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Politica italiana

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Daniele "dani66" D'Adamo, 3 Novembre 2008.

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  1. death_by_the_dead

    death_by_the_dead
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    25 Marzo 2010

    Infatti, e la feccia imprenditoriale aumenta sempre più i proprio diritti... Invece di vederli diminuiti sempre più...

    CD o CS non cambia, sempre dalla parte del capitale.
     
  2. Pasquaz

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    25 Marzo 2010

    Pultroppo degli anni '90 in poi si è avuta "la grande fregatura": la mitizzazione della laurea e l'accesso in massa nelle università.
    Nei decenni passati il mito del laureato che trova subito lavoro e stipendio alto (in un'italia sotto-alfabetizzata, dove i laureati erano davvero pochi) hanno portato ad una corsa alla laurea spaventosa, i risultati sono sotto gli occhi di tutti:
    - tantissimi disoccupati laureati
    - corsa al ribasso degli stipendi
    - qualità dell'istruzione universitaria pessima (mi ricordo la qualità delle lezioni quando c'erano 300 e più studenti stipati in un'aula... :roll: )
    - mucchi e mucchi di corsi di laurea-fuffa (questo fenomeno è più recente però, sarà uno spasso vedere nei prossimi anni che faranno i nuovi laureati in scienze di staminXa).

    Per assurdo prima per fare l'impiegato in banca bastava il diploma di ragioniere adesso non basta neppure la laurea specialistica in economia e commercio (che poi il ragioniere di 30 anni fa fosse più preparato di un sacco di neolaureati di oggi è un'altro discorso :hihi: )
    il che è una fregatura anche per chi vuole lavorare subito, salvo eccezioni.

    Io sono stato fortunato ho un buon lavoro, ma c'è davvero troppa gente intorno a me che sta messa male in campo lavorativo, qualche giorno fa con una mia cugina che fa giurisprudenza (settore devastante per chi vuole iniziare a lavorare) ho preferito cambiare argomento parlando di lavoro...

    La cosa assurda che sento ogni tanto gente in TV che dice che in italia ci sono pochi laureati rispetto gli altri paesi europei, un dato assolutamente falsato da un trucco statistico: l'italia è anche il paese con più anziani in europa (che ben pochi son laureati e fanno media...)
     
  3. Slater

    Slater
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    25 Marzo 2010

    Mio padre è imprenditore e fidati che è tutto tranne che uno sfruttatore dei dipendenti ;)
     
  4. Ace Of Spades

    Ace Of Spades
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    26 Marzo 2010

    Le parti che ho evidenziato sfiorano l'epico bathoriano in quanto a veridicità.
    Ormai è così: chi si sporca le mani passa per mendicante, per una persona sporca, rozza e primitiva (scusami per il gioco di parole con il tuo nick, non voglio offendere), anche se prenderebbe 2000 e passa Euro al mese, visto che i lavori manuali alla prova dei fatti sono ancora oggi quelli più remunerativi, e poi sono 1000 volte meglio del farsi schiaffare in fabbrica per 1000 Euro scarsi al mese inclusi straordinari...
    Poi ovvio che chi viene dall'estero venga "reclutato" in mestieri che da parte delle grandi masse giovanili vengani definiti come "da poveracci"...è logico, ti sporchi le mani, in Italia chi si vuole sporcare le mani?
    Ovvio, facile poi che ci si viene a lamentare "l'immigrazione ruba lavoro ai giovani!"....ma il 90% dei "giovani" quei lavori che spesso vengono assegnati a chi viene dall'Estero, sarebbero disposti ad accettarli? No!
    Ci sarebbe il sottoscritto, che "stranamente" o viene calcolato come se trasparente, oppure cacciato a calci in c**o per motivi ignoti (e mi è successo) solo per tentare di consegnare un modesto CV.
    Meglio reclutare un poveraccio che viene dall'Estero a costo zero, avidi senza scrupoli, più che un italiano disposto ad ogni tipo di mansione ed orario...il problema del "+ immigrati = - lavoro" è un'equazione parzialmente veritiera forse in altri Stati, ma che in Italia è veritiera come la favoletta di cappuccetto rosso, propagandata perlopiù da coloro che sono i primi ad avere la domestica rumena in casa, oppure dipendenti provenienti dall'estero sfruttati per pochi soldi nella propria ditta, o più semplicemente da gente che parla e parla ma che poi in realtà se si presentasse un occasione di lavoro come spazzino sarebbero improvvisamente affetti da una "casuale" forma di snobbismo acuto e di allergia alla manualità...
    Tutti in banca e in azienda, YO!
     
  5. ainzalesta

    ainzalesta
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    26 Marzo 2010

  6. SporcoRozzo&Primitivo

    SporcoRozzo&Primitivo
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    Vegano non praticante

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    26 Marzo 2010

    Guarda, io mi ci sono pure divertito! Poi a mio parere è un'eccellente scuola di vita per chi non si è mai staccato dalle sottane di mamma. 18 anni sono l'età dell'intraprendenza ma già con la testa sulle spalle. L'esperienza di passare quasi un anno vivendo con dei coetanei di estrazione sociale ed economica casuale mi ha fatto scoprire realtà che nemmeno immaginavo. Poi il vivere sotto una rigida disciplina aguzza l'ingegno. Ho visto mammoni incancreniti svegliarsi fuori e spacconi ridimensionati. Lì riparti da zero, nessuno ti conosce ed hai una occasione di rimetterti in gioco. Poi, scherzi, ti palestrano abbestia ed hai il fascino della divisa... Ma quanto trombi?!:hihi:

    Da buon ex meccenico autoriparatore non mi offendo mica! Anzi, mi fanno ridere quelli che o pur di non sporcarsi le mani oppure perché le loro capacità pratiche sfiorano ridicolmente lo zero al quoto restano a piedi la domenica pomeriggio perché non vogliono fare rifornimento al self service :lol:.

    Una parte della colpa la do ai genitori, che non spronano i loro figli a diventare indipendenti. Certo, è comodo fare finta di fare lo studente universitario per continuare a fare l'adolescente fino a trent'anni e passa. Finché il cordone ombelicale con i genitori resta aperto e da questo cordone transitano i soldi per il cazzeggio sfrenato, indipendentemente dai risultati scolastici, chi glielo fa fare a questi zuzzurelloni di maturare? Solo che dopo una certa soglia anziché maturare si marcisce.

    La locale azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani aveva recentemente aperto un bando per l'assunzione a tempo indeterminato di una cinquantina di "YattaMan", ovverosia gli operai attaccati dietro al camion dei rifiuti che al mattino presto prendono i sacchi neri e li gettano nella pressa del camion stesso. Stipendio: €1700 mensili.
    Non un italiano che si sia presentato!
    Lo so anche io che come prospettiva non è allettante dopo aver studiato da ingegnere fisico nucleare aerospaziale e chi più ne ha più ne metta, ma ad un certo punto bisogna capirlo se si è fatto un errore nella vita. Già che uno ha buttato via circa 7 anni per laurearsi in una disciplina che non gli ha dato nessun posto di lavoro, si svegli dal suo sogno di diventare il progettista del nuovo space shuttle a propulsione nucleare (non mi si venga a dire che ha studiato "per cultura personale") e si rimbocchi le maniche che la vita è una ed il tempo passa. Certo che però se mamma e papà continuano a passargli vitto, alloggio, spese e 500€ mensili per i divertimenti...
     
    #10866
    Ultima modifica: 26 Marzo 2010
  7. the-phantom-lady

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    26 Marzo 2010

    Una domanda: ma se sti scansafatiche/viziati/ignoranti di laureati una volta che varcano il confine trovano subito lavoro e strapagati, davvero TUTTE le nostre università sono mediocri e i laureati in ogni caso poco inclini al lavoro, oppure abbiamo imprenditori, se non disonesti, perlomeno poco lungimiranti?
    Voglio dire, come puoi nel 2010, sperare di battere la concorrenza con la manodopera e non con con l'innovazione e la tecnologia, quando chi nel suo paese muore di fame è disposto a lavorare 12 ore per una tazza di riso?
    Risultato?o prendi e te ne vai oppure ti adegui. Io dopo un anno di niente mi sono iscritta alla specialistica(che non avevo intenzione di fare) e lavoro come cassiera(ufficialmente sono apprendista commesso di vendita, dunque 150/200 euro al mese su un part-time in meno di una cassiera) il weekend.
    E sono specializzanda in matematica applicata, con la media del 29.
     
  8. Engash-Krul

    Engash-Krul
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    il Divoratore di Menti
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    26 Marzo 2010

    beh, almeno darai i resti giusti...

    (ecco, buttiamola sul ridere che se no c'è da tagliarsi le vene)



    p.s.
    per la cronaca a me avrebbero offerto un posto a Tromso (Norvegia, ciao Fenrir! :D ), ma perchè devo andare in Norvegia (con tutto il rispetto per questa nazione che ha sfornato fior fiore di designer) quando abito a uno sputo da Milano che è la capitale mondiale del design? voglio dire: tutto il mondo viene a milano per il design, tutti i grandi studi di design aprono una filiale a milano per poter "essere su posto" e io devo andare in Norvegia? son i norvegesi che son rincoglioniti? ma non vi sembra che ci sia qualcosa che non va???
     
  9. daitarn III

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    26 Marzo 2010

  10. the-phantom-lady

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    26 Marzo 2010

    Sì la dentro son l'unica a cui tornano sempre i conti:shutup:
    Appunto, per vari motivi non tutti possono o vogliono andare all'estero...ma la domanda è, perchè all'estero si trova e qui no? Poi ti vai a leggere qua e là e scopri che i migliori scienziati e tecnologi (beh parlo del mio campo) sono italiani che lavorano all'estero. La domanda è: perchè invece di comprarti i brevetti fatti da tuoi connazionali all'estero (sull'istruzione dei quali ha investito il tuo paese), non li fai lavorare qui e gli dai la possibilità di farle per te quelle cose?
     
  11. JonSnow

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    26 Marzo 2010

    Guarda, io personalmente non giudico il lavoro semplicemente dal punto di vista del salario. A quel punto un lavoro varrebbe l'altro.

    Anche a 2000 euro al mese io il panettiere o lavori simili, se potessi scegliere, non li farei mai. Ma non perchè siano lavori privi di dignità: su quello sono d'accordo con te, non c'è nulla di male a fare lavori manuali.
    Ma io sinceramente mi sono sbattuto sui libri una vita, sacrificando molto del mio tempo libero che magari avrei potuto dedicare alla ragazza, agli amici, allo sport. E quindi ho tutto il diritto di pretendere un lavoro "da scrivania", ugualmente remunerato, se non di più, per il quale mi sono impegnato.
    Questo non vuol però dire che consideri gli altri lavori "inferiori": ma ho puntato a un risultato, e non ci vedo nulla di male a voler un altro tipo di impiego. Altrimenti mi evitavo tutto lo sbattimento e a quindici anni andavo direttamente a lavorare.

    edit: ho riletto il post di SporcoRozzo&Primitivo: dal canto mio metto al primo posto la dignità personale e la mia cultura; POI i soldi. Se un giorno mi ritrovassi a piedi e completamente senza soldi sarei più che pronto a ingoiare il rospo. Ma fino a quel giorno, quello per cui ho letteralmente sudato (anche perchè ho studiato ma non sono certo un figlio di papà) resterà la primissima scelta, anche per pochi soldi.
     
    #10871
    Ultima modifica: 26 Marzo 2010
  12. SporcoRozzo&Primitivo

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    26 Marzo 2010

    Non so come sia la situazione attuale negli atenei, ma quando mi stavo laureando io [veterrimo ordinamento (F05)], già le aule erano strapiene di fuoricorso incalliti che ogni volta si riempivano la bocca con "ma io pago le tasse!" (in realtà sono i genitori a pagartele!). Vi era stata una proposta di legge che oltre al "diritto allo studio" voleva introdurre il "dovere allo studio": prevedeva che uno studente universitario, qualora non fosse riuscito a terminare il suo piano di studi entro un tempo triplo rispetto alla lunghezza del corso (es.: 12 anni per Giurisprudenza, 15 per Ingegneria, 18 per Medicina) perdeva ogni diritto a proseguire gli studi, in quanto incapace. Effettivamente comunque, fossi io un datore di lavoro, tra un neolaurato 24enne, che ha terminato il corso di studi in 5 anni, ed un neolaureato 33enne, che invece di anni ce ne ha impiegati 14, mi guarderei bene dall'assumere il secondo, perché mi sa che la stessa svogliatezza / stesse scarse capacità che ha dimostrato durante l'università me li ritroverei sul luogo di lavoro. Naturalmente per gli studenti lavoratori i limiti erano innalzati di un'altra volta la lunghezza della durata del piano studi (es.: 16 anni per Giurisprudenza, 20 per Ingegneria, 24 per Medicina). Nonostante questi ampi margini vi fu una protesta "studentesca" (leggi "fancazzistica") di massa e la proposta fu bocciata. Quindi, The-Phantom-Lady, quelli che trovano lavoro all'estero non sono i fancazzisti, in quanto si sono già laureati, ma nemmeno i viziati, perché hanno il coraggio di rimboccarsi le maniche e partire per vivere la loro vita. Come avevo scritto nel mio post precedente, chi supera una certa soglia (~30 anni) senza essersi avventurato nel mondo (del lavoro) staccandosi dalle socche di mamma, difficilmente riuscirà mai più a farlo.

    ...OPS!, ci sono stati altri post nel frattempo...

    Perché (ho provato sulla mia pelle in campo universitario) se dici che fai ricerca su cose PERFETTAMENTE INUTILI ti riempiono di sovvenzioni, mentre invece se chiedi soldi da investire in qualcosa che a lungo termine porterà giovamento all'umanità non ti ascoltano nemmeno (Tyrannosaurus Rex VS mappatura della vescicola cerebrale). Hai ragione, qui si da spazio al sensazionalismo e non c'è lungimiranza. Tutti vogliono cavalcare l'onda per qualche anno, ben sapendo che il guadagnato potrebbe bastargli per tutta la vita. E allora alè a scavare un nuovo fossile, che deve uscire Jurassic Park 4, mentre la ricerca sull'Alzheimer muore (si sposta all'estero). Se ne avessi avuto la volontà, vedendomi sminuito qui in Italia, certo che sarei andato all'estero, dove ci sono aziende farmaceutiche che accolgono a braccia aperte un neolaureato incazzato nero e con la voglia infinita di dimostrare che vale molto di più di una qualsiasi sculettatrice televisiva o di un qualsiasi calciatore.
     
  13. the-phantom-lady

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    26 Marzo 2010

    Il problema è che non assumono nemmeno quelli di 24 anni. Fra l'altro se uno si laurea a 30 anni perchè magari ha sempre lavorato, è davvero da penalizzare?Non generalizziamo, c'è chi non ha voglia di studiare, chi non ci arriva o chi ci mette di più perchè magari lavora.
    Il problema è appunto che molto spesso si generalizza. Nemmeno gli atenei sono tutti uguali e si sa dove ci si può laureare in tempo senza sbattimenti, invece che doversi fare il culo magari andando anche un po' fuori corso per laurearsi. Il punto è che le generalizzazioni penalizzano tutti.
     
    #10873
    Ultima modifica: 26 Marzo 2010
  14. SporcoRozzo&Primitivo

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    26 Marzo 2010

    Brutta cosa non avere la marcia indietro. Stai difendendo a spada tratta una tua scelta (o dei tuoi genitori) che si è rivelata fallimentare. Ma come, prima scrivi che tutti i lavori hanno pari dignità e poche righe dopo ti contraddici scrivendo che prima metti la tua dignità personale e la tua cultura e poi i soldi. Peccato che dignità personale e cultura non ti sfamino a fine mese.
    "E quindi ho tutto il diritto di pretendere un lavoro "da scrivania", ugualmente remunerato, se non di più, per il quale mi sono impegnato."
    Quindi oltre al lavoro senza sporcarti pretendi pure di essere pagato di più... no, i soldi per te non contano!
    Se avessi smesso di studiare a 15 anni altro che tempo libero per sport, ragazze e quant'altro: avresti lavorato. Qui non sei l'unico che si è sbattuto o si sta sbattendo per studiare e tentare di migliorare la propria prospettiva di vita.
     
  15. JonSnow

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    26 Marzo 2010

    Ma che ragionamenti sono?
    Primo, ho parlato di dignità personale.

    Secondo: i lavori manuali li dovrà pur fare qualcuno, ok. E anche quelli da scrivania no? Allora lasciamo i primi a chi non ha studiato, i secondi a chi lo ha fatto.
    Che ci sia un esubero, quantomeno tra i giovani, della seconda categoria siamo d'accordo, e quindi è chiaro che prima o poi chi ha studiato sarà comunque costretto a ripiegare sul primo tipo di lavoro, visto che è sicuramente più "abbondante" rispetto al secondo. Ma perchè precludere a chi ha studiato di cercarsi un lavoro a lui consono sin da subito? E' un discorso che faccio a prescindere dal livello di qualità dello "studio".

    Terzo: sono tutte scelte mie, non certo dei miei genitori, che fanno l'operaio e l'infermiera e ti posso assicurare, purtroppo, che non capiscono l'utilità dello studio e della cultura. E tra l'altro ho anche detto che se un giorno mi trovassi costretto sarei disposto a fare un lavoro manuale; ma, potendo scegliere, è ovvio che non lo farei.

    Quarto: certo, se non avessi studiato a 15 anni sarei andato a lavorare e avrei lavorato. Poi a una certa ora avrei finito l'orario di lavoro e me ne sarei tornato a casa a riposare. Eppure, per come ho vissuto e sto vivendo io gli anni di studio, sempre chiuso in casa oppure fuori a fare lavoretti per poter mantenere le mie spese personali, non mi sono certo trastullato.

    Posso, senza volermi fare gli affari tuoi ma solo a titolo d'esempio, chiederti cosa hai studiato, che lavoro fai e se è quello che avresti voluto fare?
     
    #10875
    Ultima modifica: 26 Marzo 2010
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