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Nightwish

Discussione in 'Power Metal' iniziata da Deleted member 1570, 16 Luglio 2004.

  1. Sir_Fingolfin

    Sir_Fingolfin
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    11 Aprile 2020

    Wow, altro che ferrato! Che poi sono andato a vedere il tuo post di presentazione, più che sufficiente per capire se hai studiato musica o meno :D. Sono felicissimo che ci sia qualche esperto di canto in più qui sul forum, è sempre un piacere ascoltarvi.
    Grazie mille della risposta! Esaustiva a dir poco, anche se conosco molto meglio le sue prestazioni live con i Nightwish che non quelle precedenti. Avrei ancora mille domande da farti, ma questa non è la mia bacheca personale e pure io sono sotto esami (sono un tuo quasi-collega, laureato in storia e specializzando in storia medievale). Spero solo che prima o poi tu abbia il tempo di guardarti quella piccola performance live: non è niente di eccezionale eh, ma è perfetta per la mia argomentazione di una Floor forse un pelino troppo trattenuta su disco. O per dirla con parole tue, un filo troppo al guinzaglio (anche nell'emotività a scapito della precisione).
     
  2. Hesperus93

    Hesperus93
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    11 Aprile 2020

    Ti ringrazio molto, ma non sono un esperto. Ho un orecchio allenato all'ascolto, ma io in primis ho ancora moltissime lacune da colmare con lo studio. Anzi, solidarizzo con Floor, perché conosco bene la fatica data dal controllare una voce possente (la mia prima, pessima insegnante mi faceva sparare a tremila e urlare, per cui la mia attuale insegnante si sta inventando gli esercizi più assurdi per costringermi ad alleggerire e a cantare in modo delicato). Posto che io attualmente non sono un professionista e non ho certo l'esperienza di Floor.

    Sicuramente andrò a recuperare quella esibizione, anche perché adesso sono curioso. Live esce sempre fuori la dimensione più umana, emotiva ma anche fallibile, degli artisti.


    EDIT: un amico mi ha fatto notare che in Human Nature la voce di Anette, almeno con lo stile adottato in Imaginaerum, sarebbe risultata più adatta. In effetti sì, lei di base ha una voce più duttile e "zuccherosa" (mi si passi il termine), ma poi non so come avrebbe reso live certe cose. E poi che fai, cambi di nuovo cantante? Nah.
    Posto che il dubbio sui live ce l'ho anche nei confronti di Floor, visto che negli ultimi anni secondo me è peggiorata moltissimo ed è proprio il motivo per cui sono rimasto così sorpreso da questa sua performance su disco. Al di là dell'ambito acustico, che è peculiare, nei concerti metal riuscirà a mantenere questa leggerezza vocale e finirà per urlare spaccandosi le corde vocali come nell'ultimo tour? Spero che la nuova performance in studio non sia stata solo un'eccezione.
     
    #5537
    Ultima modifica: 12 Aprile 2020
  3. Flea

    Flea
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    11 Aprile 2020

    Il secondo CD è una botta ai coglioni allucinante.
    Fortunatamente il primo penso che mi piaccia, ma me lo devo sentire meglio.

    Inviato dal mio LG-H870 utilizzando Tapatalk
     
  4. Mordred87

    Mordred87
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    11 Aprile 2020

    il secondo cd non mi è piaciuto. Trovo che per quanto riguarda i pezzi ochestrali tuomas abbia fatto molto meglio con il disco di scrooge anche se devo dire che il finale ad astra è veramente meraviglioso. Il primo disco bello e mi ha spiazzato per quanto è sperimentale. Pezzi preferiti pan, tribal, how's the heart e harvest. Non vedo l'ora che arrivi la mia earbook!
     
  5. 3cod3

    3cod3
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    13 Aprile 2020

    Bellissima la citazione a Sagan :hype:
     
  6. LucaGiulio

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    14 Aprile 2020

    Bello o brutto che sia questo nuovo disco è difficile da ascoltare.

    Ho provato giovedì notte, poco dopo le 00.00, fresco di Spotify, e mi sono addormentato... vabbè, "sarà l'ora", ho pensato... ma nulla, ho riprovato per tutto il (lungo) week-end, e ogni volta reggevo 15-20 minuti massimo.

    Il primo disco ha anche qualche spunto interessante, ma poi si cade nel già sentito, nel prolisso, e anche nel ridicolo (certi passaggi di batteria e chitarra li suoni quando hai appena preso in mano gli strumenti, non dopo 25 anni da carriera ad lati livelli).

    il secondo disco è effettivamente inutile, seppure concordo con @Mordred87: il tema di Ad Astra è davvero bello.
     
  7. Mordred87

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    14 Aprile 2020

    salve ragazzi ! visto che del nuovo album dei Nightwish ne ho parlato all'infinito con i miei amici e in più ho scritto una recensione chilometrica per la webzine per cui scrivo che ovviamente non nominerò vi posto direttamente la recensione in questione per chi fosse interessato al mio parere ;)

    Una delle uscite senz’altro più attese dal mondo Metal e non solo in questo inizio di nuova decade è indubbiamente rappresentato dal nuovo lavoro dei maestri del Symphonic Metal Nightwish che proprio per la loro consueta abitudine di centellinare le loro uscite discografiche (negli ultimi 13 anni i Nightwish hanno pubblicato solo tre lavori), rendono un evento del genere un momento da vivere con fibrillazione per ogni loro fan che si rispetti e non solo. Da un certo punto di vista questo “HUMAN. :II: NATURE.” Rappresenta una continuazione rispetto al penultimo disco della band in studio del 2015 “Endless Forms Most Beautiful” in quanto la line-up della band è rimasta la stessa e le tematiche dell’album continuano a ruotare su topic più umanistici/scientifici rispetto ai testi molto spesso di stampo puramente fantasy e introspettivi che abbiamo avuto fino ad “Imaginearum”. Se “Endless Forms Most Beautiful” era un tributo all’evoluzione della vita nel nostro pianeta e di tutte le sue specie nel corso di milioni di anni, in quest’ultimo disco ci si concentra sull’uomo e su molte delle sue caratteristiche, sulla sua natura e sul suo rapporto col mondo che ci circonda. Queste sono le tematiche che vengono affrontate nel primo dei due dischi di “HUMAN. :II: NATURE:” che è appunto un doppio album per la prima volta nella storia della band finlandese, dove nel primo CD avremo nove canzoni in “pieno stile” Nightwish (e qui le virgolette sono d’obbligo e poi vedremo perché!), mentre nel secondo una lunga suite quasi totalmente orchestrale di più di 30 minuti dove le sinfonie e i titoli delle varie sotto-tracce in cui è divisa questa immensa opera richiama unicamente alla Natura , al suo fascino , alla sua bellezza … tutti temi tanto cari al mastermind e songwriter Tuomas Holopainen. L’ascolto dell’album debbo dire che mi ha lasciato con non poco stupore; dopo l’ascolto dei due singoli di lancio “Noise” e “Harvest” mi sarei aspettato un disco tutto sommato lineare e non troppo complesso sulla falsa riga dei due brani rilasciati per presentarlo. In realtà questo “HUMAN. :II: NATURE” rappresenta la svolta più marcata di tutta la carriera dei Nightwish. Da grandissimo fan della band e da una persona che li segue da quasi sedici anni e con tutto il rispetto e l’ammirazione che nutro per il genio di Holopainen non mi sarei mai aspettato di dover usare la parola “sperimentale” per descrivere un album dei Nightwish. Se “Endless Forms Most Beautiful” a livello musicale non era un disco che prendeva troppi rischi e che anzi volutamente richiamava degli elementi del passato questo album è una svolta a 360 rispetto al precedente. Floor Jansen che a detta di molti nel precedente lavoro non era stata sfruttata al pieno delle sue potenzialità in questo lavoro trova pane per i suoi denti dovendo interpretare delle parti complesse, difficili e sempre diverse; dai cori al cantato più pop, passando a quello più operatico, ai vocalizzi fino ad arrivare allo scream: La singer dovrà spingere la sua voce e le sue abilità al massimo tirando fuori delle linee vocali a dir poco meravigliose. Anche Troy e Marco trovano i loro spazi anche se spesso si tratta di armonizzazioni nei cori con qualche momento solista (penso a “Harvest” e “Endlessness” cantate quasi unicamente da Troy nel primo caso e da Marco nel secondo). Il viaggio parte con “Music”; la musica che si racconta in prima persona all’ascoltatore, puntualizzando come essa sia sempre stata parte di questo mondo anche prima dell’avvento dell’uomo; risiedeva nei suoni della natura e nel canto degli uccelli, nel ticchettio della pioggia e nel rumore delle cascate. Rappresenta quell’entità che ci fa sognare e ci allevia dalle nostre preoccupazioni e dai nostri pensieri (“eradicate the torment of a heavy heart”) ed è essa stessa che alla fine del brano ci invita a seguirla in un mondo di pura fantasia e immaginazione (“tick-toc time stops, follow me into the fog, to the hilltop, follow the call sky-clad, evoke the hum, allure the sirens”)… siamo pronti a seguirla in questa nuova avventura? Il pezzo si apre con dei suoni e dei ritmi tribali e una intro sinfonica che dura un buon quarto del brano. Dopodiché ci si aspetterebbe una esplosione metallica un po’ alla “Dark Chest Of Wonders” ma in realtà tutto si quieta ed ecco che appare la voce delicata di Floor che emoziona dalla prima nota; una voce quasi sussurrata accompagnata da un delicato tappeto sinfonico fino ad esplodere in uno dei pochi ritornelli del disco molto immediati e cantabili. Il brano muta iniziando a far intravedere qualcosa del lato progressive di questo disco che comunque ancora non è nulla rispetto a quello che verrà. Si prosegue con “Noise” che già conosciamo bene essendo uscita qualche mese fa accompagnata da un meraviglioso videoclip. Si tratta del pezzo più “facile” del disco con ancora una volta un chorus molto efficace che si stampa immediatamente in testa. La cosa più interessante di questo pezzo sono le tematiche affrontate esaustivamente anche nel videoclip del pezzo che è veramente uno spettacolo sotto ogni punto di vista e che vi consiglio di visionare se non lo avete mai fatto. Il pezzo parla della tecnologia, dei social ed in particolare del loro abuso. Holopainen ha preso ispirazione da diverse fonti per scrivere questo pezzo tra cui la celebre serie TV britannica “Black Mirror” e i più attenti troveranno molti riferimenti alla serie sparse qua e là nel brano (l’espressione “shut up and dance” contenuta nel testo per esempio, è il titolo di uno degli episodi della serie). Il “rumore in un mondo privo di luce” è proprio riferito al costante flusso di informazioni (e spesso di disinformazioni), gossip, negatività, autocompiacimento e narcisismo che i social ci mettono spesso di fronte rendendoci schiavi di questo “Nuovo Mondo”. Va detto per onestà di cronaca che il messaggio di Holopainen non vuole essere un messaggio anti-tecnologia tutt’altro! Tuomas come ha spesso ribadito si definisce un grande fan della tecnologia e di internet, questa canzone parla unicamente dell’abuso di esso e dei lati negativi di uno strumento altrimenti meraviglioso. “Shoemaker” è dedicata al geologo statunitense Eugene Merie Shoemaker che oltre ad essere famoso per alcune scoperte nel campo dell’astronomia è anche noto per essere l’unica persona ad essere in parte sepolta sulla Luna. Infatti le sue ceneri vennero parzialmente disperse sulla superficie lunare. Dopo l’arte (rappresentata dalla musica) e la tecnologia (rappresentata da internet e dai social) non poteva mancare un tributo alla Scienza da parte di Tuomas che lo fa tramite uno dei brani più convincenti dell’album; “Shoemaker” appunto, che è un pezzo ricco, complesso e sognante. Molto del merito va alle intricate linee vocali di Floor con un inizio a mo’ di cantilena che viene spezzato dalla voce di Troy sempre delicata ed emozionante. L’inizio del pezzo segue lo schema strofa –chorus – sfrofa-chorus prima di cambiare radicalmente verso metà brano. La quiete è accompagnata da un crescendo di violino e una voce femminile narrata fino ad arrivare a una sezione operatica in cui la voce di Floor è letteralmente da pelle d’oca. “Harvest” è un delicata ballad dal sapore folk cantata quasi unicamente da Troy. Anch’essa è uscita per presentare l’album e lo fa con una dolcezza disarmante affrontando il tema della morte (la mietitura appunto) e del cerchio della vita con leggerezza e poesia e ancora una volta ci mostra il lato più accessibile dell’album. “Pan” è forse il mio pezzo preferito del disco e anche qui si parla di una delle caratteristica della natura umana che è tanto cara al nostro Tuomas, ossia il potere dell’immaginazione. Un concetto su cui Tuomas ha basato una carriera intera qui racchiusa in un unico brano che è forse quello che per le atmosfere mi ricorda di più i vecchi Nightwish. La musica inizia e l’immaginazione prende vita partendo da una condizione in cui questa sembra essersi persa, smarrita (“once there was a silent canvas, sleeping stories unimagined”). Poi d’un tratto quella scintilla prende vita e ci trasporta in luoghi inesplorati (“then something wicked their way came, showed a way to the great escape, evoked the worlds, sparked the brain, an ape in awe before a door”). Il brano parte con una melodia di tastiera in pieno stile Nightwish prende vita con una sinfonia grandiosa e ancora una volta Floor ci ammalia con quello che a mio giudizio è la melodia vocale più bella ed emozionante del disco. Anche il chorus è ben riuscito e il riff di Emppu è incalzante. Ma la bellezza di questo brano risiede tutta nell’atmosfera fiabesca che racchiude il brano. Finalmente abbiamo anche un pezzo piuttosto heavy e incalzante in alcune parti, cosa che forse manca un pochino a questo disco. “How’s The Heart” è un altro bellissimo pezzo in parte sulla scia di Harvest (anche questo molto folky) ma è senza dubbio più dinamico. Il pezzo parla dell’empatia e quindi di uno dei tratti più nobili dell’essere umano. Il cuore pulsante all’inizio del pezzo lascia spazio ad una bellissima sezione folk allegra e ariosa prima che Floor diventi protagonista del pezzo ancora una volta. Anche questo brano ha un ottimo ritornello veramente toccante e risulta essere un altro tra i miei pezzi favoriti del disco. Anche qui la canzone diventa molto dinamica nella seconda parte mentre Floor accompagnata da Marco reinterpretano il ritornello in una tonalità più bassa. “Procession” è un pezzo molto particolare, affascinante nella sua diversità che forse mi deve convincere ancora al 100% ma che piano piano sta crescendo con gli ascolti. Parte con un sound di tastiera quasi elettronico e risulta essere molto cadenzato dall’inizio alla fine. Questo non è un brano con una struttura definita e nemmeno con un ritornello, gioca molto sull’atmosfera, le melodie di tastiera e la voce di Floor. È un pezzo struggente con un crescendo nel finale. Questo è il brano in cui il testo sembra avvicinarsi di più al concept del precedente disco parlando dell’evoluzione dell’essere umano e del cerchio della vita in un era preistorica. Finalmente si arriva a “Tribal” pezzo il cui titolo può dare un’idea accurata del sound in questione. Il brano è la cosa più atipica che hanno mai composto i Nightwish ed è anche una delle cose più riuscite del disco. Esso mi ha ricordato qualcosa tra gli Ayreon di “Loser” e i Pain Of Salvation di “Imago”. Le percussioni create da Kai Hahto sono fenomenali e il pezzo ha un che di tribale ma allo stesso tempo di abbastanza inquietante. Floor è spettacolare, stavolta su delle timbriche assai più aggressive e il riff di chitarra di Emppu a metà canzone per una volta è a dir poco trascinante e da headbanging puro! Se negli ultimi album sono sempre stato abbastanza critico sui riff sempre poco originali e che avevano un che di già sentito da parte del chitarrista finlandese qui debbo dire che ne ha tirato fuori uno che è assolutamente spettacolare! Nel bel mezzo della canzone poi c’è un break in cui Marco e Troy riproducono dei versi in linea con quelli presenti su “The Greatest Show On Earth” per dare vita alla voce di degli esseri umani primitivi rappresentati in questo pezzo… follia pura! “Endlessness” chiude il primo disco e finalmente Marco Hietala ha il suo momento di gloria con un pezzo cantato quasi unicamente da lui. Un brano dall’incedere lento, quasi Doom, anche qui con un retrogusto che ha un che di inquietante. Il brano insieme a “Music” è l’unico nel primo disco che super i sette minuti di durata e pur senza particolari cambi di ritmo risulta convincente e chiude il primo CD in maniera assolutamente positiva. Si passa al secondo disco che come detto racchiude un unico brano orchestrale suddiviso in otto parti dal titolo “All The Works Of Nature That Adorn The World”. È un pezzo quasi totalmente orchestrale eccetto per qualche vocalizzo di Floor, qualche piccola parte folk introdotta da Troy, qualche passaggio di tastiera di Tuomas e delle parti narrate all’inizio e alla fine del brano. In tutto e per tutto questo è il grande tributo di Tuomas verso le colonne sonore dei film, un genere musicale a lui tanto caro. Parzialmente si era già avventurato verso certi lidi con l’album solista basato sul fumetto di Don Rosa che vedeva protagonista Paperon De Paperoni del 2014 e sulla rivisitazione orchestrale di “Imaginaerum” che sarebbe poi divenuta la colonna sonora del film creato dalla band con lo stesso nome. Assodato inoltre che i Nightwish sono un gruppo sinfonico che ha spesso incorporato un’orchestra nei propri dischi, una mossa tale è sicuramente qualcosa di nuovo ed inaspettato per la band madre che avrà lasciato di stucco tanti fan. Ha senso un operazione del genere contando che i minuti di musica in questo album in pieno stile Nightwish sono appena cinquanta dopo cinque anni di attesa? Non siamo noi che dobbiamo porci questa domanda che spetta solamente al creatore di tutto questo, ossia Tuomas. Io posso solo dirvi la mia sul pezzo dal punto di vista di una persona che apprezza questo genere musicale (penso alle colonne sonore del “Signore Degli Anelli” o di “Jurassic Park” adorate dal sottoscritto) ma che avrebbe preferito se pezzo in questione avesse contenuto qualche parte cantata e qualche parte narrata in più. È un bel brano che vive però di alti e bassi e trovo che l’inizio e la fine siano le parti più convincenti dell’opera, soprattutto quell’”Ad Astra” che chiude il disco con dei vocalizzi di Floor da brividi. Una mossa coraggiosa e ambiziosa dunque come è ambizioso tutto il disco in questione che ci mostra una band in gran spolvero per nulla contenta di adagiarsi sulla grandiosità del suo passato e pronta nuovamente a mettersi in gioco. Certo siamo anni luce distanti dalla band che ha scritto “Oceanborn” e “Wishmaster”, ma anche dalla stessa che ha dato la luce il capolavoro “Imaginaerum” in tempi più recenti. Se vi aspettate di sentire un disco di “Symphonic Power Metal” potete anche scordarvelo ma se amate la musica senza pregiudizi limitazioni e paletti stilistici lasciatevi trasportare da questo lavoro e dalla sua magia. Una cosa è chiara ; ormai catalogare i Nightwish come una semplice “Symphonic Metal band” non ha più senso perché molto più ampio è lo spettro musicale creato dal maestro Holopainen. D’altronde il grande artista è quello che non si pone limiti, pronto a raccontare e raccontarsi senza la paura di uscire dagli schemi stilistici imposti da chissà chi. Questi sono I Nightwish del 2020; prendere o lasciare. Io prendo volentieri e rimango sempre più curioso sulla direzione stilistica che intraprenderà nel prossimo futuro la band di Tuomas Holopainen rimanendo comunque conscio che il presente musicale garantito da questo disco è più che roseo.

    “There is Pleasure in the pathless woods, there is rapture in the lonely shore, there is society where none intrudes, by the deep sea and music in its roar; I love not Man the less, but Nature more.”

    VOTO : 8/10
     
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  8. Mik 92

    Mik 92
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    15 Aprile 2020

    Quando parla del lavoraccio svolto, della composizione difficile, ben strutturata e dei testi complessi e criptici concordo con Mordred.
    Per tutto il resto sono in disaccordo.

    Le aspettative per me erano alte si, ma neanche cosi tanto dopo EFMB (disco che reputo buono con delle chicche notevoli come Alpenglow, My Walden, la suite finale pur prolissa, Our Decades In The Sun e Edema Ruh su tutte).
    Pensavo avrebbero seguito un'altra volta il loro stile riconoscibilissimo e, a tratti, auto-abusato.
    E, vi dico, per me non sarebbe neanche stato tanto male visto l'apprezzamente per il disco precedente.
    E invece cosa sentono le mie orecchie?
    Un disco molto diverso, molto complesso, pesante a volte, dai testi sicuramente non banali ma realmente ostici e che poco mi hanno trasmesso pur avendo fatto un'ascolto intero del disco seguendo le lyrics (non ho capito nulla del senso dei brani in sostanza).
    Le buone canzoni sono presenti anche qui, ma quelle che personalmente reputo buone non arrivano ai livelli di quelle di EFMB.
    O meglio, questo Human meriterebbe un voto in più solo per quanto detto nella prima frase del post, ovvero per la complessità di tutto quanto, per il fatto che è bello (finalmente) sentire brani che non riportano il solito schema strofa-bridge-ritornello e cosi via, ma...mancano le melodie memorabili da cantare nei live, mancano i ritornelli accattivanti come quelli di una Storytime qualsiasi.
    Ecco, per me questo è il punto.
    Dal vivo cosa canteremo di pezzi come Tribal, Procession o Pan?
    Mi sembrano brani con meno parti cantabili in "sing along", si salvano solo Harvest (bellissima, amo Troy), Music e How's The Heart e un pò Shoemaker.
    Noise la escludo a priori perchè proprio non mi fa impazzire, troppo riciclata, troppo prevedibile. Sono concorde sul seguire le proprie orme, ma cosi è troppo.
    In tutti i brani ci sono dei passaggi che meritano più ascolti, passaggi anche nascosti ma suonati e studiati alla grande, soprattutto per quanto riguarda Floor.
    Ma brani interi oltre quelli citati...mah.
    Endlessness può essere carina ma di sicuro non la trovo memorabile. Marco canta male, siamo oggettivi dai, canta proprio male. Ed il brano non è niente di trascendentale.
    Pan e Procession hanno spunti interessanti ma non esplodono, non mi colpiscono.
    Shoemaker invece è intrigante ed il finale merita, pur non avendomi emozionato come ha fatto con altri.

    Quindi sono deluso: speravo in brani easy listening come nel loro trend ma creati apposta per mostrare Floor in tutto il suo splendore, invece trovo brani ostici e complessi con melodie vocali stranissime che sicuramente mettono in mostra la Jansen, ma che non emozionano perchè sono veramente troppo strane.
    Lei fa tutto comunque, dimostra di essere fenomenale.
    Però non mi basta, mi mancano le canzoni.
    Per me siamo poco sopra la sufficienza, magari tra un anno cambierò idea.

    Ah il secondo disco dopo due ascolti l'ho cestinato, non mi ha minimamente preso.
    E lo dico da fan del disco solista di Tuomas.
     
  9. The Dweller

    The Dweller
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    15 Aprile 2020

    @Mordred87 recensione bellissima, complimenti!

    Secondo disco a parte, che ascolterò solo quando sarò nel mood giusto, concordo su tutto: album bello, che mi riporta i Nightwish fantasiosi e vari che mi piacciono tanto :happy:
     
    #5544
    Ultima modifica: 15 Aprile 2020
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  10. Sir_Fingolfin

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    17 Aprile 2020

    Comunque How's The Heart, dal punto di vista lirico, penso sia un unicum nella discografia dei Nightwish: come dichiarato sia da Floor che da Tuomas, la seconda strofa ("We met where the cliff greets the sea/Shared a story, took the leap/Rose up rooted, hid a note/You know where/You've been there./Now there's one who came from me/A child of light, another tale/Dear one,Night will come but not to stay/Why?/The answer's in the How's The Heart") è dedicata a Floor, al suo incontro con il marito Hannes e alla nascita della loro figlia Freya. Correggetemi se mi sbaglio, ma penso sia la prima volta che Tuomas dedica delle lyrics ad un membro della band. A parte ovviamente il dissing di Bye bye Beautiful, The Poet and The Pendulum e Master Passion Greed, ma in quel caso non erano proprio parole carine e Tarja era già fuori dalla band.
    Quindi o Tuomas è sinceramente affezionato a Floor, oppure per i più cinici di voi vuole rabbonire Floor perché è spaventato dalla sua fama ormai enorme ... o forse dal fatto che abbia delle spalle grosse il triplo di lui e che se gli tirasse un cazzotto lo manderebbe dritto dritto all'ospedale :hihi: (si scherza ovviamente:ops:)
     
  11. Sir_Fingolfin

    Sir_Fingolfin
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    17 Aprile 2020

    In parte condivido il tuo discorso e in parte no. Non condivido la tua impressione generale del disco: io lo trovo piacevolissimo e tutt'altro che difficile da ascoltare. Come detto più su, penso sia uno dei dischi dei Nighwish che mi scorre più facilmente dall'inizio alla fine, lasciandomi addosso sensazioni davvero positive. Però capisco il tuo discorso sulla mancanza di brani di spicco: io reputo tutte le canzoni tra il buono e l'ottimo, ma nessuna (personalmente) raggiunge l'eccellenza. Per quanto riguarda la mancanza di brani cantabili e memorabili, il discorso è per me molto complesso. Da un lato capisco benissimo cosa vuoi dire: escluse Noise, Harvest e How's The Heart, tutto il resto del disco presenta o strutture dei brani atipiche (Shoemaker, Procession e Tribal) oppure strofe o ritornelli (o entrambi) molto difficili da canticchiare da soli o cantare in coro in un concerto (Music, Pan, Endlessness). E io non vado certo ad un concerto di una band power symphonic metal per starmene fermo in silenzio a contemplare l'esecuzione dei brani come se fossi a teatro. Inoltre, stiamo pur sempre parlando dei Nightwish, mica chissà quale gruppo prog: mi sembra naturale e anche giusto aspettarsi canzoni orecchiabili e catchy, perché questo è sempre stato il loro marchio di fabbrica (per me più tendente al pop che al metal, e non lo sto dicendo come insulto). Si può quindi dire che i Nightwish abbiano forse fatto il passo più lungo della gamba? Boh, forse sì. Per fare un paragone, i Blind Guardian post Nightfall hanno sperimentato anche molto più di quanto fatto qui dai Nightwish, passando dall'essere una band Thrash/Power Metal ad una raffinatissima band Symphonic Metal. Eppure non hanno mai perso la loro impronta: And Then There Was Silence o Wheel of Time, per prendere due brani complessi, sono praticamente agli antipodi dei primi Blind, eppure nessuno può negare che suonino 100% BG e che tutti i loro marchi di fabbrica siano presenti. L'ascoltatore non rimane disorientato come su questo Human Nature (che eppure nella sostanza sperimenta assai meno).
    Ma allo stesso tempo, è giusto limitare un artista alla necessità di fare brani cantabili o ballabili ai concerti? Probabilmente no. E questo diventa ancora più evidente nel caso dei NW. Sono uno storico e quindi tendo sempre a storicizzare: ascoltatevi qualcuna delle ultime interviste di Tuomas. Sentirete un uomo ormai lontanissimo dal metal (che per sua ammissione ormai non ascolta da anni), sempre più intimista e introverso emotivamente, alla ricerca della pace e del silenzio della natura (anche questa tematica che salta sempre fuori nelle interviste). Inoltre secondo me sta sentendo molto l'influenza di Troy, anche questo lontanissimo dal mondo metal. Insomma, è giusto imporre a un artista in tale stato d'animo di fare del power/symphonic più catchy e più vicino al suono tradizionale di NW, anche se non lo "sente" più nel suo animo? Che poi per me Tuomas sente eccome questa pressione, e Noise è il risultato: una canzone fatta di maniera e senza cuore. Così come (quasi) ogni momento metal nel disco.
    Insomma, per me il discorso è davvero complesso. Sicuramente, si potesse sostituire il secondo cd con una bella suite in stile Greatest Show on Earth e Noise con un brano power più riuscito (anche solo una Weak Fantasy), il disco ne.guadagnerebbe molto imho
     
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  12. Hesperus93

    Hesperus93
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    17 Aprile 2020

    Questo 2020 continua a riservare sorprese
     
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  13. Mik 92

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    17 Aprile 2020

    Discorso praticamente perfetto, mi ci ritrovo alla grande.
    Il mastermind della band è lontano dal metal, ed anche alcuni musicisti all'interno di essa lo sono e, probabilmente, influiscono (parlo di Troy).
    Forse i soli Marco e Floor sono più metallari, Emmpu lo vedo come neutro e Kai è l'ultimo arrivato e non può azzardarsi a dire nulla :ops:
    Con questa situazione è lecito trovare canzoni che di chitarre pesanti hanno ben poco, ma anche per me sarebbe un bene.
    Se le canzoni fossero effettivamente di spessore, in parte queste di Human lo sono, ma mi manca quel qualcosa che le faccia diventare splendide, se non delle hits.

    Sul discorso delle lyrics di How's The Heart: sono sbalodardito.
    Chi avrebbe mai detto che Tuomas si sarebbe "addolcito" cosi?
    Ecco perchè Floor ha dichiarato che questo brano è il suo preferito
     
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  14. zed

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    18 Aprile 2020

    è un periodo che sto ascoltando praticamente solo Voivod, Meshuggah e Nevermore (mie band preferite di sempre comunque), ma avevo bisogno di alleggerire la mia testa che sta diventando particolarmente paranoica in sto periodo: così mi ascolto il nuovo dei Nightwish e secondo me è una bella bombina: è un mix riuscito di "sperimentazioni" però mai fine a sè stesse, sempre a cercare la melodia e cose più immediate che recano il loro stile in maniera più sfacciata, comunque mi piace più o meno tutto, il secondo cd devo ascoltarlo... ma lei ha una voce infinita e cosa che mi sorprende, dal vivo è anche meglio.. Tra le cose migliori ascoltate del 2020 in ambito classico.
     
  15. Flea

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    18 Aprile 2020

    Il primo disco mi piace tutto, non ce n'è davvero una che skippo, ma è anche vero che non vi sento nulla di così rivoluzionario. E' vero che la struttura delle canzoni è un po' più articolata, ma sinceramente lo stile Nightwish degli ultimi lavori mi sembra molto riconoscibile e anche a livello di orecchiabilità io non ho trovato virate molto estreme e tutti i brani mi sembrano cantabilissimi dal vivo tutti in coro e perfettamente fruibili sin dal primo ascolto. E per me è un bene, comunque.
    Concordo sul fatto che Floor in questo lavoro sia stata sfruttata molto di più, la sua prova è davvero notevole e per me la conferma di come sia la cantante migliore che hanno avuto, semplicemente perché può fare tutto.
    Purtroppo il secondo disco non riesco proprio a digerirlo, sebbene abbia i suoi momenti (pure per me la parte finale è molto bella), ma diciamo che non sono un fan delle colonne sonore cinematografiche, funzionali nei film, ma meno nello stereo, e se proprio me ne devo sentire una, non vado dai Nightwish. Alla fine mi sembra più un esercizio di stile che altro, ma Tommasino aveva già sforato abbondantemente con The Greatest Show on Earth, con un brano di 8-10 minuti di troppo, qua è andato a briglia sciolta, eliminando proprio il cantato e l'elettrico...mi chiedo quanti sarebbero contenti di sentirla dal vivo al posto di mezz'ora di altri brani.

    Comunque se consideriamo solo il primo disco, è davvero ottimo, l'altro forse sarebbe stato meglio presentarlo come bonus in una limited edition, ma alla fine la band è di Tommaso e giustamente ci fa il cacchio che gli pare, come il coltivatore di tamarindi^^
     

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