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Suicidio: Atto di viltà o coraggio? O sfida?

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da SERGIOVINCI, 18 Dicembre 2006.

  1. Ross the Boss

    Ross the Boss
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    22 Dicembre 2006

    Finché esprimi la tua stima per la seconda categoria di persone non potrai mai in alcun modo sminuire il valore di ciò che riescono a fare. Non vedo il bisogno di menzionare le prime e fare un paragone.
     
  2. ValeriaR30

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    22 Dicembre 2006

    :applause:
    Come dire che bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno... sono del tutto d'accordo :)
     
  3. Rover84

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    22 Dicembre 2006

    ...non ho mai neanche minimamente considerato il suicidio come atto di viltà. Suicidarsi significa semplicemente la volontà di interrompere la vita, e, per me, ognuno è libero di farlo.

    ...qualche post fa è stato chiamato in causa il filosofo Schopenhauer. Riguardo a lui c'è una sua frase che mi colpì, perchè, lapidaria e diretta, mi sembra avvicinarsi al vero: Che cosa si può pretendere da un mondo in cui quasi tutti vivono soltanto perchè non hanno il coraggio di suicidarsi?
     
  4. cossu

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    22 Dicembre 2006

    Ancora Schopenhauer? Fu lui stesso a offrire il contraltare dialettico alle sue assunzioni sul suicidio....riguardo all'aforima particolare, ce n'è proprio un altro che gli si oppone, seguendo le dinamiche del suo ragionamento:

    Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.

    Mi sembrano in ogni caso due fesserie, anche se le ha dette Schopenhauer.
     
  5. HeadlessChild

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    22 Dicembre 2006

    Una delle frasi più profonde del topic! :)
     
  6. Rover84

    Rover84
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    22 Dicembre 2006

    Premesso che io non sono un particolare ammiratore del pensiero di Schopenhauer, mi sembra chiaro che egli non avesse intenzione di fare apologia del suicidio. Infatti è evidente che il pensiero di Schopenhauer muove intorno al concetto di volontà, la quale non è chiaramente sopprimibile attraverso il suicidio, che è invece l'esatto opposto della soppressione della volontà, essendo proprio la sua affermazione massima. (Chi si uccide lo fa, in realtà, proprio perchè ama la vita e non accetta che essa sia vuota, non perchè odia la vita in se stessa).
    Con la frase che ho riportato non volevo intendere che il suicidio è "giusto", anche perchè credo che discutere in termini di contrapposizione netta tra "giusto" e "sbagliato" non giovi alla discussione.

    Tuttavia, la riflessione di quella frase mi sembra valida e non una fesseria.
     
  7. DarkThrone

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    22 Dicembre 2006

    infatti, tutto gira sul sicuro fallimento nel valorizzare la vita, che determina una condizione migliore nella non-esistenza. comunque lo stesso Schopenhauer trova alcuni rimedi del tutto razionali per vivere meglio, anzi, meno peggio.
    il suicidio è una forma di volontà di potenza, o almeno può esserlo.
    inoltre credo che i due pensieri non siano in antitesi, anche perchè probabilmente sono stati messi fuori contesto.

    per quanto riguarda i bicchieri, meglio vederli mezzi vuoti, non si rimarrà delusi in caso fossero vuoti del tutto. spesso sono le troppe aspettative a causare risvolti negativi.
     
  8. Faber de Andrè

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    22 Dicembre 2006

    è un'argomentazione di difficile tattazione ciononostante cercherò di dare le mie impressioni....

    secondo me esistono 2 categorie di suicidio, VOLONTARIO o INDOTTO

    SUICIDIO VOLONTARIO è quando un individuo non riesce più ad integrarso nell'attuale società per cui decide di porre fine alla propria vita per non continuare col suo senso di inutilità.

    SUICIDIO INDOTTO è quando una persona è "costretta" da cause di forza maggiore come ad esempio, malattie gravi, condizioni economiche disastrose, situazioni familiari poco risolvibili.

    naturalmente questi casi si intendono quando il suicida decide la propria morte nel pieno delle proprie capacità mentali, sebbene queste ultime potrebbero essere leggermente alterate ma non a tal punto da compromettere la cpacità di ragionamento logico.

    naturalmente il VERO suicida, non cerca aiuto ne prima ne dopo aver compiuto l'insano gesto, ne lascia motivazioni al riguardo in quanto il suicidio è un atto EGOISTICO, il suicida pensa a se stesso non agli altri, in caso contrario sarebbe imbecille.
     
  9. ValeriaR30

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    22 Dicembre 2006

    Ti dò ragione piena.
    Mi riferivo al fatto, diverso, di cercare di cogliere e apprezzare gli aspetti positivi della vita, intendo quelli attuali e non quelli semplicemente anelati.
    Se invece si sta sempre a guardare il bicchiere mezzo vuoto si finisce per autocommiserarsi, e non riuscire più ad apprezzare nulla; e allora, a quel punto che si campa a fare? E torniamo all'argomento del topic... :)
     
  10. Dreki

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    23 Dicembre 2006

    ...ops. no, non è quello.
    cioè, in questo caso potresti anche "dirlo" così, ma io in generale non sono un difensore dell'ottimismo-a-tutti-i-costi. anzi: spera in meglio, ma preparati al peggio (un po' come dice DarkThrone, diciamo meno grim ;) ).

    è diverso. è una sorta di istinto vitale invincibile: se quello che si sta toccando è la VITA, non ci sono bicchieri mezzi vuoti o mezzi pieni. c'è vita e c'è morte.
    al di là di ogni paura e odio, per l'una o per l'altra, quello che intendo io è che riconosco la forza di chi riescie a sciegliere la vita, nonostante la sofferenza che gli possa dare, alla morte, nonostante possa essere vista come sollievo.



    rispondendo a Ross:
    a parte che i paragoni non sono una mia invenzione... se li si usa per "rafforzare" certe idee, un motivo ci sarà...

    cmq: posso immaginare che chi vive nel dolore abbia bisogno di stima e sostegno: e a mio parere sono queste (e non chissà quali fantomatiche qualità interiori, spirituali et similia) le basi su cui poggiamo, su cui la nostra forza si forgia.
    chi crede che il forte vinca da solo, forse ha solamente ha solo la GRAN fortuna di non essersi mai trovato in situazioni Difficili con la D maiuscola.

    ecco perché esprimere stima da un lato, ma anche far capire perché la si esprime: e io la esprimo perché considero l'attaccamento alla vita una forza, e la scelta di morire una resa.

    se poi c'è bisogno, ribadisco nuovamente che le situazioni a cui ci si riferisce con la parola "eutanasia", (per me) fan caso a sé.
     
  11. cossu

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    23 Dicembre 2006

    Ci sta una battuta? Credo di aver capito che un po' a tutti quanti ci stia sulle palle questo qua:

    [​IMG]

    "L'ottimismo è il profumo della vita".....mamma mia, ma Gianni avrà cambiato numero nel frattempo?
    Ora che c'è una base comune, si può proseguire!
     
  12. Rover84

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    23 Dicembre 2006

    Secondo me i termini ottimismo e pessimismo sono frutto di una concezione della realtà rigida e fallace. Questi due termini poggiano, e presuppongono, una netta distinzione (metafisica) di bene e male: per l'ottimista la vita e il mondo hanno un fine e un senso orientate al bene e il male è relativo e transitorio. Per il pessimista invece il male prevale infine sul bene.
    A me questa distinzione di male e bene sembra più una invenzione che una realtà. Non vi è un bene assoluto, nè un male assoluto. Per scomodare un filosofo che è stato citato in precedenza qualche post fa, siamo ormai al di là del bene e del male.
    Io non mi sento nè ottimista nè pessimista. Cerco di sforzarmi di guardare alle cose stesse così come sono e alla nostra effettiva condizione.
     
  13. ValeriaR30

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    23 Dicembre 2006

    Devo essermi espressa malissimo, dato che intendevo dire esattamente ciò che hai scritto tu :)

    Ok... allora provo a ripetere ciò che intendevo. Nella vita ci sono cose brutte e cose belle, per tutti; ovviamente in percentuale talora completamente diversa: c'è gente a cui va quasi tutto bene, gente a cui va quasi tutto male, e gente che sta un po' più verso il centro, ma credo che a nessuno vada tutto bene o tutto male. Scusate se sto semplificando (probabilmente banalizzando, addirittura) un po' troppo la cosa, data la delicatezza del tema trattato, ma spero così di essere più chiara.
    Ecco, io nella vita conosco o ho conosciuto molta gente a cui va male davvero quasi tutto, e che nonostante ciò riesce ad attaccarsi a quel poco di buono che gli capita e ad andare avanti decorosamente e col sorriso sulle labbra; e gente che ha praticamente tutto (non intendo solo a livello materiale, ma anche ad es. affettivo e di salute), e alla prima minuscola sconfitta o difficoltà inizia ad autofustigarsi e autocommiserarsi.
    Ecco, diciamo che al di là di questi estremi, a me piace cercare di vedere sempre i lati positivi in tutto, anche nelle situazioni apparentemente più tragiche e negative... penso che questo sia il solo modo di andare avanti.
    Se uno ha poche cose belle, ma riesce ad apprezzarle, riesce ad amare la vita e ad andare avanti anche se tra mille difficoltà.
    Questo ovviamente non vuol dire che sia facile... però a mio avviso bisognerebbe almeno provarci :)
     
    #268
    Ultima modifica: 23 Dicembre 2006
  14. newblackclown

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    24 Dicembre 2006

    Non scrivo qua da mesi? Non ricordo...beh ciao TM.

    Per me il suicidio è il modo in cui vorrei morire, senza nessun dubbio. Ovviamente non ora, tra moltissimi anni, in vecchiaia (se avrò la fortuna di arrivarci). Quando mi sentirò del tutto appagato e completo mi muoverò dietro mille sfide pericolose e mortali :D che non ho mai voluto fare per paura, senso di sopravvivenza, prudenza. Per esempio mi piacerebbe buttarmi in un bosco notturno della taiga russa, da vecchio, vecchissimo, in inverno, con 4 ore di sole al giorno...portami dietro un veleno per le evenienze (esempio, mi stanno per sbranare un branco di lupi, mi spengo prima di soffrire) camminare tra i lecci ed il gelo mischiandomi con la vegetazione, senza nessun timore di sorta, urbiacandomi di sporco, freddo e muschio. Animale, libero nel silenzio, un silenzio che non saprei affrontare da vivo; potrei sfidarlo solo se pronto ad essere morto.

    Il suicidio per problemi, non lo capisco, ogni cosa è visibile nel bene e nel male, ogni situazione è positiva e negativa per il nostro occhio, non in termine assoluto. Parlo da persona tristissima, che sa bene che la sua infelicità è dovuta all'imbecille cervello che dio gli ha donato e non alla sua splendida vita; Ma la rispetto come scelta individuale; come rispetto ogni scelta individuale...anche quelle che non condivido o capisco.
     
  15. HeadlessChild

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    24 Dicembre 2006

    ...non voglio farti nessuna morale ne ho nulla da insegnare.. so' solo per certo che il cervello può essere "usato" in tanti modi diversi..
     

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