Manowar

Credo di poter dire che se una cosa non ti piace vuol dire che merita, credo che lo terrò a mente in futuro...

 

Mi piace anche l'originale, sia chiaro.

 

Non è esagerata la recenione in se, il parere negativo ci può stare, ma la forma in cui è scritta no perchè piena di insulti.
Ad esempio questa che invece è positiva a me fa cagare ugualmente:
(incollo sotto spoiler senza nominare l' autore per evitare di pubblicizzare un altro portale metal)

Anticipazione (Spoiler)

Parlare dei Manowar… Cavolo i Manowar… La croce e la delizia del metal degli ultimi 20 anni… Ricordo i Manowar quando erano stupidi, ma meno di adesso. Quando sulle pagine di Metal Hammer ai tempi di “Triumph Of Steel”, disco superlativo, i 4 servi di Odino dicevano testualmente che ‘i Metallica erano grandi, ma loro erano i re’. Che ricordi, quando mio cugino Fabio mi sbrindellava i coglioni con l’acuto di Adams sulla bellissima “Thor”, o quando un mio amico, Piero, mi sfilettava il prepuzio con gli assoli di DeMaio. Personalmente ho sempre avuto un approccio bipolare verso questi ragazzotti americani: da un lato li ho sempre trovati un ascolto immancabile e bellissimo (ancora oggi non mi faccio mancare qualche bel passaggio di “Hail To England” o “Gloves Of Metal”), dall’altro li ho sempre trovati esageratamente idioti, ma non tanto loro quanto i fans, una mandria infinita di reietti che ha preso troppo sul serio cazzate come faith, warriors, true e via dicendo. Dopo l’ondata grunge venuta alla luce quando il metal viveva il momento più alto del suo sviluppo/evoluzione, fu proprio per colpa di gente come i fans dei Manowar che il metal regredì, forse addirittura possiamo dire che morì. A differenza di un asse anglo – americano sempre ‘avanti’, sia a livello più commerciale che a livello underground, l’Europa si chiuse a riccio in un’opera di riscoperta del vecchio che faceva schifo, in particolare l’asse italo – germanico (mai coppia fu più sfigata). Ci fu un periodo in cui la stampa specializzata italiana, così come quella tedesca, faceva a gara per la rivalutazione della monnezza, parliamo di indiscutibili fetecchie, fidatevi. Vi dico solo che autentiche porcate come Heavens Gate, Axel Rudi Pell, Running Wild, Virgin Steele e finanche i Grave Digger tutto ad un tratto piombarono senza motivo sulle copertina di ogni fottutissimo giornale e sulla bocca di tutti, un dramma senza tempo per chi come il sottoscritto, tra il 1989 ed il 1993, comprò capolavori come “Torture Garden” dei Nacked City, “Mental Vortex” dei Coroner, “Rust In Peace” dei Megadeth, “Pure” dei Godflesh, “Vae Solis” degli Scorn, “Necroticism” dei Carcass, “Shades Of God” dei Paradise Lost e “The Outer Limits” dei Voivod, giusto per toccare un po’ tutti i sottogeneri. Fu traumatico per me vedere in giro ragazzetti brufolosi indossare le magliette di cagate come gli Stratovarius, o ancora peggio assistere incredulo alla nascita di un’infinità di webzines che inneggiavano al vero metal e boiate del genere. Se fino a qualche hanno prima era considerato da autentico nerd inserire nei testi e nei titoli delle canzoni la parola metal, in quel periodo la situazione si rovesciò. Che ci crediate o no, gente come i nostrani Domine diventarono un culto, idem per band fino ad allora rispettate ma non esaltate quali Savatage e Armored Saint, roba che finanche i Maiden per un periodo furono considerati delle merde rispetto a questi signori. La ‘grande storia’ fu dimenticata in favore di ogni miserabile cazzone avesse una spada in mano o parlasse di nani, draghi e fate asessuate: tragedia assoluta. Una cosa però era rimasta invariata, immutabile, uguale a sé stessa, i Manowar. Eric e soci, proprio in quel periodo se ne uscirono con il bellissimo “Louder Than Hell”, ennesimo masterpiece di una discografia fino ad allora perfetta, includendo anche quel “Fighting The World” che forse strizzava un po’ troppo l’occhio all’hard rock americano del tempo, ma che conserva alcuni dei loro più noti cavalli di battaglia. I Manowar erano forse l’unica certezza che legava il passato con il presente, l’ultima grande band coerente con sé stessa che, a differenza dei vari Metallica, Maiden, Judas, Ozzy e Slayer (tutti in calo), non aveva perso un’oncia del suo stile, del suo gusto, della sua ispirazione. Loro erano lì, immobili e fieri, loro erano i Manowar, loro erano la certezza di un’Europa incapace di superare psicologicamente lo tsunami grunge. La seconda metà degli anni ’90 fu veramente buia a mio avviso, ma ormai è storia, oggi tutto quel marciume finto epico è morto e sepolto, mentre la creatività sembra essere tornata in auge, merito anche della crisi del formato fisico e di conseguenza delle case discografiche divenute sempre più superflue e sostituite dal web. I Manowar questo l’hanno capito bene ed hanno accettato la sfida, così hanno deciso di pubblicare il nuovo “The Lord Of Steel” in digitale prima ancora che in cd o vinile, una scelta che vuole portare il loro verbo della fratellanza true metal nel futuro, anzi nel web. Non penso che, fans o meno, esista qualcuno che vorrebbe qualcosa di diverso dai Manowar, loro sono belli così, tamarri, ripetitivi, rozzi, stupidi e comici, con tutte le loro cazzate, inclusi i soliti titoli ed i soliti testi. Se “Warriors Of The World” e “Gods Of War” non furono delle produzioni così riuscite, “The Lord Of Steel”, con tanto di copertina che richiama/plagia l’immortale “Sign Of The Hammer”, ci ripropone i Manowar che più ci piacciono, quelli belli cafoni e senza troppi fronzoli, quelli con Eric che non fa il verso a Pavarotti ma fa il metal singer, quelli dei riff al posto delle orchestrazioni, quelli di DeMaio con il basso distorto abbestia e, senza offese per lo scomparso Scott, quelli con un batterista decente, il sempre bravissimo Donnie Hamzik, vera marcia in più di questo ritorno. Finalmente i Manowar sono tornati a premere il piede sull’accelleratore, il che non può che fare piacere, ma ciò che rende questo disco un grande ritorno sono i cori splendidamente beceri, roba che ogni buon fan adorerà. Unico neo una produzione forse un po’ troppo fredda, non mi hanno convinto i suoni e si capisce che non è costata chissà quanti miliardi, ma alla fine chissene, sono i Kings e questo ci basta e ci avanza. Tirando le somme, ancora oggi dopo 30 anni dal debutto, loro sono qui, con titoli come “Manowarriors”, “Hail, Kill And Die” e “Righteous Glory”, prendere o lasciare. Mandingo, prendi la mazza di Thor e mettiti in posizione, si gira il seguito de ‘Il Signore Dei Randelli’!

 

Non aver timore revrenziale è un conto, ma penso che un certo rispetto per i gruppi storici non dovrebbe mai mancare. Purtroppo o per fortuna ( dato che altrimenti non sarebbero cosi unici) i Manowar vengono spesso e volentieri derisi e presi in giro ( perchè è questo che fà il recensore) da chi non li apprezza, difficilmente si limitano ad un giudizio sereno.

Non critico il voto o il fatto che al recensore non sia piaciuto, ma il modo in cui è stato fatto.

Io sono convinto che questo disco verrà rivalutato in futuro, inoltre rimango sempre più soddisfatto della prestazione di Donnie.

 

io non la vedo cosi'....semplicemente i Manowar non sono piu' qll dei primi anni,sono cambiati....
ma a me hanno sempre suscitato grande emozioni,sia ascoltandoli attraverso uno stereo,sia assistendo ad un loro show dal vivo....

 

Si ma state parlando di una recensione dove si scrive "Blood of A King", quando anche i sassi sanno che i RE sono 4, QUATTRO. Come dire, non so di cosa sto scrivendo ma lo scrivo lo stesso

Va beh, apparte le ciance, le recensioni dovrebbero parlare del disco, qui si parla di tutto, proprio tutto, tranne che di Lord of Steel. Ci spala sopra merda e basta, probabilmente neanche l'ha ascoltato. O se l'ha fatto, una volta sola, che in ambito Metal non è MAI abbastanza!

 

Ma non la starete prendendo un po' troppo sul serio quella recensione?
E' solo una recensione (tra l'altro non l'ho ancora letta, lo farò dopo con calma).
Qui pare che non si possano toccare i ManOwaR!
Per quanto mi riguarda, cerco di rimanere il più obiettivo possibile, e dico per l'ennesima volta che l'ultimo album è una boiata, non basteranno mille ascolti per farmelo piacere.

 

se non la leggi,non capisci.

 

Thanks to the greatest fans in the world!
We Will Return!

Hail & Kill
MANOWAR

 

allora dopo la cagatona di gods of war ( dove prima dovevi imparare il runico e poi saperlo anche leggere al contrario , tanto c era tutto il tempo visto che il primo pezzo arrivava dopo 10 intro ) almeno sono un pò migliorati devo dire però che il disco non è che sia granchè la traccia che mi è piaciuta di più è touch the sky......el gringo mi ha fatto ridere a crepapelle ed è di una tamarraggine esagerata ma mi piace , buone le prime 4 tracce il resto lo trovo del tutto trascurabile anzi brutto.....direi in definitiva per me va bene così non è che mi aspettassi il capolavoro mi convincono poco i suoni del basso....ma tantè a dimenticavo la copertina è orrenda.

 

"Mi convincono poco i suoni del basso"... ragazzi ma stiamo scherzando?
Onestamente, ma avete sentito Into Gay Pride Ride dei Nanowar? Quei ragazzi con 2 soldi sono riusciti a tirare fuori un suono potentissimo e pulitissimo! Meraviglioso!
Poi arrivano i ManOwaR, che dall'altro dei loro milioni di dollari guadagnati (anche giustamente) durante la loro carriera se ne escono con un suono che farebbe pena pure per una band al primo demo.
Ma stiamo scherzando?
I suoni del basso non si possono proprio sentire! E vogliamo parlare della batteria? Gia' le idee mancano, se poi ci si mettono pure i suoni..!

Ho letto la famosa recensione, e sinceramente non mi ha scandalizzato.
Sono fan dei ManOwaR da tempo, e proprio in quanto fan devo essere critico nei confronti della band quando ce n'e' bisogno.
E questa volta hanno proprio esagerato.

 

Hahahahaha mi si vede pure in questa foto,seconda fila sulla destra con i miei amici!

 

Ma da dove è presa sta roba? Dal blog di Zanna?
Comunque è davvero una goduria vedere che dopo ogni nuova uscita dei Manowar, ci sono sempre decine e decine di "esperti" che rosicano di brutto nel vedere che nonostate tutto la band continua ad avere successo.
Pagherebbero chissà quanto per liberarsene per sempre e invece gli tocca continuare a sorbirsi la faccia di De Maio che con sguardo impassibile gli sussurra nell'orecchio: kiss my ass.
Comunque caro carnevale, te che scrivi "La più bella recensione che ho letto", pensala associata a "The World is Yours", visto che il paragone con il resto della discografia è più che azzeccato. E poi ne riparliamo di quanto ti sembra obiettiva.

 

Grazie per le parole. E per le considerazioni finali E per il "beati voi siete giovani" Non vedo eprché tu a 41 anni non lo debba più essere: se fosse una questione di età, spiegami che katz ci stanno a fare dei 60enni su quei palchi
Ma, in sostanza... grazie per il bel post