carica e la voglia di osare di una band al debutto. Non sempre la maturità vince completamente sull'irruenza e sulla spontaneità. A me continua a piacere un botto dopo tanti anni, con la sua produzione se vogliamo superata e con lo scarso amalgama dei pezzi (anche all'interno della stessa traccia), che in questo caso è un punto di forza.


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Lo comprai quando uscì proprio su consiglio di Gianni. Prima me l'ero fatto registrare su cassetta ma era un disco talmente particolare e unico che mi decisi presto all'acquisto (Gianni lo inserì anche nel suo libro sui grandi capolavori dell'hard/heavy). Uscì insieme al primo dei King's X, altro disco che sembrava sceso da un altro pianeta (silent, nel caso dei texani) e spesso all'epoca erano considerati insieme, con anche l'esordio dei Living Colour. Ricordo che dopo qualche mese si sparse la notizia che si erano sciolti e sembrava che il disco dovesse rimanere uno dei tanti album di culto e dimenticati. Ricordo anche quando tempo dopo, nel 1992, a un concerto, sempre Gianni mi disse: "non ci crederai ma ho in macchina una advance tape del nuovo DT: si sono riuniti e hanno un cantante pazzesco, sembrano i nuovi Kansas!" Comprai I&W al volo, ovviamente, e mi ricordo che lo definivo come un mix tra Rush e Metallica, ma ci sentivo anche tanto altro raramente citato, per esempio i Toto. Quando poi scesero al Rolling Stone di Milano sempre nel 1992, fu imperativo andare a vederli, per capire come si poteva suonare pezzi così complessi. Tornarono una seconda volta, dopo il successo di Pull me under, sempre a Milano e fu un concerto super!

 

Si ricordo che nella recensione di I&W, forse di Metal Shock, veniva evidenziato come la band, dopo lo strepitoso debutto, fosse scomparsa dai riflettori.


ps. capirete ora perchè per noi matusa è difficile accettare a cuor leggero un Distance over time.