Libri

Sto leggendo Mattatoio N.5 di Kurt Vonnegut. E' molto strano, è un libro contro la guerra, raccontato in maniera particolare e semplice. Racconta in particolare del bombardamento angloamericano di Dresda. Non è affatto male. Non l'ho ancora finito. Sul reto c'è scritto: "uno dei più grandi romanzi contro la guerra". Bah, per carità, non è male, ma non mi pare così straordinario. Qualcuno di voi l'ha letto?

Tk

 

io l'ho letto un mesetto fa...mi apettavo di meglio, a dire il vero.

 

L'ho finito poco fa, yes, concordo pienamente. Mi ha deluso.

Tk

 

Memorie dal sottosuolo è un libro di cui aver paura. L'anima a nudo in uno dei monologhi più crudi ed al contempo quieti, laconici, incapaci di rivelare autoinganni che abbia mai incontrato. Potremmo dirlo l'incontro di un'anima con la sua stessa ombra all'interno della sua ombra.

Ho letto i Demoni e ne ho respirato l'atmosfera claustrofobica e sfaccettata di particolari e sfumature; i Fratelli devo leggerlo, come molto altro...Dosto è ancora per me una montagna che è lì alta, svettante, piena di rientranze ed aggettanze e quasi totalmente da scalare. L'idiota però, caro Flesh, resta l'acmè, dai rpecedenza a quello, se manca..

 

Vediamo...c'è qualcuno che scrive su questo topic che apprezza Thomas Bernhard o comunque ha letto qualcosa? Io ho letto Il soccombente e Perturbamento tempo fa, e quel turbine, o groviglio, di pensiero dei suoi personaggi al limite del delirio mi è rimasto parecchio impresso... se qualcuno ci è incappato per caso, o l'ha letto di proposito, se ne potrebbe parlare... io non posso che proseguire nella lettura degli altri suoi libri...

 

scusate ma cosa vi ha deluso in vonnegut? o meglio che cosa vi aspettavate?

secondo me è un gran libro, dice profonde verità con un tono leggero e assai ironico, ma se ti fermi a pensare a quello che c'è scritto e tutte le sue conseguenze rimani di sasso...

capisco che molti siano oramai immuni e insensibilizzati verso gli argomenti trattati da vonnegut. io stesso ho una soglia di sensibilità molto varia(sono capace di scandalizzarmi per cose da nulla e rimanere indifferente davnti ad altre molto più raccapriccianti per esempio)
tenete presente che è stato scritto alla fine degli anni 60 e per quel tempo era un romanzo shock di denuncia. erano i tempi della guerra in vietnam, delle proteste giovanili, e un libro che parlava della distruzione di dresda, dello sciacallaggio della seconda guerra mondiale(che poi è comune a tutte le guerre) della "guerra dei bambini" (gente appena maggiorenne e in alcuni casi nemmeno ci arrivavano alla maggiore età) non era proprio roba da tutti i giorni.
se poi ci aggiungete che non lo fa con toni tragici , lamentosi o accusatori, ma che usa un ironia leggera e quasi briosa per tutto il libro...
se ancora ci aggiungete che ha scelto un racconto fantastico(che da sempre è considerato la parte meno nobile della letteratura) per denunciare gli orrori della guerra...

 

Ecco, bravo, forse non ho tenuto presente questo piccolo dettaglio. Ritengo che purtroppo sia un libro che non regge il tempo. Leggerlo negli anni '60-'70 deve essere stato diverso, il mio approccio è stato troppo moderno. Comunque per me i libri contro la guerra sono altri, non so, ad esempio Niente e così sia della Fallaci, ok il contesto è diverso, ma anche questo è un libro di fine anni '60... lo trovo molto più attuale di quanto non sia il libro di Vonnegut.

Tk

 

sulla fallaci non saprei cosa risponderti perchè non la leggo. mi era profondamente antipatica come personaggio e quel poco di lei che ho letto non mi è mai andato giù. inutile dirti che il libro da te citato non l'ho neanche sfiorato.
penso però che come tutta la produzione della fallaci non abbia niente a che fare con vonnegut.

vedi epr analizzare mattatoio n°5 dovresti partire inannzitutto dal titolo, già di per sè molto esplicito: la guerra non altro che un macello, dove vengono immessi in quantità industriale giovani e vecchie vite, che allo stesso modo di capi di bestiame, vengono macellati nella più totale indifferenza.

e la desensibilizzazione della morte e della guerra sono uno dei temi principali. se infatti la morte singola non ha senso, non lo ha nemmeno quella di molti, semplicemente perchè il tempo non esiste. tutto è già accaduto: anche il futuro. è questo il senso dell'invenzione letteraria dei viaggi temporali appresi dagli alieni.
se tutto è già accaduto, e quindi già è scritto, tutto è assolutamente necessario, non c'è alcuna possibilità che possa essere diverso. e in un mondo già preordinato in cui nulla può cambiare non c'è spazio per giudizi morali di qualsiasi tipo. ma non solo, non c'è nemmeno spazio per qualsiasi tipo di passione o emozione umana! ecco perchè il protagonista del romanzo è così. sa già tutto, ha già visto tutto. sa quando morirà, quando si sposerà, conosce già le devastazioni future... nella sua vita non c'è più spazio per niente. billy pilgrim è una sorta di ameba, un'essere amorfo: per dirla in maniera spiccia potremmo azzardare "non sa nè di canre nè di pesce".

ora faccio un paragone forse azzardato. anche dostoevskij nei fratelli karamazov affronta il problema della desensibilizzazione del male. ma lì attraverso la negazione del male si arriva in realtà a capire come il male ci sia, esista nel mondo e non è affatto necessario come sosteneva ivan ("il male non esiste")!ora non voglio entrare più nei dettagli per non raccontarvi fatti essenziali dei fratelli karamazov, però il percorso che lì avviene all'interno della storia del libro, dalla negazione del male, dall'insensibilità verso il male, alla scoperta di esso; nel libro di vonnegut viene lasciato al lettore. mai, se non alla fine del libro quando va a trovare a casa il suo vecchio commilitone, si ha l'entrata vera e dolorosa della guerra nel libro.eppure la guerra è sempre lì, è presente in tutto il romanzo, ma è vista con gli occhi inerti di pilgrim, non ha emozioni, non ha gusti: è una cosa inerte, priva di qualsiasi dinamica interattiva. è solo la moglie del commilitone di pilgrim che fa irrompere l'indignazione, il disgusto per la guerra e per il male che porta nel romanzo.

mi sa che ho esagerato col post... ma di cose da dire ce ne sarebbero un'infinità...

cmq il succo del discorso è che non voglio convincerti della bontà del racconto di vonnegut (ognuno ha i suoi gusti), ma prova a d analizzarlo diversamente, sotto una nuova prospettiva. è un racconto sulla guerra sui generis, non è realista, non ti mette direttamente in confronto con la morte. si affida a te, si emtte nelle tue mani e ti chede sei come billy pilgrim?

 

bene grazie,dunque mi dedicherò ai fratelli karamazòv poi.L'Idiota è in corso di lettura

 

ma non dico che l'ho trovato brutto o che...non so bene come dirlo, è come quando leggi un libro, capisci che è buono e quant'altro, però non t'è piaciuto. Problema di gusti personali immagino.



a proposito di di fantascienza, un paio di giorni fa è morto Ballard.

 

Ho finito da alcuni giorni di leggere Survivor ma... non ho ancora capito se mi è piaciuto. Mi ha lasciata perplessa, non saprei dire se è geniale o una cazzatina di libro. Vedrò sul lungo termine che ricordo me ne resta.
A questo punto vorrei però chiedere a chi l'ha letto cosa ci ha trovato di così forte (qualcuno qui ha parlato di pugno nello stomaco o comunque l'ha definito con immagini del genere), vorrei capire se il riferimento era a singole scene o ai temi trattati.

Adesso tocca a Cane mangia cane di Bunker.

 

Ok, ma la stessa cosa me l'aveva detta un amico che adora Palahniuk e ti assicuro che non è un fervente credente. Quindi continuo a non capire (ma a questo punto mi sa che mi conviene chiedere direttamente a lui)

(E poi non è che a me non freghi nulla della religione: come la mettiamo?:P)