Religione,spiritualismo ed ateismo

Ti dirò una cosa, io ho un amico poco più grande di me, è un fedele come ne conosco pochi, intelligente, pacato e aperto (laureato in geologia tra l'altro). Le poche volta che abbiamo occasione di parlare ci infiliamo a volte in discorsi di fede e di non fede, di dubbi e di certezze. Vi dico che una persona di VERA fede ha la sua personale risposta a tutto, e senza andare in negazione a quelle che poi sappiamo essere realtà accertate. Nulla mai lo scalfirà, e sarà sempre un metro sopra di me, che sguazzo tra le incertezze e i dubbi della vita quotidiana. Non lo capirò mai, e posso solo guardarlo con una punta di invidia e una di pietà.
Chi non ha fede non capirà mai e poi mai cosa significa averne, e non parlo dei fedeli della domenica, ma dei veri credenti... Per loro i poveri bigotti siamo noi, e forse hanno ragione a volte!

 

partendo dal fatto che secondo me, i veri credenti, quelli che non mangiano la carne OGNI venerdì e non solo il venerdì santo per dire, in Italia ce ne sn pochi: ci inculcano le idee cattoliche fin dalla nascista (vogliamo aprire una parantesi sul battessimo, dove un bimbo di pochi mesi "sceglie" di essere fedele a cristo?) quindi nessuno scopre da solo, nessuno sperimenta (come invece penso abbia fatto il tuo amico).
quello che voglio dire è 'trasportabile' nell'ambito musica (anche se può sembrare banale ) nasciamo ascoltanto il pop o al massimo il cantautorato, e in questo senso nessuno capisce bene la musica, considerata invece una musichetta di sottofondo da mettere nei negozi per passare la giornata di lavoro, esce poi però l'adolescente che vuole scoprire di più della musica, se la vuole 'studiare', capire, e comincia ad ascoltare (per bene) cose magari non molto in voga al momento.

in questo senso la fede cattolica equivale al pop, il tuo amico al metallaro, e io al sordo

(apparte gli scherzi si capisce il concetto?)

 

No...

 

Mi dispiace ma sei chilometri fuori strada...

La fede non è un insieme di compitini da fare e di regolette da osservare, è una cosa che cresce dentro, e va al di la di cose materiali. Se si capisce questo si può provare ad esprimere un'opinione, altrimenti sono solo parole vuote!

 

appunto, personale, come anche chi nn è credente...

 

si ma adesso sn io che non capisco te, con il post di prima volevo solo dire che per noi (italiani soprattutto) credere è diventata una cosa standard, senza andare a ricercare il significato del credo o quant'altro cm fanno in pochi (tra cui il tuo amico), e in questo contesto si può apprezzare soprattuto la coerenza (che, devi ammettere, manca in molti credenti).

ps avete ragione rileggiendomi devo dire che prima mi ero espresso male

 

Ah beh, io quando parlo di fede non parlo di fede alla carlona, ma di fede e basta!

E poi l'osservanza della religione è una cosa diversa rispetto alla fede secondo me!

 

e qui ci sarebbe molto da dire a riguardo
se avrò mai un figlio non lo battezzerò, lascio scegliere a lui la strada quando sarà capace di agire

 

Come dici tu, ci sarebbe molto da dire... Anch'io per istinto sarei portato a pensare che quella che dici tu sia la scelta giusta, ma agli atti pratici è tutta un'altra storia!
si potrebbero riempire pagine a pagine di opinioni!

 

uffa con questi atti pratici..se non battezzi tuo figlio nessuno ti viene a cercare con il fucile:P
(almeno credo:grin

 

Cazzo spero di no!!

No, semplicemente IO non lo farei a cuor leggero, perchè nel profondo del mio essere sento di non essere indifferente a certe cose!

 

La questione del battezzare alla nascita o no è in realtà un falso problema. Se si è credenti è del tutto logico voler crescere i propri figli nella fede, ed è del tutto logico battezzarli nella fede che si professa.

 

Non condivido assolutamente. E' imporre una scelta che nel futuro potrebbe non essere condivisa. Come nel mio caso. Certo il fatto di essere battezzato non mi rende sicuramente più cattolico di quello che non sono già ma in certi casi posso assicurarti che lo si fa più per consuetudine che per fede vera e propria.

@Montekkia: non credo assolutamente che solo una persona con una fede molto radicata e ben coltivata come il tuo amico vivi nell'assoluta certezza delle sue opinioni. Se si ha un minimo di fede in sè stessi (perdonatemi il gioco di parole) chiunque può raggiungere questo obbiettivo.

 

Direi che non si tratta di imposizione ma di educazione. I genitori danno al proprio figlio una educazione per la vita futura, e lo fanno in maniera conforme alla loro fede. La persona resta in ogni caso libera di seguire o meno, da adulto, la fede cristiana, se confermarla o se allontanarsene. Se dovessimo seguire il concetto di libera scelta non dovremmo dare nessuna indicazione e nessuna educazione.
Il fatto che molti lo facciano per consuetudine non intacca il valore del sacramento. Piuttosto deve farci riflettere sul modo di vivere la fede delle persone.

 

Serve per forza di cose battezzare i propri figli per dare loro una buona educazione? Penso proprio di no. E neanche farlo seguendo i principi della propria fede in quanto in quel caso si tratta di opinioni o scelte che difficilmente possono essere ben comprese ad un'età così giovane. Penso che sia più onesto che una coppia di genitori credenti faccia crescere il proprio figlio cercando di fargli capire per quale motivo loro hanno fatto quella scelta di fede ma che al contempo lo lasci libero o meno nel futuro di seguirla anche attraverso i vari sacramenti.