I nostri ascolti

E pensare che è grazie a te ho deciso di ascoltarlo.

E...e...ora mi dici questo. La mia vita è stata tutta una bugia

 

Perla tra le perle. Una delle vette più alte mai raggiunte in ambito "black/folk".

 

Perché sei diventato nero?

Zitto (cit.)

Degli Ulver mi piacciono i due successivi, che magari a te non piaceranno, per motivi diversi.

 

Armored Saint, "Symbol of salvation", 1991 Metal Blade. Edizione: Metal Blade 2003, 3 CD.

Se dovessi scrivere tutte le ragioni per cui questo album mi è così caro, non finirei più.
Capolavoro assoluto del metal, uno dei dischi più belli di ogni tempo per questo genere musicale. Ma non è per questa sua caratteristica che ne voglio parlare oggi, bensì per la sua incredibile carica e spinta emotiva, e per quello che ha rappresentato la sua genesi, sia in sè e per sè sia per il messaggio che lancia a chiunque lo ascolti. Non è un caso se ho specificato l'edizione dell'album, quella definitiva, datata 2003. Quella che contiene le incisioni demo di tutti i brani dell'album, ancora con Dave Prichard alla chitarra, le sue ultime registrazioni prima che una grave forma di leucemia avesse il sopravvento e ce lo portasse via, a soli 26 anni.
Dave Prichard, già. Un chitarrista straordinario, che per il feeling che dispensava a piene mani nei suoi assolo è assimilabile ad un altro colosso della chitarra, Criss Oliva.
Quanto può essere grande la passione per la musica? Quanta energia può dare, e in che misura si riesce a trasmetterla a chi la ascolta? Quanto di noi sono in grado di raccontare, quei segni sul pentagramma? Può davvero essere, per un musicista, la sua eredità più preziosa da trasmettere al mondo? Quanto può essere profonda l'amicizia, e dove possono arrivare i legami che si instaurano fra persone che dividono la stessa passione?
La risposta a queste domande è chiusa nei 13 brani di questo enorme album; sia nella versione originale, registrata dopo la scomparsa di Prichard, avvenuta proprio oggi, il 28 Febbraio di venticinque anni fa; sia nelle versioni demo degli stessi brani, incisi con determinazione feroce e in modo febbrile da Dave, ormai all'ultimo stadio della malattia che di lì a poco lo avrebbe ucciso, nella consapevolezza che gli restava pochissimo tempo. Di quelle registrazioni, che nel 2003 la Metal Blade ci ha donato nella loro integrità, la band orfana del suo leader usò un frammento, un piccolo, immenso cameo, nella forma di un intensissimo assolo di chitarra, incastonato nella stupenda "Tainted past".
Ecco perchè amo così tanto questo album. Perchè dentro c'è l'anima di un musicista e di un uomo, con tutta la sua sofferenza e la sua passione irrefrenabile, la sua determinazione a portare a compimento la sua opera, la sua titanica e struggente lotta per dare vita a qualcosa in grado di superare i confini della morte. Perchè è il tributo della band al loro sfortunato compagno; posso solo immaginare quanto siano state emotivamente dure quelle sessioni di registrazione; posso solo immaginare quanta passione e quanta forza d'animo abbiano richiesto a Bush e compagni; ma il risultato è eccelso, sotto ogni aspetto, perchè l'impatto emozionale è semplicemente devastante, e traspare da ogni singola nota cantata o suonata.
Non dovrei citare un brano in particolare, sono tutti strepitosi. Uno però lo devo sottolineare per forza, perchè è l'emblema di questo disco, di questo "stato dell'arte" del songwriting: "Another day". Preceduta dalla breve strumentale "Half drawn bridge", questa canzone si dipana in un crescendo emotivo che pare estendersi all'infinito; ha la capacità di avvolgere l'ascoltatore in un turbine di emozioni, di catturarne l'anima; una caratteristica che è prerogativa esclusiva solo dei grandissimi brani. Ma attenzione, ho detto che questo pezzo è l'emblema di un disco, quindi in realtà sto parlando dell'intero album.

Ecco, io avrei detto tutto.
Quasi.
Perchè ci sarebbe un'ultima cosa.
Voglio ringraziare questa band per aver donato al mondo questo album. Ma soprattutto per quello che è in grado di trasmettermi in questi giorni non facili. Questo immenso grido di speranza e di incoraggiamento può essere, e per me lo è, un piccolo, importantissimo aiuto.
E ovviamente, grazie ancora Dave. Chissà che jam si godono quelli lassù, con te, Criss, Mark e Chuck...

 

Sì, caro Vittorio. E' un disco da lacrime agli occhi, letteralmente. Uno degli album in grado di portarmi (con mia soddisfazione, e non mi vergogno affatto a dirlo) all'effetto-Ador. Come Gutter Ballet. Come i 4 dei Vicious Rumors con Ace alla voce. Come Immortal soul. Come praticamente tutti quelli scritti da Chuck. E come quello del mio avatar.

 

Onmyo-Za - Kishibojin

Decimo album dei giapponesi, un concept album su Kishimojin, un demone femminile, madre di molte figlie che venivano nutrite con altri bambini. Il suo pentimento l'ha resa divinità protettrice dei bambini e delle donne che desiderano averne. (La leggenda corrisponde anche a quella della divinità Hariti ).

Ogni volta che ascolto gli Onmyo-za mi dico sempre: cavolo, ma compongono veramente tutto loro ? Cantano veramente loro ? A me a volte pare perfino assurdo come possano arrivare a certi livelli, "divinità" li credo.
La mente del gruppo è il bassista, cantante, scrittore di testi (quasi tutti) e compositore ( sporadiche quelle degli altri membri del gruppo) Matatabi, lui eccelle in tutto questo, ma anche gli altri (chitarristi - Maneki, Karukan- batterista - Dobashi Makoto- e Abe Masahiro il tastierista) non scherzano, creando un sound esplosivo.
La cristallina voce di Kuroneko comunque è il polo d'attrazione della band stessa, una voce per certi versi assimilabile a Kate Bush ( che Kuroneko cita nelle sue influenze, insieme ai W.a.s.p., una certa Ann Lewis ed un gruppo che si chiama Guernica),e -azzardo-Messiah Marcolin per il modo di far risuonare, vibrare la sua voce, di raggiungere note profondamente basse.
Cantante molto versatile agile e dotata di un'estensione vocale e potenza favolosa, Kuroneko conferisce alla tracce della band un' aura gotica, spettrale, sensuale, seducente, ma anche tenera.
Insieme alla potente voce del marito Matatabi si creano degli emozionanti dinamismi.
Tutta la loro musica è basata sul "duellare" delle controparti voce maschile-voce femminile e delle due chitarre. Yng e Yang.

Caratteristica del gruppo è poi la sorprendente miscela di generi nella loro musica, rendendola difficilmente catalogabile (loro comunque si definiscono YÅ￾kai - Wikipedia-metal, dato che nei loro testi parlano perlopiù di spettri e fantasmi ).
Profondamente folk sia nei testi che nelle armonie melodiche ma "strutturalmente" heavy, prog-metal/rock, thrash, death -melodico- a volte black, doom, sinfonico, pop.

Kishibojin è un album granitico, duro, oscuro, triste, ma non privo di spiragli di luce, di speranza, di epicità.
Non c'è una traccia meno ispirata,in questo disco, che musicalmente ti fa viaggiare interiormente, fra le tue ombre e le tue luci.
Kishibojin è un album da ascoltare nella sua interezza e lasciarsi condurre dalle sue note.
Consigliato a chi vuole ascoltare qualcosa di nuovo, di insolito rispetto ai suoi ascolti abituali e agli amanti del folk metal in generale.

Per chi vuole ascoltare qualcosa linko quì alcune tracce (tratte da Zekkai Enbu, live del 2012), forse le più rappresentative dell'album, ma come ho detto in precedenza, è un album da ascoltare tutto
Ubugi , brano di impronta doom, in cui la voce di Kuroneko gioca quì totalmente su un registro basso, forse il brano più triste dell'album
Namasu forse il brano più estremo dell'album, su un furioso death
Oni Kosae No Uta uno degli episodi più propriamente folk del gruppo. Kuroneko quì canta in un registro acutissimo, che fa proprio venire in mente i tempi antichi, le credenze popolari che contrastano con la voce "terrena" di Matatabi, i cori e l'oscuro - ma epico- background musicale.
Gekkou ballad eterea e suggestiva

 

Disco perfetto e grandioso. Un grandissimo tributo al povero Dave Pritchard che ormai non c'era più. Sono talmente affezionato a questo lavoro che ce l'ho su vinile e su cd. E' uno di quei lavori da consigliare, secondo me, per far conoscere il vero heavy metal e basta. Niente death, epic, street, power, solamente Heavy Metal nella sua accezione più completa.

 

Ho allargato molto i miei orizzonti musicali rispetto a 10/15 anni fa ma certe cose rimangono lì sempre, nel cuore e nella mente, e ogni volta che le rimetto su lo stupore è sempre lo stesso. Si lo so bisognerebbe scrivere pure due parole sull'ascolto in questione...ma che ve devo dì??
Questo è hard rock al massimo livello, artistico direi, più su in questo genere non si può andare, di più non si può fare.

Tra parentesi secondo me la migliore versione dal vivo di Stargazer

 

Penetration Point è davvero un gran bel disco. "Welcome wagon..."

Inviato da LG G3

 

Horizertical. Ho detto tutto.

 

Spettacolo, Rising è uno di quegli album che mi ha scioccato letterarmente, tutto l'album, ma Stargazer....che dire...un'opera d'arte assoluta!

Io invece in questi giorni sto ascoltando Kill 'em all, finalmente dopo anni conosco i veri Metallica, l'album mi ha già preso molto, che non diventi il mio album Thrash metal preferito?! :clown: ....tanto non ne ho cosi' tanti...!

 

Amnesia?
http://www.truemetal.it/forum/thrash-metal/51919-metallica-560.html#post3388085