Religione,spiritualismo ed ateismo

Si ma scusate, non potete tirare fuori le prove dell'esistenza di Dio... cioè non ha proprio senso. La fede è tale perchè appunto "si crede": una volta che ci sono leprove perde la sua ragion d'essere e di fede più non si tratterebbe.

 

Tra l'altro, il concetto di divinità preclude la comprensione umana. La divinità è tale perché superiore e inarrivabile. Va benissimo non crederci, ma non crederci perché non l'hai visto bersi una birra non è molto sensato.

 

Lo so,è poco sensato,paradossale ma per me è così.Per questo non sono credente.
Se ho bisogno di aiuto,di un sostentamento non posso affidarmi ad un qualcosa di non comprensibile.Io sto affidando me stesso a questo "qualcosa" e devo quindi sapere "con chi ho a che fare",devo avere delle certezze.
La fede e quindi arrivare ad accettare l'incomprensibilità divina, secondo me non è una cosa che si fa dall'oggi al domani o peggio ancora si inculca, ma nasce da un percorso che uno può o meno intraprendere in qualsiasi momento della propria vita.
Io attualmente non ho questa necessità e quindi dall'esterno vedo tutto ciò esattamente come qualcosa di poco sensato.

 

Uhm, io ho votato ateismo, anche se in realtà è un po' "annacquato" dall'agnosticismo. Se vogliamo, possiamo definirlo "ateismo debole". Perché penso sia giusto rivendicare un diritto al dubbio sull'esistenza di "qualcosa di superiore" (Dio, Allah, Buddha, Vishnu, Manitou, ecc...) com'è giusto che il credente ci mostri la sua idea per spiegare il mondo.

Il dubbio nasce dal fatto che se i credenti continuano a mostrare prove sull'esistenza di Dio, allora è probabile che neanche loro siano tanto sicuri di tale esistenza. Se esistesse per davvero, allora di prova ne basterebbe una soltanto.

 

Ma abbandona il Grunge... finchè sei in tempo!!

 

Eh... però capita a volte che, rivolgendoti alle persone vicine, non ottieni la reazione che ti aspettavi...
Comunque, al di là di questo, credere in Dio o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare, almeno per me non significa assolutamente affidarsi totalmente a lui, e dare a lui la colpa o il merito o la responsabilità di tutto ciò che ci accade... o almeno io non la vedo assolutamente così. Io sono padrona della mia vita e di ciò che mi accade, ovviamente nei limiti, certo non ho possibilità di auto-preservarmi da incidenti malattie o calamità simili, ma non è che quando succedono dò la colpa a lui.
Esempio: conosco una persona atea, che tuttavia è estremamente fatalista, e crede che tutto ciò che accade è inevitabile e che noi non siamo in nessun modo in grado di cambiare il corso delle cose... paradossalmente io sono credente ma la penso in modo diametralmente opposto, io credo fermamente di avere la forza e la possibilità di migliorare (o peggiorare) la mia vita a seconda di ciò che faccio e di come mi comporto.
Poi ovvio che se domani un tir mi ficca sotto lì ho poco da fare... però a parte questi casi estremi, per il resto penso di poter fare tanto per influenzare il corso della mia vita e di chi mi sta vicino. Se così non fosse, vivere significherebbe aspettare che le cose succedono da sole, tanto c'è Dio che decide per noi... beh quella non è vita, è mera esistenza, e onestamente non mi interessa proprio

 

Ma perché vedi tutto il discorso in termini di necessità?
Non penso che i credenti lo siano perché hanno bisogno di qualcosa. E comunque ti posso garantire che un credente non si affida a dio e poi aspetta. Magari dicono una preghiera e si sentono confortati, ma poi vivono come tutti...
Mi pare fuorviante dividere l'umanità tra atei e bisognosi...

 

Appunto, è esattamente ciò che cercavo di dire, anche se sono stata molto più prolissa e decisamente meno chiara :P

 

Essere chiaro e circonciso è il mio mestiere

 

Potresti spiegarti meglio? Cosa intendi dire?

 

Semplice. Anche chi non crede in un Dio si affida ad un "idolo",qualcosa verso cui dirige i suoi sforzi, e che costituisce un principio in base al quale agire. Non credere in niente non è possibile.

 

Come ho già detto, anch'io posso dare alla mia vita uno scopo e definire quest'ultimo come il mio dio ma difficilmente questo fa di me una persona religiosa o spiritualista. Anche perchè in fin dei conti non credi nei tuoi scopi, nei tuoi obbiettivi, ma cerchi solo di raggiungerli. E per raggiungerli bisogna innanzitutto credere in se stessi nel senso delle proprie potenzialità. Avere fede in qualcosa di intangibile o extrasensibile, credere che esista un principio che regoli l'esistenza di tutti gli esseri viventi penso sia un'altra cosa.

 

Infatti io non l'ho detto. Ho parlato di un ateismo completo, ma non ho detto che chi non è completamente ateo sia religioso o spritualista.

Il senso della frase non mi è chiaro...

Certo,quella è una forma di religiosità.

 

Oddio che ti è capitato al pisello?

Io ho votato ateo. Ci sono molti discorsi da far ein merito, tanti li hanno scritti gli utenti prima di me e non starò a ripeterli. Anch'io, come altri ho letto, nella mia prima fase, da bambino ad adolescente, sono stato credente ( ero pure chierichetto come shadowhorns) per imposizione, si era degli emarginati sennò, e quando si è in un paesello di campagna e si va alle elementari e medie non è una bella cosa, poi ho imparato a fregarmene. Probabilmente essere credenti per costrizione ( mettiamoci anche insegnatni di merda a scuola e mia zia ) è il metodo più sicuro per detestare la religione. E per me è stato così. Non solo la rinnego a livello ideologico, ma mi riporta anche a brutti momenti. Per quel che mi riguarda il pensiero razionale su di me vince.

 

intendevo dire ominidi
(non so perchè stavo pensando a le scimmie mentre scrivevo)
comunque sia ci sono i fossili che testimoniano l'esistenza