Le marachelle combinate quando eravate piccoli

ho picchiato mia sorella con una forchetta.
ho lanciato dal terrazzo un peluches di mio cucino e poi gli ho rotto il trattore giocattolo.
ho provato a fare le caramelle mou mettendo a caso burro e zucchero in un pentolino finché il tutto è diventato duro, scuro e bruciacchiato.

 

E puoi!

Sì!

 

va be quando avevo 7 o 8 anni, io con alcuni miei amici abbiamo trovato 2 pannolini sporchi di m**** caduti fuori da un cestino, poi li abbiamo incendiati (odore assurdo) e li abbiamo buttati nella finestra di una signora..

 

pallonata e briganti

Siamo stati tutti giovani,d’accordo ma io ed altri penso che siamo stati avvantaggiati,tra il 1980 e il 1985 abbiamo fatto un mare di cazzate ma nessuno ci ha mai beccati,forse perché le abbiamo fatte da furbi o forse perché ci è andata sempre bene. Oppure perché non c’erano tutte quelle telecamere odiose che ci sono ora o magari perché non abbiamo mai conservato foto e filmati da mettere su internet (per poi farsi beccare) .
Le nostre gesta da teppisti metropolitani passano di padre in figlio per capire come eravamo.
Dopo essere usciti da scuola andavamo a mangiare,poi uscivamo subito perché nella stagione estiva si giocava a pallone in modo un po’ particolare.
Vicino a casa nostra c’era un supermercato con il parcheggio sopra. Quindi c’erano due ingressi ,uno sotto e uno dal parcheggio . Questo parcheggio aveva una rampa di salita e una di discesa che alle 12 ,30 quando chiudeva (per riaprire poi alle 16) venivano chiuse con dei cancelli a griglia.
Gli ascensori però non venivano mai spenti e quindi erano una fonte in più di divertimento.
Restava però sempre aperta una porta di ferro piccola nel quale noi entravamo per giocare nel parcheggio libero ed enorme.
Il personale non parcheggiava mai sopra e quindi quando andavano a mangiare anche loro (di solito verso le 13) restavamo padroni di quello spazio senza automobili.
Un gioco molto bello era quello di chiamare l’ascensore (ce n’erano addirittura due uno a fianco all’altro) poi,quando arrivava calciare in porta una,due o più volte finché si facevano buoni rimbalzi.
Le porte si richiudevano dopo un tempo molto lungo e l’ascensore riscendeva,noi allora lo richiamavamo e recuperavamo il pallone (qualora non fosse già uscito per rimbalzo) .
Poco importa se bollavamo col pallone il fondo metallico dell’ascensore,noi ci divertivamo e il personale non ci ha mai beccato. Inoltre confidavano del fatto che anche se scendevano con l’ascensore sotto trovavamo una saracinesca metallica subito dopo all’ascensore che ti impediva di entrare dentro.
Tutto è andato bene finché un giorno ci siamo attardati troppo e in uno delle tante chiamate dell’ascensore ci siamo accorti che il pulsante si è illuminato prima di averlo schiacciato. Ci siamo preparati comunque con il pallone e non appena le porte si aprono la palla entra all’interno con una precisione da capocannoniere al rigore.
Si sente un botto,la palla ha centrato in pieno un vecchio che per sbaglio ha preso l’ascensore (anche perché macchine non ne erano ancora salite).
Si sente un trambusto di bottiglie che cadono e si rompono e il pallone non appena esce viene afferrato da Luca che si precipita nell’ascensore di fianco e scende.
Il vecchio urla “briganti” e cerca di rialzarsi. D’altronde era chiaro che era uno di quei vecchietti che aspettava attaccato alla porta perché il supermercato aprisse per essere il primo per dimostrare chissà cosa e a chi.
Noi scappiamo,chi dalla rampa di uscita oramai aperta,chi dalla porta di metallo e chi dalle scale antincendio,
Ci troviamo dopo di fronte al mobilificio,uno dei tanti nostri punti di ritrovo e ci raccontiamo che cosa abbiamo fatto.
Io e Fabrizio eravamo scesi dalla rampa delle macchine e da un isolato all’altro eravamo arrivati qui. Beppe era uscito insieme a Sergio e Alessandro dalla porta di ferro dribblando persone sul marciapiede. Poi via nel sottopasso per vedere se erano seguiti per poi arrivare anche loro.
Luca era invece entrato dentro nel supermercato (in modo che potesse passare nel corridoio e uscire prima che il vecchio si fosse ripreso e potesse scendere a dire di essere stato pallonato) .
Un guardione del supermercato stava per avvicinarsi con aria minacciosa, quando lui prendeva il pallone e lo aveva calciato con un tiro altissimo che passa sopra alle casse per centrare una catasta di prodotti in offerta e uscire approfittando del casino.
Morale della favola? Non siamo più andati in quel parcheggio e abbiamo dovuto rubare un altro pallone.
Però ci siamo divertiti cazzo!
Ricordo di essere andato in quel supermercato con mia madre una settimana dopo ,vestito in maniera completamente diversa dal solito e con i capelli sistemati diversamente ,quando abbiamo preso l’ascensore dopo aver parcheggiato la macchina mi ricordo di aver visto sul pavimento una bella macchia d’olio,saranno state le bottiglie del vecchio?
Ecco una delle domande che non troverà mai risposta…

 

ahahah belli sti racconti!!!

 

Da piccolo ero parecchio vivace (il mio maestro delle elementari diceva che per farmi stare fermo avrebbe dovuto legarmi alla sedia)...ne ho combinate un po', magari non clamorose...comunque, tra quelle che ricordo:

- Ho detto: "Sbrigati, schiava!" ( aggiungo un'ipotetica faccina vergognosa) a una mia compagna delle elementari che distribuiva dei fogli alla classe...ovviamente sono finito "in castigo", subito dopo.

- Ho detto a un mio compagno di banco delle elementari che aveva la testa grossa come una mongolfiera (), e ho continuato a prenderlo in giro tutto il giorno; ovviamente sono finito "in castigo".


- Ho riempito di buche enormi il piccolo appezzamento di terra davanti a casa mia. Inoltre le ho anche colmate d'acqua. Un macello terrificante.

- Non ricordo perchè, ma ho buttato un pupazzetto di gomma a forma di rinoceronte sul tetto dei miei vicini di casa.

- Io e un mio amichetto/cuginetto avevamo il crudele hobby di riempire d'acqua una bacinella e poi di metterci dentro formiche ed altri insetti; tutto questo per vederli annegare lentamente . Povere bestie. Che imbecilli che eravamo!

- Un' altra occupazione altrettanto crudele era quella di uccidere le vespe, coi piedi e talvolta anche con le mani...finchè un giorno, punto da una di loro (), ho - per fortuna - smesso.

NON ero un bullo, però ero iperattivo e piuttosto vivace.

 

braccia rubate all'agricoltura :grin:

Io sono abbastanza serio oggi ma da bambino ho fatto qualche cazzata.
La prima di cui ho memoria è stata all'asilo quando ho tirato un secchiello in testa ad una bambina senza alcun motivo e facendola piangere.
Sempre all'asilo ho chiuso un bambino dentro ad un contenitore per la sabbia (all'aperto e sotto il sole cocente) e mi ci sono seduto sopra per un po'.
Ai tempi delle elementari e medie ho fatto qualche litigata, qualche scherzo a bidelli e maestre/prof ma non ricordo niente di particolare...
Uno degli scherzi più memorabili fatto insieme ad altri è stato quello di nascondere la bici di un amico in un albero, lo abbiamo portato lì, gli abbiamo detto che facevamo una foto in gruppo e tutti compreso lui dovevamo indicare in alto, cioè verso la bici; quando ha visto la foto ha fatto una faccia impagabile :grin:

 

Tzè, io ho passato in castigo 3\4 dei miei giorni alle elementari, le maestre non sapevano più dove mettermi in punizione

Io mettevo le lumache sotto le ruote delle auto e aspettavo che aprtissero, oppure sparavo alle cavallette con la pistola a pallini, ancor più da piccolo andavo al porto e facevo massacri di granchi, povere bestiacce, non avevo un cuore da piccolo

 

Grandissimo!!!



Mi sono dimenticato una delle "marachelle" più divertenti che abbia mai combinato.

Anche se involontaria e anche se, in realtà, risale alla prima liceo; quindi proprio piccolo non ero...

Dunque, come dicevo ero in prima liceo; uno dei primi giorni di scuola.

Io e un mio amico ci stavamo prendendo in giro a vicenda, durante l'intervallo. In maniera vivace, ma amichevole, senza cattiveria; giusto per scherzare un po' e divertirci.

Ad un certo punto comincio a rincorrere il mio amico, che scappa tra i banchi, in classe; all'improvviso gli ho lanciato contro il mio the in brick, cercando di colpirlo.
Il fato è stato però beffardo : il cartoncino di the è andato infatti a sbattere contro lo spigolo di un banco ed è.... LETTERALMENTE ESPLOSO!!!
Questa era la mia faccia: ->
C'era the d'appertutto: sui banchi, sul pavimento, perfino sulle finestre.
Buona parte della classe era appiccicaticcia.

Essendo ai primi giorni del liceo, ero particolarmente spaventato, pensavo:
"Ecco adesso mi sospendono!"

Così, sono andato timidamente da una bidella e le ho chiesto uno straccio, per pulire, dicendole che mi era caduto per sbaglio, per terra, il brick di the e che si era rotto.

La bidella entra in classe e dice: "Mi sa che qui, qualcuno si è divertito!"
E io: "No signora, mi è caduto in terra il cartoncino, non ho fatto apposta!"

 

Bè, oltre al fatto che scendevo giù da mia nonna (io abito al primo piano e lei a piano terra) come una furia e capovolgevo le sedie, svuotavo tutti i cassetti senza motivo ecc, non facevo niente di speciale xD Ogni volta che scendevo, mia nonna diceva "In nome di Dio!", ero una forza distruttiva xD

 

Le marachelle combinate quando eravate piccoli?

Infinite. Potrei parlare delle cazzate che ho fatto da bambino, per giorni e giorni....

 

Mhh,vediamo,ecco quelle che ricordo meglio:
-lanciare patate,pomodori e gomme da masticare masticate dal balcone nel giardino del vicino.
-trascinare lo spazzolone del cesso di mio nonno per tutta la casa.
e cene sono ancora..

 

Io da piccolo ero un santo

Certo, magari quella volta che con un mio amico trovammo una signora attempata sull'autobus me la ricordo sempre eh, era appena uscita dal parrucchiere ed aveva una di quelle complicate acconciature coi riccioli eretti, allora ci mettemmo nei sedili dietro di lei e, con una delicatezza che ignoravamo di avere ed una pazienza fuori dal comune costellammo i suoi capelli di sputi.
Oppure mi ricordo quella volta che avevo rotto la bicicletta, allora presi la catena ormai inservibile e la usai per legare ad un palo la bicicletta di qualcun altro.
Poi... bé, ce ne sarebbero altre...

 

Grande Carlos Valderrama

 

Punto di riferimento per ogni capellone degno di questo nome