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Topic sui Dream Theater

Discussione in 'Progressive' iniziata da otrebla86, 3 Settembre 2005.

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  1. salmacis fountain

    salmacis fountain
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    18 Giugno 2007

    dal piccolo scampolo di recensione si evince che il recensore c'ha capito poco dell'album, dato che le secondo lui le parti migliore secondo molti, cioe le suite, servono solo per appesantire il brodo...
    cioe il contrario di cio che penso io, ovvero che tutta la parte centrale appesantisce il disco e le uniche cose buone sono le suite e TMOLS.
    ma vabbe, per il resto ha ragione
     
  2. Darrosquall

    Darrosquall
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    18 Giugno 2007

    Più che una esagerazione, a me "me pare" na cazzata :grin:
     
  3. Acid Rain

    Acid Rain
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    Oldo

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    18 Giugno 2007

    Pienamente d'accordo con questa metafora. Soprattutto con quel "se ben condita".
    D'accordo anche col discorso sull'appesantimento finale del disco, di per sè, secondo me, già abbastanza pesante di suo.
    E sì che nessuno chiede chissà quali cose super-intricate (almeno apparentemente...) o assoli iper-tecnici per godere di buona musica.
    Io, per esempio, mi accontento del disco degli Slavior...orecchiabile, catchy, bla-bla-bla...ma con ottime idee di fondo ed una produzione molto ben curata. :P
     
  4. salmacis fountain

    salmacis fountain
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    18 Giugno 2007

    siccome non so se da regolamento posso dire da dove ho preso la recensione, allora la copio tutta:) secondo me questa è la recensione perfetta per quest'album.. il voto, che non ho copiato, è 70/100


    A due anni di distanza dal discusso Octavarium, torna una delle band che più divide gli appassionati dell'intera scena rock/metal, quei Dream Theater che ad ogni nuova uscita fanno gridare al capolavoro i loro più fedeli sostenitori e contemporaneamente alla definitiva debacle, poi sempre rinviata, i loro più acerrimi detrattori. E dire che una serie di ottime uscite come Images And Words del 1992, il successivo Awake o il concept Scenes From A Memory del 1999, avevano inizialmente messo d'accordo un po' tutti e contribuito a donare risonanza a questo monicker facendolo assurgere in pochi anni ai primissimi posti delle preferenze in ambito progressive metal.

    Systematic Chaos è il nono studio album del combo newyorkese, il primo edito dalla nuova label Roadrunner, e prosegue, pur senza ricalcarlo, il discorso già intrapreso con il suo succitato predecessore, per cui sarà facile aspettarsi un sound più pesante e tirato, che in questo nuovo lavoro assume connotati ancor più evidenti e in alcuni casi al limite del thrash, e non mancheranno neanche, come avremo modo di vedere, varie autocitazioni e similitudini con altre numerose band, che spesso portano quella fazione ostile alla presente band a marcare la cosa come cronica mancanza di idee che sfocierebbe poi in evidenti casi di plagio.
    La voce di LaBrie non ha mai particolarmente brillato per intensità ed espressività, ma era stata comunque in grado di presenziare degnamente episodi drammatici ed evocativi, come ad esempio nel caso di The Spirit Carries On, attualmente invece risulta ancor più fredda e distaccata, nonostante sembri acquisita una maggiore versatilità che permette di alternare vocals aggressive a linee vocali più evocatice e soavi, mentre i vari strumentisti Petrucci, Ruddess e Portnoy trovano nelle lunghe ed articolate composizioni libero sfogo per i loro virtuosismi o i loro eccessi, sempre dipende da che punto si guardi la cosa.

    In The Presence Of Enemies è la lunga suite divisa in due parti che ha il gravoso compito di aprire e chiudere il lavoro, la Pt. 1 inizia con una lunga parte strumentale caratterizzata dal riffing aggressivo di John Petrucci e dagli inserti tastieristici di Ruddess, lo strumentale acquista man mano in melodia fino a sfociare, dopo i cinque minuti, nella parte cantata, il brano comunque risulta ben amalgamato, alternando parti più heavy e tirate ad altre più melodiche e posate. Rispetto al precedente Octavarium non ci sono le facili melodie pop-oriented, tipo quelle di I Walk Beside You, in ogni caso l'aspetto melodico non è che venga meglio valorizzato in brani quali Forsaken, che nel complesso risulta più grintosa ed oscura, senza rappresentare tuttavia un capitolo esaltante della loro discografia, arriva poi Constant Motion, caratterizzata da un inizio e da strofe che in maniera fin troppo evidente sembrano richiamare lo stile dei Metallica (che sia un effetto della loro rivisitazione di Master Of Puppets?), la similitudine con Blackened in particolare salta facilmente all'orecchio anche del più profano ascoltatore, e solo nella seconda parte il brano riacquista la sua essenza progressive, anche la seguente The Dark Eternal Night si rifà ai Metallica e agli stessi Dream Theater di Train Of Thought, dando vita ad un pezzo ancor più aggressivo e thrashy, in cui abbiamo riff pesanti e vocals filtrate e distorte, con Portnoy che nelle strofe accompagna in seconda voce uno spento LaBrie, che meglio invece si esprime nelle aperture melodiche coincidenti con i refrain, mentre un po' su tutto il brano è possibile cogliere delle autocitazioni che vanno da The Dance Of Eternity a The Glass Prison, ma sempre riviste sotto una visuale più aggressiva e modernista.

    La lenta e riflessiva Repentance continua la saga sull'alcolismo, andandosi così a collocare, con le sue atmosfere oscure, come naturale prosieguo di The Glass Prison (Six Degrees Of Inner Turbulence), This Dying Soul (Train Of Thought) e The Root Of All Evil (Octavarium), l'inizio sembra riprendere il tema principale proprio di This Dying Soul mostrando poi lungo il brano un sound che sembra ricercare una sorta di compromesso tra Pink Floyd e Tool, mentre a metà brano Petrucci consegna un solo degno di nota che anticipa la parte parlata, invece Prophets Of War riprende un discorso già intrapreso in Octavarium che consiste nel riprendere lo stile proprio dei Muse per riadattarlo al metal classico, purtroppo il tentativo non pare pienamente riuscito ed il confine tra la semplice influenza e la copia/imitazione è davvero labile, ma la vera particolarità del presente brano sta nel fatto che LaBrie & Co. pare abbiano reclutato una cinquantina di fan per registrare i chorus presenti nel brano.
    The Ministry Of Lost Soul è più teatrale ed evocativa, tanto da ricordare i tempi di Scenes From A Memory, il lento e melodico inizio viene ben interpretato dalla voce suadente ed emotiva di LaBrie, poi arriva la lunga parte strumentale, molto più dinamica e caratterizzata principalmente dall'eccellente lavoro dietro le pelli di Portnoy e dal guitar-work di Petrucci, mentre nel finale si riprende il cantato iniziale ma in una nuova visione più solare e vitale, un brano emozionante, che nonostante la sua lunghezza (quasi quindici minuti) non stanca minimamente l'ascoltatore, infine In The Presence Of Enemies Pt. 2, il brano più lungo ed articolato dell'album, ma anche il più caotico e male amalgamato, il cui inizio ventoso si ricollega alla parte conclusiva della Pt. 1, prima di alternare in maniera non sempre efficace e riuscita repentini cambi di tempo e sfuriate metal, che ne fanno un pezzo non pienamente riuscito nonostante non manchino spunti interessanti.

    Systematic Chaos rappresenta comunque, nonostante i suoi alti e bassi e l'eccessiva durata complessiva, ben 78 minuti e non sempre di alta qualità, un discreto lavoro ed un notevole passo in avanti rispetto ai due predecessori, anche se qui c'è l'aggravante di perseverare nell'errore, già presente in dosi ancor più massicce in Octavarium, di rifarsi fin troppo da vicino al sound di altre band, come Pink Floyd, Muse o Metallica. Certo però che se il loro intento, come dichiarato dagli stessi membri, era quello di dar vita ad un lavoro in grado di cogliere le diverse sfaccettature dei Dream Theater, capace quindi di essere tecnico ed al tempo stesso pesante, aggressivo ed al contempo emotivo, il risultato è stato, anche se non in pieno, almeno in parte raggiunto.
     
  5. Darrosquall

    Darrosquall
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    18 Giugno 2007

    molte cose non le condivido, comunque è una recensione pienamente argomentata. Ottima ;) Di chi è?
     
  6. nino

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    massiccio

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    18 Giugno 2007

    Riguardo il paragone culinario fatto con Systematic sono assolutamente d'accordo perchè anche per me l'album non ha nulla che possa essere considerato nuovo e quindi "stimolante" per le mie orecchie.Mi riferisco in particolare alle soluzioni musicali adottate,ai riff..insomma all'aspetto musicale.
    Volendo un aspetto nuovo ci sarebbe:il cantato di Portnoy (in questo caso è addirittura tendente al growl) e in generale la sua presenza nelle parti cantate, che a partire da Six Degrees mi sembra sia diventata sempre più consistente e contemporaneamente dannosa.Apprezzo il gesto di volersi cimentare anche in questa disciplina però sinceramente non mi convince assolutamente, praticamente zero (e vale anche per i transatlantic,soprattuto dal vivo...),quindi farebbe bene a limitare la sua "voglia di fare".
    Riguardo invece la frase "per i Dream Theater non é più tempo di capolavori" devo dire che non sono molto d'accordo perchè trovo che sia stata detta con troppa sicurezza.
    Pur essendo molto critico sulle loro ultime uscite,tuttavia sono dell'idea che i Dream possano riuscire di nuovo a stupirmi e che quello che ascoltiamo oggi sia frutto di un piano studiato a tavolino:successo planetario.Ne ho avuto conferma quando ho letto quell'estratto di intervista a LaBrie in cui si lamentava del comportamento della vecchia eticchetta che "non faceva il suo dovere" (praticamente non diffondeva i brani radiofonici).Tant'è che in questo album ci trovo sia materiale riciclato per la gioia di alcuni, sia composizioni che rasentano la perfezione però per l'ambito radiofonico (hanno cambiato etichetta) il tutto preparato nei minimi dettagli.
    Tuttavia non sono deluso,ne arrabbiato,ne ansioso che arrivi l'uscita convincente;sono in standby e nel frattempo ci sono decine di band che meritano di essere ascoltate.
     
  7. dreamtheater84

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    Satur9, LA PATENTEEE

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    18 Giugno 2007

    Se andate a leggere la mia recensione che ho postato qualche pagina fa, vi accorgerete che, a parte qualcosa, è pari pari a questa. :D :D

    E anch'io ho dato 70 :shock: :D
     
  8. Flea

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    18 Giugno 2007

    beh...considerando che la nouvelle cousine non la reggo, direi che quest'album fa proprio per me:D

    A parte tutto, minestra riscaldata non lo definirei, dato che di elemtni nuovi ce ne sono (Dark Eternal Night...anche Constant Motion in effetti di discosta da quanto sentito su Train) e l'unico richiamo al passato è In The Presence Of Enemies, che però nella Part II introduce alcune cose nuove (quelle sentite nelle 2 track già citate).
    Forse Ministry può richiamare Scenes From A Memory...ma insomma...non credo si possa dire che siamo di fronte alla mera riproposizione dei fasti passati.

    E' vero che forse non è più tempo di capolavori in casa Dream Theater...o meglio...di capolavori ne fanno ancora, ma isolati a singole canzoni. Per me va bene così^^
     
  9. Gian_Ibanez

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    18 Giugno 2007

    cioè (tralasciando il resto, eh)... definisce la parte strumentale di The Ministry of eccetera "dinamica" ed "eccellente" e subito dopo quella di In The Presence Of Enemies Pt. 2 "male almagamata"... vabbè...
     
  10. Darrosquall

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    18 Giugno 2007

    La stessa cosa che penso anche io, per questo continuo a rispettare profondamente petrucci e portnoy, che dopo oltre vent'anni di carriera son capaci di tirare fuori suite come ITPOE e Octavarium, o The ministry of lost souls, stupenda ;)
     
  11. Darrosquall

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    18 Giugno 2007

    sì, e non mi sembra dica una sciocchezza, è un opinione condivisibile, non una follia.
     
  12. salmacis fountain

    salmacis fountain
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    18 Giugno 2007

    la rece è di salvo sciumè

    ma la rece che apparirà su TM ancora non si sa chi la scrivera? tra la la lallà
     
  13. dreamtheater84

    dreamtheater84
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    Satur9, LA PATENTEEE

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    18 Giugno 2007

    Angelini mi sa.
     
  14. Darrosquall

    Darrosquall
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    18 Giugno 2007

    ma come mai così tanto tempo per pubblicarla?Io una mia idea ce l'ho, vediamo se verrà smentita :D
     
  15. shagrath_82

    shagrath_82
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    19 Giugno 2007

    Il termine minestra riscaldata mi pare decisamente appropriato. Certo, non sono d'accordo sul giudizio negativo alle due suite che molti hanno demolito, però devo dire che anche io, col passare degli ascolti, le ho molto ridimensionate. La prima parte è un bel pezzo, con discrete idee, ma scritto in maniera scolastica, come a dire "sappiamo ancora fare prog", ma senza coinvolgere più di tanto (a parte il tema principale e l'unisono che sfuma, spettacolo); la seconda è l'esatto contrario: ottimi spunti melodici affogati in divagazioni strumentali che in questo caso appaiono inutili.

    In ogni caso ribadisco il mio otto quasi pieno ad entrambe le parti, se non altro perché risollevano i DT da un lunghissimo periodo di black out creativo totale. Non risollevano il disco, però.
     
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