Dimmi cosa ascolti e ti dirò chi sei

Salve ragazzi
più volte mi capita di riflettere sul genere di musica che ascolto, così diverso da quello che ascoltano gli altri intorno a me, o sarebbe più corretto dire sconosciuto e incomprensibile al loro mondo. Se la musica, per come la vedo io, pesca frammenti del nostro essere per portarli alla luce e mostrarci cosa siamo veramente, esorcizzando momentaneamente il nostro dolore o la fame di piacere, come può non essere un punto di incontro per qualunque essere umano? Attraverso la musica facciamo risuonare i nostri sentimenti, eppure in molti casi vanno a sbattere contro dei muri. Come per me è incomprensibile una persona che ascolta canzoni zuccherose da quattro soldi o le solite lotte contro la società invidiosa del successo, io vengo considerato uno con le rotelle fuori posto perché ascolto qualcosa di "rumoroso" oppure da " oh, ma non cantano in questa canzone?".
Bene o male abbiamo tutti le stesse esperienze, chi più chi meno nello stesso contesto sociale, con i nostri sogni, pensieri e paranoie. Io credo si tratti di mancanza di maturità, gli atri invece una carenza di gusto.
Io noto che loro vedono solo in una direzione, accettano quello che gli viene dato e mangiano cioccolato tutti i giorni. Al contrario io vedo un banchetto immenso, con così tanta roba che non so dove mettere mani.
Non ascolto un genere in particolare, pendo in quaunque direzione la mia anima o come si voglia definire, voglia cadere in quel momento. Ancora oggi non ho un genere ben definito a cui far capo, e forse proprio questo rispecchia la mia frammentarietà, di cui sono consapevole, ed è il motivo per cui, per quanto possa impegnarmi, non riesco proprio a considerare l'idea di essere io quello sbagliato. Niente, non c'è sintonia.
Beh, voi a che genere appartenete? E come avete iniziato?

 

Mi definisco un progster in tutti i sensi, sia perché ascolto Prog con la P maiuscola (cioè tutto quello che viene definito con questo appellativo), sia perché sono sempre alla ricerca di nuove cose. Diciamo che mi attrae tutto ciò che devia dall'ordinario e presenta qualcosa di particolare.

 

Non faccio mai ragionamenti del tipo "ora mi ascolto la band x perché sono nello stato d'animo y", se apprezzo un certo tipo di musica lo faccio indipendentemente da come mi sento in quel momento. Tuttavia ho notato con il tempo che ho quest'unico paletto: trovo insopportabile quasi tutto ciò che è eccessivamente festaiolo e felice in musica, mi infastidisce. Volete convincermi a prendere una pistola ed andare a fare una strage in università? Costringetemi ad ascoltare Wirtshaus Gaudi degli Equilibrium.

 

e se uno saltella allegramente dal power al funeral doom che significa?

 

Che è pronto per la neuro

 

mmmmmgmngfmn ho retto per un minuto e mezzo e poi ho messo Solitude dei Candlemass per rincuorarmi...

 

ho iniziato col black e mi considero appartenente al genere infelice

allegria pussa via!

 

Tu ascoltavi i Sonata Arctica... non negarlo...

 

infatti erano malinconici, alcune nuove canzoni, quelle allegrotte, non fanno per me :headshak:

 

Io ora ascolto cover band degli N'sync.

 

no generi,quello che mi piace ascolto,non mi pongo limiti di sorta all'ascolto,c'è il giorno che voglio sentirmi l'a.o.r e mi sento l'a.o.r il giorno che voglio sentirmi il death e sento il death e così via,come i giorni che salto da un genere all'altro senza regola,non mi piacciono le preclusioni,perchè le trovo limitanti sopratutto in un contesto come quello musicale

 

Quello che dici è vero ma anche largamente incompleto. La musica non è certo l'unica dimensione in cui l'intelletto/la personalità/l'emotività umana possono svilupparsi. Esistono tantissime altre cose e ognuno scegli di dedicarsi a quelle che lo appassionano di più, lasciando perdere le altre.

Chiaramente ci sono anche quelli che rimangono nell'ignoranza di tutto, non coltivano niente ed impoveriscono drammaticamente loro stessi, sono tantissimi. Però c'è anche tanta gente di grande/grandissimo spessore intellettuale ed emotivo che ascolta musica di merda.

 

Questa mattina ascoltavo i Tool, adesso ho gli Agalloch con Marrow of the Spirit (ah, il rumore di acqua che c'è all'inizio mi provoca sempre un impellente bisogno di urinare. Sì lo so, frega un cazzo, volevo farvi partecipi). Anch'io digerisco male le preclusioni, ma credo che la musica sia essenzialmente qualcosa di chimico e che non esistano due individui che percepiscono alla stessa maniera le stesse sonorità. C'è sicuramente una componente "umorale" e capita di ascoltare qualcosa per "empatia" verso altri aspetti rispetto alla musica (contenuti, storia del genere, contesto nel quale ci si trova). L'argomento è interessante, andrebbe sviscerato.
Ora però eviterò di aggiungere altre 5000 parole insensate, rendendo questo post inutile e rischiando una denuncia da [MENTION=106870]Maelstrom[/MENTION] per plagio.

 

Dovresti colorare i tuoi post con del verde bile