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Attualità, politica e società

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Elrond, 3 Novembre 2008.

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  1. JonSnow

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    15 Febbraio 2015

    Abbi pazienza, ho riletto a distanza di tempo il mio post ed effettivamente era fraintendibile, anche se nei post immediatamente precedenti (e successivi) avevo ben spiegato il mio punto di vista, che non è stato spostato di una virgola dalla mia svista.
    Del resto ha ragione Engash nel dire che qualunque tesi negazionista si riduce ad un semplice mucchio di sofismi.
     
  2. Aslan

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    15 Febbraio 2015

    Io sono dell'opinione comunque che una legge antinegazionista porti acqua al mulino dei negazionisti. Servirebbe un approccio piú "scientifico" alla questione. D'altra parte é anche vero che in questo campo conta di piú l'utilizzo politico e strumentale di una tragedia che non il desiderio di memoria e di verità

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  3. TrueNorwegianBlackMetal

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    15 Febbraio 2015

    "Cosa c'è di interessante in questa mappa, oltre la genealogia formale? Direi, UNA delle ragioni per cui NON si può fare Syriza in Italia. Syriza, come coalizione elettorale e poi come partito, ha messo insieme un'area di provenienza KKE (PC greco), quella detta "eurocomunista", più precisamente di un eurocomunismo "di sinistra", ingraiano (per parlare italico), e una parte della estrema sinistra (diciamo, un'area variegata ma decisamente anticapitalista). Sembra, ma solo sembra, una dinamica simile a quella di Rifondazione comunista, ma non è così. In RC la vecchia new left italiana si è suicidata: RC ha completamente liquidato quel poco di eredità costruttiva poteva ancora esserci in quella ex nuova sinistra. IN sostanza: una generazione politicamente perduta all'anticapitalismo conseguente. Prova definitiva: la partecipazione al governo imperialista di prodi nel 2006-2008. In Syriza invece la sintesi è diversa: non c'è stata compromissione con i partiti di governo e una erta influenza di uno spirito new left non è assente. È anche per questo che è Syriza e non il Kke a capitalizzare elettoralmente il tremendo "disagio sociale". Il Kke fa il duro a parole, ma è settario e, insieme, opportunista nei fatti (come certi nostalgici di Baffone nostrani, dentro e fuori il Prc). Ragion per cui, in definitiva, Syriza può proporre una linea di riforma del capitalismo europeo, che è però di fatto dirompente nella congiuntura. Ha una forza etico-politica che gli viene dai fatti. La sinistra partitica italiana questa carta, invece se l'è bruciata da molto tempo. Lo spazio elettorale oramai è stato "catturato", piaccia o no, dal M5S, e non può più essere recuperato. Non è possibile perché, oltre al peso del passato, è assente la soggettività onestamente riformatrice, capace di battere il pugno sul tavolo rischiando tutto. Non parliamo. poi della soggettività antiburocratica, anticapitalista ecc. reale. Non quella che vive di miti e riti e belle frasi sul "mondo diverso". La lezione numero uno da trarre dall'esperienza di Syriza è quella di una reale e radicale autocritica sul passato: ma questo proprio non si vede. Quel che si cerca sono leader, immagini da vendere elettoralmente. Il sindacalista, il magistrato, i "professori". Adesso, Tsipras. Si vive di parassitismo. Non c'è futuro, in questo"

    LENIN'S TOMB: Map of the Greek Radical Left
     
  4. Disciple_Of_The_Watch_

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    Tempus edax rerum

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    15 Febbraio 2015

    In un articolo de Linkiesta dedicato a Syriza o meglio al perché non ci possa essere una syriza italiana -sostanzialmente perché " Più che di geografia politica o di leadership, il problema della nostra sinistra radicale è un problema di idee, di comprensione della realtà, di nuovi strumenti a disposizione per plasmarla", e condivido- c'era anche un commento assai interessante e degno di segnalazione perché offre degli spunti di discussione:



    ""la causa principale della specificità italiana: e cioè la lunga persistenza dell'apparato del "partitone di lotta e di governo" (ovvero l'ex-Pci) con le sue vaste ramificazioni nelle istituzioni e nella società (assessori, cooperative, sindacati, professori universitari, ecc). Questo apparato, che a differenza dei partiti socialisti spagnoli, greci, per non parlare di quelli francesi, svedesi o tedeschi, ha mantenuto a lungo una patina o almeno una parvenza argomentativa di radicalità, ha nello stesso tempo consentito un agevole inserimento nelle strutture di potere, "addormentando" in qualche modo il dibattito e l'innovazione in cambio del mantenimento di equilibri, sicurezze e consensi. E fino a quando questo iceberg in lento scongelamento non sarà del tutto disciolto, difficilmente si vedranno novità a sinistra.""

    Ed è altrettanto vero...
     
  5. jesse_pinkman

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    Quando espande espande, ma è gallinaceo (cit.)

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  6. Byford86

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    15 Febbraio 2015

    Aslan il fatto è che Memoria e Storia corrono su due binari differenti. La Memoria è per forza di cose parziale e legata all'emotività,non si concilia con la Storia,che invece è legata all'approccio razionale a un'argomento. Più passa il tempo e più il dibattito razionale acquista spazio. Nel caso dell'Olocausto è praticamente impossibile tentare di discutere dei fatti in maniera critica,è ancora un tabù,come del resto tutta la seconda guerra mondiale,che è un pò la base politico-ideologica su cui si è costruito il mondo dei decenni successivi.

    Ci sono 3 fasi che una verità deve affrontare prima di uscire dal torpore e dall'influenza del suo tempo: La derisione,La repressione,L'accettazione. E questo vale per qualsiasi periodo storico e qualsiasi argomento. Nel caso del revisionismo siamo alla seconda fase,basta guardare la legislazione e la repressione negli stati Europei.
     
  7. Ross the Boss

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    15 Febbraio 2015

    La repressione è proprio la fase di cui sei più appassionato in effetti. :lookaround: Spero non ti dispiaccia se almeno in questo forum non ci muoveremo mai dalla prima fase, del resto questi discorsi sull'olocausto sono oggettivamente ridicoli. :D
     
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  8. Byford86

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    15 Febbraio 2015

    La repressione è quella delle istituzioni infatti. Le masse di solito si accodano ai processi decisi dalle classi dirigenti,come ci insegna l'Elitismo,e tu non fai eccezione:sisi:
     
  9. JonSnow

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    15 Febbraio 2015

    Quindi per un filofascista revisionare la vicenda dell'Olocausto è una questione di razionalità e semplice interesse storico?

    :sisi:

    Comunqe Byford, tu commetti un errore di fondo in questo ragionamento: confondi l'emotività della collettività verso una determinata tematica (argomentazione che ti do atto non essere del tutto sconclusionata), con l'interesse scientifico rispetto alla stessa.
    Gli storici moderni sono scienziati nella loro attività di ricerca, poichè applicano il metodo scientifico. E come tali, sono interessati alla verità storica al di là delle considerazioni emotive e/o politiche.
    Ecco quindi che se vuoi muovergli delle critiche, lo puoi fare sul piano delle metodologie di indagine adottate, che una sia più o meno appropriata rispetto ad un'altra; non puoi dirgli "le tue tesi sono sbagliate perchè sei emotivamente coinvolto" per screditarli.
    Ora, se la comunità storica ha acclarato, in maniera piuttosto consolidata, che il regime nazista ha pianificato scientificamente lo sterminio di una o più etnie/popoli (primo tra tutti quello ebraico), sono piuttosto propenso a credere a loro piuttosto che a un pugno di storici negazionisti dalle dubbie credenziali accademiche.

    Del resto, l'applicazione dell'emotività si adatta meglio a persone come te, che ti schieri piuttosto apertamente a favore di certi ideali politici. Il tuo interesse non è la verità storica, ma la riabilitazione di un determinato schieramente socio-politico, il quale è irrimediabilmente macchiato ad aeternum dai crimini contro l'umanità che ha commesso.
    Rivedere e possibilmente negare quei crimini è un passaggio quindi imprescindibile per chi sostiene tali ideali, perchè se si riuscisse nell'intento si tratterebbe solamente di un particolare modo di intendere la realtà e la società, comunque discutibile finchè si vuole ma su un piano squisitamente politico.
    Con la presenza di tali macchie indelebili sulla coscienza, purtroppo per voi, si discuterà sempre e solo esclusivamente su un altro piano, ovvero su quello della coscienza, della morale e dei diritti umani, sul quale uscirete sempre e comunque sconfitti.

    Ecco quindi che l'argomentazione dell'emotività è si valida, ma si applica più facilmente a singoli individui che non ad un intera comunità scientifica. E quindi, si applica anche quel pugno di negazionisti che si propongono come interessati alla verità storica.
     
    #36924
    Ultima modifica: 15 Febbraio 2015
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  10. Ross the Boss

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    15 Febbraio 2015

    È forse per questo perverso fenomeno che rimpiangi il ventennio, dove la classe dirigente non pretendeva assolutamente di controllare il pensiero delle masse? :lookaround:
     
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  11. Byford86

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    15 Febbraio 2015

    Ma come concili questo ragionamento col fatto che i revisionisti provengano da aree politiche eterogenee o inesistenti? Guarda che ad esempio in Francia il revisionismo è più roba di sinistra che di destra.

    Il "metodo scientifico" viene sistematicamente abbandonato quando si parla dell'entità della persecuzione ebraica,e te lo potrei dimostrare argomenti alla mano nel particolare in mille modi. Gli storici per lunghi decenni semplicemente non si sono interrogati su tale argomento,e chi l'ha fatto ha subito gravi danni dal punto di vista giudiziario,professionale e personale. L'ignavia e il timore sono gli unici motivi per cui la critica razionale sull'olocausto non ha ancora trovato spazio su larga scala negli ambienti accademici. Dopotutto perchè complicarsi la vita?
     
  12. requiemscript

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    15 Febbraio 2015

    perchè complicarsi la vita perdendo tempo con delle stronzate non ha senso.

    piuttosto, invece di continuare a tentare di prenderci per il culo vendendoci per buono il tuo atteggiamento apparentemente liberale verso il "metodo scientifico", ammetti che ti piacerebbe veder riabilitati certi personaggi e certe ideologie demenziali che ti stanno tanto simpatiche, e falla finita con sto teatrino da quattro soldi
     
  13. JonSnow

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    15 Febbraio 2015

    Questo non dimostra nulla, se non che l'incompetenza non ha colore politico.

    Questa è una tua opinione, se hai prove per dimostrare che la quasi totalità della comunità storica operi in modo non scientifico esponile.
     
  14. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    15 Febbraio 2015

    Ragazzi c'è il topic apposta. Quì si parla di Renzi...
     
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  15. Byford86

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    15 Febbraio 2015

    Tu sei semplicemente un'ignorante,che non sa di cosa parla e vuole fare la sua figura attaccando il "nazista" di turno. Patetico.
     
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