Eutanasia

Mi sa che state prendendo un abbaglio: come dice neuromancer cerchiamo di non confondere le questioni.

talvolta il confine tra il diritto alla cura e l'accanimento terapeutico è labile. ma la vera distinzione dovrebbe essere tra la presa di coscienza, o meno, della propria situazione.

altrimenti non si spiegherebbe perchè lo Stato se stai bene non è interessato alla tua voglia di vivere, interessandosi solo quando sei malato. il che sarebbe un controsenso.

 

E potrà così scegliere di vivere o morire da uomo libero. Chi è cattolico scelga pure la via crucis ma non rompa i coglioni a chi trova la cosa del tutto inutile.

 

Il punto è proprio questo.
E' piuttosto difficile per me ragionare tifando per squadre pro vs. contro in questo senso.
Come si può dimostrare il persistere (o anche il sussistere) di una determinata presa di coscienza in un malato in stato vegetativo?

E' questo il cuneo nel quale s'infila l'ultima legge passata a maggioranza in Senato.

Ciò a prescindere dal fatto che su molti di questi temi i parlamentari cattolici votando secondo coscienza in realtà stanno ponendo veti praticamente su tutto, in maniera talvolta ingiustificata dato che il Parlamento non dovrebbe legiferare come Chiesa comanda.

E' problematico stabilire quali sono i confini tra i diritti del paziente e l'eutanasia coatta o suicidio assistito che sono tutte cose da evitare assolutamente.

 

il problema verrebbe parzialmente scavalcato rendendo legale un testamento biologico, magari redatto assieme a un medico che possa aiutare la persona a scriverlo .

 

A proposito di questa corretta osservazione c'è una scena nel film sul dottor Kevorkian in cui lui si rifiuta di aiutare un giovane a morire proprio perchè quest'ultimo era "semplicemente" depresso e non stava prendendo la sua decisione in modo lucido e consapevole

 

Lele avevo capito il senso del tuo post, ho solo colto l'occasione per esprimere la mia idea

Non parlo di aspiranti suicidi.
Ad ogni modo riconosco di avere idee parecchio estreme a riguardo, non lo nego, ma del resto ne sono fermamente convinta.
E se non mi aiutasse un medico mi ammazzerei comunque da sola in tal caso.

Mi dispiace ma non sono d'accordo.

 

e come al solito infilo l'ennesimo link sul biotestamento
L’INGHIPPO DEL BIOTESTAMENTO | Informare per Resistere

 

Io sono troppo di parte per continuare in questo topic, perchè dovrei precisare e anteporre numerose premesse.

In ogni caso il mio parere l'ho già espresso.

chiudo solamente dicendo che l'esigenza di una legislazione sul tema dovrebbe nascere dal desiderio di evitare sia un far west soggettivo (posizione saturnine.) che però prevede un estremo livello di emancipazione morale e sociale (cosa che in Italia a mio parere non è verificabile), sia una costrizione con i paraocchi urbi et orbi (posizione cattolica).

chiaro che a livello di concetto io sono per la libertà di scelta. ma macroindicazioni di azione devono comunque essere ben salde e riconoscibili.
perchè tra la volontà del paziente e la legge-guida c'è uno strumento essenziale: il medico. inteso sia come agente nel caso specifico, che come collegio consulente o come commissione giudicante.

 

farò lo stronzo, ma lo faccio da ventanni, e vorrei chiederti quali premesse ?

libera di rispondere o meno

 

premesse di natura morale, etica (nel senso professionale, non di certo confessionale), sociale, medica.

dando per scontato che ogni persona ha una propria visione della vita (e quindi anche della morte), una propria concezione di vita (e quindi anche della morte), una propria indole, un proprio carattere. senza contare il classico giochino di quanto uno ha da perdere o da guadagnare.

per questo, per determinate questioni, il colmare un buco legislativo deve nascere dall'esigenza di delineare un modus operandi in parte stringente e in parte dovrebbe essere in grado di lasciare spazio di manovra a seconda del caso specifico.

intendiamoci: anche se molte visioni fanno percepire il medico come una macchina dispensatrice di sofferenze, questi, alla richiesta di un paziente di morire schiacciato dalla terapia del dolore da mesi, non direbbe mai aprendo la finestra "si accomodi".

dalla possibilità di scelta alla trasformazione in boia, per molte situazioni, il passo può essere troppo breve.

ma come dicevo, la questione è molto complessa. cosa che non giustifica l'ennesimo pacciugo politico in cantiere.

 

ador una domanda:

in Italia un paziente può chiedere di non esser rianimato? ad esempio un malato terminale

 

Sono la prima a dire che sia giusto regolamentare, dicevo soltanto che temo che si arriverebbe a restrizioni eccessive così come ci sono su altri temi.
E questo lo dico A PRESCINDERE dal fatto che io sarei molto più "di manica larga" in questo, sia chiaro...

 

Non capisco perché chiederlo a LEI, che non è nemmeno un vero medico!

 

ah boh, avrò capito male

 

No, tranquillo. Non è colpa tua.