Sulla omosessualità

Parliamo allora di "buon senso comune", eliminando le ali estreme, come quando devono decidere il voto di laurea. Per me lo Stato dovrebbe provvedere ai bisogni minimi del popolo, parlando di gente che non arriva a fine mese. Col lavoro che facevo m'è capitato di incontrare parecchie persone che "non arrivano a fine mese" che però dal primo al ventuno sborano a destra ed a manca col BMW 4000 di cilindrata.
Tornando a bomba, non trovo corretto che ci siano due pesi e due misure (parlo per la legge italiana): da un lato una tutela eccessiva della proprietà privata, tipo che se fai un incidente mentre guidi ubriaco marcio se l'auto è tua ti viene confiscata, mentre invece se è l'auto aziendale della ditta di papà, viene semplicemente riconsegnata all'avente diritto senza nemmeno una sanzione; dall'altro, come scriveva Byford86, io non posso pienamente disporre della mia proprietà, rifiutandone l'uso a qualcuno. A tal proposito c'è anche una sanzione ma al momento non trovo il riferimento legale: rifiutare l'acquisto di un bene o di un servizio a chi è disposto a pagarne il prezzo.

 

Che poi il concetto stesso di categorie soggette a discriminazione si può ridiscutere,poichè tutti potremmo esser discriminati in base a una nostra caratteristica(e probabilmente questo avviene spessissimo). Creare categorie con privilegi giuridici è sbagliato,soprattutto se si parla di soggetti perfettamente abili. Cosa diversa ovviamente per persone con handicap o simili.

 

Ma anche sui divabili avrei da ridire: conosco un programmatore in sedia a rotelle in grado di mangiarsi a colazione gran parte dei sui colleghi ed un fonico ipovedente con delle capacità per me soprannaturali alla gestione del mixer. Fossi datore di lavoro li assumerei non in quanto divabili, ma in quanto in grado di svolgere le mansioni in maniera migliore di tanti normodotati.
Non mi si venga a dire che una donna non è capace di fare l'idraulico o l'elettricista. Se volesse lo potrebbe fare benissimo. Solo che non ne ha voglia perché "vuole fare la modella", perché una società "sessista" le ha inculcato nel cervello che esistono lavori da maschi e lavori da femmine. Però poi con le famigerate "quote rosa" ti costringono ad assumere queste fighette, che di lavorare proprio non ne hanno voglia.

 

Potrebbe anche non averne voglia perchè ha altri sogni nella vita. Chessò, magari fare l' avvocato o la psicologa, o insegnare...

 

Beh, le categorie protette sono state create perche' storicamente le persone vengono discriminate in base a determinati fattori. Capisco che potrei non venire assunto da un datore di lavoro perche' ho i capelli lunghi, ma allo stesso tempo non avrebbe senso creare la categoria protetta dei capelloni. A livello storico le categorie protette sono state perseguitate e/o sfruttate e/o schiavizzate e/o isolate e la situazione continua ancora oggi. Le leggi attuali cercano di tamponare questo fenomeno. Seppure Byford, come hai fatto notare, non e' affatto facile. Come posso dimostrare che la casa non e' stata affittata a me, immigrato, perche' Italiano? Anche se la ragione e' quella? E successe a mio fratello in piu' di una occasione nella "civile" Svizzera.

E' difficile dimostrare le motivazioni che stanno dietro ad una scelta, perche' spesso e' la parola di uno contro quella di un altro. E quell'altro puo' accampare mille altre motivazioni per confondere le acque. Ma in altri casi, piu' ovvii, il giudice ti puo' dar ragione. Un mio amico ha portato in tribunale e vinto una causa contro il proprio datore di lavoro, reo di averlo discriminato per questioni di colore della pelle. Idem per una amica della mia ragazza, non le volevano rinnovare il contratto perche' rimasta incinta.

Capisco e condivido in parte lo scetticismo sulla difficolta' pratica di queste norme. Ma non capisco come non si possa condividerle a livello teorico. Non ha senso creare un mondo dove "non ti assumo perche' sei donna", "non ti affitto casa perche' hai figli", "non ti vendo il pane perche' hai gli occhi a mandorla"... Tutti fanno il cazzo che vogliono, secondo la loro visione ristretta del "giusto" o "sbagliato", del "simile e amico" e del "diverso e pericoloso". Un mondo cosi' e' vomitevole.

 

Ma nessuno ha detto che sia giusto un mondo in cui si discrimina questo o quello. Ciò che non è condivisibile è il modo in cui si pretende di intervenire,che il più delle volte è mosso da isteria e non da una reale analisi concreta,spesso si creano altri problemi invece di risolvere le situazioni. Impedire ad uno che possiede un locale di scartare un possibile affittuario perchè c'è il rischio discriminazione non significa affatto render giustizia,non so se mi spiego.

In conclusione il nocciolo del ragionamento che ti propongo è che uno può valutare l'operato di una persona in base a principi etici,e considerarlo giusto o sbagliato,ma ciò non vuol dire che tutto debba esser regolamentato da norme giuridiche(spesso inattuabili e pericolose) altrimenti dovremmo dividere tutte le dinamiche sociali in piccoli microcosmi giuridici e creare un miliardo di leggi per arrivare ad avere una società giusta al 100%,o averne almeno l'impressione,visto che come già detto il buon senso si presta a diverse interpretazioni.

 

A me sarebbe piaciuto fare lo speleologo glaciologico, studiare la varie specie di piante ed animali su e giù per il Rio delle Amazzoni... ma ad un certo punto l'adolescenza finisce e bisogna fare i conti con la realtà. Avere una laurea non equivale ad un posto di lavoro assicurato nel campo per il quale si è studiato. Si è arrivati alla "disoccupazione intellettuale": ormai son tutti dottori e tutti vogliono lavorare ai piani alti. Piuttosto disoccupati ancora sulle spalle di genitore 1, genitore 2 e genitore 3 a 40 anni suonati, ma non in fabbrica a tirar la lima.
Abiti in zona Milano, vuoi un posto di lavoro? Eccotelo! Hanno riproposto per la terza volta la selezione poiché non si presenta un numero sufficiente di persone. E non stiamo neanche lontanamente parlando di AMMAZZARSI DI LAVORO. Però, si sa, fa molto più "Stato figlio di puttana che non mi da un posto di lavoro" dire di essere disoccupato piuttosto che dire faccio la manutenzione d'emergenza per il Comune.

 

E che discorso è? Odio il lavoro che svolgo ma cerco sempre di dare il massimo in quello che faccio. Si chiama vivere da adulti nel mondo reale. Bisogna capire che fare un lavoro che ami è un privilegio, non è la norma. È già tanto avere un lavoro, figuriamoci realizzare un proprio sogno.

 

Capisco che questo meccanismo non sia un sistema perfetto. Ma quale sarebbe la tua alternativa per tutelare quelle categorie di persone che sono a rischio di discriminazione per le loro caratteristiche?

Se io cerco casa, chi mi tutela dal fatto che la gente non me la voglia dare perche' Italiano ed immigrato? Devo bussare ogni porta finche' non trovo un'Inglese "cool" e "open-minded"?

Inoltre, nessuna legge dice che non si puo' scartare un possibile affituario. Lo puoi fare, ma per ragioni oggettive, come dice la legge (quali esse siano e' un concetto lasciato vago apposta, secondo la tradizione della common law). Se lo fai pero' in base a pregiudizi o paure tue, beh allora non va bene. Per il semplice fatto che non puoi lasciare che la societa' si autoregoli in queste cose. Siamo mossi da un istinto animale, ancestrale che ci fa riconoscere in un gruppo di individui e guardare con sospetto tutto cio' che e' al di fuori del nostro clan. L'entita' sociale deve trascendere questo nostro istinto. Altrimenti si regredisce allo stato di natura, tutti contro tutti e vinca il piu' forte.

Tornando al discorso di un meccanismo giuridico non perfetto e difficilmente attuabile in pratica. E' importante che le leggi contro la discriminazione ci siano perche' anche solo la loro mera esistenza condiziona i comportamenti della gente. E' un po' il principio di "governmentality' di Foucault. L'autorita' ed il potere non hanno bisogno di essere imposti dall'alto, perche' la gente adatta i propri comportamenti, si normalizza, e si autoregola da se'. La tendenza e' quella di internalizzare un "discorso dominante" che e' creato dall'autorita'. Per questo il messaggio positivo dato dalla legge contro la discriminazione e' comunque importante.

scusa l'italiano traballante, ma ormai scrivo poco in questa lingua

 

Si, bello. Ho scritto due righe appena e siete riusciti a stravolgerle rispondendo a cose che non ho mai detto. Preoccupante °_°
Poi tirare me e la mia vita direttamente in ballo nel discorso ancora di più. Davvero, ricevere certe risposte fa perdere la voglia di scrivere nei forum.

 

Hai ragione, scusa, tendo a trovare dei sottintesi che spesso non ci sono.
Però, oh, davvero, se conosci qualcuno che ha bisogno di lavoro, quello che ho linkato è un trampolino di lancio, in quanto ormai è davvero più facile trovare un avvocato che un manutentore

EDIT: nel senso che se vedono che uno è in gamba il rinnovo del contratto e la sua successiva trasformazione in una tipologia a tempo indeterminato sono praticamente automatici.

 

Il mio appunto era dovuto solo al fatto che "una donna non sceglie di fare l' elettricista perchè vuole fare la modella/lavativa/ "etc. Mi sembrava questo il senso del tuo discorso e non intendevo parlare di altro. Intendevo dire che donne, come uomini, prima di cercare lavoro " basso" ( senza accezione negativa sia chiaro) è normale provino a portare avanti le proprie aspirazioni ( per le quali hanno studiato o stan studiando da anni e anni)Si, magari per alcune è davvero fare la modella e simili eh). L' ho scritto perchè sembrava, riguardo alle donne, fosse invece dovuto a questioni puerili e/o di opportunismo piuttosto che facente parte di qualcosa di più complesso, misto tra discriminazioni su lavori da maschi o da femmine, proprie aspirazioni personali etc etc.
Io al momento sto per fortuna lavoricchiando nel campo che vorrei facendomi il mazzo per poco e niente, altrimenti sta sicuro che mi ci sarei buttato a pesce. Appena mi arriverà l' attestato ufficiale del SCV da mettere a CV conto anche di cercarmi almeno un part time se nel frattempo i miei lavoretti non riesco a garantirmi pecunia soddisfacente.

 

Allora ci siamo incasinati per niente: non ci siamo capiti a vicenda ma mi sa che volevamo dire più o meno la stessa cosa
Su questo topic si stava parlando della teoria del gender (che non condivido). Stavo semplicemente puntando l'indice contro l'ipocrisia della società che in mezzo a tutta questa apertura mentale nel campo sessuale, va però ancora a discriminare nel campo lavorativo, mantenendo ben solido ed innalzato un muro che separa i "lavori da uomo" dai "lavori da donna". Si filosofeggia di bambini che non devono imparare a fare la pipì in piedi (pagliuzza) ma si da praticamente per scontato che una ragazza non possa guidare un muletto (trave).
Sono anche contrario all'eccessivo divario che la società sta imponendo fra età biologica ed età sociale di una persona. La maturità sociale arriva quando ormai si è sull'orlo del declino biologico. Non dico che uno non debba inseguire i propri sogni, ma non trovo corretto che questo giustifichi una perenne adolescenza.
Come scrissi a suo tempo:
Quant'anni c'hai?!? 42!? Macché single e single, sì zitella!
Ragazzo? Ragazzo sei a 15 anni; a 28 sei uomo fatto.

 

Invece, io per ciò che leggo e sento sono stra-convinto che moltissime donne abbiano nella propria testa la concezione che certi lavori """"sporchi"""" siano solo per gli uomini.

Quanti uomini ci sono in giro che sin da ragazzini VOGLIONO fare gli idraulici? Pochissimi, per non dire nessuno.
Secondo me sono tanti quanti le donne, ossia pressappoco zero (idraulici per fare un esempio).

Eppure, un uomo la prende in considerazione come idea, mentre la donna no.

Poi non sto parlando di un lavoro troppo faticoso, chessò, il tagliaboschi (dato che mediamente gli uomini hanno più forza fisica rispetto alle donne per brandire utensili pesanti e cose del genere), ma di cose "fattibili" fisicamente anche dalle donne.

Non credo che una donna faccia troppa più fatica di un uomo ad avvitare qualche bullone con la giusta chiave o a piantare qualche chiodino nella suola di una scarpa da sistemare o avvitare due cavi elettrici per sistemare l'impianto di una casa, eppure questi (e mille altri) sono visti come lavori esclusivamente da uomo.

Non pretendo che da domani le donne si mettano a costruire case come i migliori mastri muratori e carpentieri, ma per certe cose potrebbero benissimo cavarsela sia fisicamente che mentalmente, eppure no, certi lavori sono visti come esclusivamente da uomo (lo so, mi sto ripetendo).

Eppure chiedono la parità dei sessi, ma solo quando a loro conviene, ovviamente. A convenienza, siamo tutti uguali, ossia quando vogliono dei diritti, ma quando si tratta di "abbassarsi" a fare cose e provare lavori "da uomo", per la stragrande maggioranza delle donne non se ne parla.