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Attualità, politica e società

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Elrond, 3 Novembre 2008.

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  1. Guest_001

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    4 Maggio 2009

  2. Sixxsixxsixx

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    5 Maggio 2009

    Malmö, il ghetto ribelle degli stranieri
    che mette in crisi il modello svedese


    Un residente su tre è musulmano. Quasi tutti sono disoccupati

    Dal nostro inviato Paolo Salom
    MALMÖ
    — «Io? Sono di Gaza». Rani, 15 an­ni, strizza l’occhio agli amici che gli si fanno intorno a semicerchio, come se volessero pro­teggerlo da una minaccia incombente. Si chia­mano Mohammed, Ali, Hata, Isak. Tutti coeta­nei. Età da medie, al massimo liceo. «A scuola? Ma no, nessuno di noi ci va. Tempo perso». La stessa domanda, provoca identica risposta: so­no di Ramallah, Il Cairo, Sarajevo. Bisogna insi­stere. E allora rispondono con le voci che si so­vrappongono, in una primavera nordica solo annunciata: «Certo che siamo nati a Rosen­gard: ma questa non è mica casa nostra».
    [​IMG]Barricate contro la polizia (Afp)Periferia orientale di Malmö. Palazzi gettati come mattoncini a formare isole tanto ordina­te quanto slegate l’una dall’altra, cemento a vi­sta: uno dei tanti progetti che, sulla carta, ne­gli anni Sessanta e Settanta, dovevano risolve­re una volta per tutte il «problema casa» della classe operaia più viziata d’Europa. Oggi i lavo­ratori svedesi sono una minoranza minacciata più dall’incedere dell’immigrazione islamica che dalla crisi economica. «Non c’è più posto per noi», spiega con un sorriso a mezza bocca Anders Püschel, al momento «disoccupato». Non c’è più posto per nessuno, a giudicare da­gli ultimi eventi. A Rosengard, dove Ibrahimo­vic ha imparato prima a fare a botte poi a cal­ciare il pallone, la sera, non si esce di casa. I poliziotti sono diventati il bersaglio preferito di Intifade istantanee: sassaiole sulle auto di pattuglia che tornano in rimessa ammaccate, come se avessero attraversato un campo profu­ghi palestinese con le insegne dell’esercito di Israele bene in vista.
    Ogni sera, da mesi, casso­netti, cabine, e qualunque struttura pensata per la città si trasformano in roghi appiccati da molotov lanciate direttamente dal salotto di casa. I vigili del fuoco, stanchi di diventare il bersaglio preferito dopo gli agenti, hanno de­ciso di ritirarsi dal loro Forte Apache, la caser­ma di Rosengard. Henrik Persson, il coman­dante della stazione dei pompieri del quartie­re, si è appena dimesso: «Nessuno mi ascolta, nessuno ci aiuta. Non ha senso continuare co­sì ». Persson ha raccontato che, a una recente riunione operativa, un dirigente della polizia lo ha messo in guardia: «Preparatevi a vedere lanciare le molotov contro di voi». Ma a una richiesta di fondi e rinforzi, spiega ancora Pers­son, «ho ricevuto un netto rifiuto». Dall’oppo­sizione, la consigliera centrista Anja Sonesson chiede «l’imposizione immediata di un copri­fuoco per arginare l’ondata di violenza. I ragaz­zini con meno di 18 anni non dovrebbero usci­re dopo le 9 di sera». Per il momento, i social­democratici, la maggioranza, resistono: «Sa­rebbe la fine della democrazia, del sistema sve­dese ». Il sindaco Ilmar Reepalu è convinto che una misura così drastica accentuerebbe «il ca­rattere di enclave a se stante del quartiere. Al contrario noi dobbiamo cercare di unire Ro­sengard al resto della città, farne un zona resi­denziale come le altre».
    Malmö, terza città della Svezia, capoluogo della prospera Scania, porto sull’Öresund con un passato di traffici che non torneranno più, ha 270 mila abitanti, centomila dei quali stra­nieri, per lo più concentrati a Rosengard e din­torni. Come dire, un residente su tre è musul­mano. Molti vengono dai Balcani, dall’Africa, dall’Asia centrale. «Ci sono cento e più nazio­nalità nel quartiere — spiega Stefan Alfelt, cor­rispondente locale di Aftonbladet, uno dei principali quotidiani nazionali —. Pochi di lo­ro hanno un’occupazione. In alcune zone i sen­za lavoro sono addirittura l’86% degli adulti. I giovani crescono osservando i genitori che vi­vono di carità pubblica. Sanno di essere senza speranza e si comportano di conseguenza: fan­no la guerra». Curiosamente, non è un conflit­to «Rosengard contro gli altri». «Gli scontri ra­ramente superano i confini del quartiere — di­ce ancora Alfelt —. È una guerra civile locale: tutti contro tutti». In realtà, qualche volta la violenza lascia Ro­sengard e si sposta verso il centro elegante, l’isola pedonale dove si affacciano vetrine e ri­storanti ancora affollati nonostante la crisi.

    Ai primi di marzo è bastato l’arrivo della naziona­le israeliana di tennis, impegnata in Coppa Da­vis contro la Svezia, proprio a Malmö, a far in­sorgere la comunità islamica, in quell’occasio­ne alleata dei centri sociali svedesi e i black blok di tutta Europa. Un mix esplosivo che la polizia ha affrontato a modo suo. Con le manie­re forti: cariche a cavallo, botte da orbi e pisto­le impugnate contro i dimostranti. Inutile par­lare di integrazione, a Rosengard. Il modello sociale svedese? «Non spetta a me interpretare la politica del governo», ci ha detto il sindaco Ilmar Reepalu, socialdemocratico, facendo in­tendere che lui, la sua città, vuole continuare ad amministrarla come se il welfare scandina­vo non fosse superato dalla realtà. Certo «dob­biamo iniziare a progettare qualcosa di diver­so. Ne va della tranquillità di tutti». Solo una questione di ordine pubblico, allo­ra? La polizia, conclude il portavoce Lars-Hakan Lindholm, «sa esattamente cosa fare e lo farà». Il punto è: per quanto, ancora?
     
  3. Sixxsixxsixx

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    5 Maggio 2009

  4. Sixxsixxsixx

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    5 Maggio 2009

    a tutta questa balda gioventù che si ritiene (a ragione) di betlemme, sarajevo, istambul, il cairo vorrei chiedere cosa aspettano a tornare alle loro radici? alle lore case? alle loro civiltà?
    in Svezia su 9 milioni di persone 2 milioni sono musulmane. è normale tutto ciò?
    in Svezia gli immigrati oltre a godere di tuti i diritti degli altri cittadini godono anche dei sussidi di disoccupazione più alti d'Europa.
    tutto ciò funziona?
    altro che legge bossi-fini qua servono barricate e rimpatri.
    avanti Folkfronten
     
  5. Druso Italico

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    5 Maggio 2009

    Esattamente quello che accade nelle enclavi islamiche in Belgio,Francia e Olanda, nonchè Inghilterra.

    Ma i benpensati hanno gli occhi bendati,pare.
     
  6. Raskolnikov

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    5 Maggio 2009

    A me risulta che le stime segnalano numeri intorno ai 400 000..
     
    #1161
    Ultima modifica: 5 Maggio 2009
  7. Druso Italico

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    Ardet nec consumitur

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    6 Maggio 2009

    Dal Jerusalem Post del 10 Aprile 2009, articolo di Caroline Glick

    Piaccia o no, gli Stati Uniti non sono più il poliziotto del Mondo. Questo è stato il messaggio di Barack Obama nel suo viaggio presidenziale in Gran Bretagna, Francia, Repubblica Ceca, Turchia e Iraq, nella scorsa settimana.

    Fra lo scusarsi per la Storia americana passata e recente; il genuflettersi davanti al Re non-eletto e bigotto d'Arabia Saudita; l'annunciare che ridurrà l'armamento nucleare statunitense; il rottamare la maggior parte del Programma di difesa americano; lo smascolinizzare l'Esercito statunitense; il lasciare che il Giappone faccia fronte alla Corea del nord e alla Cina da solo; il dire ai cechi, ai polacchi e ai loro compagni delle ex-Colonie sovietiche 'non preoccupatevi, siate felici', mentre li lascia nella compassionevole tenerezza di Mosca; l'umiliare i leader irakeni mentre parteggia con l'Iran; il prepararsi ad un confronto aperto con Israele; il ringraziare l'Islam per il suo grande contributo alla Storia americana,

    il Presidente Obama ha reso chiaro agli aggressori del Mondo che l'America non li confronterà nel prossimo futuro.

    Che siano aggressori come la Russia, agitatori come la Corea del nord, esportatori di terrore come il Pakistan armato a livello nucleare, o difensori di uno Stato terrorista-genocida come l'Iran, Oggi, con la nuova Amministrazione, nessuno di questi Stati ha motivo di temere Washington.

    Questa notizia è musica nelle orecchie della Sinistra americana e dei suoi amici in Europa. I sostenitori miliardari di Obama come George Soros non potrebbero essere più eccitati in merito all'auto-decesso della Superpotenza americana. Il Capo della Sezione (anti-)israeliana ufficiale della CNN, Walter Rodgers ha scritto estasiato sul Christian Science Monitor [Osservatorio della Scienza cristiana] di mercoledì: 'Lo status della Superpotenza americana, sta rapidamente degradando assieme alla sua economia'.

    I Media statunitensi e europei pro-Obama sono così felici - perché l'America ha abdicato al potere- che hanno intrapreso il raro gesto di applaudire, alla Conferenza stampa che Obama ha tenuto a Londra. Inoltre, l'entusiasmo dei Media per Obama sembrava aumentare ad ogni dichiarazione presidenziale di contrizione per il passato uso della forza americano, ad ogni suo selvaggio attacco al suo predecessore George W. Bush, ad ogni schiaffo tirato ad Israele, e ad ogni 'grazie' per le benedizioni apportate dall'Islam.

    Ma mentre i Media non ne avevano mai abbastanza del nuovo Leader statunitense, gli alleati più stabili dell'America si sono messi alla disperata ricerca del bottone 'reset', che cancelli l'abbandono, da parte dell'America, del suo ruolo di protettrice del mondo libero.

    Tokyo è stato stravolto dalla reazione dell'Amministrazione verso le tre fasi di test di lancio di missile balistico da parte della Corea del nord. Il Giappone ha ricordato la sortita del Segretario della Difesa Robert Gates che ha detto - all'annuncio di Pyongyang- che gli Stati Uniti avrebbero abbattuto il missile solo se esso puntava sul territorio statunitense. In un'intervista alla CNN, Gates ha abrogato la collaborazione strategica con la Difesa giapponese.

    L'India, dal canto suo, è preoccupata dalle ripetute asserzioni di Obama in merito al fatto che il suo rifiuto di trasferire i contesi Jammu e Kashmir al Pakistan, ispirerebbero il terrorismo pakistano contro l'India. È pure desolata in merito al rifiuto dell'Amministrazione Obama di dar fine al supporto pakistano a Gruppi di jihadisti terroristi che prendono di mira l'India, e questo quale strategia nel suo contenzioso con Pakistan e Afghanistan. In generale, gli Ufficiali indiani hanno espresso profonda preoccupazione per l'apparente mancanza di riguardi verso l'India, da parte dell'Amministrazione Obama, quale alleato strategico che fa da contrappeso alla Cina.

    Poi c'è l'Iraq. Durante la sua breve visita a Baghdad giovedì pomeriggio, Obama non ha nemmeno finto che gli Stati Uniti assicurano Democrazia e Libertà all'Iraq, prima che le sue Forze lascino il Paese l'anno prossimo. Le frasi di maggiore sostegno sono giunte a conversazione con studenti turchi ad Istambul, questa mattina. Ha detto: 'Ho la responsabilità di assicurare che il ritiro delle Truppe sia fatto in modo sufficientemente delicato da non creare un collasso nella violenza'.

    Ascoltando le dichiarazioni di Obama e osservando lui e i suoi Consiglieri mentre fanno dichiarazioni d'amicizia ai Mullah iraniani, i Leader irakeni stanno facendo piani per sopravvivere alla tempesta in arrivo.

    Poi c'è l'Europa. Nonostante Obama sia stato acclamato a Praga, quando ha annunciato di voler distruggere l'arsenale atomico statunitense, di voler ridurre il Programma di difesa missilistico e di voler stringere una nuova Alleanza con la Russia, le sue parole sono state tutto fuorché musica nelle orecchie dei Leaders degli Stati satellite sovietici minacciati dalla Russia. I Governi cechi, polacchi, georgiani e ucraini hanno capito che Obama intende favorirsi il Kremlino, e l'indebolimento del suo Paese metterà in pericolo il loro contrastare l'aggressione russa.

    Non è un caso che quando Obama è tornato a Washington, l'Opposizione georgiana finanziata da Mosca ha annunciato il piano di lanciare massicce proteste contro Tblisi, finalizzate all'espulsione del Presidente georgiano pro-Occidente e anti-Russia Mikhail Saakashvili.

    Così la Russia -come ha fatto l'Iran, che ha risposto alle lodi di Obama verso i Mullah con l'annuncio di 7'000 centrifughe nucleari operative-, ha annunciato il suo rifiuto a supportare sanzioni contro la Corea del nord, e ha ribadito le false affermazioni che il Programma nucleare iraniano sia non-aggressivo.

    Infine c'è Israele. Obama ha asserito che Israele deve stabilire immediatamente uno Stato palestinese, e ha supportato il cosiddetto Piano saudita, che chiede ad Israele di commettere un suicidio nazionale in cambio della 'pace' con il mondo arabo, e ha ripetuto frenetici appelli all'Iran perchè 'impegni' la sua Amministrazione: tutto ciò dovrebbe essere sufficiente per capire che Obama sta sacrificando l'Alleanza del suo Paese con lo Stato ebraico per compiacere gli arabi e l'Iran. Martedì il Vice presidente Joseph Biden ha reso ufficiale questa Politica.

    Biden ha detto alla CNN che Israele sarebbe 'una pessima idea' ad attaccare le installazioni nucleari dell'Iran. Ha reso chiaro che un tentativo israeliano d'impedire all'Iran di diventare una Potenza nucleare è meno accettabile di un Iran nuclearmente armato. L'Amministrazione Obama preferisce vedere l'Iran diventare una Potenza nucleare invece di assicurare l'esistenza ad Israele.
     
  8. HeadlessChild

    HeadlessChild
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    6 Maggio 2009

    Finalmente!

    L'idea che ci debba essere un poliziotto del mondo è perversa. L'azione unilaterale crea distorsioni e ostilità. Il poliziotto può arbitrariamente stabilire quali regimi vanno bene (da sempre, non da quando c'è Obama), e quali devono crollare nel sangue dei civili. Può arbitrariamente stabilire che uno stato come israele, carnefice, nonché una delle massime potenze militari mondiali, sia lo stato da difendere, mentre la difesa della palestina (che sarebbe urgente, visto che l'oppressione è attuale) per qualche strano motivo dev'essere subordinata alle condizioni di israele.
    Questo è indubitabilmente pericoloso, ancor più oggi che se si radicalizzano gli scontri un fronte ostile potrebbe essere enorme. Revanscismo russo, radicalizzazione islamica, ascesa cina e sviluppo socialismi sudamericani. Se tutti questi elementi si combinano insieme il mondo diventa pericoloso. Ma mentre Russia e Cina operano e ragionano esattamente come imperi, il sud america per il momento non è un problema, con Cuba che crollerebbe non appena fosse tolto l'embargo, Chavez che si gonfia nella misura in cui il prezzo del petrolio è alto, e che comunque è totalmente dipendente dagli USA per la sua sopravvivenza, Morales che è tutto sommato attendista, nonché Kirchner e Lula che per quanto sono sostanzialmente moderati.
    La soluzione pacifica della questione palestinese, ed un'uscita decente dalle porcate combinate da Bush rappresenterebbero (un po come a Cuba) la morte definitiva della possibilità di un paio di dittatori folli di poter aizzare un popolo manipolato contro l'occidente.
    La Siria si è mostrata ampiamente disposta a trattare, Libano, Afghanistan Pakistan ed Iraq sono situazioni bollenti ma gestibili... il nodo è una soluzione pacifica ed EQUILIBRATA della situazione palestinese.
    Sistemato tutto Amadinejhad diventerebbe il corrispettivo di Kinm Jong II: un pietoso criminale che continua ad agitare lo spettro di minacce di fatto inesistenti per rafforzare una presa militare su un popolo affamato.. e che di fatto però rimane buono buono nel godersi il suo prestigio.


    La Russia (ed il Venezuela) è un sistema destinato a collassare il giorno in cui produrremo energia con altre modalità. Senza colpo ferire.
    L'unica minaccia reale è la Cina. Inutile dire che uno stato che non si farebbe problemi a mandare al massacro centinaia di milioni di persone (perché questo è la cina), è estremamente più minacciato da amnesty international che dalle armi nucleari. Senza dimenticare che, pare evidente, la Cina stessa non ha intenzione di sparare un colpo per ora. Sono interessati ad arricchirsi, banalmente... e legittimamente.
     
  9. Faber de Andrè

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    7 Maggio 2009

  10. Necrophelia

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    7 Maggio 2009

    sta frase finale è a dir poco pessima. Che dolore immenso, non ci posso pensare (e dire che non lo so che significa avere un pene)...
     
  11. Guest_001

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    BANNATO

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    7 Maggio 2009

    sì, Necroph, però qualche donna nel corso della storia più o meno recente l'ha anche fatto...
     
  12. Sixx77

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    7 Maggio 2009

  13. Daws85

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    7 Maggio 2009

    no TGCOM omette particolari scomodi x il padrone

    almeno l'unità compensa la mancanza
     
  14. Sixx77

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    7 Maggio 2009

    quindi confermi:
    TGCOM non attendibile, mentre L'unità.it si...

    no problem.
     
  15. Daws85

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    7 Maggio 2009


    dico che bisognerebbe ascoltare entrambe le campane x poter avere la completezza dell'informazione, il problema è che la sfida è tra un campanile e una campanella da chiesa
     
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