Dark Tranquillity

non posso che essere in accordo con quanto scritto da Pe Ell... ascolterò sto nuovo disco con poche speranza

 

Ho qualche dubbio sul nuovo disco ma spero proprio di essere smentito il giorno della pubblicazione.

 

Io sono contento che abbiano sperimentato qualcosa di nuovo. Già il fatto di iniziare il disco con un pezzo lento come "For Broken Words" al posto del solito pezzo tupatupa è una scelta coraggiosa.

 

Ma il pezzo tupa tupa è figo...

 

Shadow In Our Blood è la peggiore di We Are The Void...

 

elallà

 

Funge. Prima song con una ritmica ficcante.

 

bene! Spazza tutto we are the void questa canzone qui (a parte her silent Language e the fatalist che son poi le uniche due che salvo a occhi chiusi da lì) e si mette veramente in tiro con Haven e Projector. Semplicità è ormai un marchio di fabbrica ma non è sempre Il male assoluto.

 

Su Youtube si trova già praticamente tutto.

 

Stando a quanto è scritto nella recensione dovrei tremare e dar sostanza a perplessità che comunque alcuni ascolti randomici dei pezzi da loro proposti avevano ammorbidito. Due le riflessioni: il fatto che si parli sempre di "formule" ed "effetto sorpresa". Non sto criticando il recensore, l'obiettivo è completamente diverso; la domanda che pongo è: cos'è la musica? molto spesso leggo commenti, pareri in cui un fan a suo modo pretende dal musicista un certo stile, determinati risultati. Si passa dalla composizione alla costruzione, per cui parlare poi di formule ed effetti è spontaneo. Abbiamo però mai interrogato il "nostro" rapporto con la musica? cogliamo un prodotto o delle canzoni? nessuno mi risponderà: prodotto, eppure, latente nei nostri atteggiamenti, anche ingenuamente, molte volte già ragioniamo come se volessimo un prodotto: formula+effetto. Se da una parte molti gruppi musicali favoriscono questo atteggiamento (basta "spaccare" e diventare "grossi" e "seguiti"), dall'altra è anche chi ascolta a doversi porre qualche domanda in più (ora esagererò ma è un po' come "scopare" e "fare l'amore" l'ascolto della musica). Quel che mi chiederò ascoltando il disco è invece: non piace perché non è ispirato minimamente o non piace perché è diverso? cosa frega band di grosso calibro dopo anni di carriera di là della solfa dei cali fisiologici? che non siano loro stessi prigionieri dorati di formula+effetto? un grazie a Matt Di Leo per lo spunto fornitomi.

 

Stando ai primi ascolti in rete mi è sembrato un discreto album con molte tracce OK e un paio di gemme ma siamo lontani dai loro fasti e anche dall'ultimo "We Are The Void" che a dispetto delle tante critiche ricevute continuo ad ascoltare a raffica e ritengo uno dei dischi più importanti della mia vita.

 

Strano che il recensore abbia snobbato così None Becoming, è già una delle mie all time favorites...

 

55? Preoccupante.

 

Sembra che su TM ora va di moda criticare i DT. Construct non è sicuramente un capolavoro ma un album che merita.

Il recensore scrive: "Il metronomo vede aumentare i battiti con “The Silence In Between”, buona traccia di death metal melodico e viatico per la regina di questo ballo: “Apathetic”. Signori, questi sono i Dark Tranquilltiy! Finalmente la velocità, l’aggressività vera e non posticcia, un riff che profuma di Svezia lontano chilometri e Stanne ancora magistrale, feroce nelle strofe e suadente come non mai nel ritornello, per un pezzo che si candida fin da ora a divenire un classico."

Ah, quindi solo perchè i DT hanno abbassato i bpm non sono più loro? Mah. A me sembra una recensione poco oggettiva e dettata dalla delusione. Poi un pezzo come "None Becoming". Pezzo anonimo? Ma stiamo scherzando?

Altra cosa: "Aggiungete a questo una prova anonima come non mai di quel fior di batterista rispondente al nome di Anders Jivarp è la frittata è fatta!" Ancora? Per la seconda volta leggo sta frase. Come fu per We are the void. Jivarp svolge il suo lavoro e lo fa alla grande. Ma pensate che un battersita per essere definito mostruoso deve fare parti assurde? Un batterista deve seguire la canzone e fare ciò che essa richiede, non rendersi protagonista con mille arzigogolii.