Leprous

Stai scherzando vero?

A me arriva una sensazione opposta, pensa.
La mia sensazione è che hanno voluto raggiungere più consensi liberandosi da una componente che non definisco metal, perché RIPETO, stiamo insistendo sulla questione metal - non metal, che non è il punto centrale..

 

Se vogliono più consensi, cioè puntare al pubblico puramente pop, devono prima cambiare nome
No, loro puntano al pubblico alternativo, quello un po' di confine tra i generi, sicuramente non più quello metal e ci aggiungo quello progressivo.
Non hanno semplificato la proposta, che è sempre bella piena, l'hanno ammorbidita e concetrata.

 

Questo disco è molto più prog di quello che può sembrare ad un ascolto distratto.
È pieno di pezzi che sono composti da parti diverse incastrate tra loro quasi sempre perfettamente(escluderei i primi due minuti di All the moments, forse l'unico punto debole consistente dell'intero disco).
Running low,The Silent revelation, On hold, Nighttime sono assolutamente pezzi prog, ma anche gli altri, più corti, pur nella loro immediatezza sono costruiti in maniera tutt'altro che banale.

 

Lo è, ma non nella misura in cui i più critici si aspettano.
Come ho detto, alle spalle di Einar succedono molte cose, ma ci si deve anche mettere di buona lena per sovrastarlo e buttarci uno sguardo.
Naturalmente qui tiriamo in ballo i dischi più recenti, non considero neanche Bilateral e Tall Poppy Syndrome, che oramai possiamo considerare, per quanto eccellenti (e anche di più), delle opere giovanili.
Ecco, io avrei gradito molti più brani come Running Low, veramente un manifesto di quello che potrebbe essere questa band se rinunciasse a certa drammaticità e sofferenza einariana, qui presente in misura ancora maggiore rispetto a Pitfalls. Tutti belli, studiati e interpretati alla grande (e, ripeto, pieni zeppi di intuizioni, anche le chitarre, guardate il lavoro di cesello che fanno, non parlo poi della sezione ritmica), ma forse un po' di verve in più non guasterebbe

 

Ammetto che mi mancano da vedere dal vivo, possiedo comunque il DVD live, la mia osservazione è riferita al solo lavoro in studio.

No, assolutamente, chiaramente non sto dicendo che non fossero per niente metal, anzi, altrimenti questa mia interpretazione non sarebbe mai partita, senz'altro lo erano. Fino a The Congregation devo ammettere che non ho mai preso in considerazione quest'ipotesi. Però quando uscì Malina con quell'approccio molto rock-oriented mi ricordai di quando qualcuno qui fece notare che già The Congregation appariva più rock alle sue orecchie e allora ho riflettuto in merito. Notai che l'assottigliamento avvenuto in Malina era meno evidente di quanto potesse sembrare. Riascoltando i vecchi dischi ora noto sempre che molti di quei riff che noi definiamo metal senza problemi sembrano dei riff rock dal sapore alternative o indie suonati però con la grinta e con un sound più graffiante di derivazione metal. I momenti davvero taglienti e puramente metal non sono poi così tanti, mi vengono in mente Contaminate Me, la parte centrale di Coal, Rewind, come anche molte cose del primo album (che effettivamente è metal in maniera un po' più esplicita). In entrambe le casistiche comunque i riff metal sono sempre in mezzo a centinaia di altre cose. In sostanza mi viene da pensare che il metal fosse più che altro un'influenza, per quanto tangibile e determinante, più che il fulcro compositivo.

È all'incirca lo stesso ragionamento si potrebbe applicare anche ai Pain of Salvation, in questo caso in maniera ancora più convinta. Nella prima fase della loro carriera, togliendo forse il primo album che è abbastanza heavy e diretto... quanto metal c'è ad esempio in The Perfect Element o in Remedy Lane? Nei brani più lunghi bisogna aspettare diversi minuti prima che le chitarre ruggiscano e in diversi brani queste chitarre ruggiscono appena quel tanto che basta per far parlare di "componente metal", oppure ci sono in mezzo diversi brani totalmente (o quasi) estranei al genere. Sostanzialmente, per analogia, non è una grossa sorpresa BE come non lo è Malina.

E rincaro ulteriormente la dose... Il discorso si può applicare anche agli Opeth! Quante volte si è parlato di "prog mascherato death metal", con quelle chitarre distorte che per quanto ruggenti sembravano starsene al loro posto, senza mai martellare troppo (tranne forse in My Arms Your Hearse o in Deliverance), e chissà in quanti abbiamo pensato, col senno di poi, che Heritage non è stata un'assoluta sopresa.

 

Che non fossero i Cannibal Corpse era chiaro, neanche difensori della fede e similia anche.

 

Io lo trovo esageratamente sofisticato, ok l'approccio sperimentale, prog, anche più soft se si vuole...ma i pezzi impiegano parecchio ad arrivare al dunque anzi, spesso un dunque non c'è. I bei momenti non mancano (nightime disguise, on Gold, silent revelation) ma almeno sui due precedenti secondo me c'era più tensione emotiva pronta a esplodere all'improvviso.

 

A me ha già stufato, accantonato.

 

Mi sto pian piano facendo ammaliare dalla sua delicatezza, dallo stile quasi sussurrato di alcune parti, cresce davvero con gli ascolti.

 

Bilateral.

Per il nuovo corso questione spinosa. Direi The Congregation altro album chiave della band (secondo me), ma questo è metal quindi boh forse Malina comunque il livello suppergiù è simile quindi tra gli ultimi tre dove peschi peschi; è una cosa che ancora devo valutare francamente.

 

L'essenza dei Leprous è senz'altro in Bilateral.

 

Degli ultimi 3 continuo a prediligere Pitfall, se proprio devo scegliere..

 

Mediamente una volta l'anno....