Black Metal

Poi ci sono io che sono agnostico ma tendente all'ateismo come un lim con x tendente a infinito di x + 1.
Ovvero infinito.
Insomma, sono un quasi ateo.

 

Una domanda fuori dal comune, preferireste: comprare Live in Zeitz e Live in Leipzig, spendendo di più, per collezione oppure comprare Live in Leipzig 2cd - 25th anniversary edition, risparmiando, ma avendo un solo album(con dentro due cd ovviamente). Scusate per la domanda strana e confusionaria, però vorrei sapere come la vedete voi visto che sono indeciso.
Scusate ancora!

 

Consiglio di chiedere anche nel topic dei Mayhem

 

I gusti, inutile dirlo, non si discutono, ma neppure questo disco ti esalta?

 

Sì, uno dei tanti aspetti assurdi della cosiddetta "attitudine".
Tra l'altro, mi domando quanto ancora paghi un certo atteggiamento in un'epoca in cui i fruitori di musica, specie quelli maggiorenni, sono ormai abituati a ogni genere di eccesso.

 

Guarda, sono convinto che sia in parte abitudine e in parte lo facciano per attirare eventuali nuovi gonzi (mai sottovalutare la stupidità umana...)

 

A me piaceva leggere sovente le interviste di questi simpaticoni invasati. Bardo methodology a parte.

Ormai non è una pratica così diffusa ad esser sincero. E gli Ondskapt han sempre fatto queste simpatici proclami.

Tra l’altro gira la leggenda della distruzione di uno studio di registrazione, perché carlfort non aveva coperto le spese per la registrazione di draco sit mihi dux.

 

Un peccato che certi atteggiamenti e dichiarazioni siano caduti in disuso. Viene meno per me quello spirito black primigeno che faceva della provocazione e senso dell'orrido una bandiera da portare avanti. Ad ogni modo non credo che tale atteggiamento abbia portato agli Ondskapt chissà quali vantaggi in termini di successo e pubblico.
Comunque è vero, stando alle dichiarazioni di kvarforth pare che durante le registrazioni del secondo album (dodens evangelium) il cantante acerbus sia andato fuori di testa, distruggendo lo studio, con conseguente arrivo della polizia. Addirittura lo stesso acerbus odia davvero kvarforth, poichè è convinto che si sia fatto i soldi con le copie vendute del loro secondo album

 

Poiché ha fatto parte dell'universo estetico del black metal fin dalle origini, posso comprendere l'apprezzamento per quello spirito.
Da qualche tempo, però, il nostro genere ha dimostrato di saper maturare, aprendosi a tematiche diverse e rinunciando a parte delle classiche pose.
Prendi, tra i tanti, gli Altar of Plagues: niente pantomime e tanta sostanza.

 

Si certo, ci sono innumerevoli esempi di gruppi e progetti black che mettono da parte le provocazioni per far posto solo alla musica. Ma possiamo parlare di maturità o piuttosto spersonalizzazione di un genere? L'estetica provocatoria da sempre fa parte del black metal, unite a tematiche e stili considerati tabù dappertutto (dal satanismo al nazionalsocialismo e così via). Venendo a mancare tutto questo, per me si riduce il black metal "solo" ad un genere musicale, quando invece racchiude molto altro. Insomma preferisco dichiarazioni esagerate ("noi siamo solo i servi di Colui che ha le corna"?) alla morigeratezza.

 

Non si tratta di morigeratezza. Si tratta di capire che quell' estetica, introdotta in origine da un branco di ragazzini disagiati, non da chissà che genio, non fa più paura a nessuno (nazismo a parte, ma si tratta di un altro discorso). Trovo molto più destabilizzante qualcuno che semplicemente mettendo in fila delle note riesce a trasmetterti il suo disagio che non certe messe in scena.

 

Absolutely d'accordo.

Un po' d'immagine, di personaggio non guasta, però deve servire a contorno di quella che è la musica...

 

Non erano solo dei disagiati suvvia, e il sale in zucca per comporre certe rare perle devi per forza averlo e in abbondanza. Per il resto non si tratta solo di "far paura" ma di far da contorno alla musica con un messaggio ed uno stile adeguati. Per me tutto questo è venuto a mancare col tempo e non posso che rammaricarmene. Poi da sempre a immagini e messaggi disturbanti, si è sempre accompagnata una musica eccelsa, partendo da Burzum e Mayhem per finire con gli stessi Ondskapt che hanno fatto tre album uno più bello dell'altro.

 

Dipende dalla sensibilità di ciascuno: a me interessa la capacità comunicativa di un tipo di produzione musicale nella sua pura materia sonora, a prescindere dal contesto socio-culturale in cui si è sviluppata.
Per questa ragione, per me è naturale parlare di maturazione, in quanto l'indipendenza della musica composta dalla "attitudine" (o come preferiamo chiamarla) di chi la esegue segna un passo in avanti.
Bisognerebbe approfondire quel "racchiude molto altro", perché, oltre all'indiscutibile qualità e originalità di una rivoluzione stilistica in campo musicale, non vedo, per l'appunto, molto altro.
Resta vero, a mio avviso, quanto scritto da Requiemscript: certe cose non spaventano più nessuno e, soprattutto, la vera sfida è comunicare il disagio attraverso il linguaggio delle note, tralasciando il superfluo.