Libri

Con La sottile linea scusa dovresti andare sul sicuro,poi certo dipende sempre da cosa si vuole.

Lo stesso per il sentirsi chiamare,però per adesso purtroppo ho poco spazio e vado quasi sempre di ebook,sfoglio la lista che aggiorno continuamente e via.
Ieri ero sicuro di proseguire con qualcosa di Aramburu,probabilmente Patria e invece un colpo di coda mi ha fatto decidere per un thriller/noir,Dalia Nera di Ellroy nello specifico.

 

Arrivati:

- C. E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

- J. Saramago, Cecità

- P. Auster, Trilogia di New York (ordinato prima di leggere il commento positivo ma non entusiastico di @corpsegrinder jon)

- G. de Maupassant, Racconti dell'incubo e del mistero

- S. King, A volte ritornano (consigliato tempo fa da @Mucchina Volante)

- R. Topor, L'inquilino del terzo piano (consigliato da un ex utente che ora passa le giornate su Telegram a parlare di calcio con pedofili, jihadisti e nazisti dell'Illinois)

Spoiler

- A. Christie, Assassinio sull'Orient Express (già in lettura)

 

Questo ce l'ho in lista da una vita e non mi decido mai ad iniziarlo!

 

L'estate scorsa me ne ha ri-parlato un'amica e ho deciso di prenderlo; mi è capitata in sorte un'edizione Einaudi che ormai si trova solamente nell'usato visto che, dopo aver contestato Berlusconi, Saramago ricevette il benservito dalla Einaudi, di proprietà della Mondadori e quindi della famiglia del cazzaro rancoroso (prima che diventasse il nonnino rimbambito che ricordiamo oggi).
Ecco perché l'intero catalogo di Saramago è su Feltrinelli, adesso.

Dell'autore portoghese ho letto solo "L'uomo duplicato", dopo "Cecità" credo che prenderò "Le intermittenze della morte".

 

Ma guarda,per quanto riguarda Trilogia,parliamo di una lettura di quasi 5 anni fa e che non ricordo benissimo,potrei avere anche un'opinione diversa oggi.
Comunque un suo cavallo di battaglia.
A volte ritornano,L'inquilino e Cecità uno meglio dell'altro per me.
Curioso anche di un tuo parere su ''Quer pasticciaccio..''.

A proposito di Saramago io lo scoprii proprio con Cecità e ne rimasi molto colpito,da leggere assolutamente.
In generale con Saramago ho avuto alterne fortune,partito benissimo con appunto Cecità e Lucernario,tutt'oggi i miei preferiti del premio nobel portoghese,per poi proseguire con Il vangelo secondo gesù cristo,sempre super..poi due buchi nell'acqua,con Tutti i nomi e Le intermittenze della morte,a proposito

 

Per me la trilogia di New York di Auster è una mezza cagata...

 

L'ho letto troppo tempo fa e non mi ricordo nemmeno bene di cosa parli, mi ricordo che era parecchio strano.

 

Finito. Devo dire che non mi ha convinto molto, pur apprezzando le novità introdotte nel genere giallo all'epoca della sua uscita. L'ho trovato eccessivamente schematico, troppo impostato. Riesco a vedere i fili del piano dell'opera.
Questo tipo di romanzi presenta quasi sempre qualche inverosimiglianza, inoltre, e qui si esagera. “Dieci piccoli indiani”, che è pure più contorto, secondo me funziona meglio.

Aggiungo di avere scoperto che la ristampa 2009 dell'edizione Oscar Mondadori, quella in mio possesso, presenta ancora la vergognosa traduzione di epoca fascista compiuta da Alfredo Pitta: se i nomi e le origini dei sospettati italo-americani (Cassetti e Foscarelli) sono stati nel tempo ripristinati, laddove negli anni '30 il primo era stato spacciato per irlandese e il secondo per brasiliano, permane invece la censura nei riguardi dei "giudizi" sugli italiani: pazzesco che ancora oggi la frase “è italiano, e gli italiani usano il coltello. E sono dei gran bugiardi. Non mi piacciono proprio gli italiani” sia oggetto di censura. Il testo originale presenta quella frase (“and he is an Italian, and Italians use the knife! And they are great liars! I do not like Italians”) e non si può arbitrariamente depennarla.

Mi consola l'idea che abbiano ripristinato i riferimenti al suicidio ed espunto le frasi antisemite che di sua iniziativa Sarego inserì, sempre negli anni '30, in un'altra edizione del romanzo, ma resta il fatto che siamo nel 2024 e io voglio leggere una traduzione fedele.

Va beh, anche questa è storia (della traduzione) e dal momento che detesto la “cancel culture” mi terrò la mia copia, alla quale magari un giorno affiancherò quella tradotta da Lidia Zazo, che da quel che leggo in giro è molto più fedele all'originale.

 

Iniziato "Cecità" di Saramago: ho letto appena 15 pagine e già mi sento angosciato.

 

Bellissimo Dalia Nera,proprio quello che volevo,una storia che travolge e sarà difficile dimenticare..vorrei leggere subito altro di Ellroy ma al solito centellino,tra l'altro avrei in mente anche un altro autore americano più o meno dello stesso filone ,Don Winslow.
Ora tocca a un colosso immortale,Don Chisciotte.
Spero di non pentirmene visto che mi impegnerà per diverso tempo,ma sono sicuro di no.
Ah nel frattempo ho approcciato anche un autore che mi ha sempre incuriosito,Manganelli.
Il suo libro che ho letto e' Centuria,forse ci sarebbe così tanto da dire che non so cosa dire
Sicuramente un testo particolarissimo,che si discosta anche dalla sua classica produzione..non so se e' un bene o un male aver iniziato con questo,comunque leggerò sicuramente altro.

 

@corpsegrinder jon
@elpata86

Se interessa:
https://forum.truemetal.it/posts/4834478/

 

Io ho un mio problema con Auster. Mi sembra scrivere sempre lo stesso libro. Poi scritto benissimo, per carità, ma sempre lo stesso libro con un titolo diverso.

 

Si e poi comincia sempre alla grande con soggetti super accattivanti per poi mandare tutto in vacca. E non si tratta del caos alla Pynchon, che sale di complessità fino a farti perdere, è solo che da un certo punto cominciano ad entrare in scena elementi incoerenti e diventa subito chiaro che se ne sbatte della trama

 

Ho appena fatto la mia lista di regali di compleanno basandomi sui titoli che ho letto nelle ultime 4-5 pagine qui, speriamo bene...

 

Ho finito di leggere ieri Becoming, l'autobiografia di Michelle Obama. Appena iniziato mi sembrava un libro superato, e invece la stangona è tornata in campo. Non come candidato formidabile ma come semplice appoggio alla Harris.
La vita di Michelle è obiettivamente straordinaria, anche se l'editor l'avrà abbellita un pochino... però è una donna che è riuscita a distruggere diversi soffitti di cristallo, non bussandoci ma traslocandoci dentro... ogni cosa che ha fatto in vita sua è stata al massimo della potenza, l'unica cosa che non è riuscita a fare è stata convincere il marito a non imbarcarsi nell'avventura che l'ha portato per otto anni alla Casa Bianca.
Gran bel libro!