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Topic sulla scrittura

Discussione in 'Chiacchiere' iniziata da Dwight Fry, 29 Gennaio 2009.

  1. Fleba_il_Fenicio

    Fleba_il_Fenicio
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    7 Febbraio 2009

    Necrop, però è strano che venga da te il dire che la scrittura è passatempo più serio del disegno..:sgrat:...non disegno più da eoni e venero la scrittura ma non credo sia più seria del disegno. Questo puo essere a sua volta molto più serio e impegnato di una scrittura hobbistica ed occasionale. La serietà è un valore aggiunto non credo intrinseco...o forse non ti ho capito e tu ti riferivi solo nello specifico di Simona ma ancora, tuttavia, a me pare che il disegno come la scrittura siano per Simona impegni entrambe tanto seri quanto intimi.

    Simona mi sono chiesto spesso anche io se non era il caso di non farla l'università. Penso che me lo chiederò per sempre!

    Fra questa e quella sui geni incompresi dall'editoria mi fai morire Dwight:D. Sono d'accordo naturalmente. Anche su quel "per fortuna non sempre", perchè come sottolinei in rete si possono trovare, con un po di buona sorte, persone che (col vaglio degli anni, non certo dei mesi) possono rivelarsi migliori anche a livello personale esistenziale, di tanti nomi altisonanti o professorucoli eruditi la cui cultura di facciata nasconde ben altro..e parlo anch'io per mia "piccola" esperienza.
     
  2. Necrophelia

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    8 Febbraio 2009


    No frena un minuto io stavo parlando del caso Simona, è ovvio. Per lei sia scrivere che disegnare sono hobby, non credo abbia mai provato a trasformarli in lavoro (per me hobby significa questo), e mi è sembrato che lo scrivere per lei ricopra un ruolo più importante rispetto al disegno. Poi sia mai, entrambi sono seri, intimi e rispettabilissimi me lo ha anche lei stessa confermato (bhè sarebbe proprio ridicolo se lo dicessi proprio io che scrivere è più serio di disegnare! Assurdo! :D per precisare non esiste più serio e meno serio in questo caso se non secondo una propria scala di valori)... Hai fatto bene in un certo senso a puntualizzare Fleba, perchè io mi sbatto ogni giorno in questo dannato Paese a far capire che essere illustratrice è una PROFESSIONE e non sempre e solo un HOBBY* come essere avvocato, ingegnere, idraulico, altrettanto seria e dignitosa, e si, vi dirò, anche faticosa e nemmeno poco!
    Per me il Disegno (lo metto con la maiuscola per indicare non l'oggetto ma il concetto) è vita, è lavoro, è passione, è sogno, è illusione...è tutto! ;)
    Invece lo scrivere per me per quanto mi piaccia, al contrario di Simona è un hobby, saltuario. Anche perchè mi rendo perfettamente conto di cosa so fare e di cosa non so fare. Bhè scrivere non è proprio il mio forte, preferisco quindi concentrarmi su altro e lasciare che le mie parole, le mie idee e i miei messaggi al mondo vengano espressi con forme, colori, luci ed ombre. :)
    Poi vabè, qui si sviluppa un ulteriore concetto che è quello di autore e di prosa illustrata, ci sono alcuni che scrivono e illustrano al contempo le proprie storie (bene o male non mi interessa, ci sono è un dato di fatto). Io per ora non mi sento ancora in grado, e il mio lavoro consiste spesso in questo caso della narrativa, nell'interpretare le parole altrui (capacità fondamentale per la mia professione). Vi piacciono le favole?


    * :
    hobby ['hobbi]
    s.m.inv.
    [​IMG]

    sm
    [inglese] passatempo, gioco e ogni attività che si svolgano all'infuori del proprio lavoro, per ricreare lo spirito
     
    #122
    Ultima modifica: 8 Febbraio 2009
  3. Kiss

    Kiss
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    Ligeia

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    8 Febbraio 2009

    Esattamente. E poi.. Se una persona competente, colta, ecc.. fa delle critiche al tuo lavoro bisogna assolutamente cogliere l'occasione. Innanzitutto perchè può significare che ciò che hai creato deve essere migliorato, ma ha comunque un suo valore. Inoltre certe indicazioni possono sempre tornare utili: alla fine scrivere bene è importante, anche se non devi comporre racconti/poesie/romanzi. :P
     
  4. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    8 Febbraio 2009

    Per Fleba: il problema, come spiegavo a Kiss qualche giorno fa, è innanzitutto stabilire in cosa consiste il concetto di “talento”. Si dice infatti che uno scrittore consapevole del proprio talento abbia tutto il diritto di vantarsi. Ebbene, io conosco gente che non sa minimamente tenere la penna in mano eppure (e qui mi ricollego a quanto detto poc’anzi) va in giro a millantare capacità letterarie sovrannaturali. Tutto questo perché qualche casa editrice a pagamento ha creduto talmente tanto nel suo enorme talento da chiederle di sborsare migliaia di euro per la pubblicazione.
    C’è poi gente che inanella vittorie su vittorie in certi concorsi letterari. Poi vai a verificare e ti accorgi che la “vittoria” consisteva in una comparsata all’interno di un librone di 600 pagine in cui alla fine – questa è la verità – tutti i partecipanti hanno vinto. Perché tutti sono stati pubblicati nel medesimo libro. Cani e porci. Perché? Il ragionamento è semplice: invece di sceglierne 10 premiamone 60, così ogni vincitore acquista qualche copia e… se la matematica non è un’opinione, più gente premiamo più copie vendiamo. Così non ci sono vincitori o vinti, ma soltanto scrittori felici.
    I professoroni da salotto che si cibano del proprio ego? Come ogni buon universitario (va beh, ex…) so che troppa gente gode di uno status immeritato. C’è una puntata meravigliosa dei Simpson in cui Lisa fa sparire tutti i libri di testo dalle aule: ebbene, i vari insegnanti si ritrovano impossibilitati a fare lezione, perché senza un libro-guida davanti agli occhi non sanno nemmeno imbastire un discorso. Io credo che quella sequenza, traslata nella realtà italiana, sia altrettanto verosimile.

    Vuoi sapere cosa ne penso in poche righe?
    Che il talento si dimostra scrivendo. E dando la possibilità ad altri di coglierlo, questo talento.
    Gli attestati di stima è meglio lasciarli agli altri. Un conto è la consapevolezza, un altro l’ostentazione.
     
  5. Fleba_il_Fenicio

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    8 Febbraio 2009

    DWIGHT: se dovessi arredare il mio cervello con qualcosa di mio gusto e totalmenter affine appenderei alle sue pareti il tuo post incorniciato.

    NECROP: tutto chiaro e prnedo spunto da te per dire: essere COSCIENTI è già un processo fondamentale di autoconsapevolezza che puo portare a crescere nella scrittura.

    TALENTO? non credo che esista una definizione. Esistono tante riflessioni al merito, tante poetiche pratiche, tante sistematizzazioni a volte tenere nella loro rigorosità ma cosa è per l'individuo?
    il talento è l'orizzonte che si pone costantemente come tale.
    Non è un possesso ma un modo di stare davanti all'arte che comprende il tempo, il dubbio, l'entusiasmo, il dolore, il bruciore dovuto alla critica ferale, l'0euforia ma soprattutto, l'autenticità..solo attarverso questa hai la chiave dei limiti e di quel che di vero porti fuori..su questa base costruisci un metodo che è la via e questa via punta eternamente verso quell'orizzonte che non puo esser mai altro che orizzonte...ma è davvero importante dire "ho cosneguito talento?"..mi sa più di modo di dire...e credo sia più importante "ce la sto mettendo tutta perchè la mia vita punti, partendo dal limite che tende a me stesso, a quell'orizzonte". Sarebbe forse già questa poesia o qualcosa di simile.
     
  6. Necrophelia

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    9 Febbraio 2009

    :happy:

    Quoto in toto...e aggiungo che questo è un "problema" che riguarda un po' tutta la sfera cosidetta artistica...:). Con il fiorire su internet di giochi di ruolo, narrazione e deviant art vari, purtroppo si trova più dilettantismo che professionalismo, ma spacciato per tale...:(
     
  7. simona

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    9 Febbraio 2009

    Le due cose per me corrono su due binari differenti e paralleli, vengono affrontate in maniere diverse, ma sono molto importanti.
    La differenza, in sostanza, sta nell'approccio in cui mi pongo rispetto ad ognuna di loro.

    Necrop, la frase sottolineata mi ricorda qual'è il mio cruccio.:roll:
    E il mio sogno.
    Mi piacerebbe, e non sto nemmeno a spiegarlo, ma immagino che per farlo seriamente occorra ben più di quei pomeriggi passati a scrivere o a ricercare appunti. Chissà....magari, in futuro...:roll:
     
  8. simona

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    9 Febbraio 2009

    Brevissimo OT.

    Ho visto il link,...e i tuoi lavori mi hanno fatto tornare la voglia di riprendere in mano colori, fogli e matite che avevo accantonato da molto tempo.
    SEI BRAVISSIMA.
    E abbiamo gli stessi gusti in fatto di autori e pittori (alla maturità portai una valanga di pittori preraffaelliti, e sul mio desktop campeggia una quadro di Waterhouse...;))
    Ancora tantissimo complimenti!!:):)

    Fine OT.
     
  9. Necrophelia

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    9 Febbraio 2009


    merci beaucoup...:happy::love:[​IMG] e felice di sapere di averti stimoltata in qualche maniera! ;)

    fino OT davvero!!:D
     
  10. Fleba_il_Fenicio

    Fleba_il_Fenicio
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    9 Febbraio 2009

    Simona, per trasformarla in lavoro non credo serva chissà quanta austerità in più. Se già hai una passione tale da renderti sinceraente ricettiva alla critica, all'autocritica o hai la coscienza di un percorso o problematizzi un minimo la parola e la interroghi e le dedichi più di qualxhe ritaglio di tempo, puoi potenzialmente farne un'attività pressocchè solida.

    L'importante è il punto di partenza: non inizia re col dire "ne faccio un lavoro". Questo credo debba venir successivamente, poggiando sulla passione, sul disinteresse, sull'amore della ricerca per la ricerca, del percorso per il suo carattere esistentivo e personale rivolto internamente-esternamente.

    Realisticamente "farne un lavoro" mi sembra arduo a meno che non si arrivi a compromessi o si cada in tranelli come quelli dei "tutti vincitori" ricordati da Dwight in cui lo "scrittore o poeta" si sente "vivo" più per le occasioni creategli intorno che pe runa sostanza e problematizzazione di un'attività decisamente più seria e meno mondana (mi accorgo che parlo sempre in riferimento alla poesia senza dirlo e me ne scuso!). Del resto fare della poesia un evento da tartina e caviale...beh, ci siamo capiti!

    Ripeto, l'importante è che nasca come un impeto di libertà, coem un'esigenza profonda e che si cerchi, secondo me eh, di arrivare a gradi di consapevolezza sempre maggiore (non del proprio talento ma in primis di "cosa" effettivamente stiamo facendo e "dove" ci porta/vorremmo ci portasse).
    In quest'ottica narcisismo ed autocelebrazione rallentano, non portano da alcuna parte, inaridiscono e rendono ciechi.

    Lo diceva Ungaretti, non io, "conoscenza è dolore".
     
  11. Necrophelia

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    12 Febbraio 2009

    :( ci devo riflettere...
     
  12. Fleba_il_Fenicio

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    12 Febbraio 2009

    ci sto ancora riflettendo da più di 6 anni:)
     
  13. Dwight Fry

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    21 Febbraio 2009

    Riporto a galla il topic per chiedervi cosa ne pensate dei corsi di scrittura (oggi tutti aggiungono "creativa" e non si capisce perchè, visto che la scrittura è creativa di per sè, a meno che a elaborare un testo non sia un computer, come faceva notare il buon Rifkin). Per caso qualcuno di voi ne ha frequentato uno?
     
  14. Necrophelia

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    21 Febbraio 2009

    mh no però alla mia scuola in effetti ve n'è uno. E di uno ho visto come si "lavora" (e mi è parso divertente-interessante). Non frequentandoli non potrei esprimere un giudizio appropriato, però sono dell'avviso che come qualsiasi altra scuola, se è ben fatta, se ha validi insegnanti, non può essere "nociva"...se, ovviamente...:)
     
  15. simona

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    25 Febbraio 2009

    Io no, ma ho sempre avuto una curiosità fortissima su come si svolge la cosa, su cosa "insegnano" e il metodo.
    Come fanno? Cosa e come si impara?
    Me lo sono chiesto un'infinità di volte...
     

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