Exodus

L'ultimo album fila liscio dall'inizio alla fine. L'ho trovato molto gradevole e non mi ha mai stancato. È 1 mia opinione ma lo trovo molto + bello del 2° e del 5° album che hanno fatto.... (ACCETTO LAPIDAZIONI....:grin: :grin: :grin. Non si può mica entrare così nel mio iPod, bisogna meritarselo....

 

MAGARI!!!!!!!con Souza secondo me erano il gruppo thrash da podio.
Comunque pensando e riascoltando i muterei quel "influenze metalcore" in "influenze panteriane" secondo me!!!! azzardo a dire pantera ma mi ricordano loro.

io dukes lo ritengo un americano grezzo.(non in senso positivo)

 

Le influenze panteriane si sentono già da Tempo of the damned!!!! Ecco perchè qualche post fa li ho definiti Thrash old school moderno! Ovviamente il lato "moderno" è stato mutuato dai migliori cioè i suddetti Pantera!

 

Io non la definirei influenza panteriana ma influenza groove in generale,anche se comunque secondo me è presente in piccole dosi,soprattuto in Tempo e Shovel.
Inoltre negli ultimi e in particolare in questo Exihibit B, come ha sottolineato Nick nella sua ottima recensione, c'è anche un retrogusto "core" che non mi dispiace affatto!

a proposito

Recensione: Exodus, Exhibit B: The Human Condition - TrueMetal.it

 

Cd appena arrivato da Play.com. Piccola nota: sono ragionevolmente veloci (l'ho ordinato se non ricordo male lunedì scorso), e credo che 5 giorni lavorativi per consegnare un Cd senza spese di spedizione sia un ottimo livello di servizio. Considerando anche che due album acquistati su eBay negli ultimi giorni di Aprile sempre dall'Inghilterra devono ancora arrivarmi (e lì le spese c'erano).
Vabbè, chiusa parentesi.
L'album me lo ascolterò stasera senza fretta. Appena l'avrò ben recepito, dirò cosa me ne sarà sembrato.

 

Dovrò aspettare ancora qualche giorno prima di poter mettere orecchie sull'ultimo degli Exodus, da quello che ho letto, non mi deluderà!

 

Vogliamo il commento di Zero!

 

Non conosco tutti gli album degli Exodus, quindi mi mancano elementi per far confronti o per recepire effettivamente le loro "evoluzioni" stilistiche, ma Exhibit... mi è piaciuto moltissimo (Downfall è diventata il mio personale tormentone). Concordo con chi sottolinea alcune incursioni panteriane. La lunghezza dei brani, invece, non ha costituito una vera e propria "detrazione". Tutto l'album scorre benissimo, tanto che l'ho già ascoltato 5, 6 volte...

 

Allora: dopo tre ascolti, posso dire che pur non essendo un album brutto, non mi ha colpito particolarmente. Come dice Vittorio, col quale mi trovo del tutto d'accordo, non è il miglior thrash in giro, al momento.
Entrando più nel merito dell'album, ci sono diversi momenti che suonano di già sentito, a cominciare dalle linee vocali di Nanking, che mi ricordano sia il classico degli Slayer "Dead skin mask", sia "Blacklist" da Tempo of the damned. "March of the sychophants", poi, è una chiara reminiscenza delle classiche "Verbal razors" e "Toxic waltz", alle quali si rifà nelle trame del riffing.
L'album ha un tiro micidiale dall'inizio alla fine, per carità, grandissima prestazione di Hunting che malmena a dovere il suo drum kit; e c'è il consueto massacrante rifferama delle due asce, che tra l'altro si profondono in ottimi assoli. Fin qui è il classico disco thrash degli Exodus, forse un pelo lunghetto, anche se non stanca poi così tanto; non l'ho trovato noioso, questo no.
Però come ho già detto non ci trovo nulla di sorprendente.

Ripeto, non è un album brutto, e anzi credo che lo ascolterò ancora e piuttosto volentieri. Che caspita, è pur sempre un album degli Exodus!

Però, secondo me, questo disco deve rappresentare il capolinea per questo particolare songwriting, dal quale Holt ha già spremuto tutto lo spremibile; ora deve inventarsi qualcosa di nuovo, assolutamente. E credo che il problema nel farlo sarà la voce poco versatile di Dukes; il quale in questo album tenta di replicare il buon Souza, ma con, a mio parere, scarsi risultati. Un cantato troppo monocorde, variazioni pochine e quelle poche scarsamente efficaci ("Democide": che roba è quel chorus? Souza l'avrebbe trasformato in un'arma micidiale; così com'è, è scialbo).
Finora, nei due album precedenti, avevano compensato le chitarre; ma ora che anche queste cominciano a diventare ripetitive e a sentire il bisogno di recuperare (o dovrei dire "riciclare"?) qua e là vecchie soluzioni, ecco che le composizioni attaccano a perdere in fascino (pur continuando a spaccare di brutto, e forse adesso come adesso è questo che interessa ad Holt e soci).

Insomma, avrete capito che la sensazione di deja-vu che mi hanno lasciato i primi ascolti è stata piuttosto forte. In sè, è un disco che funziona discretamente; visto nell'ambito della discografia degli Exodus, la luce di cui potrebbe brillare risulta un po' offuscata.

Detto in sintesi: un thrash che si compiace un po' troppo della propria cattiveria (sia a livello strumentale che lirico), e così facendo tende ad allungare il brodo in parecchi frangenti ("The sun is my destroyer" su tutti, un brano estenuante).

Gli album di Heathen, Overkill, Artillery e Paradox (per non parlare di quello dei Vektor) restano superiori, e in modo abbastanza netto. IMHO.

NOTA: come detto, questo è un parere a caldo, espresso dopo pochi ascolti. Magari dandogli un po' di tempo il giudizio potrebbe pure cambiare.

E ora posso finalmente andare a leggermi la rece che ne ha fatto Nick!

 

immaginandomi la resa "live" dei pezzi di quest'album, per esperienza passata con brani quali per es. Funeral Hymn o Children of a Worthless God che su disco mi avevano lasciato qualche dubbio, sono sicuro che saranno molto molto efficaci, quindi io aspetterei di sentire questi pezzi dal vivo prima di senteziare quale sia il miglior thrash in circolazione, anche perchè la componente live di questo genere personalmente non l'ho mai sottovalutata e credo che sia fondamentalmente per giudicare una band che suona questo genere.

A tal proposito, gli Artillery pur essendo formidabili su disco, dal vivo per me hanno molto da imparare dagli Exodus ma anche dagli Heathen.

Il fatto di spaccare di brutto secondo me non è da considerare una novità, perchè è da quando sono nati che lo fanno, è una loro intrinseca caratteristica. Tant'è che nei primi anni 80, quando nasceva il thrash, erano famosi per i loro show incendiari in quel di San Francisco e venivano presi spesso come modello da imitare (vedi per es. Slayer).

Questa attitudine a spaccare fino a circa un album fa, in 8 album, secondo me è stata quasi sempre sempre abbinata ad un songwriting molto ispirato e soprattutto personale, mentre in questo Exihibit B concordo sul fatto che in più di qualche punto ci sia quella senzazione non tanto di riciclo (Hammer and Life sembra uscita dai primissimi album ma non è assolutamente un riciclo, anzi è 100% Exodus!) quanto di mancanza di ispirazione, di idee.
Però non ne faccio una tragedia, considerando che non si tratta di una band nata ieri (come per es. i Vektor), un calo di ispirazione musicale ci può stare, anche se, come ho scritto all'inizio, vorrei proprio vedere quanti rimarranno immobili sentendo una una Class Dismissed o una Sun is my destroyer...
La cosa che più importa è l'attitudine, e quella a mio parere c'è ed è viva e vegeta come quasi 30 anni fa.

 

Per me la lunghezza dei brani è forse un pò eccessiva, a tratti snoia.Voi che ne pensate?

 

Ok, Nino, però la dimensione live dovrebbe riguardare in modo piuttosto marginale la valutazione di un album. Lo credo anch'io che dal vivo questi brani, nessuno escluso, funzioneranno a dovere. Come ho detto, sono gli Exodus, non certo gli ultimi arrivati.
Come resto convinto che non sia un brutto disco, anzi. E' pure possibile che cresca con gli ascolti, come del resto mi è accaduto per Exibit A (che, sia detto per inciso, ora come ora ritengo leggermente migliore di questo ultimo album).
Ma è anche vero che la sensazione di essere arrivati alla dead end con questo songwriting si fa sempre più forte. Tre album tutti più o meno sul medesimo stile, in un genere che vive di continuo rinnovamento, mi fanno pensare che questa vena sia stata sfruttata fino in fondo e che sia ora di cercare qualche altra soluzione.
A prescidere da quella che può essere la resa live dei brani che scaturiscono dal lavoro di composizione.

 

Sono pienamente d'accordo.
Ma se la valutazione riguardasse il gruppo in rapporto all'album, allora l'attitudine live, per quanto mi riguarda, diverrebbe fondamentale. Tutti sappiamo quanto l'attuale tecnologia permetta praticamente di modellare a puntino le abilità dei musicisti in studio e sappiamo ancora meglio che non sono proprio tantissimi i gruppi che dal vivo siano in grado di restituire la medesima performance. Concordo con Nino che giustamente sottolinea che spesso canzoni che sull'album riteniamo passabili, dal vivo si rivelano delle autentiche bombe.
Altra cosa che noto in questo nuovo Exhibit: le canzoni sono particolarmente assimilabili...dopo pochi ascolti, 3 o 4 erano già salde fra i meandri del mio cervello.