1. Il regolamento del Forum è stato ripristinato e aggiornato, lo puoi trovare in ogni momento in basso a destra cliccando su "Termini e Condizioni d'uso del sito". Ti preghiamo di leggerlo e di rispettarlo per mantenere il forum un luogo piacevole ed accogliente per tutti. Grazie!
    Chiudi

Politica italiana

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Daniele "dani66" D'Adamo, 3 Novembre 2008.

Status Discussione:
Chiusa ad ulteriori risposte.
  1. Druso Italico

    Druso Italico
    Expand Collapse
    Ardet nec consumitur

    Registrato:
    29 Novembre 2005
    Messaggi:
    5.733
    "Mi Piace" ricevuti:
    33

    28 Aprile 2009

    per chiarire un po' meglio il mio pensiero:
    lo stato è un male necessario, il cui impegno dovrebbe essere ridotto al minimo indispensabile, perchè la sua azione comporta sempre una limitazione della libertà individuale.
    Libertà somma, è quella di usare a piacere i propri soldi,prodotti dai singoli, non dallo stato.
    Lo stato ha il diritto di chiedere soldi ai singoli solo ed esclusivamente per gli usi strettamente necessari,autorizzati dai cittadini, e ovviamente, solo la porzione necessaria allo scopo.
    Da noi lo stato prende la cifra che decide,indipendentemente dalla nostra volontà, e ne fa un uso non solo scadente, ma improprio,perchè i suoi fini sono ideologici (come certa solidarietà) e non decisi da noi.
    Insomma,ci ruba i soldi, tanti soldi, e ne fa l'uso che noi non vogliamo.
     
  2. HeadlessChild

    HeadlessChild
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    20 Gennaio 2003
    Messaggi:
    5.566
    "Mi Piace" ricevuti:
    11

    28 Aprile 2009

    Nulla da obiettare contro le tue idee di fondo (che pur non condivido), ma c'è una falla qui:
    1) I fini sono "ideologici" OVUNQUE.
    Nei paesi "classici" dell'europa gli stati, seppur con sfumature diverse, spendono soldi per le stesse cose. Son tutti come l'Italia. Cambiano solo le percentuali, e, soprattutto, l'efficienza dell'impiego.
    Negli USA (anche se adesso si apprestano ad un cambio di rotta, sulla cui entità si faranno valutazioni ex post) e nelle repubbliche dell'est invece il ruolo dello stato è significativamente ridotto. Eppure questo non significa che non sia orientato a dei valori di fondo... che sono VALORI e non questioni di necessità pratica. Chi ha detto, per esempio, che la sicurezza debba essere garantita dallo stato anche OLTRE la misura di pura sopravvivenza delo stato (modello sudamericano)?
    Negli USA la polizia (nelle sue varie forme) è estremamente sviluppata e cerca di operare in modo cappillare. In Brasile la sicurezza in gran parte è qualcosa che SI COMPRA, attraverso vigilantes e simili.
    Tra l'altro, glu USA garantiscono (seppur a livelli ridicoli) anche loro un'istruzione pubblica accessibile a tutti.

    2) Non starai facendo il diffusissimo errore di chiamare "ideologico" tutto ciò che non rientra nell'ideologia liberale classica? Non voglio discutere il fatto che tu creda nell'ideologia liberale classica. Tuttavia non c'è cosa più ideologica del mito della libertà. Esistono una serie di finalità che uno stato su tutte persegue. Libertà, eguaglianza, sicurezza, benessere.. e poco altro. Queste finalità in misura maggiore o minore sono perseguite da tutti gli stati (compresi gli USA più repubblicani) e sono in molti elementi tra loro contrastanti. La totale prevalenza di uno di questi annullerebbe tutti gli altri, e - tralasciando l'innovazione nelle modalità di gestione - questi beni vengono perseguiti a discapiuto degli altri. Una società che pone più l'accento sull'eguaglianza che sulla libertà non è una società più "ideologica", ha solo interessi diversi. E se proprio si deve cercare un'ipotetica società postideologica o meno ideologica di tutte, è proprio la società che persegue un perfetto bilanciamento tra questi elementi (ragionando anche in termini di efficacia ed applicabilità nel contesto) cercando di soddisfarli degnamente tutti, senza porre un "valore supremo".

    3) Cio' che fa lo stato è deciso dai cittadini nella misura in cui
    - i cittadini sono messi in condizione di decidere (informazione, istruzione, ecc..) e giudicare consapevolmente i politici
    - il numero di conflitti d'interessi e ineressi illegittimi nella politica è ridotto al minimo

    ...l'Italia sotto questo profilo dunque è effettivamente pietosa. Hai ragione. Ma non starai facendo l'errore di confondere quello che "i cittadini non vogliono" con quello che non vuoi tu con altri?
    Vuoi fare un gioco?
    - elenca le forme di carità che consideri illegittime
    - rifletti 5 minuti e verifica se non conosci una marea di gente che è concorde nel ritenere che uno stato che sia sua espressione dovrebbe assolverle
     
    #3812
    Ultima modifica: 28 Aprile 2009
  3. Druso Italico

    Druso Italico
    Expand Collapse
    Ardet nec consumitur

    Registrato:
    29 Novembre 2005
    Messaggi:
    5.733
    "Mi Piace" ricevuti:
    33

    28 Aprile 2009

    Il mio ragionamento ha come postulato che i diritti individuali siano la cosa più importante.
    E'chiaro che, in un'ottica in cui questi siano relativizzati, lo è anche tutto il discorso che segue.
    In ogni caso io per ideologico intendo - in questo caso - "slegato dalla volontà e dai fini dei singoli e attinente ad un'idea preconcetta,lontana dalla realtà".
    E'chiaro che poi anche le decisioni dei singoli possono essere altrettanto "ideologiche" ma questo non limita la libertà altrui come fa invece lo stato quando opera in maniera simile.

    Ma qui non stiamo facendo della sociologia della conoscenza.
    Constato solo che il valore dell'uguaglianza spesso soppiante quello della libertà, e mi chiedo come l'uguaglianza abbia senso,se non si è liberi.
    E la libertà principale è quella di poter decidere autonomamente,con tutti i nostri limiti intellettuali e morali, cosa fare del frutto del nostro lavoro, senza che qualcun altro ci dica cosa è "buono".
     
  4. HeadlessChild

    HeadlessChild
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    20 Gennaio 2003
    Messaggi:
    5.566
    "Mi Piace" ricevuti:
    11

    28 Aprile 2009

    Tu lo sai vero che non è data una libertà che prescinda dalle condizioni materiali che consentano di esercitarla?
    Questo è riconosciuto universalmente. Infatti non esiste stato tanto liberale da non garantire servizi pubblici. O meglio... esistono ma diventano presto ricettacoli di organizzazioni paramafiose a cui la gente - in mancanza di uno stato presente e di supporto - finisce con l'affidarsi spontaneamente.

    E' un dato di fatto che se il prelievo fiscale in favore di un sistema sanitario (per fare un esempio) limita "la libertà principale è quella di poter decidere autonomamente,con tutti i nostri limiti intellettuali e morali, cosa fare del frutto del nostro lavoro, senza che qualcun altro ci dica cosa è "buono"", è altrettanto vero che l'assenza di un sistema sanitario pubblico rende impossibile per chi (magari ancora bambino e nemmeno nel maggiore utopismo meritocratico responsabile della sua condizione di indigenza) non ha i mezzi di esercitare quelle che vengono definite libertà.
    - Non è libero, dovendo pagare la sua famiglia un'assicurazione a prezzi di mercato-standard, di ricevere nella sua educazione gli strumenti (onerosi), per potersi fare strada nel mondo al pari di tutti gli altri.
    - Non è libero, se l'indigenza è alta, nemmeno di essere assicurato, e dunque in determinate circostanze non potrebbe esercitare un diritto alla cura, a non essere fisicamente menomato, alla sopravvivenza stessa. Così come il cittadino medio europeo vorrebbe aver la libertà poter spendere il 5% in più del suo stipendio per avere una casa più bella, una macchina più bella, o anche cose più nobili volendo, ma non può perché deve darlo allo stato per gli ospedali, allo stesso modo l'indigente negli USA vorrebbe, in caso di malattia, non morire. Ma questo diritto gli è negato.


    Ora, sinceramente, io non è che voglia convincerti di nulla. Ma il punto è che sei una delle persone più "ideologizzate" che io abbia mai incontrato nella mia esistenza. Non che sia un male, e poi chiunque guardato dall'esterno potrebbe sembrare tale. Tuttavia questo tuo mito della libertà ad ogni costo portato al limite dell'utopistico (salvo poi associarlo a divieti di esercitare libertà che è ben difficile pensare che ledano terzi se non in base ad un'idea di società dove qualcun altro ci dica cosa è "buono" quali il matrimonio omosessuale) che certo va guardato con rispetto non puoi contrapporlo ad un modello europeo definendo quest'ultimo "slegato dalla volontà e dai fini dei singoli e attinente ad un'idea preconcetta, lontana dalla realtà". Proprio non fila. La volontà ed i fini dei singoli li stabiliscono i singoli quando votano, non una teoria liberale ormai vecchia secoli. E sull'essere lontani dalla realtà - concetto già di per se vago - il fatto che in questo momento gli stati più ricchi del mondo siano di forte stampo socialdemocratico e assistenzialista e che gli USA stiano cambiando rotta la dice lunga.
     
    #3814
    Ultima modifica: 28 Aprile 2009
  5. Druso Italico

    Druso Italico
    Expand Collapse
    Ardet nec consumitur

    Registrato:
    29 Novembre 2005
    Messaggi:
    5.733
    "Mi Piace" ricevuti:
    33

    28 Aprile 2009

    Ma Headless, è chiaro che, parlando di minimo indipensabile, nei miei post precedenti, questo intendevo: garanzie sanitarie,d'istruzione e via dicendo di un livello sufficiente.
    Altrimenti è evidente che le libertà individuali sono teorie volanti scritte sull'acqua.
    Ma noi non viviamo in uno stato ottocentesco,viviamo in un paese dove quasi tutto è gratis per quasi tutti,almeno di principio, e se non lo è , è per via dell'indefficienza, non perchè esistano ostacoli di principio nell'organizzazione dello stato.
    Questa gratuità per quasi tutti, è caricata sulle spalle dei pochi che davvero lavorano e producono e che del frutto del loro lavoro sono defraudati in maniera forzosa ed eccessiva,avendone in cambio poco ora e pochissimo se non nulla in prospettiva futura.
    E questa non ideologia, è un dato di fatto.
    E'ideologia - forse - ritenere questo lo scandalo più grave di tutti,sia stando in europa che altrove. Gli USA in questo sono a mio parere migliori di noi,pur avendo altre lacune. MA parlare di USA ha poco senso, visto che le legislazioni dei singoli stati sono spesso diversissime.

    La questione del matrimonio omosessuale, infine, è basata su un altro ragionamento,ma direi che siamo già ot,al limite nel parliamo nel topic apposito. ;)
     
  6. Druso Italico

    Druso Italico
    Expand Collapse
    Ardet nec consumitur

    Registrato:
    29 Novembre 2005
    Messaggi:
    5.733
    "Mi Piace" ricevuti:
    33

    28 Aprile 2009

     
  7. HeadlessChild

    HeadlessChild
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    20 Gennaio 2003
    Messaggi:
    5.566
    "Mi Piace" ricevuti:
    11

    28 Aprile 2009

    Se parli dell'Italia, hai ragione.
    Riceviamo servizi che in regime efficiente potremmo ottenere pagando almeno il 5% in meno di tasse. Potremmo superare facilmente il 10% in meno se pagar le tasse fosse compito di tutti. E senza diventare un paese di santi... solo decente, sotto la media europea comunque.

    Ma è un puro problema di efficienza e legalità, non di carità/non carità, principi, valori, fini. Tra l'altro molti dei soldi che vengono succhiati agli italiani vengono succhiati in ambito privato sotto forma di servizi erogati con garanzie illiberali che diventano costi eccessivi sul consumatore. Milano teoricamente sarebbe uno dei posti più ricchi del mondo. Il milanese medio ringrazia per l'informazione e continua a cercare di arrivare a fine mese.


    ..si, infatti il welfare Bush era famoso in tutto il mondo... :roll:
     
    #3817
    Ultima modifica: 28 Aprile 2009
  8. Melanio Vakyas

    Melanio Vakyas
    Expand Collapse
    Bella fregatura. Che fai?

    Registrato:
    9 Ottobre 2007
    Messaggi:
    5.647
    "Mi Piace" ricevuti:
    1.397

    28 Aprile 2009

    Io vado nello "spicciolo". Uno che si lamenta del debito pubblico lasciato in eredità dai governi degli anni '80, che dà la colpa ai governi del centrosinistra del Compromesso Storico, e che poi onora Craxi riservando alla figlia emozionata parole di affetto... ma come devo prenderlo sul serio?

    Negli anni '80 non governavano i Socialisti? Quindi la colpa non è di Craxi? I governi di centrosinistra di cui parla lui forse c'entrano una mazza con il Compromesso Storico? Non erano fatti da Socialisti e Democristiani prevalentemente, oltre che da altri partiti minori?
    Questo discorso l'ha fatto nel discorso del congresso fondativo del PDL.

    Boh... perchè dovrei dare credibilità ad uno che mi spara cose del genere?
     
  9. Sixx77

    Sixx77
    Expand Collapse
    Man Must Explore...

    Registrato:
    8 Novembre 2004
    Messaggi:
    12.542
    "Mi Piace" ricevuti:
    476

    28 Aprile 2009

    Nulla da eccepire... Semplicemente poteri nuovamente rispondere con quanto da te quotato:

    " ...non che sia sbagliato, ma inutile."

    Può essere dura da capire per molti... ma esiste anche gente che non ha sempre certezze!

    Certezze che invece tu ribadisci con estrema forza con affermazioni inequivocabili("...le tue idee SONO un inno alla confusione, e al relativismo di maniera." o " non è nulla se paragonato ai grovigli, e alle incongruenze, che caratterizzano i tuoi discorsi.".. .e questo solo per stare in queste poche righe!).



    a me invece non solo non pare assurdo, ma "almeno" palese!
    Ora e qui come prima e in altri topic fai post strapieni di sconsclusionati concetti in cui metti in discussione sempre e solo l'utente senza mai entrare realmente nella discussione.

    Così fai di certo con il sottoscritto! che tu lo faccia anche con altri malcapitati utenti non lo so... ma tant'è.

    a) Dico la mia opinione che è sempre stata tutto menchè assolutistica.
    b) IL dissenso è stato espresso tranquillamente e giustamente da altri utenti che però dicono cose come :"NOn sono d'accordo!" oppurre "No perchè per me è XYZ!"...
    Tu sei l'unico che Risponde cose tipo:"Le tue analisi sono, a mio avviso, cariche di pregiudizi, ed appesantite da una presunta voglia di chiarezza che, in realtà, è funzionale all'esposizione di un tuo personale pensiero dal carattere decisamente disorganico" senza aggiungere mezzo concetto o mezza idea alla discussione.
    c)La morale e il buon gusto volente o nolente, censura o meno, de3ve essere tirata in ballo.
    Sennò mettiamoci a mostrare foto cruente di cadaveri al tg delle 20 oppure mandiamo in onda pornazzi alle 16 del pomeriggio in tv.
    Io non parlo di censura ma di regolamentazioni che ovviamente riguardano anche un certo tipo di volgarità alle quali, faccia satira o meno, chi usufruisce di certi canali deve attenersi.

    e, giusto per capirsi, non ho assolutamente detto che regolamentare sia una cosa semplice... ne tantomeno di sapere come attuarla nel migliore dei modi... dico solo che regolamentare serve.
    Esattamente come serve la moderazioni in un forum che altrimenti degenererebbe in orde di insulti e attacchi personali che andrebbe solo ad uccidere i contenuti, come sempre succede.

    Perfettametne lecito... ma gradirei che invece di insistere come fai tu, a darmi velatamente del pirla,dell'ignorante, del superficiale,ecc(leggi bene i tuoi post! In soldoni non fai altro!) mi si rispondesse con dati o con opinioni che abbiano una certa attinenza con l'argomento.

    A sto punto apri un topic di discussione sul sottoscritto e li potrai dire quello che vorrai... io di certo non mi opporrò.

    Il fatto che tu "non condividi" lo si deduce... non lo si comprende!
    Sono due cose ben diverse!

    Mancano solo le ragioni!

    secondo te quando uno scrive(prime 2 parole delle righe da te quotate): "Osservazione estemporanea" che cosa vuol dire???

    se non segui la discussione e la sua evoluzione non è mia resposabilità.

    un bello sforzo dire la propria opinione su di un argomento di un topic...

    peccato che anche le stesse accuse spesso hanno un denominatore comune di grossolanità...
    Io non difendo certo nessuno, ma mi piace che non siano certo i buoi a dare dei cornuti agli asini.
    E la cosa diventa ugualmente snervante per chi preferisce dalle discussioni tirar fuori argomenti e non solo slogan.

    Posso essere d'accordo.

    concordo anche con questo fondamentalmente.
    Infatti il mio commento da te quotato era indirizzato a chi si macchia di tale superficiale mentalità analitica secodno la quale tutto fa brodo e ogni "prova" vuol dire una cosa o il suo esatto contrario ma l'importante è renderla provante di qualche illecito da parte del diavolo.
     
  10. kiowa

    kiowa
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    29 Gennaio 2008
    Messaggi:
    3.234
    "Mi Piace" ricevuti:
    13

    28 Aprile 2009

     
  11. angusyoung

    angusyoung
    Expand Collapse
    Active Member

    Registrato:
    6 Maggio 2002
    Messaggi:
    1.788
    "Mi Piace" ricevuti:
    4

    28 Aprile 2009

    ahahahahaha


    questo è il motivo che ha fatto nascere il "politico" berlusconi Sixx...
     
    #3821
    Ultima modifica: 28 Aprile 2009
  12. angusyoung

    angusyoung
    Expand Collapse
    Active Member

    Registrato:
    6 Maggio 2002
    Messaggi:
    1.788
    "Mi Piace" ricevuti:
    4

    28 Aprile 2009

    Elezioni europee: Emanuele Filiberto candidato come capolista per l'Udc
    Guiderà la lista della circoscrizione Nord Ovest insieme a Magdi Cristiano Allam

    Emanuele Filiberto di Savoia (LaPresse)
    Emanuele Filiberto di Savoia (LaPresse)
    MILANO - Colpo di scena nell'ambito delle candidature alle prossime elezioni europee. Emanuele Filiberto di Savoia sarà candidato con l’Udc alle elezioni europee. Il nipote dell’ultimo re d’Italia, reduce dal successo alla trasmissione televisiva «Ballando con le stelle», sarà testa di lista nella circoscrizione Nord Ovest insieme a Magdi Cristiano Allam. Resta fuori invece Vittorio Sgarbi, sulla cui candidatura con il partito di Pier Ferdinando Casini, si erano rincorse voci e polemiche.

    LA CANDIDATURA - «Emanuele Filiberto - ha detto il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, nel corso della conferenza stampa di presentazione della candidatura - sarà una grande sorpresa della politica italiana ed europea. Ne sono convinto. E’ una persona straordinaria e capace. Siamo sicuri che andrà in Europa a difendere quello che ci sta più a cuore, cioè la difesa dell’identità cristiana e della famiglia, con grande capacità». Particolarmente soddisfatto della candidatura di Emanuele Filiberto anche il vicepresidente dei deputati Udc Michele Vietti: «Da piemontese sono particolarmente lieto di questa candidatura che rappresenta un pezzo importante della nostra storia. I giudizi li lasciamo agli storici».

    LA DICHIARAZIONE - «Mi impegnerò, come un giovane classe '72, al servizio del mio paese: la cosa che amo sopra ogni cosa»: Emanuele Filiberto di Savoia spiega così la sua candidatura nelle file dell'Udc per le europee, nella circoscrizione Nord ovest.

    Elezioni europee: Emanuele Filiberto candidato come capolista per l'Udc - Corriere della Sera



    bene avanti così
     
  13. Ross the Boss

    Ross the Boss
    Expand Collapse
    X-MONA

    Registrato:
    12 Gennaio 2006
    Messaggi:
    10.970
    "Mi Piace" ricevuti:
    7.743

    28 Aprile 2009

    Se lo chiedessi a me ti risponderei che si tratta di un'appartenenza tutt'altro che presunta.
    [​IMG]
    Ovviamente chi non sa cosa sia stata la P2 può farsi un pratico ripassino qui, giusto per rendersi conto che se gli si dà del criminale un motivo c'è.
     
  14. Melanio Vakyas

    Melanio Vakyas
    Expand Collapse
    Bella fregatura. Che fai?

    Registrato:
    9 Ottobre 2007
    Messaggi:
    5.647
    "Mi Piace" ricevuti:
    1.397

    28 Aprile 2009

    Uno dei miei Passaparola preferiti...
    YouTube - I nuovi padri della patria - Marco Travaglio

    "Non per guastare la festa a questa bella incoronazione imperiale del leader del popolo delle libertà che, come avete visto, a sorpresa è stato eletto primo, unico, ultimo imperatore del partito che aveva fondato sul predellino di una macchina e che quando l'aveva fondato Gianfranco Fini l'aveva subito fulminato dicendo: “siamo alla comica finale, noi non entreremo mai nel Popolo della Libertà e Berlusconi non tornerà mai più a Palazzo Chigi con i voti di Alleanza Nazionale”.
    E quando qualcuno gli aveva chiesto “Possibilità che AN rientri all'ovile?”, risposta di Fini: “Noi non dobbiamo tornare all'ovile perché non siamo pecore”. Poi come avete visto sono tornati all'ovile quindi ne dobbiamo concludere che sono pecore o pecoroni.
    Ecco, non è per guastare il clima idilliaco anche perché avete visto che sono talmente uniti che su 6000 delegati non se n'è trovato uno che votasse per un altro candidato; potevano pagarne uno almeno per votare per un altro candidato almeno facevano finta di averne due, invece no. E' stata proprio una cosa unanime che ha molto commosso il Cavaliere che non se l'aspettava: avete visto l'emozione con cui ha scoperto di essere stato eletto leader in quei congressi che proprio all'ultimo momento ti riservano questo colpo di scena finale. Chi l'avrebbe mai detto.
    Ma diciamo che questo stava nelle cose. La cosa interessante è che a poco a poco si cominciano, con quindici anni di ritardo, a vedere i nomi e i cognomi dei veri padri fondatori di quest'avventura che adesso si chiama Popolo della Libertà, che prima si chiamava Casa della Libertà , che prima ancora si chiamava Polo della Libertà e che in realtà ha un unico padrone che si chiama sempre Forza Italia.
    Quante volte abbiamo sentito rievocare la storia di Forza Italia, le origini... adesso c'è anche quel libro scritto in caratteri gotici, molto grosso per i non vedenti, probabilmente è la versione braille quella che Berlusconi ha mostrato in televisione, che invece della fiaba di cappuccetto rosso, di Cenerentola racconta la fiaba di uno dei sette nani: l'ottavo nano, anzi, come l'avevano ribattezzato i fratelli Guzzanti e la Dandini.
    Craxi, questo sconosciuto
    L'ottavo nano che nel 1993 cominciò a macinare idee, progetti che poi si tradussero in Forza Italia.
    All'inizio ci dicevano che fu lui ad avere questa intuizione meravigliosa, anzi quando qualcuno insinuava che ci potessero essere dei rapporti, dei suggerimenti di Bettino Craxi, di alcuni strani personaggi siciliani che poi vedremo, veniva tutto negato: “non sia mai, noi non c'entriamo niente”. Anzi Berlusconi Craxi faceva proprio finta di non conoscerlo. Per la precisione, il 21 febbraio del 1994, ad un mese ed una settimana delle prime elezioni che Berlusconi vinse, tre settimane dopo il famoso discorso televisivo a reti unificate spedito in videocassetta ai telegiornali, quello della discesa in campo, Berlusconi era a Mixer, ospite di Giovanni Minoli che, conoscendo anche lui molto bene Craxi gli chiese quale fosse il suo rapporto con Craxi.
    All'epoca Craxi era un nome impronunciabile, era il numero uno dei tangentari, stava facendo di gran fretta le valige perché di li a poco con l'insediamento del nuovo Parlamento i vecchi parlamentari avrebbero perso ipso facto l'immunità e sarebbe finito dentro. Allora stava apprestandosi alla fuga, alla latitanza verso Hammamet. Era un nome pericoloso, e Berlusconi, fedele alle amicizie e coerente come sempre, rispose a Minoli: “è una falsità, una cosa senza senso dire che dietro il signor Berlusconi ci sia Craxi. Non devo nulla a Craxi e al cosiddetto CAF”.
    Un anno dopo, lui aveva già fatto il suo primo governo, era già cascato, c'era il governo tecnico Dini, alla Repubblica gli chiesero notizie di Craxi perché era venuto fuori da un vecchio consulente di Publitalia che aveva partecipato alla progettazione, addirittura pare fin dall'estate del 1992, Ezio Cartotto, alla nascita di Forza Italia, aveva raccontato che in queste riunioni, in quella decisiva ai primi di aprile del 1993, mente lui era li ad Arcore con Berlusconi si aprì una porta ed entrò Craxi e diede alcune indicazioni. Per esempio che bisognava mettere insieme le truppe berlusconiane con i leghisti, ma Craxi disse “mai con i fascisti”. Craxi aveva tanti difetti ma essendo un socialista i fascisti non li voleva vedere mentre, come abbiamo visto, Berlusconi si è portato dentro i fascisti e anche qualche nazistello per non disperdere i voti.
    In ogni caso i giornali pubblicarono le dichiarazioni di Cartotto, che chi di voi vuole vedere nel completo trova nel libro “L'odore dei soldi”, lì c'è proprio il racconto di questa riunione nella quale Craxi spalancò una porta.
    Berlusconi replicò negando. Io mi ricordo che in una conferenza stampa in quei giorni a Torino, al Lingotto, io gli chiesi se era vero che Craxi avesse partecipato a queste riunioni e lui, invece di rispondermi, mi disse “si vergogni di farmi questa domanda”. Era una conferenza stampa: in un altro paese immagino che tutti i giornalisti avrebbero rifatto la stessa domanda fino a ottenere la risposta, invece i colleghi, che sono quelli che fanno parte del codazzo, che sono ormai quasi di famiglia per lui, mi guardarono come dire: “ce lo disturbi, così ci rimane male, ci rimane storto per tutta la giornata”. Io mi ritirai in buon ordine, non conoscendo queste usanze altamente democratiche.
    Berlusconi disse di nuovo: “Forza Italia e Craxi sono politicamente lontani anni luce. Posso assicurare che politicamente non abbiamo a che fare con Craxi e siamo stati molto attenti anche alla formazione delle liste elettorali”. Come dire, quello è un pregiudicato e noi i pregiudicati non li vogliamo. Non vogliamo neanche gli indagati, infatti Forza Italia nel 1994 faceva firmare una dichiarazione ai suoi candidati nella quale dichiaravano non solo di avere condanne ma nemmeno di avere mai ricevuto un avviso di garanzia, che è addirittura eccessivo come dicevamo la settimana scorsa. Per essere indagati basta essere denunciati da qualcuno, che magari si inventa le accuse.
    “Non rinnego l'amicizia con Craxi ma è assolutamente escluso che Forza Italia possa aver avuto o avere alcun rapporto con Craxi”. 2 ottobre 1995.
    Craxi è rimasto latitante dal 1994 al 2000 ad Hammamet. Nel gennaio del 2000 è morto. Stefania Craxi ha aspettato per sei anni che l'amico Silvio, che doveva molto se non tutto a Craxi, andasse a trovare suo padre e Berlusconi non c'è mai andato, è andato a trovarlo da morto al funerale.
    Infatti, parlando al Corriere della Sera nell'agosto del 2004, Stefania Craxi dichiarava: “A Berlusconi non perdono di non essere mai stato a trovare mio padre neppure una volta.”.
    L'avete vista, l'altro giorno piangeva felice durante la standing ovation riservata a Craxi su invito di Berlusconi dall'assemblea dei congressisti; evidentemente si è dimenticata o forse ha perdonato, o forse il fatto che l'abbiano portata in Parlamento l'ha aiutata a perdonare.
    Sta di fatto che Craxi era un appestato, non si poteva dire che Craxi era uno dei padri fondatori di Forza Italia e poi dei suggeritori, visto che da Hammamet non faceva mai mancare i suoi amorevoli consigli, come emerse dalle famose intercettazioni depositate nel processo sulle tangenti della metropolitana di Milano, quelle che il giovane PM Paolo Ielo tirò fuori in aula per dimostrare la personalità criminale di Craxi che anche dalla latitanza continuava a raccogliere dossier a distribuire suggerimenti, ed era in contatto con il gruppo parlamentare di Forza Italia. Tant'è che il portavoce del gruppo parlamentare si dovette dimettere perché era solito sottoporre a Craxi le interrogazioni e le interpellanze parlamentari, e Craxi dava ordini su come orchestrare le campagne contro i magistrati... anche questo lo trovate mi pare in “Mani Pulite” se non ricordo male.
    L'altro padrino fondatore
    Ma, andando avanti, l'altro giorno finalmente c'è stato lo sdoganamento postumo di Craxi: quindici anni esatti dopo la prima vittoria elettorale di Forza Italia Berlusconi ci ha fatto sapere pubblicamente, durante la standing ovation, che uno dei padri fondatori era Bettino. Non è male un partito che ha fra i suoi padri fondatori un latitante, no?
    Ecco, per chi pensasse che non è bello un partito co-fondato da un latitante, fermi la propria indignazione o la propria riprovazione perché tra i padri fondatori Craxi probabilmente è il più pulito. Nel senso che, magari ci arriviamo al prossimo congresso, prima o poi sentiremo il Cavaliere ammettere anche il nome di altri padri fondatori di Forza Italia, che per il momento restano ancora abbastanza nell'ombra.
    Quando voi vedrete a un prossimo congresso, non so... quando gli metteranno la corona o gli poseranno la spada sulla spalla o si metterà lo scolapasta in testa e il mestolo in mano e comincerà a declamare in lingue strane, se solleciterà una standing ovation per Vittorio Mangano sappiate che quello è il momento: finalmente un altro padre, o padrino, fondatore di Forza Italia verrà allo scoperto. Per il momento ci dobbiamo accontentare di quello che siamo riusciti a scrivere nei nostri libri, perché noi scriviamo nei nostri libri delle cose e poi dieci anni dopo Berlusconi arriva e le dice, e tutti i giornali le annotano dicendo “Berlusconi rivela...”. No, Berlusconi non rivela niente: confessa tardivamente, di solito quando le cose sono andate in prescrizione.
    Allora, per essere precisi perché molto spesso si fa letteratura, Mangano, non Mangano, sarà vero o non sarà vero.
    Io vi cito semplicemente quello che noi sappiamo per certo sul ruolo che ebbe Vittorio Mangano in tandem con Marcello Dell'Utri nella nascita di Forza Italia.
    Un po' di date: il 23 maggio del 1992, strage di Capaci. Qualche giorno dopo Ezio Cartotto, che è un vecchio democristiano della sinistra DC milanese che teneva delle lezioni e delle consulenze ai manager e ai venditori di Publitalia e che quindi lavorava per Dell'Utri, viene chiamato da Dell'Utri. Siamo nell'estate del 1992, tangentopoli è appena esplosa, non c'è ancora nessun politico nazionale indagato dal pool di Mani Pulite: hanno preso Mario Chiesa, hanno preso i due ex sindaci di Milano Tognoli e Pillitteri, hanno preso un po' di amministratori locali democristiani, comunisti, socialisti.
    Eppure Dell'Utri, evidentemente con le buone fonti che ha a Palermo, ha già deciso che la classe politica della prima Repubblica è già alla frutta e non si salverà e quindi a scanso di equivoci chiama Cartotto e, in segreto, senza nemmeno parlarne con Berlusconi, gli commissiona – dice Cartotto - “di studiare un'iniziativa politica legata alla Fininvest”.
    Poi c'è la strage di Via D'Amelio, preceduta dalla famosa intervista dove Paolo Borsellino ha detto che a Palermo ci sono ancora indagini in corso sui rapporti fra Berlusconi, Dell'Utri, Mangano e il riciclaggio del denaro sporco.
    Dopo avere dato quell'intervista, passano nemmeno due mesi e Borsellino viene eliminato a sua volta. Intanto Cartotto lavora come una talpa: lo sa solo Dell'Utri. Berlusconi, questo lo trovate negli atti del processo Dell'Utri e noi in Onorevoli Wanted e anche nel libro arancione “L'amico degli amici” abbiamo raccontato dilungandoci questa vicenda che ha semplicemente dell'incredibile. O almeno, avrebbe dell'incredibile se qualcuno la conoscesse, se qualcuno l'avesse raccontata in questi giorni in cui tutti facevano i retroscena della nascita di Forza Italia. Si sono dimenticati questi popò di retroscena.
    Nell'autunno del 1992 Berlusconi viene informato del fatto che farà un partito, perché i primi a saperlo sono Dell'Utri e Cartotto. Da' il suo via libera al progetto, che prosegue tramite le strutture di Publitalia all'ottavo piano di Palazzo Cellini a Milano 2, dove ha gli uffici Dell'Utri.
    Il progetto viene chiamato “Progetto Botticelli”, viene camuffato da progetto aziendale, in realtà è un progetto politico che sfocerà in Forza Italia, e poi ci sono tutte le riunioni di quando Berlusconi comincia a consultarsi con i suoi uomini.
    Ovviamente, non solo i manager del gruppo ma anche i direttori dei giornali e dei telegiornali, che sono sempre i vari Costanzo, Mentana, Fede, Liguori e ovviamente Confalonieri, Dell'Utri, Previti, Ferrara. Montanelli non ci andava, ma ci andava Federico Orlando che poi ha scritto un libro, anche quello molto interessante: “Il sabato andavamo ad Arcore” pubblicato dalla Larus di Bergamo.
    Poi ha scritto un altro libro “Fucilate Montanelli”, nel quale si raccontano, per gli Editori Riuniti, questi fatti.
    Le riunioni ad Arcore
    In queste riunioni ci sono discussioni, perché Berlusconi è preoccupatissimo. C'è il referendum elettorale che ha portato l'Italia alla preferenza unica e si va verso l'uninominale, c'è la scomparsa nella primavera del 1993 dei vecchi partiti che gli avevano garantito protezione per vent'anni, c'è la necessità di sostituirli con qualcosa che sia talmente forte da sconfiggere la sinistra che sembra approfittare del degrado morale che sta emergendo soprattutto, ma non solo, per i partiti del centrodestra – poi il PCI era coinvolto anche nella sua ala milanese ma non a livello nazionale nello scandalo di tangentopoli. E soprattutto c'è tutto il problema delle concessioni televisive e di chi andrà a governare il Paese e quindi a regolare la materia delle concessioni televisive che Berlusconi aveva appena sistemato con la famosa legge Mammì e quei famosi 23 miliardi finiti sui conti esteri della All Iberian di Craxi subito dopo la legge Mammì.
    Allora c'è grande allarme, c'è grande preoccupazione: sarà meglio entrare o sarà meglio non entrare? C'è tutta la manfrina “facciamo un partito di centrodestra e poi lo consegniamo chiavi in mano a Segni e Martinazzoli perché vadano avanti loro, oppure lo facciamo noi?”. Questo era il dibattito, che nell'aprile del 1993 segna la benedizione ufficiale di Craxi con quella riunione che vi dicevo prima ad Arcore con Ezio Cartotto.
    La mafia e la nuova Repubblica
    Poi ci sono altre discussioni, ci sono ancora i frenatori come Confalonieri, Gianni Letta, Maurizio Costanzo che sono piuttosto ostili al progetto, o meglio temono che per Berlusconi sia un autogol.
    Sarà un caso, ma proprio il 14 maggio del 1993 la mafia fa un attentato a Roma, il primo attentato a Roma nella storia della mafia, il primo attentato fuori dalla Sicilia nella storia della mafia viene fatto a Roma nel quartiere dei Parioli. Contro chi? Ma guarda un po': Maurizio Costanzo che sfugge poi, fortunatamente, per un centesimo di secondo.
    Quel Costanzo che stava nella P2: evidentemente qualche ambientino non si aspettava che fosse ostile alla discesa in campo. Perché lo dico? Perché in quello stesso periodo in Sicilia e in tutto il sud ovest, anche Calabria, si muovevano delle strane leghe meridionali che, in sintonia con la Lega Nord – c'era stato addirittura a Lamezia Terme un incontro con un rappresentante della Lega Nord – si proponevano di secedere, di staccare Sicilia, Calabra... infatti si chiamavano “Sicilia libera”, “Calabria libera”. Era tutto un fronte di leghe molto strano: invece di esserci i padani inferociti lì c'erano strani personaggi legati un po' alla mafia, un po' alla 'ndragheta e un po' alla P2 e uno di questi, il principe Orsini che aveva legami con questi personaggi, aveva legami anche con Marcello Dell'Utri.
    Quindi noi sappiamo che Dell'Utri – lo ha dimostrato Gioacchino Genchi, ma guarda un po', andando a incrociare i telefoni e i tabulati di questi personaggi – aveva contatti diretti con questo Principe Orsini. Dell'Utri inizialmente tiene d'occhio questi ambienti, perché sono le organizzazioni mafiose, legate a personaggi della P2 e dell'eversione nera, che si stanno mettendo insieme perché sentono odore di colpo di Stato, sentono odore di nuova Repubblica e vogliono far pesare, ancora una volta, la loro ipoteca con un partito o una serie di partiti nuovi.
    Come Sicilia Libera, della quale si interessano direttamente boss come Tullio Cannella, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Giovanni Brusca.
    Dopodiché succede qualcosa, succede che dopo l'attentato a Costanzo e dopo gli attentati che seguono – alla fine di maggio c'è l'attentato a Firenze, ci sono addirittura cinque morti e diversi feriti; poi alla fine di luglio ci sono gli attentati di Milano e Roma con altri cinque morti e diversi feriti – questa strategia terroristica ad ampio raggio, della mafia, sortisce i risultati sperati: Riina non stava sparando all'impazzata, stava facendo la guerra per fare la pace con lo Stato, così disse ai suoi uomini.
    Una nuova pace con nuovi soggetti e referenti politici che però, a differenza di quelli vecchi che ormai erano agonizzanti, fossero vivi, vegeti, reattivi e in grado, fatto un accordo, di rispettarlo.
    E' l'estate del 1993 quando Forza Italia è ormai decisa: Berlusconi nell'aprile-maggio ha comunicato a Montanelli che entrerà in politica e che quindi il Giornale dovrà seguirlo nella battaglia politica. Montanelli gli ha detto che se lo può scordare: tra l'estate e l'autunno sono mesi in cui si consuma la rottura tra Montanelli e Berlusconi perché Montanelli continua a scrivere che Berlusconi non deve entrare in politica perché c'è un conflitto di interessi, perché non si può fare due mestieri insieme.
    Dall'altra parte, ci sono le reti Fininvest che bombardano Montanelli per indurlo alle dimissioni, perché era diventato un inciampo: il giornalista più famoso dell'ambito conservatore che si scatenava contro quello che doveva diventare, secondo i desideri di Berlusconi, un partito moderato, liberale, insomma il partito che avrebbe dovuto incarnare gli ideali di cui Montanelli era sempre stato l'alfiere e che invece Montanelli sapeva benissimo non avrebbe potuto incarnare perché Berlusconi è tutto fuorché un moderato e un liberale: è un estremista autoritario.
    In quei mesi la mafia decide di abbandonare il progetto di Sicilia Libera che essa stessa aveva patrocinato e fondato e tutto ciò avviene in seguito a una serie di riunioni, nell'ultima delle quali Bernardo Provenzano – ce lo racconta il suo braccio destro, Nino Giuffré che ora collabora con la giustizia e che è stato ritenuto attendibile in decine e decine di processi compreso quello Dell'Utri – convoca le famiglie mafiose, la cupola, per sapere che cosa scelgono: se preferiscono andare avanti col progetto del partitino regionale Sicilia Libera o se invece non preferiscano una soluzione più tradizionale come quella che sta affacciandosi a Milano grazie all'opera di un loro vecchio amico: Marcello Dell'Utri che conoscevano fin dai primi anni Settanta come minimo, cioè da quando Dell'Utri, in rapporto con un mafioso come Cinà e un mafioso come Mangano, aveva portato quest'ultimo dentro la casa di Berlusconi.
    Si potrà discutere se l'ha fatto consapevolmente o inconsapevolmente, ma il fatto c'è: ha dato a Cosa Nostra la possibilità di entrare dentro la casa privata e di stazionare con un proprio rappresentante dentro la casa privata di uno dei più importanti e promettenti finanzieri e imprenditori dell'epoca. Berlusconi era costruttore, in quel periodo, poi sarebbe diventato editore e poi politico.
    Gli incontri tra Mangano e Dell'Utri
    E' strano che non si trovi più nessuno, ma nemmeno all'estrema sinistra, che ricordi questi fatti documentati. Ancora nel novembre del 1993 quando ormai per Forza Italia si tratta proprio di stabilire i colori delle coccarde e delle bandierine, c'erano i kit del candidato, stavano facendo i provini nel parco della villa di Arcore per vedere i candidati più telegenici; in quel periodo, a tre mesi dalle elezioni del marzo del 1994, Mangano incontra due volte Dell'Utri a Milano. E questa non è una diceria, c'è nelle agende della segretaria di Dell'Utri: Palazzo Cellini, sede di Publitalia, Milano 2, i magistrati arrivano e prendono le agende e nell'agenda del mese di novembre del 1993 si trovano due appuntamenti fra Dell'Utri e Mangano, il 2 novembre e il 30 novembre.
    E Mangano chi era, in quel periodo? Non era più il giovane disinvolto del '73-'74 quando fu ingaggiato e portato ad Arcore come stalliere: qui siamo vent'anni dopo.
    Mangano era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola per mafia e al maxiprocesso per droga, due processi istruiti da Falcone e Borsellino insieme.
    E' stato definitivamente condannato per mafia e droga a 13 anni, ne aveva scontati 11, uscito dal carcere nel 1991 era diventato il capo reggente della famiglia mafiosa di Portanuova e grazie al suo silenzio in quella lunga carcerazione aveva fatto carriera e partecipato alle decisioni del vertice della mafia di fare le stragi.
    E poche settimane dopo le ultime stragi di Milano e Roma, Dell'Utri incontra un soggetto del genere a Milano negli uffici dove sta lavorando alla nascita di Forza Italia.
    Io non so se tutto questo sia penalmente rilevante, lo decideranno i magistrati: penso che sia politicamente e storicamente fondamentale saperlo, mentre si vede Gianfranco Fini che cita Paolo Borsellino al congresso che sta incoronando il responsabile di tutto questo, cioè Berlusconi.
    Verrebbe da dire “pulisciti la bocca”.
    Possibile che invece di abboccare a tutti i suoi doppi giochi, quelli del centrosinistra non – ma dico uno, non dico tutti, li conosciamo, fanno inciuci dalla mattina alla sera e sono pronti a ricominciare con la Costituente come se non gli fosse bastata la bicamerale – uno, di quelli anche più informati, che dica “ma come ti permetti di parlare di Borsellino? Leggiti quello che diceva, Borsellino, di questi signori in quella famosa intervista prima di morire”.
    Leggiti quello che c'è scritto nella sentenza Dell'Utri e poi vergognati, perché quel partito lì non l'ha fondato lo Spirito Santo, l'hanno fondato Berlusconi, Dell'Utri, Craxi con l'aiuto di Mangano che faceva la spola fra Palermo e Milano, infatti le famiglie mafiose decidono di votare per Forza Italia e di abbandonare Sicilia Libera – che viene sciolta nell'acido probabilmente – quando Mangano arriva giù a portare le garanzie.
    Bettino, Silvio e Marcello
    Io concludo questo mio intervento, che racconta l'altra faccia della nascita e delle origini di Forza Italia e quindi della Seconda Repubblica, semplicemente leggendovi quello che hanno scritto e detto prima Ezio Cartotto, piccolo brano, e i giudici di Palermo.
    Cartotto dice: “Craxi ci disse – in quella famosa riunione in cui si aprì la porta – che bisogna trovare un'etichetta, un nome nuovo, un simbolo, qualcosa che possa unire gli elettori moderati che un tempo votavano per il pentapartito. Con l'arma che hai tu, Silvio, in mano delle televisioni, attraverso le quali puoi fare una propaganda martellante”. Mh... “Ti basterà organizzare un'etichetta, un contenitore – una volta è Forza Italia, una volta la CdL, una volta il PdL -, hai uomini sul territorio in tutta Italia, puoi riuscire a recuperare quella parte di elettorato che è sconvolto, confuso ma anche deciso a non farsi governare dai comunisti e salvare il salvabile”.
    Vedete che Berlusconi continua a ripetere le stesse cose che gli aveva detto Craxi, quindici anni dopo non ha ancora avuto un'idea originale.
    Berlusconi invece era ancora disorientato, in quel momento, tant'è che dice: “mi ricordo che mi diceva: 'sono esausto, mi avete fatto venire il mal di testa. Confalonieri e Letta mi dicono che è una pazzia entrare in politica e mi distruggeranno, che faranno di tutto, andranno a frugare tutte le carte e diranno che sono un mafioso”.
    Questo diceva Berlusconi nella primavera del 1993. Domanda: ma come può venire in mente a un imprenditore della Brianza di pensare che se entra in politica gli diranno che è un mafioso? E' mai venuto in mente a qualche imprenditore della Brianza che qualcuno potrà insinuare che è un mafioso? Ma uno potrà insinuare che è uno svizzero, piuttosto, ma che è un mafioso no! Cosa c'entra? Strano che lui avesse questa ossessione, no?
    “Andranno a frugare le carte e diranno che sono un mafioso” già, perché evidentemente in certe carte si potrebbe anche trarre quella conclusione lì.
    “Che cosa devo fare? A volte mi capita perfino di mettermi a piangere sotto la doccia”. Queste erano le condizioni psicologiche, umane del personaggio, disperato perché sapeva che Mani Pulite sarebbe arrivata a lui ben presto, e non solo mani pulite visto che temeva addirittura di finire dentro per mafia.
    I giudici di Palermo, nella sentenza Dell'Utri, nove anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici in primo grado, scrivono: i rapporti tra Dell'Utri e Cosa Nostra “sopravvivono alle stragi del 1992 e 1993, quando i tradizionali referenti, non più affidabili, venivano raggiunti dalla vendetta di Cosa Nostra – i vecchi politici: Lima, Salvo... - e ciononostante il mutare della coscienza sociale di fronte al fenomeno mafioso nel suo complesso”.
    Cioè Dell'Utri nonostante la gente cominci veramente ad appassionarsi all'antimafia dopo la morte di Falcone e Borsellino, rimane sempre lo stesso.
    Esistono “prove certe della compromissione mafiosa dell'imputato Dell'Utri anche relativamente alla sua stagione politica – quella di cui abbiamo parlato -. Forza Italia nasce nel 1993 da un'idea di Dell'Utri il quale non ha potuto negare che ancora nel novembre del 1993 incontrava Mangano a Milano mentre era in corso l'organizzazione del partito Forza Italia e Cosa Nostra preparava il cambio di rotta verso la nascente forza politica”.
    Dell'Utri incontrava Mangano nel 1993 e poi anche nel 1994 “promettendo alla mafia precisi vantaggi politici e la mafia si era vieppiù orientata a votare Forza Italia”.
    Tutto questo è scritto in una sentenza di primo grado, che naturalmente aspetta conferme o smentite in appello e in Cassazione.
    Però è strano che non si sia trovato nessuno che la citasse in questi giorni tra un retroscena e l'altro.
    Io penso che sia fatta giustizia, spero che prima o poi, invece di usarlo soltanto per raccattare qualche voto sporco in campagna elettorale, tributino finalmente nel prossimo congresso i giusti onori anche al padre fondatore, anzi al padrino co-fondatore, Vittorio Mangano.
     
  15. Daniele "dani66" D'Adamo

    Daniele "dani66" D'Adamo
    Expand Collapse
    Redazione
    Membro dello Staff

    Registrato:
    26 Settembre 2004
    Messaggi:
    27.925
    "Mi Piace" ricevuti:
    1.717

    28 Aprile 2009

    Giusto per insegnarvi il valore di una prova, e parallelamente a ragionare col proprio cervello, un documento del genere potrebbe essere benissimo contraffatto; sia manualmente, che meccanicamente.

    In sostanza: da dove arriva? fa parte degli atti di un processo? nel caso, è stata riconosciuta dal Giudice una prova valida? ecc. ecc. ecc.

    Non è grande prova di esercizio intellettuale, riferirsi a qualcosa prendendola come verità assoluta. A meno che non si sia faziosi.
    Ma siccome non credo sia la fattispecie degli utenti di questo Forum, cercate, quando postate qualcosa, di citare la fonte, perlomeno.

    Detto ciò, chiarisco che me ne fotte sia di Berlusconi, sia degli altri.
    Mi interessa invece del Forum, e quindi che sia garantito un minimo di oggettività ed obiettività, e che quindi NON sia dia del "criminale" a qualcuno, se questi non è stato condannato definitivamente per qualunque reato.

    Amen.
     
Status Discussione:
Chiusa ad ulteriori risposte.

Condividi questa Pagina