Black Metal

Minchia che figata

 

Dopo qualche altro ascolto confermo le prime impressioni..solo un paio di pezzi non mi convincono del tutto,ma il resto e' di alto livello

 

Soddisfazioni.

E' davvero un grandissimo disco, subito entrato a fondo nella mia coscienza musicale

 

Quello che succede a 3:24 è semplicemente il male assoluto, una delle rappresentazioni più palpabili dell'oscurità che siano mai state tradotte in musica. E' il suono che fanno le cose cattive quando succedono.

 

Lo hai comprato?

 

Sì certo

 

Il 25 Novembre esce il primo full lenght dei greci Moeror, anticipato da questo ottimo brano:

 

Nuovo lavoro dei tedeschi Beltez

A Grey Chill And A Whisper, by Beltez

 

Todestriebe e Beltez mi stanno piacendo

 

non posso che confermare, due buoni dischi... quello dei Sad invece ha un qualcosa che non mi ispira, forse la voce troppo marcia...

 

Dopo un secolo, finalmente torno su questo forum, al quale sono affezionato, nonostante le varie vicissitudini della vita mi portino a frequentarlo in maniera tutt'altro che assidua.
A tal proposito, mi scuso, perché parlerò di dischi già sicuramente segnalati e sui quali avete di certo già speso profluvi di inchiostro virtuale, ma su quali non potrei esimermi dallo scrivere due righe.
Che anno questo 2020 per il (mio?) metallo nero! Alcuni tra i miei gruppi preferiti in assoluto hanno pubblicato nuovi dischi, con risultati quasi sempre all'altezza delle più rosee aspettative.
Cominciamo con gli Akhlys: il loro lavoro mi ha estasiato ed è finito dritto dritto sul podio (medaglia d'oro) del 2020. Le atmosfere dei brani, come sempre dense e coinvolgenti, si sono arricchite di qualche nuovo spunto nelle composizioni e nelle strutture (solo io intravedo, nella prima traccia, una sorta di deformazione della forma canzone classica, con un "ritornello" straniante ma quasi, e sottolineo quasi, cantabile?), mantenendo quell'equilibrio perfetto tra cura per il dettaglio (arrangiamento, produzione etc.) e impatto emotivo assicurato.
Proseguirei con gli Skaphe, ai quali riconosco una maturazione stilistica e una maggiore perizia nella scrittura che, se da un alto è andata a detrimento della capacità di evocare prolungate sensazioni di ansia, dall'altra ha reso l'andamento dei brani più vario e sorprendente. Nel complesso, ottimo disco.
La prossima tappa del viaggio ci porta ai Regarde les Homme Tomber: aspettavo con trepidazione il nuovo album e, benché forse non abbia sostituito Exile nel mio cuore, mi è piaciuto moltissimo e ha stremato ben bene le casse del mio PC.
Per quando riguarda, invece, i The rRuins of Beverast, devo constatare, con rammarico, un calo qualitativo nella parte più metal del loro split, mentre mi è parsa ottima la traccia atmosferica. Ad ogni modo, bisognerà aspettare un nuovo lavoro intero per giudicare meglio.
Tocca ora agli Orannsi Pazuzu: i Timothy Leary del black metal ci regalano l'ennesima perla, ispirata e piena di creatività. Le trame sperimentali innestate sul tappeto solido della sezione ritmica mi deliziano sempre.
Come da tradizione, Paysage d'Hiver confeziona un disco fedele alla sua linea, senza virate brusche né risvolti inattesi. Chi si lamenta?
Per evitare di rendere ancora più molesto questo intervento già così prolisso, lo spezzerò in due parti.

 

Parte due: qualche altra uscita del 2020, non partorita dai miei favoriti, degna di nota, in forma telegrafica.
Ho apprezzato i Turia, benché non originalissimi, per l'atmosfera generale dell'album e qualche passaggio davvero buono.
Ottima prova d'esordio per i Prison of Mirrors, certamente da seguire e sostenere.
Qualcosa mi ha piacevolmente incuriosito nei Calligram, perciò li consiglio.
Interessanti i Wayfarer, segnalati anche, qualche pagina indietro, da Mariottide (se non ricordo male).
Gli Ars Magna Umbrae, sebbene lontani dai miei gusti, hanno dato prova di personalità e capacità di scrittura.