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Politica italiana

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Daniele "dani66" D'Adamo, 3 Novembre 2008.

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  1. Raskolnikov

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    11 Giugno 2009

    Beh, tanto per cominciare la 75/2009 a cui fai riferimento altro non è che una circolare, per cui di per sé, per definizione, non è un atto normativo ma solo un "mezzo di comunicazione" interno a un'amministrazione, per quanto nella pratica assolutamente rilevante, per quanto ne so io.
    Come tale, la circolare non fa altro che fare riferimento ad altre norme.
    In particolare alla legge 2/2009, nella quale alla lettera a) del primo comma dell'articolo 19 mi pare si parli proprio di 90 giornate annue, ovvero di tre mesi.
    Aggiungo poi che la legge 2/2009 stabilisce solo che si possono utilizzare certi fondi in un certo modo; per l'impiego effettivo è necessario il decreto del ministero del lavoro che a sua volta non fa altro che ripartire i fondi tra le regioni.
    Peraltro la CIG ordinaria non spetta ai lavoratori delle imprese nel terziario, ad esempio.
    Poi se andiamo a guardare il sito della regione Lombardia a quanto pare hanno sì diritto alla CIG in deroga apprendisti, lavoratori in somministrazione e in lavoro a domicilio, ma restano comunque esclusi almeno i co.pro., e anche altre tipologie contrattuali, penso.

    Che dire, prendo atto che sia Banca d'Italia che gli economisti di lavoce.info si sono inventati un milione e mezzo di casi che non esistono..
    Che sia sufficiente conoscere le norme vigenti peraltro mi sembra semplicistico: in ogni caso in cui si stabiliscono dei requisiti per l'accesso a un beneficio ci sono persone che quei requisiti non li soddisfano, e quantificarli è un lavoro che va oltre il districarsi tra leggi, decreti e circolari..
     
    #6196
    Ultima modifica: 11 Giugno 2009
  2. HeadlessChild

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    11 Giugno 2009

    Beh, su quello non posso metter bocca. Ma i parlamentari son stati muti.


    Già, infatti... dopo esser già stati al governo con lui non avevano abbastanza informazioni. :P


    Ho parlato da qualche parte di rivoluzione bolscevica?
    Suvvia..


    Veramente
    - Prodi ha SEMPRE detto che avrebbe fatto la TAV
    - Il programma dell'Unione prevedeva l'adesione alle missioni militari ONU, tant'è che alla fine rifondazione ha votato, ed ha anche sbattuto fuori i dissidenti
    - La base nato mi sembra una questione abbastanza palese: l'Italia è nella NATO, teoricamente come membro ATTIVO. Qualcuno non apprezza la NATO, ma che il segno di quella coalizione sarebbe stato quello si sapeva prima.

    Insomma... io nel 2006 le sapevo queste cose e bertinotti no? O forse Rifondazione sapeva benissimo con chi si alleava?


    Non ho capito.


    Si tratta di tre partiti che hanno una marea di punti in comune in termini di politica economica e politica estera, e su nessun punto sono del tutto inconciliabili salvo i diritti civili - posto che per la verità la maggioranza del PD è laica.


    Sono d'accordissimo: Rutelli e soci vadano con Casini, chi della sinistra radicale si considera inconciliabile fuori dalla coalizione, l'IDV e i Radicali si son sempre mostrati fedeli ai loro governi, ma chiariscano prima cosa vogliono dalla coalizione e in vista delle elezioni evitino di tirare le solite mazzate agli alleati. SL dentro se sta al gioco come gli altri.


    SL al momento non è un partito in assoluto. Detto questo, sono profondamente convinto della buonafede di Vendola e dei suoi, di SD, e delle altre sigle minori. I socialisti invece temo l'abbiano vissuta come cartello elettorale ma per ora tengono, mentre i verdi sono imprevedibili perché la verità è che fuori dall'ambientalismo non hanno una linea comune, ed il successo dei verdi all'estero potrebbe fargli venire appetiti... comunque decideranno a breve e tradizionalmente quello che decidono fanno. Se SL guardasse al PD rischiano comunque qualche defezione... spero che Paolo Cento sia tra le defezioni.

    Occupare una posizione politica che credo rappresenti una percentuale a due cifre degli italiani (ammesso che poi farsi riconoscere da questi è più difficile...) è sicuramente una mossa furba, ma non necessariamente opportunista.



    E' questo il problema! O sei dentro o sei fuori, non fai campagna elettorale contro. Per farti capire il clima che si respirava, mi ricordo un editoriale di Cossutta dove bacchettava Diliberto dicendo che "il filo si può tirare ma non lo si può spezzare". Il governo era sempre sotto attacco dall'opposizione e dai media, ed invece di sostenerlo i suoi stessi componenti si azzannavano pubblicamente. E tra l'altro, ovviamente, quasi mai sulle questioni di fondo della politica. A parte che da tutto questo son venute fuori finanziarie ne carne ne pesce, ben lontane da quello di cui l'Italia ha bisogno, i risultati in termini d'immagine si son visti quando si è tornati al voto.


    Quella delle e-mail ovviamente era un modo di dire. Seriamente parlando, io non ho nessun problema sul fatto che rifondazione comunista sia comunista. Il giocattolo si è rotto, vero. Tra quelli in prima linea nella rottura ci son stati Ferrero e Diliberto, e questo non posso non affermarlo. Evidentemente, e qui torno al punto di partenza: è fuori questione che si rifaccia una coalizione del genere, mi considererei seriamente offeso e preso per il culo. Se invece una parte di sinistra (magari l'attuale SL) ha intenzione di entrare con una volontà vera di fare sintesi, capace - come ha promesso vendola - di fare un passo indietro per far fare un passo avanti alla sinistra tutta (non solo eli ovviamente), e di portare sul campo importanti problematiche di sinistra, allora il discorso è diverso e se ne può riparlare.

    Tra l'altro... stando ad un recente sondaggio di Repubblica è quello che vogliono i più... poi bisogna fargli la tara xche i lettori di repubblica hanno una loro fisionomia e non rappresentano tutta la sinistra.

    Per chi rimane "duro e puro" amici come prima, ma la vecchia politica dell'ambiguità di Bertinotti ce l'ho ancora sullo stomaco. Seriamente, credo che la scissione Vendola/Ferrero sia una delle cose migliori che potesse capitare. Non è, come dicono alcuni, una imspiegabile divisione tra posizioni estremamente simili. E' - spero - una importante divisione tra due concezioni della propria funzione politica inconciliabili e che troppo a lungo hanno convissuto.
     
  3. DeadSkinMask

    DeadSkinMask
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    11 Giugno 2009

    un alleanza tra IDV e PD è auspicabile solo se quest'ultimi rivoluzionano completamente il partito. per un semplice fatto: l'idv perde voti se si allea con questo PD, e tornerebbe a prendere il 4% delle politiche. molta gente ha votato IDV proprio perchè si è distaccata dal PD. finchè gente come fassino, d'alema e rutelli non si levano dalle palle, c'è poco da fare, altrimenti altro che forza riformista. io non voterò mai chi ha fatto l'indulto, chi ha messo mastella come ministro della giustizia, chi ha tutelato le banche e aumentato la pressione fiscale sui poveracci, chi ha votato il lodo alfano e poi con ipocrisia lo ha condannato, e chi paventava questo radicato anti berlusconismo ma non ha mosso un dito contro quest'ultimo. il PD oggi è un partito di facciata esattamente quanto il PDL, e anzi è il migliore alleato del PDL. l'antiberlusconismo non paga? l'IDV ha raddoppiato i voti facendo anti berlusconismo e non la politica soft di veltroni, che insieme a berlusconi, ambiva e inciuciava vergognosamente nel 2007 a consacrare il bipartitismo e a eliminare tutti gli altri partiti..partiti radicali in primis. il PD attuale è ridicolo. quel 26% è anche troppo. o cambiano registro o lascino fare opposizione a chi ne ha diritto. sulle responsabilità dei partiti comunisti in merito alle cadute dei governi di sinistra, in un occasione fu responsabile bertinotti è innegabile, nell'altra mastella. bertinotti si stava godendo la sua poltrona da presidente della camera, non avrebbe mai mosso un dito. il PD deve ripartire da queste facce se vuole concludere qualcosa, e mettere da parte baroni della politica come d'alema.

    YouTube - Serracchiani e De Magistris su Gheddafi
     
    #6198
    Ultima modifica: 11 Giugno 2009
  4. Wizard_87

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    11 Giugno 2009

    Secondo me la rivoluzione bolscevica non c'è affatto. La sinistra radicale alla rivoluzione preferisce la comoda poltrona di presidente della camera oppure un pacato confronto con il cavaliere.

    Il disegnatore Giorgio Forattini fu querelato (???) da Enrico Berlinguer perchè in una vignetta ritraeva il leader del pci accomodato in un ricco salotto, con vestaglia e abiti borghesi mentre infastidito imprecava contro un corteo di lavoratori che faceva baccano per strada.
    Ritengo che vada conferito a Forattini il nobel per la lungimiranza :hihi:
     
  5. puffokiller

    puffokiller
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    Dai dai dai

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    11 Giugno 2009

    Berlinguer, il ricordo a 25 anni dalla morte - l'Unità.it

    25 anni fa in questo stesso giorno moriva Enrico Berlinguer.

    Le ultime parole sul palco di Padova, l'agonia, il bacio commosso dell' amico Sandro Pertini

    "Compagni, proseguite il lavoro"



    PADOVA - "Compagni, proseguite il vostro lavoro... casa per casa... strada per strada...". Enrico Berlinguer pronuncia le sue ultime parole con la voce fioca, spezzata, un fazzoletto bianco premuto sulla bocca. Il segretario del Pci, colpito da un ictus, crolla, pallido come un cencio, sul palco di Piazza della Frutta, dove sta tenendo un comizio per la campagna elettorale delle elezioni europee. Berlinguer comincia a morire alle dieci e mezza di una sera fredda, di vento, sotto qualche goccia di pioggia, mentre un maxi schermo trasmette il suo dramma ai cinquemila della piazza. Era giovedì 7 giugno 1984. Il suo cuore cessa di battere quattro giorni dopo all' ospedale Giustinianeo. Berlinguer torna a Roma sull' aereo di Sandro Pertini: "Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta" dice con gli occhi lucidi il Presidente della Repubblica. Berlinguer non sta bene già quando sale sul palco. Accende una super senza filtro mentre parla Gianni Pellicani e aspetta il suo turno, ma la spegne quasi subito. Avverte un senso di nausea e gli gira la testa. "Hai mangiato pesante ieri in Liguria" lo tranquillizza il fido Tatò. Berlinguer toglie l' impermeabile, ha una giacca a quadretti. Si slaccia il primo bottone della camicia, per respirare meglio. Inforca gli occhiali e comincia a parlare, la mano sinistra alzata. La polemica col governo è dura. Il leader comunista attacca i "meschini calcoli di parte", la "ragioneria partitica". Ma lo prende il primo affanno. Si ferma, ricomincia : "La verità è che...". Non ce la fa più. "I partiti se ne infischiano...". Berlinguer lotta contro l' ictus. "Enrico, Enrico" gridano dalla piazza. "A questo stato di cose diciamo basta...". La voce gli esce stonata, fatica a leggere gli appunti. Lo prende un attacco di vomito, chiede un bicchiere d' acqua. Impallidisce, si porta il fazzoletto alla bocca. Adesso tutti capiscono. "Non vedete che sta male" urlano. Ma lui vuole andare avanti. Berlinguer sente che le forze gli mancano, la vista gli si appanna. Salta le ultime otto cartelle del discorso. "Proseguite il vostro lavoro, andate casa per casa, strada per strada..." riesce a mormorare e si accascia. I compagni lo sorreggono, lo fanno scendere dal palco. Berlinguer è uno straccio. Vomita. Lo portano all' albergo, poi di corsa all' ospedale. Sono le undici della sera. Berlinguer è in coma. Nella notte lo operano, ma non c' è niente da fare. La mattina dopo arriva Pertini, che si china sul suo letto di morte e lo bacia sulla fronte fasciata. "E' un uomo giusto" piange il vecchio presidente. Per quattro giorni migliaia di persone vegliano in silenzio nel vecchio cortile del Giustinianeo. Ma Berlinguer non riprenderà più conoscenza. Lunedì 11 giugno il sovrintendente sanitario Francesco Valerio comunica : "L' onorevole Enrico Berlinguer è mancato alle 12.45". "Compagni, la dura notizia è giunta" annuncia Achille Occhetto alla folla radunata davanti a Botteghe Oscure. Il corteo con la bara di Enrico Berlinguer sfila da Padova a Venezia tra due ali di folla lunghe trenta chilometri. Pertini lo porta via con sé.

    L
    a Repubblica - Mercoledì, 8 giugno 1994



    Alla morte di Berlinguer l'allora Presidente della Repubblica disse: "Non è giusto, non doveva essere colpito un giusto".

    Esistono ancora dei giusti?
     
  6. HeadlessChild

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    11 Giugno 2009


    Mah.. io non voglio tanto discutere sul perché chi ha votato cosa. Constato solo una cosa: da una parte la destra italiana. Poi il centro democristiano. Dall'altra parte - provo a immaginare - non solo una grande sinistra unita ed un grande partito di centrosinistra (più eventuali alleatucoli), assolutamente incomunicabili tra loro, ma anche un partito più o meno di centro che fondalmentalmente si distingue dal PD solo per l'essere integerrimo e non avere nemmeno mezza idea di politica economica (ok, ci stanno lavorando... ma prima si guardi ai risultati).
    Dunque, da una parte il governo uscente, dall'altra quattro blocchi sfidanti. Chi governerà l'Italia?

    Comunque, sul fatto che l'IDV non si debba accodare al PD a qualunque condizione concordo (il PD dovrebbe sottoscrivere caterve di leggi che ripristinino la legalità del paese.. altrimenti sarebbe inutile), e altrettanto concordo sul fatto che il PD deve cambiare profondamente... altrimenti il problema non si pone proprio: si perdono le prossime elezioni.

    D'Alema è una sciagura di dimensioni incredibili. Credo che ad oggi sia uno dei politici più odiati d'Italia.. ma controlla una quota di maggioranza del partito. Ridimensionarlo sarà un gioco mica da ridere! Da qualche parte leggevo che vaneggiava su un improbabile "scendere in campo".
     
  7. SANdMAN

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    11 Giugno 2009

    di certo i "giusti" non sono più in politica.
     
  8. nosferatu666

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    11 Giugno 2009

  9. DeadSkinMask

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    11 Giugno 2009

    se alludi all'idv sul non avere mezza idea sull'economia ti invito a leggerti il programma, tanto per precisare che non è un partito fondato solo sull'anti berlusconismo:) a essere un po lungimiranti se la situazione rimane quella attuale, per quanto l'idv possa aumentare ulteriormente i suoi consensi non credo potrà proporsi come alternativa a berlusconi, a meno che di pietro non decida di rimanere più dietro le quinte (intanto il 22 giugno il suo nome verrà omesso dal simbolo di partito) e candidare come potenziale premier qualche elemento nuovo, fresco, e giovane possibilmente. il PD come hai ribadito anche tu deve cambiare profondamente, altrimenti ha perso in partenza, e per loro vale lo stesso discorso fatto per l'idv, con la differenza che nel PD va cambiata radicalmente la dirigenza, oltre a tirare fuori dal cilindro un obama italiano (che al momento non esiste credo..) che distruggerebbe berlusconi, e che avrebbe in quel caso il pieno appoggio dell'idv e anche della sinistra radicale forse. rimane comunque tutto molto difficile, finchè non ci sarà un sistema di informazione pulito e conforme a quello europeo l'unico modo per sensibilizzare politicamente le persone è la piazza e la rete. e ricordo che l'escalation di un obama sta anche nella rete. se censurano anche quella è la fine...

    sarebbe tragi- comica una nuova scesa in campo di d'alema e porterebbe alla definitiva morte politica del PD e a altri 20 anni di berlusconismo:sadic:
     
    #6204
    Ultima modifica: 11 Giugno 2009
  10. HeadlessChild

    HeadlessChild
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    11 Giugno 2009

    L'IDV è un partito che al momento conosco abbastanza bene. Mi sono anche letto il "libro bianco" che hanno appena pubblicato. Si stanno mettendo d'impegno e lo stanno facendo con la serietà e la concretezza che li ha sempre contraddistinti. Stimo seriamente tanto Di Pietro, credo che comprovati gesti di incompetenza politica del passato, il suo italiano faticoso e la sua totale assenza di savoir faire nascondano anche troppo un'intelligenza ed una furbizia notevoli. Sta imparando di anno in anno e soprattutto sa che il suo compito è imparare.
    Il problema è un'altro: l'era delle questioni economiche l'hanno inaugurata di recente, e non di rado ho trovato certe asserzioni fumose. L'idea di controllare il precariato solo lottando contro il mobbing e gli abusi nel rinnovo di contratti a termine ad esempio la trovo quantomeno ingenua. Così come davanti allla crisi non mi sembra abbiano espresso grandi cose (e per questo li ho stimati.. nel senso che lasciavano la parola a chi di dovere consci dei loro limiti).. poi ci sono cose come il votare per il provvedimento del governo anticrisi (quello della social card) perché "han fatto poco ma meglio di nulla", assolutamente non accorgendosi delle pagliacciate in corso.

    Affrontare certe tematiche richiede un'abitudine alle stesse che per ora non hanno. Pensare che da qui alle prossime elezioni un partito che alle politiche ha fatto il 4% possa diventare maggioritario non solo è sbagliato, ma è pericoloso. Chi sarebbero gli eletti? Ricordo che Di Pietro ha una lunga storia di candidature sbagliate.
    L'IDV è un partito piccolissimo, non ha strutture, non sa su chi poter contare, ha un leader inesperto e forse non naturalmente portato alla politica, su miltissime cose non ha una linea precisa. Una crescita prematura potrebbe snaturarlo.
    Tra l'altro, io non credo che Di Pietro dovrebbe farsi da parte; non si presenta bene ma è una garanzia più di chiunque altro li dentro. Credo che dovrebbe guidare il partito ad una coalizione di governo da cui PRETENDERE una precisa lotta all'illegalità, fatta di norme che anche i peggiori fautori dell'inciucio e dei giochi di potere del PD si troverebbero costretti a votare se non vogliono dover chiarire una volta per tutte davanti alle telecamere accese la loro vera natura e diventare il secondo partito della sinistra italiana.
    Quanto alla linea economica invece, spero che l'IDV non vada troppo oltre. E' bene che si formino una linea, è bene che si formi un'area del partito responsabile e competente in merito, che sappia giudicare con attenzione i vari provvedimenti, ma più che altro con lo scopo di contrattare con gli alleati una soluzione ottimale.. posto che la giustificazione del loro scopo in parlamento dovrebbe essere un'altra.
     
  11. one_harvester

    one_harvester
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    11 Giugno 2009

    Certo, ciò che accadde fu assurdo, ti pare che lo sbandieravano ai quattro venti?
    Anche se ora leggo che furono pure troppo clementi....

    E allora perchè reputi così assurde le parole di Ferrero secondo il quale si vuol creare un'alternativa al PD? Può anche darsi che questa alternativa sia di natura parlamentista. Non ci vedo niente di strano (o meglio, nella mia ottica si, nell'ottica dell'italcomunismo no)

    Bah, io ricordo gloriose e partecipate manifestazioni pacifiste, poi fai tu.

    Da quanto si è iniziato ad aggiungere l'aggettivo "Radicale" al termine Sinistra per quanto concerne i vari PRC, PdCI, questa, appunto, "Sinistra Radicale" non si alleata con nessun nome "ambiguo",anzi, s'è automassacrata per non immischiarsi a destra e a manca.


    E infatti s'è vista l'importanza data ai Radicali all'interno della coalizione del CentroSinistra e l'amore con cui viene trattato Di Pietro (e Di Pietro tratta il PD)

    Lo vedremo a breve se la mossa è furba o di natura opportunista. Vedremo, io, credo che Vendola rimarrà per sempre lì, ha trovato il suo posto, e il resto può aspettare

    E infatti, per farti capire il clima che si respirava, Cossutta fu indegnamente invitato a stare zitto, a non rompere le palle, a non compromettere la politica del governo. Ed ecco ch'è uscito dal PdCI.

    Ma chissà perchè la scissione è nata quando la linea politica di Vendola è uscita sconfitta dal quel "famoso" congresso di PRC.

    Il problema è che per "favorire la politica" del centro sinistra non basterà fare un passo indietro. Ed ecco che si perde in coerenza, l'elettorato ti tradisce, e via dicendo, un circolo virtuoso a cui abbiamo assistito per 15 anni ormai...

    Ma guarda che, se hai letto bene i miei post, io la penso come te.
    Ho più volte sottolineato come i veri partiti comunisti, quelli che reclamano la rivoluzione proletaria, son FUORI dal parlamento, dato che la vera ideologia comunista è inconciliabile col parlamento italiano.

    Quoto.
     
    #6206
    Ultima modifica: 11 Giugno 2009
  12. HeadlessChild

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    11 Giugno 2009

    Non metto in dubbio che si tratti di un'alternativa parlamentarista. Ritengo che si tratti di un'alternativa non realisticamente di governo.
    Inoltre, io non contesto la posizione di Ferrero. Contesto la posizione che fu di Bertimotti e Diliberto: volersi alleare ed essere alternativi al contempo. Purtroppo in un'intervista Ferrero ha chiarito che non è del tutto contrario a ridiscutere alleanze con il PD nel futuro. A questo sono contrario.


    Ci sono una serie di problemi di fondo. Se vuoi puoi anche parlare di ipocrisia dell'attuale PD. Ma si tratta di un'ipocrisia (se fosse) di cui si sapeva da prima... Bertinotti infatti sapeva e ha votato i rifinanziamenti.



    Beh.. è un'alleanza nata nel segno dell'ostilità reciproca (in aprte ereditata dal precedente governo). Ma sui contenuti la somiglianza è evidente.


    Nel senso che non si allea con nessuno?


    Veramente era Cossutta quello "filogovernativo"...


    Perché Vendola non era disposto ad accettare quella di Ferrero?


    Ripeto: nel 2006 Bertinotti sotto elezioni ha iniziato a mostrarsi mansueto, a parlare di "alleanza con i capitalisti buoni per i lavoratori" ecc...

    Ha preso il 5% alla camera e l'8% al senato (voto disgiunto di gente che ha votato ulivo alla camera per lo più). Si è trattato se non sbaglio del migliorr risultato di sempre di Rifondazione... e se si conta che a questo si assommava l'esistenza di PDCI e Verdi ("uniti per l'unione" o qualcosa del genere), è il miglior risultato di quell'area politica dal crollo del muro di berlino. Dopo due anni di "guerra interna" hanno preso il 3,1 in 4 partiti.
    Non nego che ci sia andato di mezzo il "voto utile". Ma faccio un'analisi opposta dalla tua.
    Detto questo, non dico di aver ragione perforza. Più che altro ritengo che ci debba essere una scissione tra una sinstra "coerente", che non si allei nemmeno con il governo, ed una "opportunista", che faccia un'alleanza seria. Poi ciascun elettore di sinistra scelga quella che preferisce.
     
  13. one_harvester

    one_harvester
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    11 Giugno 2009

    Si. Vedremo.

    Già, ma all'epoca della scissione da PRC e conseguente nascita del PdCI. Dopo, avendo visto che politiche così di destra in 'casa sinistra' non se ne eran mai fatte, non si era mai arrivati a tanto, si disse sdegnato e fece la voce grossa, ma dal PdCI gli dissero di tacere, di non compromettere il governo. E lui ha lasciato la segreteria e il Partito tutto.

    Nel senso che la scissione è nata nel Congresso in cui la stragrande maggioranza di iscritti a PRC votarono la mozione di Ferrero a discapito della sua. Ergo se voleva fare strada non era quello l'indirizzo giusto.

    Ma il problema è che l'elettorato, vuoi o non vuoi, è quello. Quindi se anche uscisse fuori una sinistra allineata col governo (secondo me nell'ottica del comunismo all'italiana non è impossibile...difficilissimo ma non impossibile) gli elettori, dopo aver visto che votano questa e pure quell'altra 'legge che lascia a desiderare' si sentono, giustamente, traditi ed ecco che si perdono altri voti.
    L'unica è che il grosso del pacchetto di Sinistra, alias PD, cambi natura, costruisca un anima e degli obiettivi concreti.
    Anche perchè pure il PD è al bivio eh....basti vedere che da quando s'è staccato dal resto delle forze di sinistra non ha mai vinto ne raggiunto qualche voto soddisfacente. Non capisco perchè la "disponibilità" debba essere unilaterale.
     
  14. Melanio Vakyas

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    Bella fregatura. Che fai?

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    11 Giugno 2009

  15. Sixx77

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    Man Must Explore...

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