Grunge

Non mi pare così brutto, in quel fermo immagine.

Beato chi non è stato "costretto" a sorbirseli tra 1992 e 1994.
A me vennero subito a noia. Per carità, ho divorato "Nevermind", facilitato dal mio amore per il punk, ma a un certo punto erano praticamente ovunque, dal Superclassifica Show a MTV, dal walkman del tizio seduto accanto a te nel pullman alla fighetta che ascoltava solo gli 883 e che all'improvviso iniziava a scrivere sul banco di scuola KURT TI AMO.
Una roba insopportabile, non mi stupisce che il biondino abbia fatto quella fine.
Ovviamente tutto ciò è proseguito anche dopo la morte di Kurt, per qualche anno.

Tutto più facile per chi non ha dovuto sopportarne la sovraesposizione mediatica ma credo sia così per qualsiasi gruppo. I Queen, per dire: capirei se un ragazzo mi dicesse di detestarli. Per me che li ho conosciuti nel 1990 (video di Scandal), ovviamente è diverso.

 

Tu che l'hai visto tutto, ci sono notizie di un nuovo concerto in 4K oppure il "Live at Paramount" rimarrà l'unico?

 

Non parlano di quelle cose

Parlano approfonditamente del contesto socio-culturale, degli album e di ogni minimo dettaglio riguardo questi (cose molto interessanti)

 

Indubbiamente sono interessanti, ma personalmente dedicherei quel tempo, se ce l'avessi, alla lettura completa e integra di tutti i booklet dei loro album che finora non ho mai realmente considerato, apparte i reperti fotografici.

 

Può essere trattato come una specie di podcast, messo in sottofondo mentre si fa altro e a velocità aumentata per farlo durare meno
Non bisogna rimanere incollati davanti allo schermo

 

Vallo a dire alle mie discografie

 

Zio can

 

Uno dei tanti gruppi dei quali vorrei ascoltare almeno l'ABC

 

Difficile metabolizzare un'altra perdita come questa.
Voce unica, profonda, che è presente su due dei miei dischi preferiti di sempre: Above dei Mad Season e, ovviamente, il suo Whiskey for the holy ghost.
Per non parlare delle canzoni su Songs for the Deaf in cui canta lui.
Insomma una voce che mi ha accompagnato per tutta la vita.

 

Troppo soft per i miei gusti

 

La morte di Mark Lanegan mi ha colpito come quella di Chris Cornell. Adoravo la sua voce, anche nelle sue ultime incarnazioni più blues. L'avevo visto dal vivo ormai parecchi anni fa, credo fosse il 2013, al teatro Duse di Bologna. Era il tour di Black Pudding, il disco realizzato con Duke Garwood. Che dire, voce e personalità magnetiche.

Lascio una reinterpretazione di un classico dalla colonna sonora di Good Omens

 

Conosco Above e quello dei QOTSA, l'album solista no ma dal titolo immagino qualcosa alla Keith Caputo o alla T Bone Burnett più malinconici (sbaglio?).
Degli alberi urlanti ricordo solo "Dust".

Non la mia tazza di te, in generale, però spiace ugualmente per Mark.
Non sapevo avesse sofferto parecchio per aver preso il covid, né che all'inizio si fosse lasciato irretire dalle teorie cospirazioniste.

 

Non conosco.
Ho sempre trovato difficile descrivere questo disco.
un country blues cantautoriale (?) filtrato con un po' di acidità elettrica degli Screaming trees (es. dying days). Per provare magari una Borracho, Carnival o the river rise.

Questo mi era sfuggito