La vostra discoteca

Primo acquisto dell'anno:

Amon amarth-Once sent from the golden hall

Lo avevo in lista da troppo tempo, ma è anche vero che mi son fatto svariati anni di "disintossicazione" dagli Amon amarth.

 

nuovi arrivi in cd:

blues pills- blues pills
korn - see you on the other side (doppio cd)

album che ho riacquistato in vinile:

a perfect circle- the thirteenth step
korn- issues
behemoth- evangelion
cradle of filth - hammer of the witches

 

Niente, tu pensi di poter resistere, invece ti trovi un banchetto di vinili in valle dove stai soggiornando, trovi una marea di stampe e ristampe Hammerheart Records in vinile, chiedi giusto per sport il prezzo, te lo dicono mentre stai per allontanarti e...

BLIND ILLUSION - The Sane Asylum (lo cercavo da molto, le prime stampe che trovavo erano sempre in condizioni pessime)
ISOLE - Anesidora (ultimo album di questo grandioso gruppo)

 

Condivido i vostri dubbi, anche se la storia del vinile ha molto da insegnare in proposito, nel senso che trent'anni fa nessuno avrebbe mai detto che nel XXI secolo sarebbe stato necessario costruire nuovi giradischi e riaprire fabbriche ad hoc.

Nel frattempo il report 2024 dell'IFPI segnala che il mercato musicale col più forte incremento di vendite, a livello mondiale, è proprio quello della musica fisica: + 13%.
A dargli spinta, il mercato asiatico: pare che da quelle parti vadano matti per CD e vinili, mentre l'occidente è ormai devoto ai servizi di streaming.

 

Gli asiatici, correggetemi se sbaglio, hanno sempre avuto un feticcio per il supporto fisico digitale tanto che spesso si trova l'edizione giapponese con inedite bonus track dedicate solo al mercato asiatico, tra i collezionisti molto ricercate. Se vuoi acquistare un formato SACD o SHM-CD (guarda caso invenzioni jappo) il più delle volte sono edizioni nipponiche, tra l'altro di ottima qualità (esempio, il The Köln Concert che acquistai qualche tempo fa).
L'analogico vende ma credo più per collezionismo essendo, per le sue particolarità fisiche, più difficile da gestire. Mentre il digitale (soprattutto liquido) è in continua evoluzione e più facilmente fruibile, il giradischi è rimasto pressoché immutato introducendo negli ultimi anni solo degli inutili orpelli per renderlo al passo coi tempi (bluetooth ) e poca reale innovazione segno che questa tecnologia è bella che collaudata/terminata (Idem il CD). Che poi serva o meno tutta questa innovazione per l'orecchio umano è un'altro discorso. Purtroppo non è tanto il supporto, il file o il materiale quanto la poca cura e l'appiattimento generale in fase di produzione il vero problema. È imbarazzante constatare il decadimento che c'è stato negli ultimi decenni. Per dire, in questi giorni ri-ascoltavo "Breakfast in America" (correva l'anno '79), oppure andando più avanti con gli anni 'Everybody Else..." The Cranberries, ma anche i primi di Vasco (al di là che piaccia o meno) e tutti avevano dei suoni pazzeschi...tralasciando che per ascoltare musica artisticamente valida bisogna ahimè scorrere le decadi e conseguentemente sentirsi vecchi, ma possibile che non esista più nessuno in grado di creare certe sonorità? (So già la risposta)

 

Storicamente, i produttori degli album e/o le stesse band hanno avuto un occhio di riguardo per quel mercato così particolare, capace di tenere in piedi (da solo) la carriera di un gruppo o di un artista, e così vai di bonus track, edizioni speciali, live registrati appositamente lì, album pubblicati prima da loro e solo dopo in Europa, eccetera.
Un modo per arruffianarseli e/o rendere omaggio, a seconda dei casi. Il meccanismo era talmente diffuso, già a metà anni '80, da essere citato nel capolavoro “This Is Spinal Tap”.
Ricordo un'intervista al cantante degli Anvil (credo fosse lui) in cui diceva che nei paesi orientali i CD e le MC costavano un botto, più che altrove, per cui le bonus rappresentavano un modo per incentivare le vendite.

Pochi mesi fa ho visto al cinema l'ultimo film di Wim Wenders e c'è una scena piuttosto lunga ambientata in un negozio di musicassette: pare che lì in Giappone vadano fortissimo sul serio. Cioè, ci sono negozi che vendono solo ed esclusivamente musicassette, i teenager ne vanno matti e le collezionano.
Ma non sono pazzi, sono giapponesi [cit.]

 

Un tempo si parlava anche di sonorità giapponese così come il tipico suono british, quello americano... adesso non ha più molto senso perché i produttori tendono a caratterizzare meno i loro prodotti ma i termini sono rimasti in voga quando si sceglie un componente o per evitare abbinamenti sbagliati. Se non erro (perché ognuno ha la sua opinione) il suono nipponico è più "piacione" e morbido. Curioso per le MC ma non nego che le poche che possedevo (perse nell'ultimo trasloco dove non si sa) erano uno scrigno di ricordi...

 

Da fan di svariate band giapponesi, confermo: hanno un attaccamento al CD (e sue varianti) quasi morboso, ma è anche vero che fa parte di una strategia di mercato molto comune da quelle parti: ogni singola scoreggia proveniente dal cantante/band in questione può essere inscatolata e venduta a peso d'oro, ed è praticamente garantito che andrà a ruba dato il fanatismo medio degli appassionati. Anche la band più underground tende ad avere una quantità e varietà di merchandising allucinante, a cui in occidente ci stiamo avvicinando solo ultimamente.

 

Acquisti #55 e #56
Centvrion - Non Plus Ultra
Beyond Twilight - Section X

 

I Centvrion! Presi "Hyper Martirium" praticamente all'uscita, leggevo Metal Shock e l'album era ben pompato e pubblicizzato, questo ogni tanto mi capita a tiro ma non faccio mai l'ultimo passetto che serve a prenderlo...

 

Beh di certo non stiamo parlando di una pietra miliare o qualcosa che rivoluziona il genere però ha una bella botta.

 

Vero. Anche dai tipi di Flash, che all'epoca di "Non plus ultra" li piazzò in copertina con i Death SS, in un numero dedicato al metal italiano (lo conservo ancora):

Spoiler

Erano gli anni in cui si cercava di costruire l'immagine di una scena unita (ricordo il tour nei locali denominato Italian Attack) ma era palese che vi fossero gelosie e antipatie fortissime, in ogni sottogenere, bastava leggere le interviste a certi personaggi senza peli sulla lingua (tipo Fabban, Paul Chain o Eddy Antonini) per averne conferma.

"Hyper Martirium" lo descrissero come una specie di "Painkiller" all'amatriciana, all'epoca.
Su "Non plus ultra" ci feci un pensierino ma quando vidi la copertina provai un profondo senso di vergogna e lasciai perdere.

 

Ocio a parlare male di uno dei tre che citi, rischi la querela...

Non che la copertina di "Hyper Martirium" sia un capolavoro eh... Ma quella effettivamente è inguardabile

 

In effetti la copertina è discutibile, ma chi siamo noi per giudicare un libro dalla copertina?