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Attualità, politica e società

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Elrond, 3 Novembre 2008.

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  1. dicklaurant

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    10 Maggio 2010

  2. dreamtheater84

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    Satur9, LA PATENTEEE

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    10 Maggio 2010

  3. raffomaster

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    10 Maggio 2010

    Io conobbi il fratello, Giovanni Impastato svariati anni fa ad un incontro che assistetti con amici. Anche lui una grandissima persona, gli si leggeva in faccia ancora il dolore per la perdita del fratello...
     
  4. The Neuromancer

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    10 Maggio 2010

    Peppino Impastato eroe nazionale!
     
  5. dicklaurant

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    11 Maggio 2010

  6. 'Emanuele

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    11 Maggio 2010

  7. dreamtheater84

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    Satur9, LA PATENTEEE

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    11 Maggio 2010

    Mica è l'unica a denunciare questa cosa

    Libertà d'informazione in Italia
     
  8. 'Emanuele

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    11 Maggio 2010

    Affermare che in Italia il problema della libertà d'informazione nasce con il Governo Berlusconi sarebbe fuorviante.

    Su questo sono d'accordissimo, probabilmente berlusconi è il parossismo ma tutto ciò non è sicuramente nato con lui. E definire un paese come gli stati uniti "libero" mi sembra abbastanza azzardato, basta leggere qualcosa di Noam chomsky.
     
  9. Byford86

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  10. The Neuromancer

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    12 Maggio 2010

    Saviano: "La lotta alla mafia è nel Dna della destra."

    Assurdo regalare l'autore di "Gomorra", un patriota lettore di Pound e Céline, all'album degli eroi di sinistra. Dal prefetto Mori a Borsellino, Cosa Nostra l'abbiamo combattuta noi.

    Quello del regalare gli eroi agli altri è lo sport preferito della destra. Altrimenti non si capirebbe tutta questa fretta di buttare Roberto Saviano in quell’album lì, tra le figurine del pensiero dominante della sinistra, magari in compagnia di Daniele Luttazzi, cacca compresa. Passa sempre in automatico un’idea. E cioè che la lotta alla criminalità sia un tratto distintivo dell’essere di sinistra. Un riflesso condizionato sottaciuto e mai dichiarato convince tutti – quelli di destra, tra i primi – che, insomma, l’impegno contro la mafia sia una cosa da comunisti. Ancora peggio: una cosa da magistrati comunisti.
    Tutto questo nel frattempo che mai, mai una volta, qualcuno abbia detto che perfino i due più potenti tra gli eroi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, non corrispondevano al clichè cui ci siamo abituati per quieta obbedienza al pensiero dominante. Si potrà o no dire una volta per tutte che Falcone, appunto Falcone, da vivo era un socialista quando socialista significava Claudio Martelli, Bettino Craxi, Hammamet compresa? Si potrà o no dire e spiegare bene che Borsellino, appunto Borsellino, da vivo era un missino e che lo slogan “meglio vivere un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino” è mutuato da un motto stupendamente fascista?
    Falcone e Borsellino morti hanno dovuto subire l’aggiustamento delle loro biografie ed è quasi da querela – si rischia la querela, oggi – ricordare come al funerale di Beppe Alfano, giornalista, ammazzato dalla mafia, c’era solo la fiamma tricolore. Quello dell’andare a fare la guerra alla mafia era l’istinto primo di ogni militante della destra, Angelo Nicosia, un valoroso deputato – e Giampaolo Pansa se lo ricorderà – all’alba della nascente Repubblica si prese le prime coltellate quando cominciò a stanarli i mafiosi tra i rimasugli ereditati dall’amministrazione d’occupazione anglo-americana. Ancora ieri, con odio sbruffone, nella sua Castelvetrano, il Matteo Messina Denaro, che è ancora oggi latitante tra i latitanti, durante le campagne elettorali faceva sapere ai suoi: “Per i fascisti mai”.
    Brucia ancora il ricordo di Cesare Mori, il prefetto di ferro voluto da Benito Mussolini che fece fuoco e fiamme sulla viva carne della mafia, mas-sa-cran-do-la. Nel nome di Mori tanti scelsero magistratura, polizia, militanza politica, certo anche Saviano – nel nome di Mori – riconosce quella vena che a Destra faceva scegliere sempre e comunque lo Stato e non l’Anti-Stato, lo ha scritto tante volte ma, si sa, è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che a destra qualcuno si fermi a leggere, siamo fatti così noi di destra, ci nutriamo solo di comizi scritti. E mai una volta che si scriva un comizio che corrisponda alla verità delle cose perché – chissà – passa sempre questa idea che andare contro la Mafia è un vantaggio dato ai comunisti. E così, di seguito, per li rami: ognuno che faccia il proprio dovere diventa, in automatico, uno di sinistra. Così vale per chi paga le tasse, per chi denuncia il pizzo, per chi sceglie le guardie e dice basta ai ladri. La stupidità congenita della destra, specie se dotata di microfono e di taccuino, è svelata in questo tic: regalare la battaglia di civiltà alla sinistra. La condanna della destra è tutta descritta in una scena: prendere le corna da terra – quelle degli evasori fiscali, quelle dei magnaccia, quelle degli assassini e quelle degli indifferenti – e mettersele in testa. E tutto questo mentre questo governo, con Roberto Maroni al Viminale, con decisioni sottoscritte da Silvio Berlusconi in persona, sta facendo piazza pulita della criminalità. Tutto questo mentre il mondo intero, con Gomorra sotto il braccio, trova in Roberto Saviano un esempio d’italiano mai visto fino ad oggi. Un italiano che non è, per come lo accusano da destra, un comunista con la barba di tre giorni ma, sempre che il termine non ci esponga alla querela, un patriota. Lui lo ha già scritto, lo ha già detto e lo ha già raccontato molte volte. Non c’è un angolo della vita di questo giovane scrittore che non sia stato svelato, anche al netto delle invidie e degli insulti. Furbizia compresa. E’ solo uno cazzuto, uno che sa tenere una pistola in pugno, uno che sa sbrigarsela al modo dell’uomo vero, uno che è agli antipodi del fighetta, uno che non c’entra niente con tutti quelli che lo venerano, neppure con RaiTre che gli offre la tribuna, ma ancora meno c’entra con tutti quelli che vogliono togliere a lui e al suo libro i riflettori. Non c’entra con tutte le contumelie che gli lanciano addosso i suoi detrattori. Non assomiglia alle accuse che gli rivolgono, in una sola parola: tutto è tranne che un comunista. Tutto eccetto che un conformista, tutto fuorché un venerando somaro del pensiero dominante, sempre che si abbia la pazienza di leggerselo il suo pensiero, anche perché si rischia di perdersi ciò che può apparire balsamo alle meningi: come quando denuncia gli anni del saccheggio del centro-sinistra. Ha solo la barba di tre giorni e poi – è vero – s’è nutrito alla fonte della grande letteratura maledetta: da Ezra Pound a Louis Ferdinand Celine. Però va avanti, è generoso, cerca negli altri quello che lui stesso ha assaporato: la libertà di pensarla sempre fuori da ogni schema. Può non piacere ma è un eroe. Avrebbe perfino pietas di Sandokan, il suo nemico, così come ebbe una sovrana ironia al processo, guardando in faccia tutta la feccia. Basta vederlo nell’interezza della sua fisicità. Si muove come in scena, mette in scena la romantica sovrapposizione dell’arte su tutto. E’ solo uno che sfida anche la sua stessa storia pur di fare l’unica rivoluzione necessaria: liberare il Sud dalla Mafia perché la Mafia c’è. E non è di destra. A meno che non si voglia farsela regalare. Giusto per fare a cambio con gli eroi.

    di Pietrangelo Buttafuoco

    Libero,

    12/05/2010
     
    #2890
    Ultima modifica: 12 Maggio 2010
  11. son of Loki

    son of Loki
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    12 Maggio 2010

    appunto, la DESTRA... non la mezza destra... come la SINISTRA... e certamente litigare sul colore di chi ha avuto i coglioni di combattere la mafia è innanzitutto polemica oziosa e in secondo luogo inutile e dannosa alla lotta di questa... la mafia non ha colori... e di certo non ci sono colori per combatterla
     
  12. NuclearDevastation

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    12 Maggio 2010

    Io credo che fare a gara a chi elimina la mafia per pubblicità sia piuttosto da mafiosi...
     
  13. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    12 Maggio 2010

    magari è anche vero però l'articolo è pervaso da una certa ambiguità. Prima di tutto la destra ce l'ha o no con Saviano? No perchè pure qui ci sono voci pro e voci contro. Poi "uno che sa tenere una pistola in pugno" non è che sia l'attributo dell'uomo cazzuto per antonomasia. E soprattuto, ma se libero parla bene di Saviano, perchè si incazza che i comunisti e rai tre ne parlano bene? Sembra quasi che siccome(come sostiene l'articolo) Saviano è un uomo di destra non possa essere lodato dagli altri per i suoi meriti, come se solo la destra sia in grado di riconoscere in lui dei valori. Mah logica strana
     
  14. Melanio Vakyas

    Melanio Vakyas
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    Bella fregatura. Che fai?

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    12 Maggio 2010

    Può essere condivisibile questo articolo, nella sua globalità, ma alla fine degli anni '40 ed inizio '50, in Sicilia non è caduta gente del movimento sociale, organico ai propietari terrieri, la mafia, alla democrazia cristiana, agli ultimi residuati dei monarchici e dei separatisti di Finocchiaro Aprile; mentre militanti e sindacalisti comunisti e socialisti, ne caddero tanti nelle campagne dell'agrigentino, del palermitano e del trapanese. Quando socialista non voleva dire Craxi, Martelli e Hammamet ad esempio, ma piuttosto voleva dire Placido Rizzotto, e voleva dire fare antimafia alla luce del sole, nei paesi, dove tutti conoscono tutto di tutti, dove avere coraggio significava andare a sbattere in nei muri omertosi di una società retrograda... ovviamente non voglio "screditare" Falcone e Borsellino, e ci mancherebbe cazzo! Ma fare antimafia con le scorte, dai palazzi di giustizia, seguendo i movimenti finanziari delle organizzazioni criminali, e magare avere il sacrosanto appoggio di una parte della società civile, è sì un'antimafia che deve essere fatta, ma non ha il "sapore militante" del coraggio di gente di cui parlavo prima. Incontrare un boss nel bar del paese, ogni giorno, mentre lo combatti solo con la forza del coraggio e della denuncia, ha un altro sapore... ecco, forse gli ultimi eroi in tal senso sono stati Peppino Impastato a Cinisi, Mauro Rostagno a Trapani e Danilo Dolci a Trappeto. Due comunisti e un non violento, niente missini...
     
  15. The Neuromancer

    The Neuromancer
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    12 Maggio 2010

    Personalmente non ho l'età per aver potuto militare nel MSI, gli stessi "eroi missini" iniziali citati sono tutti membri/simpatizzanti del partito in Sicilia in quegli anni di cui parla l'articolo. Buttafuoco, autore dell'articolo, è uno di quelli che la militanza se l'è fatta eccome per le strade.

    Ho postato quest'articolo perché il tema mafie/legalità/politica torna ciclicamente a galla nel forum e questo pezzo mi sembra adatto ad entrare nel calderone.

    Critiche a parte, prendetelo per quello che è: un articolo rivolto ad un pubblico di destra che cerca di parlare quindi ad un certo gruppo di persone con una certa cultura. Non ci sono "gare" di antimafia, mi pare che il discorso sia più ampio e articolato.

    PS: ho modificato il post perché ho dimenticato di inserire il nome dell'articolista: Pietrangelo Buttafuoco.
     
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