Ascoltare musica in STREAMING

Sicuramente oggi i Sorcerer hanno più chance che in passato (di essere conosciuti almeno), ma non credo che il problema dei guadagni si possa ricondurre alle band in giro, tipo che i soldi vengono spartiti per media aritmetica.

 

I Sorcerer sono dei musicisti navigati che di sicuro hanno un lavoro giornaliero che non ha niente a che fare con la musica (a meno che non lavorino in uno studio di registrazione o roba del genere). Mi sembra anche strano che uno come Anders Engberg (il cantante), che negli anni 90 suonava in band non proprio di serie A (a livello di vendite) quali i Twilight o i Lion's Share, improvvisamente si stupisca che non si fanno soldi con la musica.

 

Non quoto le varie parti per semplicità.
Io non ho detto semplicemente "i tempi cambiano", ho detto che il liquidare il tutto con "non guadagno niente, grazie Spotify" è altrettanto troppo semplice perché ci sono troppe cose in ballo.
E sei hai una certa età come il sottoscritto non puoi dire che oggi è come negli anni ottanta o novanta, nel modo più assoluto, sia riguardo l'economia, il lavoro e il modo di vivere.
E questo comporta cambiamenti anche nella musica. Sono pienamente consapevole di come, da anni, un musicista non riesca spesso e volentieri a vivere di musica per tanti motivi, e di certo non mi limito ad un " io penso ad ascoltare pagando il meno possibile e chi se ne frega dei musicisti"; tutt'altro, potessi supportare di più i vari gruppi che mi piacciono lo farei, ma se ho deciso di ascoltare solo musica liquida e di vendere i miei vinili e cd un motivo c'è, e come vale per me vale per migliaia di persone.
I Sorcerer trent'anni fa avrebbero guadagnato di più? Probabile. Avrebbero vissuto di musica? No, per quello che suonano (ovviamente nessuno può saperlo).
Però i tempi cambiano, inutile negarlo.
Dalla completa fruizione di Internet è cambiato tutto, per chi suona, in peggio (ma con la possibilità di essere più visibile), per chi ascolta, in meglio, grazie ad una maggiore e più economica fruizione della musica.
Cosa porterà tutto questo non lo so', ma vedo come il mondo generalmente sta peggiorando in tutto (parere personale), la tecnologia aiuta tantissimo, ma dall'altra parte l'umanità si sta' deteriorando, e questo influisce anche sulla musica, non si può non negare.
Personalmente rimpiango e non poco gli anni ottanta: si aveva meno, si stava meglio.

 

Non ho parlato di media aritmetica, ma di dover sgomitare assieme a troppi troppi troppi colleghi per mettere le mani sulle briciole di quella torta la cui parte grossa va nelle fauci di Metallica, Iron maiden, Rammstein e gente così.
Non è un calcolo che si può fare, ma le band quarant'anni fa avevano meno concorrenza, tant'è che le etichette mandavano i loro talent scout in giro per i pub a cercare band valide libere da mettere sotto contratto; adesso il mercato è saturo, ci sono troppe band (poiché è molto più semplice adesso auto-prodursi e auto-distribuirsi) e queste non vengono più cercate ma devono ammazzarsi tra loro e vendersi per trovare un minimo di considerazione da parte delle case discografiche.

 

Hai presente quando i vecchietti dicevano "Si stava meglio quando si stava peggio?".
Li abbiamo sempre presi in giro, e invece avevano ragione
Credo sia un ciclo inarrestabile, e sono d'accordo col fatto che l'umanità si sta deteriorando, ci stiamo facendo distruggere dalla tecnologia che abbiamo creato noi stessi. Ma divaghiamo...

È verissimo che la concorrenza per ogni band è tantissima. Oggi come oggi si tratta di farsi vedere, farsi sentire, fare pubblicità, essere presenti nei social, fare (lyric) video, vendere merchandising, fare concerti. I soldi si possono fare, ma bisogna farsi furbi, bisogna giocare bene le proprie carte ed essere dei veri e propri imprenditori, non solo musicisti. Ma questo in parte è sempre successo, solo che prima avveniva a livello locale e poi ci avrebbe pensato la casa discografica e il tuo manager. Ora devi fare tutto da solo.

 

Mio padre tanti anni fa mi diceva sempre che quando lui era giovane le persone si aiutavano di più e anche se erano poveracci alla fine si riusciva a Vivere (con la V maiuscola).
Gli ho sempre creduto
Oggi possiamo chattare con una persona dell'altra parte del mondo, ma alla fine vivi in un mondo in cui se hai un problema rischi di finire malamente senza che nessuno ti aiuti veramente.
Il mondo, scienza, tecnologia ecc va avanti, ma i valori veri della vita vanno indietro

 

Ma per me il mondo è in declino dai tempi di Tiberio almeno, altro che anni '80. I vecchietti che rimpiangono i tempi passati avevano ragione tutti, sempre.

 

Non so chi sia.

 

In alcuni casi sì, ma di Ronnie James Dio per esempio è uscito un nuovo live nel 2023.

Era per rendere l'idea. Considera che quella roba fa riferimento a un unico giorno dell'anno.
E comunque i "cani e porci" che nessuno suppone che tu ascolti davvero, variano da persona a persona.
Anch'io un tempo supponevo che i lavori di gente sconosciutissima, con nomi illeggibili, perlopiù gruppi nel giro dagli anni '80 o '90, fosse al di fuori di qualsiasi radar: il tempo di chiedermi “chi se li incula” e nel web becco qualcuno che compra la demo di una band viking con testi in norvegese pubblicata solo in CD-r venticinque anni fa.
:giova:

Appunto.
Oh, poi magari un giorno lo becco davvero, uno che ascolta solo metal in senso stretto, ma non è che ci tenga particolarmente.

 

D'accordo ma è poca roba, non potrei dirmi di essere eccessivamente aperto mentalmente!

 

Il problema di quasi tutti i gruppi è questo.
I più giovani però non sanno che un tempo, senza star lì a vendere milioni di copie, riuscivi comunque ad andare in tour con discreta regolarità.
Niemann, classe 1971, queste cose le sa, può fare un confronto e quindi lo sottolinea sarcasticamente.
Poi se potessi offrirgli una birra e scambiarci due chiacchiere, sarei il primo a consigliargli di mollare, di tenere la musica come hobby, di mettersi a suonare generi commerciali come turnista o di dedicarsi unicamente all'ingegneria, fottendosene altamente del futuro della musica.

La discussione è nata da una frase di Niemann citata esplicitamente, non di Engberg.
Soprattutto, l'intervistato non si stupisce che non si facciano soldi con la musica, allude ad altro.

Anche il CD è tecnologia. Anche un grammofono.
Niemann poi è un ingegnere del suono, figuriamoci se sta lì a fare discorsi contro la tecnologia.
Credo che in generale nessun musicista abbia qualcosa contro lo streaming ma contro i meccanismi che lo regolano, e che vengono accettati passivamente dagli utenti che ne fanno uso, spesso nella totale inconsapevolezza.
Speravo che la discussione si focalizzasse su questo.

Sottoscrivo tutto, ovviamente, ma come dici tu funzionava così già negli anni '80.
Quindi dev'essere accaduto qualcos'altro, nel frattempo, qualcosa che ha modificato ulteriormente la situazione, inasprendo le difficoltà a mettere da parte un gruzzolo per andare in tour.
Niemann non si è inventato di sicuro un falso problema. Non ha detto "per colpa dei lyric video i tour dei Sorcerer sono limitati": ha citato esplicitamente Spotify.
Temo che i miei link (e pure i miei post, ma sono lunghi e noiosi e al posto vostro li eviterei anch'io) vengano a volte ignorati ma per far capire quanta differenza vi sia tra un servizio di streaming e l'altro vi consiglio la lettura di questo bellissimo articolo:
Il caso. Musica in streaming: solo un artista su mille guadagna decentemente
Del resto non è che voglia convincere qualcuno a sposare il mio punto di vista, solo accrescere le informazioni sul fenomeno perché un po' mi spiace che un musicista serio come Niemann passi per un piangina.

Quanto ai discorsi sui bei tempi andati:

 

Non pensavo ci fosse così tanta differenza di pagamento tra i vari servizi di streaming.
Sarebbe da chiedersi chi è che possiede il catalogo più ampio.
Io uso Spotify e mi trovo bene, trovo più o meno tutto, gli altri utenti che usano le altre piattaforme come si trovano?

 

Vergogna