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Black Stone Cherry

Discussione in 'Hard Rock - AOR' iniziata da metalgrinch, 18 Giugno 2008.

  1. metalgrinch

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    18 Giugno 2008

    #1
  2. kiowa

    kiowa
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    19 Giugno 2008

    ascolticchiati e da approfondire...secondo me potevi tranquillamente aprirlo in hard rock visto che trattasi di rock con forte tinte sudiste(toccato a volte dallo stoner mi sembra):)un buon gruppo
     
    #2
  3. Otis

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    19 Giugno 2008

    Non è il mio genere, ma mi garbano abbastanza.

    Approfondisco volentieri.
    Bella dritta.
     
    #3
  4. metalgrinch

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    19 Giugno 2008

    Neanche il mio in effetti, però ho beccato qualche mese fa su rocktv il video di lonely train e mi è piaciuto subito. Anche se devo ammettere che qualche canzone è un pò troppo ripetitiva.
     
    #4
  5. blackdog17

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    19 Giugno 2008

    ottimo consiglio! ho sentito i pezzi sullo space, assolutamente niente di rivoluzionario, ma bei suoni, bella voce e pezzi molto carini! :)
     
    #5
  6. Albi

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    11 Ottobre 2008

    Uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni, IMHO. Una sorta di suono sludge-southern più hard e meno heavy.
     
    #6
  7. Albi

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    14 Ottobre 2008

    Black Stone Cherry [Topic Ufficiale]

    nota: so che esiste un topic in Non Solo Metal. Posso chiedere a voi moderatori se è possibile la chiusura o la fusione del vecchio topic per aprirne uno definitivo in questa sede (e dare più visibilità ad un gruppo che IMHO ha molto da dare a tutti i rockers che affollano questa sezione)?

    I Black Stone Cherry sono un gruppo di quattro ragazzi provenienti da Edmonton, Kentucky, USA. L'età media dei componenti della band si aggira intorno ai 20 anni, ma i gusti e la tradizione musicale dei 4 musicisti hanno un bel po' di storia alle spalle: il loro genere è infatti un HARD ROCK di chiara derivazione 70s, che presenta nomi tutelari tanto nel southern di Lynyrd Skynyrd e Allman Brothers quanto in band più propriamente Hard come i Led Zeppelin, padri di tutti quanti in questo campo (soprattutto per quanto riguarda la costruzione dei riff e delle canzoni stesse, la matrice zeppeliniana di molti brani dei BSC è davvero forte). Il risultato è un sound che ricorda la matrice sludge di gruppi come Black Label Society o Down, ma di taglio più hard e meno heavy: di conseguenza la new sensation del kentucky si presenta con un notevole mix di originalità e tradizione.
    Le chitarre sono pesanti e compatte, con linee melodiche riconoscibilissime (il suono delle gibson come sempre fa il suo lavoro), con un ottimo uso dei più canonici tipi di distorsione e di vari effetti di delay o di wah (la chitarra solista di Ben Wells [e talvolta del cantante Chris Roberston] ci regala sia episodi canonici come Rain Wizard o Blind Man, sia virtuosismi e variazioni di effetti e suoni nella granitica Shooting Star, dalla grandissima intro in delay, e nella loro dinamitarda cover di Voodoo Child di Jimi Hendrix dal vivo [il 31 novembre passano in italia... se riesco ad andare al loro concerto spero proprio che la eseguano, spacca di brutto e sono un discepolo del grande James Marshal Hendrix!]). Le parti cantate invece si presentano come un ottimo mix tra potenza e profondità blues dei grandi interpreti anni '70 ed espressività ed emotività di matrice anni '90 (il cantante Chris Roberston si presenta sia come fan di Skynyrd ed Allman Bros sia come fan di Sound Garden o Pearl Jam... Un curioso e riuscitissimo incrocio tra Ronnie Van Zant e Chris Cornell, condito da una presenza scenica e da uno stile con i controattributi). La sezione ritmica è invece affidata all'ottimo basso di John Lawhon, caldo, sicuro e preciso, e alla grande, grandissima batteria di John Fred Young (per intenderci... Chi scrive è un fan fino al midollo dei Led Zeppelin... E Questo ragazzotto di 20 anni ha lo stile e le palle giuste per essere visto come erede di John Bonham... Pesta come un fabbro con la precisione e la grazia di una farfalla).

    Attualmente i BSC hanno prodotto due album (il primo, omonimo, è fuori già da un paio d'anni e presenta sonorità molto buone fin da subito, ma è con l'album uscito pochi mesi fa, intitolato "Folklore And Superstition", che la band sgancia la sua bomba fatta di melodie e riff incendiari, melodici e ignoranti quando serve), più un doppio bootleg live che vi consiglio vivamente di recuperare (tutte le qualità sopradescritte si fondono alla perfezione in un ottimo live, dove si unisce entusiasmo, professionalità, classe e tamarraggine), il Live At Astoria.

    Un'ultima osservazione la meritano di sicuro i loro testi originali e le loro cover: da una parte abbiamo ottime elaborazioni di miti e leggende locali del profondo sud degli stati uniti (fantasmi di pioneri, ragazzi partiti in guerra, eroi e esseri sovrannaturali)... Dall'altra una venerazione e una voglia di rinnovare i propri classici preferiti senza pari: si parte con la cover di Shapes Of Things degli Yardbirds nel cd omonimo (spettacolare... Fottutamente heavy) per poi proseguire in sede live con la cover già citata di Voodoo Child (strepitosa YouTube - Black Stone Cherry Voodoo Child Supporting Whitesnake) e un'interessantissima versione di Immigrant Song dei Led Zeppelin (dove l'urlo iniziale è ripreso grazie ad un efficacissimo effetto wah sulla fidata chitarra gibson dei nostri).

    Se cercate un gruppo Hard Rock recente che abbia appreso dannatamente bene la lezione degli anni 60 e 70, i Black Stone Cherry sono straconsigliati :)
     
    #7
    Ultima modifica: 14 Ottobre 2008
  8. VentoGrigio

    VentoGrigio
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    14 Ottobre 2008

    unisco le due discussioni ;)
     
    #8
  9. Albi

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    14 Ottobre 2008

    Thank you, man :D

    EDIT: che coglione che sono... Thank you, GIRL! XD

    (mi era parso di capire che Vento fosse un'esponente del gentil sesso)
     
    #9
    Ultima modifica: 20 Ottobre 2008
  10. NO REMORSE

    NO REMORSE
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    20 Ottobre 2008

    bravo!!! ottima descrizione!!! ma hai letto x caso l'articolo su Metal Hammer di questo mese? A me pare proprio di si..:sadic:..
    Cmq in ogni caso hai postato molto bene.
    x quanto riguarda la band del kentucky..beh.. a me sembrano ottimi Rocker..molto coinvolgenti e con un cantato ke a tratti ricorda il grande Eddie Vedder dei Pearl Jam. Però alla lunga finiscono per essere un po noiosetti,forse a causa del loro sound nn del tutto originale.
     
    #10
  11. Albi

    Albi
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    20 Ottobre 2008

    Bhe, ormai nel rock soluzioni originali al 100% sono davvero rare... accontentiamoci di rielaborazioni in grande stile, come quella dei BSC! :)

    [articolo di metal hammer? mi manca! in che numero?]
     
    #11
  12. NO REMORSE

    NO REMORSE
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    21 Ottobre 2008

    numero 9/2008..quello di settembre.
     
    #12
  13. Albi

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    1 Dicembre 2008

    Appena visti in concerto allo zoe club di milano. Domani posterò e spiegherò meglio, ma...

    E' STATO IL MIGLIOR CONCERTO* DELLA MIA FOTTUTISSIMA VITA.


    *ho visto in precedenza kiss, motley crue, megadeth, ozzy osbourne, dream theater, jason mraz, slipknot, thin lizzy, scorpions... lo dico con cognizione di causa e domani spiegherò gli svariati perchè.
     
    #13
  14. Albi

    Albi
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    1 Dicembre 2008

    Eccomi...
    Appena arrivati ci accorgiamo che lo Zoe Club è piuttosto piccolo e che di gente fuori ce n'è relativamente poca (i BSC hanno ricevuto poca pubblicità ed era la loro prima data italiana... Se penso al sold out del giorno prima per gli Alter Bridge, grandissimo gruppo che però gode rispetto ai Black Stone Cherry di vantaggi indiscutibili [maggiore presa del grunge sul suolo italico; cantante che attrae il pubblico femminile; storia dei Creed alle spalle], un po' mi spiace...), ma non ci perdiamo d'animo e ci piazziamo davanti alle porte del club. Dall'interno giungono i suoni del soundcheck e del riscaldamento dei BSC e in cima alle scale che si vedono dai due oblò delle porte ogni tanto passa qualche volto familiare (appena ho visto il capellone John Fred Young, il batterista, mi sono gasato un sacco). L'atmosfera si divide tra l'eccitazione e la carica del pubblico che si sta accumulando fuori dal locale e una certa tensione, quasi imbarazzo che si legge sul volto dei membri del gruppo e del personale che si intravedono dentro al locale: è la prima data italiana di un gruppo di ventenni, abituati ad esibirsi in contesti molto più ampi, ma quando escono per andare a mangiare (momento incredibile: senza neanche tanta security, i BSC ci sono passati a pochi centimetri di distanza) il loro volto non tradisce sensazioni quali rabbia o irritazione: sono tesi, a disagio. Mi hanno fatto una gran tenerezza, sembravano un gruppo di liceali che stanno per suonare alla festa della loro scuola. Dopo che sono usciti il pubblico ha il via libera e inizia ad entrare nel locale, piccolo ma decisamente ben fatto (mi ha davvero stupito). Il palco sarà alto poco più di un metro, senza transenne e io e i primi ad entrare ci sediamo proprio sul palco, dando le spalle alla batteria. L'atmosfera è bellissima perchè è una via di mezzo tra quella del grande evento (i BSC mi fanno impazzire, così come a tutti i presenti) e quella del concertino amatoriale dei propri amici: i roadie e i fonici, sembrano essere tutti amici e poi scopriamo che sono amici di infanzia, ex compagni di scuola dei quattro membri del gruppo. Assistiamo agli ultimi ritocchi al cablaggio, agli ampli, assistiamo al rito dell'attaccare la scaletta cartacea al pavimento (subito fotografata e oggetto di passaparola in tutto il locale XD), ma soprattutto capiamo che il gruppo d'apertura, i The Answer, non ci sarà: ecco perchè tanto nervosismo, prima data in un paese sconosciuto, capienza non proprio principesca, incognita dell'accoglienza del pubblico e la sensazione di doversi buttare allo sbaraglio da subito. Ma il pubblico italiano, si sa, è uno dei più caldi del mondo, secondo solo a quello sudamericano: ed ecco, appena si spengono le luci (e poco prima, in uno spiraglio del telone che copre il back stage, si intravede il gesto dell'abbraccio di gruppo, il rituale preconcerto per eccelenza... uno dei momenti più emozionanti della mia vita, in quel momento ho partecipato con tutto me stesso alla carica del gruppo), un boato impensabile per un gruppeto di un centinaio di persone (nel frattempo il locale si è abbastanza riempito), con cori ed incitamenti d'ordinanza. La band arriva sul palco e si getta nell'opener del loro primo album, Rain Wizard. E io ho il proscenio a meno di due centimetri da me e da lì vedo TUTTO, John Lawhon e Ben Wells, rispettivamente basso e chitarra, suonati alla perfezione, si alternano alla destra e alla sinistra del palco e fanno headbanging, incitano la folla, sgambettano, sorridono, incitano il pubblico che, puntuale, risponde. Chris Robertson da subito regala una prova vocale sublime, uguale a quella di entrambi i CD, sommata a doti chitarristiche di assoluto rilievo (quasi tutti suoi i solos in sede live) anche se il suo sguardo ogni tanto è ancora preoccupato. Ma si sta sciogliendo anche lui. dietro di loro, a meno di un metro...
    LA BELVA: John Fred Young. Uno dei migliori batteristi hard rock che io abbia mai visto dal vivo: usa un drum set ludwig, il più classico ed essenziale esistente, ma pesta come un fabbro, non sbaglia un colpo, nessuna imperfezione e contemporaneamente ride, scherza, mostra i denti, rotea le bacchette durante i suoi numeri percussionistici da circo. La set list si compone di 15-16 brani più due bis, e ci regala due ore all'insegna di un rock granitico e fottutamente credibile, personale, vero, sincero: il sound è perfetto, pulito cristallino, si sentono tutti gli strumenti alla perfezione e i vocals sono eseguiti perfettamente (l'unico neo si è verificato quando Chris Robertson ha cercato di usare il Talk Box ad un volume troppo basso, ma appena i tecnici si sono accorti dell'errore, in pochissimo tempo il volume era perfetto). I virtuosismi di chitarra, basso, batteria e armonica (lo spettacolare solo di armonica del batterista... che si è alzato e si è piazzato davanti al microfono subito dopo essersi scambiato col cantante alla batteria: insomma, non hanno smesso di suonare, nemmeno con un cambio in volo dietro le pelli) lasciano il segno, l'headbanging e i cori, le grida di incitamento sono alle stelle, i Black Stone Cherry si sentono finalmente a casa e ci danno dentro di gusto, senza inibizioni. Sul finire della set list si lasciano andare a qualche motteggio nei confronti del ragazzo, David, amico loro, che vende le magliette, scherzosamente preso in giro perchè, si scopre, è il suo 25esimo compleanno: tutti e quattro a turno si lanciano in qualche battutina e il batterista in particolare ci regala un saggio dell'inglese sudista, slang e quasi incomprensibile di Edmonton. Un altro momento parlato di grande impatto è stato il discorso introduttivo alla ballad Peace Is Free: un discorso pacifista nel vero senso della parola, fatto dal cantante Chris che spiega che non esistono vere differenze tra questa o quella persona, quello che conta è che tutti amano la musica e soprattuto che la pace è libera, senza vincoli di nessun tipo: quanti gruppi moderni potrebbero permettersi un proclama così hippy senza risultare ipocriti o poco credibili? I BSC invece parlano con sincerità e orgoglio burino sudista (per questo sono così credibili... Sono quattro ragazzotti del Kentucky, senza fronzoli), eliminando il clichè del razzismo con le note, bellissime anche dopo tante volte che le senti, parole del concetto del "non importa che colore ha la tua pelle".
    Dopo una terremotante Shooting Star i BSC si ritirano momentaneamente dietro le quinte, ma dalle prime file parte un coro... "VOODOO CHILD! VOODOO CHILD! VOODOO CHILD!", la cover di Hendrix con cui chiudono ogni loro concerto. Sogghignando ci regalano inizialmente un ultimo estratto dal loro primo album omonimo (ottimo come sempre, con un coro che ci ricorda le tre parole più belle del mondo: ROCK AND ROLL!), ma poi...

    ...il riff grattato col pedale wah inserito.
    Il batterista in piedi sui tamburi che picchietta a tempo il basso sostenuto dal bassista, come in un sacrificio pagano.
    I lick diabolici che danno un aria esoterica al pezzo.
    E poi, l'esplosione in Mi minore.

    "WHEN I STAND UP NEXT TO A MOUNTAIIIIIIIIN, I CHOP IT DOWN WITH THE EDGE OF MY HAAAAAAAND!
    'COS I'M A VOODOO CHILD... GOD KNOWS I'M JUST A VOODOO CHILD, BABY!"

    Delirio, occhi rovesciati, mi contorco, head banging, non ci sono più, sono su un altro pianeta, se è un sogno non svegliatemi.

    Applausi.

    Grazie Black Stone Cherry.
     
    #14
    Ultima modifica: 22 Gennaio 2009
  15. gozerthegozerian

    gozerthegozerian
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    12 Dicembre 2008

    gruppo figo, ma il primo disco mi sembrava molto più catchy
    sarei anche andato a vederl ma il giorno prima mi sono visto gli alter bridge e c'è grossa crisi in questi tempi bui..
     
    #15

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