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Epica

Discussione in 'Power Metal' iniziata da Jimmy C., 5 Novembre 2005.

  1. maxthecat

    maxthecat
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    The Great Oracle

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    16 Ottobre 2020

    .... con sottotitoli in italiano.... una chicca, non so quanto durerà per ovvi problemi di copyright!
     
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  2. Sir_Fingolfin

    Sir_Fingolfin
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    20 Ottobre 2020

    Condivido qui i miei pensieri su The Phantom Agony, dato che mi sono finalmente deciso a recuperare tutta la discografia degli Epica. Conoscevo infatti una decina di canzoni, ma non ero mai stato preso al punto da ascoltare tutta la discografia. Devo però farmi un po' di cultura nel symphonic, dato che alla fine l'unica band del genere che davvero conosco (e amo) sono i Nightwish, oltre che parte della discografia degli After Forever (che però non amo)

    Allora, parto dai punti negativi di questo esordio. Primo, l'album è davvero trooooppo lungo: su 8 brani (dato che considero adyta e sensorium parti dello stesso brano) ben 5 (quasi 6) di questi superano i 6 minuti. Per fare un confronto con i quasi contemporanei Century Child e Once, in entrambi questi solo 2 brani superano i 6 minuti. L'album quindi è davvero troppo troppo grosso e farcito per essere gustato in un unico ascolto: alla fine del primo giro mi era rimasta solo tanta confusione e un vago mal di testa.
    A peggiorare le cose ci si mette una struttura dei brani che è molto simile (in maniera negativa) a quella dei primi 2 cd degli After Forever: lunghi, super farciti, senza pause o respiri e soprattutto senza dei ritornelli che si distinguano particolarmente dal resto del brano. Quest'ultima caratteristica, per miei gusti personali, mi risulta particolarmente sgradevole, perché già ci si trova davanti a brani grossi e pieni di roba; se poi non si riesce a trovare delle sezioni facilmente memorabili a cui ancorarsi diventa ancora più un casino secondo me. Tutto ciò non viene aiutato da altre caratteristiche: totale assenza di assoli di chitarra (anche solo per portare varietà) così come di brani pop più immediati e diretti. Di per sé queste caratteristiche non sono difetti, ma per me non aiutano l'album. Praticamente questo esordio ha solo o brani symphony metal o qualche mid tempo. Ancora, per confrontare con Once, questo sì ha brani più complessi come Ghost Love Score o Creek Mary's Blood, ma anche una Nemo o una Wish i Had an Angel, che ti si attaccano alla mente e non se ne vanno più.
    Finisco con l'ultima critica: le voci. Simone qui è ancora acerba, anche se molto più precisa e meglio impostata della prima Floor dei 2 cd degli AF. Però, per miei gusti, ho sempre trovato la sua voce un pochino poco personale. Certamente un bel timbro dolce e suadente, ma un po' precisina, priva di improvvisi momenti virtuosi o acuti esaltanti. Cantante solida ma, sempre per paragonare con i NW, con molta meno personalità di una Tarja o la potenza e l'esuberanza di una Floor. Soprattutto poi sta impostazione costantemente operistica o simil operistica, ancora per miei gusti, rende ancora più grave la ripetitività e lunghezza del cd.
    Mark invece qui è abbastanza disastroso: growl scarsino e scream pessimo onestamente.

    Ora, mi accorgo che scritto così sembra che io abbia odiato il disco. In realtà non è vero: se soffre molto quando ascoltato nell'interezza, invece i singoli pezzi sono molto buoni. Il disco suona benissimo, specie considerata la bulimia di strumenti. L'uso dell'orchestra è buono, anche se forse avrei gradito più momenti puramente orchestrali. La tripletta Sensorium, Cry for The Moon e Feint è davvero ottima. Cry for the moon è qualcosa più di ottimo, direi un piccolo capolavoro. Qui tutto è azzeccato: intro suggestivo, finalmente un chorus memorabile, ottima Simone. Insomma, gran brano. Illusive consensus e Façade of Reality buone, The Phantom Agony discreta, Run For a Fall e Seif Al Din bruttine.

    Insomma, un buon disco se preso a spezzoni. Forse ancora troppo simile ai primi After Forever. Mi aspetto di più però dal futuro della band. Cosa mi devo aspettare dal cd successivo?
     
  3. maxthecat

    maxthecat
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    The Great Oracle

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    21 Ottobre 2020

    Solo Capolavori con l'eccezione di Requiem For The Indifferent
     
  4. lunaticgate

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    21 Ottobre 2020

    Personalmente per quanto sia un grande estimatore di tutti gli album degli Epica, sono tra quelli che preferisce il lavoro fatto da Design Your Universe in poi. Ad ogni modo, gli Epica, album dopo album, hanno sempre aggiunto più elementi.
    Già in Consign to Oblivion ci sono sprazzi di quello che sarebbero diventati, oltre ad avere una suite fantastica.
    Con The Divine Conspiracy si fa un bel passo in avanti, ci sono alcuni capolavori al suo interno, pezzi che tutt'oggi reputo tra i migliori del loro repertorio, ma anche qualche pezzo più debole.
    Quello che non rende giustizia ai primi 3 album, è anche la produzione.
    Design Your Universe è lo spartiacque, sia per il cambio di line up, sia per il grandissimo balzo in avanti verso sonorità meno power e meno gotiche, ma molto più sinfoniche con innesti thrash/death. A mio avviso, rimane l'album più bello degli Epica.
    Requiem for the Indifferent è un album penalizzato dalla produzione e dai suoni, ma ci sono dei pezzi fantastici.
    The Quantum Enigma la maturità raggiunta è eccelsa, così come per The Holographic Principle, due album davvero eloquenti, sinfonici e potenti, nulla da dire.
     
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  5. Hesperus93

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    27 Novembre 2020



    I report della sessione d'ascolto con la stampa pubblicati fino ad ora hanno descritto "Freedom" come il brano più semplice e lineare del lotto, forse utile per prendere fiato fra "Code of Life" e "Kingdom fo Heaven part 3". In effetti, Simone ha dichiarato che alcuni brani sono stati scritti con l'esplicito obiettivo di diventare singoli, quindi non me ne stupisco. Il brano è orecchiabile e ha un ritmo che funziona, ma nondimeno non lo avrei scelto come singolo: non ha granché da offrire, è molto standard e ricorda i pezzi meno interessanti di The Solace System. Paradossalmente "Abyss of Time", pur avendo un sound datato, è più ricca (soprattutto nello special) e ha melodie forse più efficaci. Attenzione: "Freedom" mi piace e come riempitivo funziona meglio di una "The Cosmic Algorithm" o, peggio, di una "Guilty Demeanor". Per me è promossa, ma spero comunque non sia rappresentativa dell'album. Leggendo i report che parlano di brani con tendenze prog e molto etnici (uno addirittura di gusto indiano, cosa nuova per loro), suppongo che gli Epica abbiano solo scelto i singoli sbagliati.

    Quanto al video, la grafica da videogioco di svariati anni fa non mi convince, ma quanto meno non è un disastro come quelli dei singoli di The Solace System. Per i videoclip animati bisogna o avere molto budget o rivolgersi a disegnatori dallo stile particolare (es. il bravissimo Costin Chioreanu, anche se è ripetitivo).
     
    #1265
    Ultima modifica: 27 Novembre 2020
  6. Hesperus93

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    27 Novembre 2020

    Questo non penso sia un difetto oggettivo, altrimenti dovremmo cestinare buona parte della produzione progressive. Io degli Epica generalmente preferisco i brani lunghi, nella mia top5 superano tutti i sette minuti (due superano i dieci). Ovviamente, però, bisogna valutare caso per caso: talvolta la durata è giustificata, altre volte è frutto di ripetizioni e parti tagliabili. In The Phantom Agony e The Divine Conspiracy purtroppo, secondo me, ci sono vari brani inutilmente allungati. Lo stesso "Cry for the Moon", forse il loro brano più famoso, secondo me andrebbe tagliato un po'; ma loro son di coccio e nei live preferiscono spesso allungarla con variazioni pseudo-jazz.

    Più in generale, il livello tecnico all'epoca era abbastanza basso, anche se in parte compensato da certe finezze ritmiche (amo i tempi dispari con gli accenti spostati di Facade of Reality) e da cori ben scritti. L'arrivo successivo di Isaac (chitarrista), Arien (batterista) e Rob (bassista) ha aiutato parecchio ad alzare il livello tecnico.
    Quanto all'assenza di brani "pop"... be', era una scelta stilistica; c'è chi preferisce The Phantom Agony agli album successivi proprio per questo motivo. Ma l'hai detto, è una questione di gusti. Ci sta! Piuttosto non so fino a che punto abbia senso il paragone con Once, che è stilisticamente molto diverso.
    Secondo me The Phantom Agony è l'album peggiore degli Epica, ma perché davvero acerbo. E poi... Seif al Din? Sul serio?! Orrida. Quanto meno ci sono perle come la titletrack e Facade of Reality, per me i brani migliori del lotto (mentre, al contrario di te, non esco pazzo per Sensorium).

    Be', sì, Simone era molto acerba. Innanzitutto perché era stata convinta di essere un mezzosoprano pur essendo un soprano, cosa che la portava a intubare il timbro proprio come la prima Tarja. Secondariamente, era totalmente proiettata sull'impostazione lirica (verticale, bisogna dirlo), senza coltivare gli aspetti pop-rock della sua voce; concordo con te nel dire che renda più ripetitivo l'album. In terza battuta, era ancora troppo ingessata e forse solo in Feint tira fuori un minimo di espressività. Fortunatamente negli anni è cresciuta e migliorata moltissimo, esplorando altre sfumature della propria voce e dando maggiore rilevanza all'interpretazione.

    Anche Mark è migliorato molto negli anni; non che ora sia chissà che, decisamente no, ma si lascia ascoltare.

    Anche loro, probabilmente, ma il budget all'epoca era quello che era. Ora è tutta un'altra storia.
     
    #1266
    Ultima modifica: 27 Novembre 2020
  7. Mucchina Volante

    Mucchina Volante
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    27 Novembre 2020

    sentito solo una volta, a me piace!
    poi se teniamo conto che di solito il singolo è il pezzo peggiore del disco :ammicca:
     
  8. Hesperus93

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    27 Novembre 2020

    Gli Epica han fatto un percorso per certi versi simile a quello dei cugini After Forever. Ti scrivo qui le mie opinioni sui loro album successivi al primo; dopo averli ascoltati, fammi sapere se ti ci ritrovi. :beer:

    Consign to Oblivion ha più o meno la stessa produzione di The Phantom Agony, con atmosfere dal gusto "antico" ma un po' meno gotiche. I brani sono però generalmente molto più semplici, diretti e con melodie più orecchiabili. Simone, inoltre, qui inizia a cantare anche con impostazione moderna pop-rock, sebbene con risultati non ancora a fuoco.
    Il brano migliore è senza dubbio la titletrack, uno dei loro pezzi di punta e onnipresente chiusura dei loro concerti; penso sia davvero molto ispirata sotto tutti i punti di vista. Gli altri brani sono carini, a tratti molto (Blank Infinity, le due ballad...), però secondo me non riescono a brillare e a tirar fuori personalità.
    A mio gusto, i primi due album degli Epica sono i loro peggiori (sì, preferisco anche il tanto vituperato Requiem for the Indifferent), ma li ritengo comunque più che sufficienti.

    Col terzo album, The Divine Conspiracy, arriva la prima svolta stilistica che dà agli Epica una personalità musicale tutta loro. Nuovo batterista, ben più preparato del precedente e con una storia di militanza nel metal estremo (suonava nei God Dethroned). Importanti influenze thrash, death (in Death of a Dream in particolare) e, in alcuni brevi passaggi, persino black (in un pezzo della bellissima semi-ballad Chasing the Dragon, ma anche in alcuni passaggi di Manace of Vanity). Ritorno delle influenze progressive (chiare nell'arabeggiante Fools of Damnation, dallo special abbastanza complesso). Atmosfere oscure e drammatiche chiare già nell'opener The Obsessive Devotion. Il primo assolo di chitarra, sebbene breve (in Beyond Belief). Brani orecchiabili ma classici come Sancta Terra, e altri più moderni come Never Enough (con un tocco di elettronica e una melodia quasi alla Evanescence) che però non c'entra nulla col resto dell'album. Simone, inoltre, da qui inizia a migliorare in modo evidente e a sfruttare a pieno i vari aspetti della propria voce, però il meglio deve ancora venire. I testi, poi, sono generalmente molto ben scritti..
    Peccato solo per alcune lungaggini, in particolare nella soporifera titletrack (che, non a caso, nel live per il decimo anniversario della band è stata dimezzata); questo è in effetti il loro album più lungo (un mattone di ben 75 minuti).

    Design Your Universe è più guitar-oriented, anche grazie all'acquisto in formazione del nuovo chitarrista, ex compagno di band del batterista (anche se, guardando a ciò che compone, pare avere anche una passione per il power allegrotto) e molto abile con gli assoli (che da questo album in poi diventeranno abbastanza frequenti). Ed ecco quindi che arrivano brani da "Slayer con l'orchestra" come Martyr of the Free Word, mazzate vicine al death come Semblance of Liberty, l'adrenalinica Resign to Surrender, brani complessi e aggressivi come la stupenda Kingdom of Heaven (i cui 14 minuti volano via perché davvero ben gestiti), alternati comunque a brani più leggeri come Deconstruct e Unleashed, e ad altri emotivi come la titletrack (il cui ritornello corale secondo me è pazzesco) e soprattutto l'iconica ballad Tides of Time. Un altro punto di forza dell'album penso sia il labor limae e la cura per i dettagli, soprattutto nel modo in cui si passa da un brano all'altro.

    Requiem for the Indifferent è, secondo me, un esperimento incompreso dai più. Hanno voluto osare cambiando stile di produzione: le orchestrazioni risultano spesso scarne e in secondo piano, i suoni delle chitarre sono freddi e austeri (e sfruttano anche il palm muting e il tremolo picking). Questo forse funziona in brani che necessitano di tale freddezza, ad esempio la marziale Internal Warfare, ma altri risultano svuotati e poveri (soprattutto la titletrack, forse la loro peggiore assieme a TDC). Ciò nonostante, ci sono secondo me dei brani notevoli: in primis Avalanche, che risulta insieme molto emotiva e complessa (anche grazie a delle chiare influenze prog e a qualche leggero tocco elettronico); poi l'elegantissima Serenade of Self-Destruction, Monopoly on Truth con la sua struttura non comune, la semi-ballad Deep Water Horizon col suo special interessante. Da un punto di vista stilistico, l'aumento delle influenze prog è la caratteristica principale, anche se non sono mai tali da far parlare pienamente di symphonic prog come per gli Ex Libris; penso comunque a Deter the Tyrant, che ha un riff alla "Dream Theater arabeggianti" (peccato solo per le sue ripetizioni e lungaggini...). In mezzo a tutto ciò abbiamo anche brani orecchiabili, come la pop-ish e moderna Storm the Sorrow (dai leggeri tocchi elettronici), e aggressivi, come Stay the Course (che però non ha un briciolo dell'adrenalina di alcuni brani degli altri album). Menzione di disonore per Guilty Demeanor, che personalmente trovo davvero brutta.
    Quanto ai testi, qui ci sono i peggiori di Mark, ma anche alcuni tra i migliori di Simone.

    The Quantum Enigma è, per certi versi, l'opposto del precedente. Lo è innanzitutto per la produzione, qui ben più calda e avvolgente, e soprattutto stratificata, ricca, opulenta; non a caso, gli archi sono reali. C'è stato un cambio di passo anche nelle strutture, che si sono fatte più semplici e dirette (tranne una, han tutte la forma canzone), così da valorizzare melodie strumentali e vocali molto orecchiabili e dai ritornelli mangia-cervello. Questo è forse il loro album migliore, più o meno alla pari con Design Your Universe, ma perché i brani sono tutti ispiratissimi. Continuano a esserci influenze estreme (thrash, death, talvolta anche groove e in un caso quasi vagamente djent), ma anche molta eleganza ed emotività. The Essence of Silence, penso sia il brano migliore del lotto; seguono la titletrack (secondo me, molto sottovalutata dai fan), Chemical Insomnia, Reverance e Omen. Fra le bonus track, successivamente raccolte in un EP apposito, segnalo la bellissima ed emozionante In All Conscience, Mirage of Verity con i suoi archi molto ben prodotti e l'ammaliante Memento: tutte e tre avrebbero meritato un posto nell'album.
    In TQE si trovano le migliori performance vocali di Simone, anche se con quelle dell'album successivo è una bella gara. In compenso qui ci sono i suoi testi peggiori, mentre quelli di Mark han subito un miglioramento; almeno secondo me.
    Questo è il primo album col bassista Rob, secondo me un ottimo compositore.

    The Holographic Principle è una via di mezzo fra TQE e RFTI; del primo riprende la produzione opulenta, addirittura intensificandola (qui ci sono solo strumenti reali, quindi anche ottoni, legni e percussioni etniche), mentre del secondo riprende parzialmente la complessità e le tendenze un po' prog. La titletrack penso sia il loro brano più bello in assoluto, da lasciare totalmente senza fiato. Altra perla è la power ballad Once Upon a Nightmare: è molto emozionante, sembra un brano da musical e non ha un ritornello. Ottime anche Ascension (che ricorda quasi alcune cose dei Dimmu Borgir), la complessa Universal Death Squad (che mescola prog e thrash, gioca sui tempi dispari e sui cambi di tempo, e ha forse il loro riff migliore), la raffinata e a tratti aggressiva A Phantasmic Parade e la quasi melo-death Tear Down Your Walls. Ci sono anche brani molto orecchiabili e catchy, come la simil-power Beyond the Matrix (dal ritornello-tormentone, che però secondo me alla lunga stanca), l'arabeggiante e cantabile Dancing in a Hurricane, e la moderna, pop-ish e dal groove trascinante Edge of The Blade. Io però quest'ultima l'avrei tolta, così come la banalotta The Cosmic Algorithm, per far spazio a Decoded Poetry (anche questa a tratti prog, ma anche con passaggi emotivi e altri cattivi e dissonanti), ad Architect of Light (orecchiabile e dalle tendenze power, un po' alla Nightwish ma con un riff quasi alla Iron Maiden) e a Wheel of Destiny (aggressiva e simil thrash). Questi ultimi tre brani, assieme ad altri tre meno interessanti, sono stati inclusi nell'EP The Solace System.
    Fra i difetti di THP mi tocca citare la produzione vocale, che in alcuni brani (fortunatamente solo due, tre includendo la titletrack dell'EP) lascia Simone sullo sfondo e le toglie frequenze basse facendola sembrare sotto elio. Un altro problema è la presenza di alcune melodie un po' riciclate; anche in questo caso, fortunatamente sono solo due (ritornello di A Phantasmic Parade e strofe di Universal Death Squad, che ricordano rispettivamente Monopoly on Truth e Unchain Utopia). Quanto meno gli Epica han fatto molto gioco di squadra, giacché tutti i membri partecipano alla composizione; quelle melodie vocali poco ispirate le ha scritte Isaac, ma gli altri han compensato con le loro idee. Infine, se i testi di Simone sono generalmente molto apprezzabili, quelli di Mark sono più altalenanti.
     
    #1268
    Ultima modifica: 27 Novembre 2020
  9. AndySephirot

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    27 Novembre 2020




    Ecco il nuovo singolo, per me molto peggio di quello di prima.
     
  10. maxthecat

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    27 Novembre 2020

    Ho appena ascoltato Freedom - The Wolves Within . Il mio giudizio rimane sospeso, nel senso che dopo il secondo ascolto non mi manda in visibilio, è il classico compitino di una band che deve, forse, per contratto mettere una canzone di facile presa.... ma in questo caso come ho già letto sembra una canzone in stile di "The Solace System".... è priva di mordente..... la trova piatta è assolutamente lunga senza averne la necessità narrativa. Per il videoclip, non lo giudico nemmeno, è solo mero strumento tecnologico di promozione e di artistico non ha proprio nulla. Armiamoci di pazienza, ancora tre mesi per l'album... 8-]
     
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  11. lunaticgate

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    28 Novembre 2020

    Condivido assolutamente.
    Abyss of Time è salito negli ascolti, e tutto sommato ha ancora un buon equilibrio di stili, ma questo secondo singolo, è davvero poco audace, non mi entusiasma.

    Inviato dal mio ONEPLUS A6003 utilizzando Tapatalk
     
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  12. AndySephirot

    AndySephirot
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    18 Dicembre 2020

  13. AndySephirot

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    23 Gennaio 2021



    Ecco la nuova ballad "Rivers", cosa ne pensate?
     
  14. maxthecat

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    23 Gennaio 2021

    Mah... un po' deludente e poi assomiglia a questa song..... il ritornello s'avvicina al plagio
    il videoclip riporta Sìmone ai tempi di Solitary Ground per il momento dei tre singoli mi entusiasma solo The Abyss of Time :roll::headbang:
     
  15. AndySephirot

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    23 Gennaio 2021

    In realtà il ritornello assomiglia anche a questo: P!nk - Perfect (Official Video) - YouTube
     

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