Attualità, politica e società

Veramente ho detto "fra l'altro", per sottolineare l'aspetto più macroscopico di una situazione per cui al migrante vengono imposti molti doveri e concessi pochi diritti, tra cui si esclude quello di voto, che invece a mio avviso andrebbe concesso a chi di fatto partecipa alla vita di una comunità più vasta.
Non sto neanche dicendo che andrebbero concessi tutti i diritti previsti dall'ordinamento italiano, sia chiaro, ma imho ce ne sono alcuni che sarebbe giusto concedere.

Ma per il resto ti invito nuovamente ad indicarmi per quali motivi NON si dovrebbe concedere questo diritto (con l'ovvia premessa, che ho già fatto, che ci sia anche la volontà concreta di accettare i doveri dell'ordinamento italiano).

Ps. Ovviamente sto parlando di immigrati regolari. Non dell'eritreo appena sbarcato a Lampedusa, questo prima che vengano fuori discorsi del tipo "li manteniamo ed è già tanto, 35 euro al giorno ecc. ecc.".
Non è un caso che io abbia citato il contributo alle finanze visto che spesso i fautori di una politica migratoria restrittiva, in tutti i sensi (quindi anche come diritti concessi ai migranti accolti), tengono in considerazione proprio il risvolto economico come misura per la concessione (o meno) di determinati diritti.

 

Dimentichi che pagano le tasse ma (giustamente) ricevono i servizi e usufruiscono delle infrastrutture. Casomai è chi vuole concedere il diritto di voto che deve argomentare. In piú, c'è la questione della reciprocità, nel qual caso non sia presente dovremmo additare tutti quei paesi (ma anche i paesi del mondo occidentale) come razzisti. Quella del razzismo è un'argomentazione che non sta in piedi

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Mah.
Cittadinanza = appartenenza ad un certo gruppo, in particolare ad uno stato. Se poi questo stato è democratico allora permette ai suoi membri di decidere chi li governa tramite il voto, quindi garantisce il diritto di voto ai cittadini. Quindi estendere il diritto di voto ai non cittadini è una cosa completamente priva di senso. Il diritto di voto è l'espressione massima della cittadinanza. E' come se io e te fondiamo il club del libro e permettiamo anche a mio cugino Lucullo di decidere quale libro si legge per la prossima riunione.

Semmai il tuo punto dovrebbe essere rifrasato come "permettiamo un accesso più semplice alla cittadinanza" e quindi al diritto di voto, ma così proprio non va.

 

Non pensare che nessuno abbia colto.

 

Come ogni grande intellettuale in quello che dico c'è sempre molto più di quello che sembra

 

Ma LOL

 

I cittadini stranieri subiscono dei doveri e ricevono dei diritti in modo passivo.

Io sto argomentando che non vedo nulla di sbagliato nel concedere il diritto di voto temporaneo a chi risiede stabilmente nel nostro Paese e ne rispetta le regole e, pertanto, partecipa di fatto ma non di diritto (politico, appunto) alla vita della comunità, locale e non.

Non sto dicendo che la mia sia la visione giusta, ti sto chiedendo una motivazione valida del perchè NON si dovrebbe concedere questa possibilità, senza cascare in discorsi legati al diritto di nascita o similia, posto che nè tu nè io abbiamo meriti particolari per essere nati italiani. E se si tirano fuori discorsi simili si cade appunto nel razzismo.

Tutto questo al netto dei discorsi sulla reciprocità, perchè un Paese dovrebbe essere governato senza "guardare agli altri" (se non prendendo esempi positivi, naturalmente), anche se concordo con te che la reciprocità sarebbe cosa buona e giusta che ci fosse quando si tratta di diritti.

Scusami, ma non sto parlando della cittadinanza e di tutti i diritti che ne conseguono, ma di una concessione temporanea del diritto di voto a chi risiede stabilmente in un Paese, rispettandone le regole; concessione che peraltro svanisce nel momento dell'allontamento (cosa che non accade, per esempio, per i cittadini italiani veri e propri).

A parte questo, fai qualcosa di particolare per "appartenere al gruppo" dello Stato Italiano, a parte rispettarne (suppongo) le regole ed essere nato da genitori italiani?
Personalmente mi ritengo fortunato ad essere nato cittadino di uno Stato del cosiddetto "primo mondo", non ci sto certo sputando sopra; ma, come dicevo ad Aslan, non penso di aver fatto nulla di particolare a riguardo.

Del resto ritengo che la preoccupazione di chi intende acquisire la cittadinanza italiana, specie per gli extracomunitari, sia quello di poter rimanere stabilmente senza rischiare di essere espulsi se per caso si perde il lavoro e non si può conseguentemente rinnovare il permesso di soggiorno.
Dubito che sia la possibilità di votare in quanto espressione più "alta" della cittadinanza. Poi indubbiamente qualcuno di interessato a questo diritto ci sarà (e da qui il mio ragionamento, che altrimenti non avrebbe senso), ma non penso sia la motivazione primaria.

 

Ovviamente non è la motivazione primaria di chi vuole la cittadinanza. Ma altrettanto ovviamente, sul piano ideale e "filosofico", il diritto di voto è il diritto più importante di un cittadino, quindi parlarne in termini di "solo" una concessione temporanea in opposizione a tutti gli altri diritti della cittadinanza non regge. Quello è il diritto più importante è caratteristico.

Ovviamente hai ragione, ma questa è la vita, adesso abbiamo le nazioni e ce le dobbiamo tenere, almeno per un po'.
Dipendesse soltanto da me le abolirei, imporrei la redistribuzione forzata delle risorse e dare inizio alla mia utopia illuminata.
Ma la vita vera purtroppo è un'altra cosa e bisogna ragionare in contesto. E dati i concetti su cui si fondando queste cose chiamate Stati che abbiamo adesso, il voto ai non cittadini è decisamente un'idea mal posta.

 

Questo discorso trova sostanza solo se si nega l'esistenza delle nazioni e dei popoli stessi. Diversamente è privo di senso. Per qualche tempo ancora esisteranno gli Stati, che sono espressione delle nazioni e dei popoli. Il PD guarda avanti, pensa alle future masse elettorali, visto che i lavoratori autoctoni li hanno persi

 

Cerco di chiarificare: il discorso non è che i non cittadini non possono votare perché sono nati da un'altra parte o vengono da un popolo diverso. Il discorso è che i non cittadini non possono votare perché non sono cittadini, indipendentemente da come lo stato in questione rilascia la sua cittadinanza.

Se io faccio uno stato democratico in cui per essere cittadino basta che ti chiami Giuseppe, per le elezioni di questo stato potrà votare il Giuseppe vero maschio italiano 100% e anche il Giuseppe cacciatore dello Zambia, ma non il Mario vero maschio italiano 100%.

Il punto è semplicemente salvaguardare la coerenza di un sistema di valori e concetti.

 

E' già una contraddizione pensare di far votare chi in linea di principio è "temporaneo", che dovrebbe poter decidere su un voto che invece pesa per qualcosa di esteso e prolungato nel tempo, come l'amministrazione e la politica di uno stato negli anni a venire.

 

Chissà cosa si sono detti in gran segreto Soros e Gentiloni. Il guru del globalismo è venuto per tutelare le navi negriere che finanzia, ora che sono entrate nell'occhio del ciclone?

 

Non l'hanno ancora scritto, ma lo stanno già pensando. Anticipo io: per l'ennesima volta...razzistiiii!

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Ma va, si saranno incontrati per parlare della finale di Ballando con le stelle di sabato, perchè pensi sempre male, complottista che non sei altro. POPULISTA!1!! RAZZISTA!!1!1! XENOFOBO!!!11!1!