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Libri

Discussione in 'Intrattenimento' iniziata da madcap, 7 Aprile 2004.

  1. Teklis

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    17 Settembre 2010

    L'unico che mi pare strano è quello del cespuglio. I rimanenti, per quanto mi riguarda, possono benissimo passare come delle invenzioni fantasiose. Chi ha stabilito che deve esistere in italiano un modo corretto di esprimere un determinato concetto? Prendi l'esempio della falena! O, ancora meglio, quello della fatina/topolino! Mia nonna mi ha sempre parlato della fatina, mai del topolino! Accuse di questo tipo mi lasciano piuttosto perplesso.

    Quelle accuse mi paiono talmente campate in aria che giustificano il tono della sua risposta. Io sono un lettore che presta poca attenzione allo stile e alla correttezza sintattica (e cose di questo genere). Probabilmente perdo per strada queste stranezze durante la lettura. Sono più attento alla trama e, forse, mi faccio prendere troppo! :hihi:

    I primi due sono scritti male? Potresti spiegarmi perchè? :P

    Tk :demon:
     
  2. Nemalo

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    17 Settembre 2010

    ma anche no. Se uno critica il tuo lavoro e tu non sei d'accordo smonti le critiche, non la persona che te le ha fatte. Se il tuo elettricista secondo te ha fatto un lavoro maldestro sul tuo impianto elettrico pensa se ti rispondesse "ma chi ***** sei idiota, fai schifo tu e il tuo impianto, ma vai a morì ammazzato" (che è praticamente la sintesi delle dichiarazioni di faletti XD).

    Comunque io il primo l'ho letto e l'ho trovato scritto male, ma non vedo motivo di sospettare che non l'abbia scritto faletti. Sui successivi non saprei dato che da allora li evito con cura :hihi:
     
  3. Teklis

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    17 Settembre 2010

    Mi pare che Faletti, nell'articolo che ha postato Engash, risponda a proposito di ogni singola frase "incriminata" presente nel suo libro. Che altre spiegazioni dovrebbe dare? Mi pare che abbia risposto per filo e per segno e che poi, dopo, si sia lasciato un po' andare e abbia inasprito la risposta...

    Anche tu l'hai trovato scritto male!? Potresti spiegarmi anche tu per quale motivo ti pare scritto male?

    Sono curioso! :rotfl:

    Comunque Engash, mi sono segnato i libri che avevi suggerito qualche giorno fa... non ho mai letto nulla di Deaver (è da tanto che voglio farlo) nè di Connelly. Rimedierò al prossimo giretto in biblioteca! ;)

    Tk :demon:
     
  4. Engash-Krul

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    17 Settembre 2010

    beh, sul fatto che ci sia un modo corretto e uno non corretto di dire le cose, cavolo se è così! altrimenti non si parlerebbe di grammatica, di sintassi, di LINGUA italiana. chiunque parlerebbe come vuole e chiunque pubblicherebbe libri, non si potrebbe neanche più parlare di scrivere bene o male in italiano.

    a parte questa piccola digressione, se Faletti avesse avuto un po' più di sale in zucca avrebbe potuto "cavarsela" molto più facilmente con una serie di "scuse" ben più credibili. andando con ordine: la fata avrebbe potuto dire che sua nonna gli raccontava della fatina, non del topolino e sarebbe finita lì, chi vuoi che sapesse cosa raccontava sua nonna? per i "grandi", il "cespuglio" e "quante gliene deve" avrebbe potuto fare appello all'aver usato uno slang americano apposta, dire che aveva scelto di far parlare i suoi personaggi in americano e non in italiano. gli spiaceva che la cosa non fosse stata capita, ma era stato un tentativo non andato a buon fine. la storia della falena ci può stare.

    quello che stona è, quindi, il fatto di prendersela con gli altri, invece di rispondere punto per punto con argomentazioni sensate. in pratica il suo atteggiamento è lo stesso di molti nostri politici: beccati con le mani nella marmellata, invece di giustificarsi e trovare scuse, cominciano a gridare allo scandalo, a elencare in quanti avevano già messo le mani nella stessa marmellata (come se questo sminuisse il loro atto) e, infine, che la colpa era di chi la marmellata l'aveva messa lì, non loro.

    sul fatto che i primi due siano scritti male, beh, basta prendere in mano un qualsiasi giallo scritto da Michael Connelly o Jeffrey Deaver e metterlo a fianco di "Io Uccido" o "Niente di Vero Tranne gli Occhi" per vedere subito le differenze. nel suo primo romanzo Faletti tenta la tecnica alla Agatha Christie: ti mette subito di fronte l'assassino e vuole riservarti il colpo di scena per il finale, mostrandoti come lui sia stato geniale a trovare una scappatoia a cui nessuno aveva pensato, ma fallisce miseramente. al di là di questo particolare, però, concentriamoci proprio sulla scrittura. per farlo mi concentrerò principalmente su "Io Uccido", in quanto unico che ho finito, il secondo l'ho piantato lì dopo 100 pagine, non lo reggevo.

    personaggi: il nostro protagonista è un ex agente americano, ha perso la moglie ed è stato depresso per molto tempo. pensa ancora a lei, costantemente, si sveglia nel cuore della notte con incubi su di lei, su come è morta. eggià, come è morta? non si sa, non lo sapremo. Faletti continua a stuzzicarti, nei primi capitoli, col fatto che c'è un mistero attorno alla moglie del protagonista, che quella morte potrebbe anche essere collegata agli omicidi di Monaco, ma a un certo punto se ne dimentica. niente più moglie, niente più misteri, niente più ossessioni. anzi, addirittura da una pagina all'altra il nostro protagonista si innamora di una ragazzina e per lei lotterà fino alle ultime pagine.
    sempre sul protagonista: improvvisamente a pagina 500, senza che ci sia mai stato detto nulla in precedenza, scopriamo che gli son saltati i menischi di un ginocchio anni prima quando faceva football al college. wow, ma a che serve saperlo? a nulla, anzi, a quanto pare il camminare chinato in un lungo tunnel deve avergli giovato, perchè in chiusura del libro affronta perfino una guardia del corpo, ex-corpi speciali, di 20 o 30 anni più giovane di lui (lui è più vicino ai 60 che ai 50) e il ginocchio non gli dà più problemi, anzi, stende la guardia del corpo senza problemi.
    si evince, quindi, che i personaggi manchino di coerenza interna e, inoltre, che Faletti non conosce i metodi di stesura di una qualsiasi storia, alla cui base c'è il fatto che se si infila dentro un particolare, poi lo si deve spiegare, o almeno servire come presupposto per una scena successiva. se si scrive la scena senza aver messo prima i presupposti o se ne creano che poi non vengono utilizzati (o addirittura vengono negati) si commette un errore.

    l'assassino: non voglio spoilerare su chi sia, ma se si rileggono i capitoli con il punto di vista dell'assassino, ci si rende conto che ci sono delle incoerenze con la sua "altra" identità. senza contare l'impossibilità di costruire da soli quella specie di bunker sotto casa con tanto di uscita d'emergenza.

    capitoli inutili: a metà libro seguiamo un tecnico della stazione radio tornare a casa, ha un computer portatile con se. Faletti perde intere pagine a decantarci le straordinarie prestazioni del computer che questo tecnico avrebbe a casa. e che succede? qualcuno scippa il portatile al tecnico! wow! colpo di scena, che ci fosse qualche dato lì dentro che sarebbe servito all'indagine? che gli si volesse impedire di analizzare qualcosa con quel super computer che aveva a casa?
    NO!
    niente di tutto questo. è una pista morta, quella sottotrama non porta a nulla e, addirittura, non verrà mai più tirata fuori. addirittura lo stesso personaggio finisce nel dimenticatoio e non viene neanche più citato nel resto del libro. abbiamo, quindi, capito che serviva solo a infilare dentro qualche pagina in più perchè il malloppone fa più figo.

    struttura del libro: un giallo ha, in genere, una struttura molto semplice, l'ordine degli elementi può cambiare (tranne la disvelazione, che deve essere alla fine, altrimenti non è un giallo), ma devono esserci tutti e devono anche avere un peso ben preciso. come è possibile, quindi, che in questo caso l'assassino (ponendo il lettore non l'avesse, stranamente, ancora capito) venga scoperto e sconfitto a pagina 450 e il libro sia, invece, lungo 700 pagine? cosa c'è nelle restanti 250? praticamente il nulla, anzi, il libro diventa altro, si trasforma in un romanzo rosa per raccontarci la storia d'amore tra una ragazzina e il protagonista anziano (che è tutto il contrario di quanto ci è stato detto fino a quel momento, ma vabbeh).
    inoltre, e anche in questo caso rimarrò sul vago per non fare spoiler, si evince in più punti (coerenza dei personaggi che va a farsi un bagno, capitoli senza senso e altro che sto per dire) che l'autore non sapeva, fin dall'inizio, chi fosse l'assassino. l'ha deciso solo in un secondo tempo, questo, però, ha anche portato a dei buchi di storia come nel caso dell'indagine del poliziotto monegasco amico del protagonista. lui segue una traccia, ma poi quella traccia, che lo porta effettivamente all'assassino, non si lega con l'identità dell'assassino.

    -------

    sicuramente mi sarò anche dimenticato qualcosa, ma sappiatemi dire, secondo voi, se un libro con anche solo questi errori possa essere considerato scritto bene ;)
     
  5. Nemalo

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    17 Settembre 2010

    E al di là della incongruenze di struttura, Io uccido sembra scritto da una persona che ha preso per la prima volta in mano una penna. Ha una prosa tremenda. Per rendersene conto basta confrontare una qualsiasi pagina di Io uccido con una di qualche famoso autore americano (per rimanere nello stesso genere).

    Poi concordo che sia campato in aria, che ha sto miscuglio di americano ed europeo fatto male, che i personaggi sono odiosi a dir poco, gli sviluppi di un prevedibile allucinante (tipo il tizio che scopre tutto e si fa bellamente ammazzare)... thriller mal riusciti ne ho letti tanti anche di autori blasonati (mi viene in mente certa roba della Cornwell), ma almeno erano coerenti e non scritti coi piedi.
     
  6. Teklis

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    17 Settembre 2010

    Engash, ti faccio i miei complimenti. Sicuramente sei un lettore molto più attento di me. La tua analisi è dettagliatissima e la leggerò con calma quando avrò un po' più di tempo! :)

    No, aspetta. O mi sono espresso male io, oppure non ci siamo capiti. Io intendevo che non ci deve essere un modo corretto o non corretto per esprimere in modo personale alcuni concetti o alcune emozioni e sensazioni. Non parlavo di sintassi o di errori grammaticali. E' ovvio che se non esistessero alcune regole tutto sarebbe completamente a caso. Ti faccio un esempio. Scrivo un libro e a un certo punto devo descrivere il protagonista in preda alla solitudine. Potrei scrivere: "... si sentiva solo come un cane!". Politicamente corretto. E' un modo di dire comune. A me non va e dico: "si sentiva solo come un delfino spiaggiato su un bagnasciuga" (ho scritto la prima cosa che mi è venuta in mente, però mi piace parecchio! :rotfl:). Il concetto è il medesimo, è soltanto la similitudine a essere diversa. Io intendevo che non ci deve essere un modo corretto per esprimere qualcosa attraverso la scrittura a questo livello, non sotto il punto di vista della grammatica e della sintassi. Se ci fai caso, l'accusa che viene rivolta a Faletti per quanto riguarda, ad esempio, la frase: "non te ne devo una, ma mille", è proprio quella di cui sto parlando. Spero di essermi spiegato. :P

    Non mi piace moltissimo il discorso "questo libro è scritto male perchè se lo confronti con il romanzo di Caio o di Tizio, pare evidente che fa proprio schifo." Mi piace invece l'analisi di Engash... come ho detto prima ci tornerò su appena ho un po' di tempo.

    Ma quanto tempo fa l'hai letto? Io non ricordo tutti questi dettagli! Ti ha fatto talmente schifo che ti sono rimasti impressi!? :hihi:

    ------------

    Preso "Un Anno sull'Altipiano", biblioteca rulez! :grin:

    Tk :demon:
     
  7. Nemalo

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    17 Settembre 2010

    aspè, mica intendevo di fare paragoni. Faletti scrive male (in Io uccido almeno, poi non so se è migliorato) e già a leggerlo direttamente uno se ne rende conto. E non è questione di genere, anche andando a vedere libri a cui quel tipo di storia è ispirato (certi thriller americani appunto) si nota la differenza di qualità con le pagine di una persona che un minimo sa scrivere.

    Però non è che Faletti scriva male perchè altri scrivono meglio, scrive fiacco e basta (opinione non solo mia, se giri un po' in cerca di recensioni dettagliate di Io uccido noterai che un sacco di gente si lamenta della stessa cosa).

    Tra l'altro questo mi fa dubitare che Io uccido l'abbia scritto qualcuno pagato per farlo al posto suo, pagare per pagare avrebbe scelto qualcuno un minimo allenato a scrivere.
     
    #9397
    Ultima modifica: 17 Settembre 2010
  8. Engash-Krul

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    17 Settembre 2010

    ok, Teklis, capisco il tuo discorso e concordo con te, quello che intendevo io era un pochino diverso. dunque, tornando su Faletti, a lui cosa si contesta? principalmente di aver usato un'espressione non di questa lingua. il problema è (riutilizzando un mio esempio di qualche pagina fa) che se dici "piove a dirotto", usi un'espressione d'uso comune, un modo di dire, che tutti capiscono. se dici "pioveva come se si fossero aperte le cateratte del cielo e Dio si preparasse a riversare sulla terra un nuovo diluvio universale", dici la stessa cosa, ma utilizzando una similitudine creata da te, che tutti capiscono ugualmente. ma se dici "piovevano gatti e cani", usi un'espressione d'uso comune, un modo di dire, di un'altra lingua, che è tanto strana da risultare di difficile comprensione per un lettore italiano. poi, magari, il lettore ci arriva lo stesso a capire cosa volessi dire, ma sicuramente non si può dire che tu abbia fatto di tutto per farti capire e si può anche dire, in questo caso, che tu abbia scritto "male", o quantomeno non nel modo più corretto, almeno per quanto riguarda l'italiano.

    ora, il problema del "cespuglio" di Faletti non è del tutto comprensibile attraverso gli articoli che ho letto. se avesse usato quell'espressione in un dialogo, facendolo dire a un personaggio, ci potrebbe anche stare. in quel caso si potrebbe appellare al tentativo di italianizzare lo slang americano e di far parlare i suoi personaggi un po' come Camilleri fa parlare Montalbano (anche se in quel caso, forse, avrebbe dovuto metter direttamente la frase in inglese e, quindi, il discorso di similitudine tra lui e lo scrittore siciliano non sta in piedi). se invece avesse usato quella frase in una parte di narrazione, quindi scritta da lui e non detta da un personaggio, beh, io comincerei ad avere qualche dubbio sull'identità dell'autore del libro.

    riguardo al mio paragone tra Faletti e certi altri scrittori americani era semplicemente da intendersi per quanto riguarda la struttura dei rispettivi romanzi. tutti gli errori che ho messo in luce per "Io Uccido", nei libri di Deaver o Connelly non si trovano e già questo dovrebbe dirla lunga sulla differenza di preparazione come scrittori. su come siano, invece, scritti, ovviamente paragoni non se ne possono fare visto che quelli americani passano attraverso un processo di traduzione.

    infine, riguardo a quando lessi il libro... beh... non ricordo la data di uscita in libreria, ma ricordo che era l'agosto di quell'anno. da allora non l'ho più ripreso in mano, è solo che avevo un tale nervoso montante mentre lo leggevo a notare tutti quegli errori mentre ricordavo che SETTE, settimanale del Corriere della Sera, gli aveva dedicato copertina e titolo a lettere cubitali: "Il Miglior Scrittore Italiano", che ricordo ancora tutti i particolari :(
     
  9. Teklis

    Teklis
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    17 Settembre 2010

    Ok, ottimo Engash. Sì, scusa, stavo seguendo un filo logico differente dal tuo. ;)

    Yes, yes, ho capito il discorso che hai fatto. Per quanto riguarda il fatto che sia migliorato o meno, direi proprio di no. Insomma, a me Io Uccido non era dispiaciuto. E qui, tirando il ballo il discorso dei paragoni... mi vien da pensare che io, non essendo un amante dei gialli, sia un po' a corto di esperienza in questo genere. Vedrò di rimediare con questi autori che avete citato entrambi. I successivi sono senza dubbio inferiori, alcuni di molto rispetto al suo debutto letterario, chiamiamolo così. Di Faletti ho letto Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi e Io sono dio. Dato che mi piacciono i racconti ho poi preso in biblioteca Piccoli inutili nascondigli, che mi ha veramente deluso tantissimo. Finiti quei "pochi inutili racconti", come li apostrofai su Anobii (:rotfl:), mi resi conto che aveva fatto un colossale buco nell'acqua e che i racconti era davvero meglio per lui che liasciasse perdere. E da quel momento in poi non ho più letto niente di suo, perchè mi ero un po' demoralizzato... :roll:

    Ecco... a volte si esagera. Decisamente. :hihi:

    E sulla scia di quello che hai scritto io proporrei un mini-sondaggio interno piuttosto futile, ma forse divertente. Il miglior scrittore italiano? Diciamo contemporaneo, cioè attualmente in attività? Voi chi premiereste con questo titolo? Io ci devo davvero pensare. Così su due piedi non saprei. :sgrat:

    Tk :demon:
     
  10. Krokgard

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    17 Settembre 2010

    Cioè ma dici apparte me :lookaround:?

    Se proprio intendi contemporaneo, boooh... ne conoscerò bene 2 o 3 e a nessuno assegnerei premi
     
  11. mircoas

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    17 Settembre 2010

    fra quelli che conosco direi Benni o Ammaniti, ma ammetto di non leggere molta letteratura italiana.
     
  12. Krokgard

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    17 Settembre 2010

    OMG aggià, Stefano Benni! Stefano Benni!
     
  13. Engash-Krul

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    18 Settembre 2010

    dunque... mmm... miglior scrittore italiano...
    beh, a livello di mera scrittura (senza considerare QUELLO che scrivono, altrimenti il secondo non lo prenderei neanche in considerazione) direi Ammaniti o Baricco. entrambi scrivono bene come pochi e saprebbero farti digerire anche la loro lista della spesa (beh, il secondo effettivamente lo fa, ma appunto lo spessore è quello).

    a livello, invece, complessivo... quindi anche di trame... mmm... qui il discorso si allarga e si fa più difficile, direi che nomi come Evangelisti (scusate, ma non posso non metterlo), Eco, Pennacchi e Camilleri, non possono rimanere fuori dalla rosa dei papabili.



    p.s.
    in realtà questi son solo i primi che mi son venuti in mente, ce ne son sicuramente altri, magari li aggiungo in seguito :D
     
  14. Krokgard

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    18 Settembre 2010

    Di Ammaniti ho letto solo Io Non Ho Paura e in effetti scorre come pochi
     
  15. Necrophelia

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    18 Settembre 2010


    ma no, lasciamo perdere la parola capolavoro accanto a quel libro...:D
    Anyway, ho finalmente il mio account aNobii...

    http://www.anobii.com/claudiasg/books

    :happy:
     

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