Droghe: svago innocente o crimine da punire?

Le spese contro la malavita che conti riguardano solamente i provvedimenti anti gioco illegale o tutti i provvedimenti? Perchè se sono i secondi allora è un po' ingiusto metterli tutti nel mucchio delle perdite generate dalla legalizzazione, quelli sono soldi che andrebbero persi comunque

 

Stai facendo un mischione della madonna solo per sostenere la tua tesi. Le spese per criminalità, malavita ed evasione fiscale esistono dacché esiste lo Stato, il gioco d'azzardo contribuirà per percentuali irrisorie. Inoltre, non è che proibendo il gioco d'azzardo elimini la ludopatia, e le spese connesse... Dai, è innegabile che lo stato guadagni, e tanto. Il cittadino comune ovviamente perde.

 

Non sto parlando dei provvedimento contro la malavita in generale, ma solo quelli legati al gioco d'azzardo...
considerato che il gioco d'azzardo era cose irrisoria visto che del tutto legato a chi già aveva questa passione o tendenza.
che in Italia prima dell'arrivo dei videopoker era un fenomeno marginale. Forse per questo venne considerato gestibile.

 

1) sto parlando SOLO delle spese per combattere la criminalità nel gioco d'azzardo legato a videopoker e siti(visto che praticamente altri fenomeni rilevanti non ce ne sono).

2)Considerato che i Videopoker nei bar,ecc non erano destinate a chi gia aveva un problema ma altresì a fatto in modo che persone che prima neanche considerassero la cosa iniziassero (Gente che al circolino si le ggeva la gazzetta per noia improvvisamente "per noia " ha cominciato a infilare monete in quelle macchinette.) qua non si parla di spese che ci sarebbero state comunque ma dello stato che impunemente ha fatto ammalare centinaiia di migliaia di persona per sua stessa scelta e decisione..

quindi no... nessun pastone ma tutto estremamente connesso e riconducibile.

 

Che ti devo dire, avremo uno Stato autolesionista che ha deciso di legalizzare il gioco d'azzardo e continuare cosi perché ha voglia di perdere miliardi
Non pensi che se il gioco d'azzardo costasse allo stato svariati miliardi senza alcun incasso si tornerebbe indietro?

 

Se nemmeno davanti alla bara con il proprio figlio dentro, un genitore riesce a chiudersi in un silenzio strozzato, che indaga prima di tutto dentro i corridoi del se stesso, ma preferisce la consolazione della platea, allora il cortocircuito è totale. Le parole diventano esercizio stilistico della propria condizione preesistente al dolore, senza alcuna connessione sentimentale con la dimensione tragica. Si mostra miseramente quel che si era prima del dramma. È la misura del fallimento.

 

1)dai per scontato che le dinamiche di gestione di queste cose siano semplici e di manovrabilità
2)C'è chi ci guadagna.... non litalia e non il popolo italiano, ma c'è chi ci guadagna.
3) anche per i due punti sopra: Se si da una libertà poi diventa veramente difficile, se non impossibile toglierla. un cambiamento così importante metterebbe in moto tutta na serie di conseguenze sociali, politiche e commerciali importantissime.

proprio per questi motivi secondo me la legalizzazione è un argomento che andrebbe affrontato solo per capire che è da escludere categoricamente.

 

comunque Saviano che usa la vicenda per tirare acqua al mulino della legalizzazione è osceno.
ci sono anche quelli che si ammazzano perché li hanno presi con la coca.
Eppure lui ci ha fatto un libro contro la coca

 

con tutto il rispetto come Saviano per quello che scrive commenti del genere sono cadute pachidermiche che evidenziano una totale superficialità nell'aver analizzato(sempre che lo abbia fatto) un problema.

Ci sono un po' di cose da specificare riguardo questo brutto caso di cronaca.

Le forze dell'ordine preposte(Carabinieri, finanza,ecc.) non vanno mai a perquisire casa di un "Consumatore" e a scanso di equivoci non vanno mai alla cieca.
Nel momento in cui parte una perquisizione in questi casi è perché:
a)il soggetto è stato "controllato" (Seguito, intercettato, ecc.) per settimane.
b)il soggetto è nel giro, in modo più o meno consistente, dello "spaccio".

non so se è chiaro quale è la parte "grave" di questa storia:
Un ragazzino che faceva una vita normale e che conosce poco o niente della vita vera ha candidamente pensato di essere al sicuro nello "spacciare".

nel momento in cui una persona diventa "consumatore abituale" sappiate una cosa: le forze dell'ordine "LO SANNO".
Conoscono nomi, fornitori, dinamiche,ecc.
Il partire con perquisizioni o anche solo fermare un sospettato per strada solo perché lo "ti va" può mettere a rischio sia le operazioni di controllo o sequestro(anche a lungo termine) ed è comunque un'operazione che se non svolta in modo serio e oculato può essere notevolmente contro producente anche dal punto di vista legale.

Se io so che un certo elemento che sta sempre al bar XYZ è uno spacciatore non posso "fermarlo" a random e quante volte mi pare sperando di trovargli addosso roba perché alla terza volta posso essere denunciato per atteggiamento persecutorio oltre a scoprirmi e dimostrare all'elemento in questione che voglio "incastrarlo".

 

le carceri sono piene di suicidi...
gente che magari faceva da palo o semplicemente ha rapinato un negozio, gli vengono dati 5 anni e questi provano a tagliarsi i polsi.
eppure non hanno ucciso nessuno...

 

...a tutto questo si aggiunge il solito problema generazionale.
i Genitori di questo ragazzo, non dubito fossero dei bravi genitori(e magari anche lui era un bravo ragazzo che ha solo fatto un errore... per giunta perdonabilissimo), ma probabilmente come il 99% dei genitori sbaglia nel non conoscere veramente il proprio figlio, il contesto in cui vive,ecc.
Vittorino Andreoli disse:
"...non conosciamo i nostri figli perché proiettiamo continuamente in loro un immagine che è distorta e lontana dalla loro realtà..."

Ovviamente le conseguenze di ciò possono essere minime (Il fumarsi la prima sigaretta di nascosto, o essere Riccio in casa e marpione a scuola,ecc) a cose veramente importanti come questo caso di cronaca.

Spesso ci si dimentica o si misconsidera che avere un buon rapporto con il proprio figlio può non bastare, perché esiste un altro fattore.. quello sociale che è fatto dell'ambiente in cui il ragazzo vive filtrato ovviamente da quello che è un fattore fondamentale per la crescita: "il senso di appartenenza".
L'appartenere a un gruppo è fondamentale in un adolescente per condividere e confrontarsi con altri elementi mettendo in gioco se stesso e la propria autostima ed è talmente importante che spesso appartenere ad un gruppo è più importante che condividerne i valori.
Qui dovrebbe essere più presente un genitore, nel far capire i valori.

La morte di questo ragazzo evidenzia per l'ennesima volta l'enorme gap che c'era tra il suo rapporto con i famigliari e con il suo gruppo.
Il gruppo o la società danno dei valori guida completamente persi e i genitori probabilmente si limitavano a proteggerlo amorevolmente(che ovviamente non è una colpa anzi...).

 

E' stata la madre stessa a rivolgersi alla Guardia di Finanza:Lavagna, 16enne suicida per l'hashish: fu la madre a chiamare la Finanza

 

si ma è una reazione esagerata per il fatto specifico
cioè se io dicessi a qualcuno "va a quel paese" e quello si ammazzasse può darsi benissimo che sia stato la causa contingente della sua morte.
Magari avesse trovato uno che gli diceva "quanto sei bello" non avvrebbe compiuto il gesto.
Ma la responsabilità non è certo mia ma di una serie di mille altri fattori che hanno reso quella persona così fragile da ammazzarsi al primo "vai a quel paese"

 

ah beh una madre pazza può benissimo starci
non sarebbe né la prima né l'ultima