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Medicina & Salute

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Evillupo, 5 Dicembre 2014.

  1. Il Luppoooo

    Il Luppoooo
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    Piglia schiaffone su chiappa

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    23 Agosto 2020

    Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
     
  2. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    23 Agosto 2020

    Ho scoperto che quando faccio le anestesie spinali le vagine diventano larghissime che puoi quasi vedere la cosa dura che fa un po' schifo
     
    A Pierluigi piace questo elemento.
  3. Ride_The_Sky

    Ride_The_Sky
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    Post fata eadem mutata resurgo.

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    24 Agosto 2020

    Che schifo.
     
  4. Orlando1987

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    23 Settembre 2020

    L'Aripiprazolo mi dà come spiacevole effetto collaterale un pò di agitazione psicomotoria...ai primi tempi che lo prendevo,la cosa era insopportabile.

    Questa mattina ho preso 15 gocce di Delorazepam...erano parecchi mesi che non lo prendevo...non mi sembra vero di poter star seduto tranquillamente sulla sedia su cui sono seduto adesso
     
  5. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    23 Settembre 2020

    Si chiama acatisia, è diverso dall'agitazione, però dai non male che diminuisca col tempo no?
     
  6. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    9 Novembre 2020

    Sentite io sto facendo trasporti covid tutto un continuo, non sono fidanzato, non posso conoscere persone nuove, l'unica specializzanda in turnazione con me (la solita) ha ripreso i problemi di condotta alimentare tipici del suo disturbo di personalità. Quindi mi chiedevo, ma se scrivo dei racconti semi-erotici dal fronte invece delle solite minchiate semi-eroiche è contro il regolamento? Vi assicuro che non sono porno perché non scopo.
     
    A Aslan, RIP, IAmTheLaw e 1 altro utente piace questo messaggio.
  7. Vittorio

    Vittorio
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    Poi vediamo.
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    10 Novembre 2020

    Bisogna sperare nella clemenza della moderazione.

    Oh ma forse...
     
  8. Il Luppoooo

    Il Luppoooo
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    Piglia schiaffone su chiappa

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    10 Novembre 2020

    Va bene ma vogliamo foto della specializzanda
     
  9. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    10 Novembre 2020

    Diario dal fronte, 2o anno di specializzazione 2a ondata, poco più di un anno fa mentre un cinese pensava "ma in fondo l'amore è amore" fissando un pipistrello io pensavo "ma in fondo il lavoro più bello lo fa il rianimatore".
    Turno di notte al Sant'Orsola, quando ci hanno detto che da questo mese non avremmo fatto più trapianti qualcuno aveva tirato sospiri di sollievo, poi è arrivata la doccia fredda esattamente come qualche mese fa senza preavviso e senza apparente senso, il giorno in sala operatoria a intubare gli obesi della chirurgia bariatrica (che ci tengono tantissimo a dimagrire entro la fine dell'ondata) e la notte a trasferire i covid sulle ambulanze.
    La dottoressa che fa la notte con me è la più giovane del gruppo. E anche la più ansiosa. È la strutturata, la mia babysitter stanotte, ma a questo giro è la prima notte covid anche per lei e di ostentare sicurezza inesistente come quegli ipocriti dei suoi colleghi più vecchi proprio non ce la fa. E io apprezzo la sincerità. Un po' meno la logorrea. Raccontare la propria vita pare sia terapeutico. Quegli stronzi dei benpensanti non la finiscono di stressare a chiederle come mai non ha un fidanzato e dei pargoli visto che ha il posto fisso, ma lei è troppo prog ed esce solo con uomini omosessuali, è questo l'inghippo, sennò avrebbe fatto. E comunque è da trogloditi incivili vedere le donne come incubatrici. Quanto vorrei dilungarmi a dirle quanto ha ragione, sorella, ma questa notte solo una parte del mio cervello immagazzina le informazioni che mi sta dando ed elabora lo schema motorio di un timido dondolio di approvazione della testa. Il resto di me pensa al giorno prima, all'infermiera neoassunta che in sala era stata chiamata dall'infermiera anziana come "Venere". "Davvero ti chiami Venere?" avevo chiesto, pensando fosse un equivalente femminile di stile del "ciccio" con cui mi chiama lo strutturato che ancora non ha capito che ho il nome scritto sulla divisa. "Sì" . "Che figata di nome" mi era uscito senza pensare ad imbellire l'espressione da ghetto che mi stava affiorando alle labbra. "Grazieee!!!" e aveva sorriso per un'eternità con gli occhi. Ormai il sorriso ho imparato a vederlo lì. È più difficile simulare il sorriso con gli occhi. Poi ha guardato la provetta di sangue arterioso nelle mia mani e si era offerta di portarla all'emogasanalizzatore al posto mio. Che carina.
    Mi giro verso la mia babysitter lgbtqi+. Alzo lo sguardo perché è dieci centimetri più alta di me. Stanotte il mio sguardo abbellisce ogni geometria e mi sento quasi in colpa a non riuscire a farlo con lei, alla sua figura ossuta e al suo naso aquilino che, cosa rara, si nota anche sotto la mascherina. Ci chiamano alle malattie infettive per un trasferimento. Ci vestiamo alla solita maniera che ero stato felice di scordarmi. La babysitter vuole che mi cosparga la cute esposta di gel alcoolico anche prima del contatto con l'infetto. Il risultato è che stanotte usciamo all'aperto, per andare all'altro padiglione, con un doppio strato di tutto su tutto, l'aria che espiro appanna presto gli occhiali e lo scudo facciale e sudo già, ma il collo è scoperto al freddo e bagnato d'alcool. La sensazione è delle più sgradevoli.
    Entriamo nell'edificio che è molto più austero del nostro. I pazienti stanno all'ultimo piano che non ha la classica corsia ma una serie di curve che zigzagano ad angolo retto, e si trovano all'interno di stanze insolitamente piccole e opprimenti. Gli infermieri dell'ambulanza sono già dentro con la barella. Il paziente è un andino che non capisce l'italiano. Ha una maschera con reservoir che gli fornisce i suoi bei litri di ossigeno al minuto, e non c'è nulla di particolarmente tragico nella sua figura. Si sistema sulla barella da solo. Satura 99%. Tiriamo tutti un bel sospiro di sollievo. Ci giriamo verso il corridoio e ci viene incontro la specializzanda di infettive del turno di notte per spiegarci la situazione. I suoi occhi sorridono mentre cammina, sebbene evidentemente assonnati, occhi di chi è sceso dalla brandina da poco. Arriverà a malapena al metro e cinquanta.
    Ha i capelli ricci e mori, parzialmente raccolti da un mollettone, i restanti le cadono sulle spalle. Non ha il resto della bardatura e infatti resta oltre la linea che segna l'inizio dell'area sporca. Ha la divisa bianca. Ne avevano consegnata una così anche a me e mi aveva fatto schifo, tanto che ero stato ben felice di sapere che in sala mi avrebbero fornito quella classica verde, molto più filmografica. Oltre a quella ha una piccola felpa marrone che tiene aperta, le mani nelle tasche, con la lampo che inizia dove terminano i suoi ricci, scende da entrambi i lati davanti le spalle e prosegue a fiancheggiare la sua figura esile passando dietro il rigonfiamenti del seno sotto la divisa bianca.
    Smetto di seguire la lampo con lo sguardo. Cambio totalmente il mio giudizio sulle divise bianche. Attraverso il bianco, illuminate dalla luce giallastra di quell'insolito corridoio a zigzag, traspaiono inconfondibili le macchie scure dei capezzoli, liberi da qualsivoglia reggiseno. Schopenauer diceva che l'esperienza estetica è data dalla contemplazione delle forze della fisica nella loro più pura espressione oggettuale, per questo ci piace così tanto osservare lo scorrere incessante delle cascate, la forza di gravità espressa ancora e ancora.
    In quel seno la forza di gravità era fattuale fin dalle clavicole. Il suo peso, non enorme a dire il vero, ma nemmeno inconsistente, appiattiva subito la divisa e almeno per la parte superiore del torace non vi era traccia di quel gonfiore da carne compressa, era come la parte iniziale di una goccia di cera, anzi due, una superficie di tela che offriva al mio sguardo il lato concavo, come fossi un marinaio che osserva le vele gonfiate da un vento che arriva alle sue spalle. Poi all'improvviso, stop. La forza di gravità non si esprimeva più. Faceva il suo ingresso la forza elastica, e le gocce di cera si allargavano all'improvviso. E quel contrasto di forze si esercitava in maniera così omogenea che le curve che ne risultavano erano perfettamente dolci e levigate, sebbene il cambiamento di concavità avvenisse molto velocemente, ma ogni marinaio sa che è così che gioca il vento. E altrettanto dolcemente su queste curve si trovava il capezzolo, per nulla violento col resto del seno. Questo premeva la tela a tal punto che non appariva da solo, ma faceva affiorare anche quei piccoli turbercoli che lo incorniciano all'interno dell'areola di cui non mi veniva il nome che pure sapevo, che sovrastano ghiandoline che producono secrezioni tensioattive che facilitano la suzione dell'eventuale neonato. Il nome proprio non mi viene.
    Deve darle fastidio il reggiseno quando è stesa a pancia in giù sulla branda, penso io. Non riesco a capire quanti anni abbia. Sarà del terzo anno penso, quasi alla fine. Avrà uno o due anni in più di me. Riguardo gli occhi sorridenti sopra la maschera FFP2. E scendo di nuovo. Uno scivolo brusco che fa prendere velocità e poi quell'arresto repentino. Uno si aspetterebbe che i capezzoli si volgano verso terra e invece no. Completamente orizzontali. Tra cinque anni magari non sarà più così. Ma ora sì.
    Accompagniamo il paziente fuori dall'edificio usando l'ascensore. Il suo respiro molto più tranquillo del mio, la sua saturazione pure.
    Tubercoli di Montgomery si chiamavano.
     
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  10. Monk

    Monk
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    To be a rock and not to roll

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    10 Novembre 2020

    Da umanista e pasticciatore di racconti e romanzi mai decollati e terminati, mi sento profondamente umiliato. Vado a fare una vasectomia al vicino.
     
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  11. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    10 Novembre 2020

    :rotfl:
     
  12. Vittorio

    Vittorio
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    Poi vediamo.
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    10 Novembre 2020

    Troppa trama.
     
  13. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    10 Novembre 2020

    Puoi iniziare dalla seconda metà che è quando entrano in scena i capezzoli
     
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  14. ador dorath

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    we, the gods

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    10 Novembre 2020

    Bello. Bei tempi quando eri con la C.... vero?
    Comunque ai nostri colleghi abbiamo regalato la masturbotuta.
     
  15. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    10 Novembre 2020

    Intendi C.... quella che mi ha accompagnato l'altra notte o C.... la strutturata ambiziosa, con più anni, con gli occhi azzurri?
     

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